MATTEO RENZI A PADOVA STASERA ORE 21.00 IN FIERA

VERSO IL REFERENDUM COSTITUZIONALE DEL 4 DICEMBRE
Manca un mese al referendum del 4 dicembre. Per sostenere le ragioni del sì è necessario un impegno straordinario per far conoscere i contenuti della riforma. Serve uno sforzo per organizzare incontri pubblici e confronti e per distribuire materiale informativo. Bisogna spiegare la riforma e i suoi effetti positivi sul funzionamento delle istituzioni. La riforma riguarda tutti e non deve diventare un pretesto per indebolire il governo o per scatenare guerre interne al Pd. Bisogna promuovere l’attività dei numerosi comitati per il sì che si stanno dando da fare coinvolgendo molte persone di diverso orientamento politico. La campagna referendaria può diventare l’occasione per approfondire e rafforzare i valori e i princìpi della Costituzione e per rilanciare una cultura civica e riformista. Chi sostiene le ragioni del sì vuole migliorare le istituzioni, vuole le riforme attese da anni; chi sostiene il sì non si rassegna al populismo, all’eterno “benaltrismo” di coloro che si lamentano sempre, criticano tutto e tutti ma alla prova dei fatti non riescono a cambiare le cose. Sarebbe un errore cadere nelle provocazioni di chi, non avendo argomenti efficaci contro la riforma, vuole utilizzare il referendum per far cadere il governo. Non servono polemiche e scontri con chi ha scelto di votare no. Il referendum non riguarda Renzi né il governo e non è il congresso del Pd. Per far vincere il sì bisogna insistere sui contenuti della riforma che ancora molte persone non conoscono. Il nostro ordinamento si basa sul bicameralismo paritario con due Camere elette direttamente che fanno le stesse cose. Questo sistema causa lentezze, inefficienze, costi eccessivi. L’instabilità del sistema politico e istituzionale è una delle cause di debolezza e fragilità del nostro Paese. Da più di 30 anni quasi tutte le forze politiche condividono la necessità di riformare l’ordinamento ma non sono riuscite a farlo: il Parlamento ha cercato di approvare leggi di riforma del bicameralismo dai primi anni ’80 senza successo. La potestà legislativa concorrente tra Stato e Regioni, introdotta nel 2001, funziona male: è causa di confusione, sprechi, paralisi delle decisioni. La riforma supera il bicameralismo paritario, differenziando rappresentanza e funzioni delle due Camere, ridefinisce il rapporto e le competenze tra Stato e Regioni, semplifica e rende più trasparente il funzionamento delle istituzioni. La riforma non modifica i princìpi fondamentali della Carta e non interviene nella prima parte della Costituzione “Diritti e doveri dei cittadini”; cambia l’organizzazione dello Stato e il funzionamento delle istituzioni per renderle più efficienti e rafforzare così la partecipazione democratica. La riforma è uno strumento per attuare i princìpi costituzionali fondamentali (articoli da 1 a12) e per assicurare la tutela dei diritti sanciti dalla prima parte della Costituzione (articoli da 13 a 54). La riforma è una risposta chiara e coerente a una lunga stagione di inconcludenza e immobilismo che ha ridotto la fiducia nella politica e nelle istituzioni e rafforza la democrazia contro le derive plebiscitarie e populiste che stanno mettendo in crisi molti Paesi e l’Unione Europea.
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LUCIANO VIOLANTE CORRIERE DELLA SERA 1 NOVEMBRE 2016

APPELLO PER SOSTENERE LE RAGIONI DEL SI'
Il 4 dicembre si svolgerà il referendum confermativo sulla riforma costituzionale. La proposta, approvata dopo due anni di discussione e sei passaggi parlamentari, costituisce una risposta alla crisi della democrazia e rafforza i principi costituzionali, che non vengono modificati, rendendo più efficiente e più semplice il funzionamento delle istituzioni. I principali argomenti di merito per votare a favore della riforma sono: La rappresentanza si qualifica. Il Parlamento sarà composto da una Camera legislativa, eletta a suffragio universale, unica titolare del rapporto di fiducia con il Governo, e da un Senato delle autonomie locali, eletto dai consigli regionali e formato da sindaci e rappresentanti delle regioni indicati dai cittadini. Il superamento del bicameralismo paritario rende più efficaci e più rapide le decisioni. Le leggi ordinarie saranno di competenza della Camera e il Senato avrà titolo di proposta; quelle costituzionali, elettorali, sugli enti locali e sui trattati europei saranno votate dalle due Camere. Il ricorso ai decreti legge sarà limitato. Le garanzie costituzionali aumentano. Le leggi elettorali, compresa quella che sarà in vigore dalle prossime elezioni politiche, saranno sottoposte al vaglio preventivo della Corte costituzionale. Il quorum per eleggere il Presidente della Repubblica aumenterà e richiederà la maggioranza dei tre quinti dei votanti. In questo modo la forza vincitrice delle elezioni non potrà scegliere da sola il Presidente. La partecipazione e la democrazia diretta si rafforzano. Per i referendum abrogativi sarà ridotto il quorum. All’attuale 50% degli aventi diritto previsto oggi si aggiungerà un quorum ridotto se le firme saranno 800 mila: il 50% dei votanti alle ultime elezioni politiche. In pratica con 500 mila firme serviranno 25 milioni di votanti, come accade ora; con 800 mila firme serviranno, in base alle ultime consultazioni, 18 milioni di votanti. Inoltre saranno introdotti i referendum propositivi e di indirizzo e sarà garantito l’esame parlamentare delle leggi di iniziativa popolare. I costi della politica e delle istituzioni sono ridotti. Diminuiranno i senatori, da 315 a 100, e i costi per il funzionamento del Senato. I conti delle Regioni saranno sottoposti al controllo della Corte dei conti e saranno eliminati i costi dei gruppi politici regionali. Il Cnel sarà soppresso. Con l’eliminazione delle Province si completerà la riforma degli enti di area vasta. L’assetto della Repubblica viene riorganizzato. Le questioni strategiche, come l’energia, le infrastrutture, il turismo, la ricerca, diventeranno di competenza esclusiva statale, superando i limiti e le confusioni introdotte con le modifiche del titolo V del 2001. Le Regioni avranno un ruolo più chiaro e, se avranno il bilancio in ordine, potranno svolgere in autonomia maggiori funzioni. Si afferma così il principio di responsabilità delle autonomie locali che finora è stato assente in molte Regioni. La riforma contiene molte delle proposte avanzate in passato dalla sinistra e dall’Ulivo e consente di realizzare finalmente i cambiamenti necessari per rafforzare la democrazia parlamentare e per consentire alle istituzioni statali e locali di funzionare meglio. Per queste ragioni sosteniamo le ragioni della riforma e invitiamo tutti i cittadini all’impegno per favorire la partecipazione al voto e la vittoria del sì al referendum di domenica 4 dicembre.
Emilio Pegoraro, Alessandro Naccarato, Vanessa Camani, Alessandro Zan, Umberto Zampieri, Paola Lincetto, Andrea Busato, Maurizio Antonini, Guerrino Gastaldi, Dino Beghin, Bruno Belluco, Rodolfo Bettiol, Guerrino Bonfio, Margherita Colonnello, Oreste Parisato, Renato Pescara, Matteo Rettore, Devis Rizzo, Candido Salvato, Gianni Toffanin, Luciana Zerbetto Cristiano Amedei, Etta Andreella, Pierantonio Angeli, Renato Bacchin, Lino Baldin, Anna Basalisco, Sergio Basalisco, Walter Basso, Attilio Beghin, Daniela Bellinato, Maurizio Bertogno, Franca Bettella, Carlo Bettio, Pietro Bonato, Claudio Borsetto, Enrico Brocca, Pierpaolo Bugarella, Maffeo Businari, Gaetano Calore, Giulia Camporese, Carlo Canale, Giorgio Carraro, Adriana Circo, Maria Cocchiarella, Luciano Colonnello, Giovanni Cornara, Paolo Cosci, Gabriella Dainese, Sandra Dante, Roberto Demo, Marino Doardi, Ivano Dovico, Giampaola Drezzadore, Renato Fabbro, Enzo Ferragosti, Gianluca Gaudenzio, Renzo Genovese, Denis Giacomini, Mauro Giacomini, Augusto Giralucci, Davide Gobbo, Andrea Gombani, Davide Grisafi, Carmen Gurinov, Elisabetta Leban, Emanuele Lovato, Gianluca Maregotto, Erna Marioni, Patrizia Masiero, Paolo Merlini, Salvatore Metrangolo, Luca Micalizzi, Roberto Michieli, Ivano Migliolaro, Francesco Minafra, Paolo Minchio, Marco Miorelli, Filippo Mormando, Renato Moro, Enrico Nania, Adriana Negrisolo, Gabriele Noventa, Alessandro Paiusco, Paolo Parpaiola, Giacomo Pasini, Francesco Pavan, Barbara Peron, Stefano Poli, Matteo Poretti, Francesco Pozza, Gerolamo Quartana, Diana Ragazzo, Marilena Riva, Fabio Rocco, Donato Rondidnone, Riccardo Rondinone, Gianluca Rossoni, Alessandro Sanco, Antonio Sandonà, Boris Sartori, Fernanda Scantamburlo, Sara Spartà, Sandro Storelli, Angela Temporin, Davide Tramarin, Flavio Varotto, Piergiorgio Vignaga,Helene Zago, Chiara Zampieri, Lara Zanasca, Pierino Zanasca, Elena Zaniolo, Renato Zorzi.
TERREMOTO IN CENTRO ITALIA
Dopo il sisma che ha colpito duramente il centro Italia lo scorso 30 ottobre occorre avere ben presente la situazione per aiutare i tantissmi sfollati e per la ricostruzione dei comuni colpiti. In questa fase, di fronte alla catastrofe fortunatamente senza vittime, appare utile offrire uno spunto di riflessione di Benedetta Tobagi sullo scenario del dopo terremoto.
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REPUBBLICA 2 NOVEMBRE 2016
AGENDA
SABATO 5 NOVEMBRE ORE 15.30 CIRCOLO A. CAMPORESE - VICOLO II MAGENTA - PADOVA LE RAGIONI DEL SI E LE RAGIONI DEL NO A CONFRONTO

DOMENICA 6 NOVEMBRE ORE 10.00 SALA CONSILIARE - MEJANIGA - CADONEGHE RIFORMA DELLA COSTITUZIONE LE RAGIONI DEL SI

LUNEDI' 7 NOVEMBRE ORE 20.45 SALA ALDO MORO - CARBONERA (TV) LE RAGIONI DEL SI E DEL NO PER IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

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