
REFERENDUM 4 DICEMBRE 2016
La campagna elettorale è finita e ha vinto il no. Dopo aver ringraziato chi si è impegnato a favore del sì e dopo aver superato l’amarezza e la delusione per la sconfitta e per l’opportunità persa di riformare le nostre istituzioni, bisogna reagire interrogandosi sulle ragioni del risultato. L’analisi dei dati elettorali serve a cercare di capire cosa è successo per preparare le sfide future. Senza un’analisi rigorosa dei dati rischiamo di ripetere gli errori del passato. Di seguito si trovano dei numeri che possono aiutare ad approfondire l’analisi del voto.
DATI VENETO E PROVINCIA DI PADOVA
DATI SEGGIO PER SEGGIO CITTA' DI PADOVA
STUDIO FONDAZIONE ISTITUTO CATTANEO FLUSSI DEL VOTO POLITICHE 2013 - REFERENDUM 2016


BREVI CONSIDERAZIONI
Il dato del sì nella provincia di Padova, senza il capoluogo, è il peggiore del Veneto. E’ un dato allarmante, che conferma l’andamento delle regionali del 2015, e delle ultime tornate amministrative che, finora, è rimasto senza un’adeguata risposta politica e organizzativa. I numeri dimostrano che in molti comuni il Pd non esiste più e che, con l’eccezione di qualche lodevole iniziativa individuale di alcuni amministratori e segretari di circolo, la campagna referendaria per il sì si è svolta in ritardo e senza raggiungere parti importanti di popolazione. Nel comune capoluogo il 47,1% di sì è determinato dall’apporto significativo di elettori di centrodestra (PDL ed ex liste Monti). Questa considerazione è dimostrata da due elementi:
1.Lo studio dell’Istituto Cattaneo (che si allega); 2. I voti nelle singole sezioni (che si allegano).
1. Lo studio del Cattaneo indica che in comune di Padova solo il 64,1% degli elettori del Pd del 2013 ha votato sì; il 27,6% ha votato no; l’8,3% si è astenuto. E’ uno dei dati peggiori tra le 11 città studiate dal Cattaneo. Inoltre tutti gli elettori delle liste per Monti del 2013 hanno votato sì; il 26,3% degli elettori del PDL ha votato sì.
2. I dati sono confermati dai voti nelle singole sezioni. Il sì vince nelle sezioni dove è più forte il centrodestra: centro storico, santa rita, san camillo, città giardino). Il sì perde nettamente in tutte le zone periferiche dove l’ulivo e il centro sinistra raccoglievano la maggioranza dei consensi. Del resto le caratteristiche sociali ed anagrafiche dei residenti in centro storico e nelle vicine zone dove ha vinto il sì corrispondono a quelle individuate come prevalenti tra i sostenitori delle riforme: età avanzata, redditi da lavoro, e soprattutto da pensioni, elevati, proprietari di abitazioni, dipendenti pubblici. In pratica la parte di popolazione che vive meglio e che ha risentito meno della crisi economica ha votato in maggioranza per il sì.
Questi elementi dimostrano che il 47,1% di sì dipende dall’apporto consistente di voti di centrodestra. Per questo è un errore enfatizzare per ragioni propagandistiche, inutili a urne chiuse, il 47,1% come un dato positivo in vista delle prossime elezioni comunali. Al contrario la vittoria larga del no nei quartieri lontani dal centro deve far riflettere su come impostare e organizzare la campagna elettorale a partire dai bisogni presenti nelle periferie. Prima delle formule politiche, degli accordi tra partiti e dell’elenco degli aspiranti candidati, è necessaria un’iniziativa di ascolto e di confronto con le fasce più deboli e più giovani di popolazione (quelle che sono maggiormente influenzate dai messaggi populisti della Lega e dei 5 stelle) per rappresentare il disagio di chi si sente abbandonato dalla politica, raccogliere idee e provare ad elaborare un programma chiaro che dia risposte concrete ai problemi sociali dei cittadini.
SOLE24ORE 6 DICEMBRE 2016 - ANALISI DEL VOTO
CORRIERE 6 DICEMBRE 2016 - SENATO E CNEL
REPUBBLICA 6 DICEMBRE 2016 - I GIOVANI
SOLE24ORE 6 DICEMBRE - LUCA RICOLFI
SOLE24ORE 7 DICEMBRE 2016 - SPREAD
REPUBBLICA 7 DICEMBRE - HAWKING
«I CENTRI SOCIALI ASSOLVONO SALVINI E ATTACCANO RENZI» GAZZETTINO 2 DICEMBRE 2016
LL'altra sera in piazza delle Erbe i centri sociali non si sono visti, come invece in altre occasioni. «Molti, comprese le autorità di pubblica sicurezza, a giudicare dall'imponente spiegamento di forze dell'ordine, si aspettavano le contestazioni, più o meno violente, dei cosiddetti antagonisti dei centri sociali nota l'onorevole Naccarato, del Pd. «Invece non c'è stata alcuna contromanifestazione o sit-in di protesta». «Non si può però dimenticare la diversa accoglienza che gli antagonisti hanno riservato a Renzi nelle settimane scorse. Prima hanno riempito di scritte diversi muri della città con slogan contro il governo e a favore del no al referendum, poi hanno invaso il cortile del Bò con qualche fumogeno scatenando le reazioni infastidite di alcuni studenti, hanno danneggiato la sede del Pd di Forcellini e infine hanno organizzato un breve corteo di protesta cercando di impedire l'iniziativa di Renzi in Fiera con lancio finale di uova e fumogeni contro le forze dell'ordine in servizio». «Perché due atteggiamenti così diversi da parte dei centri sociali?» si chiede il deputato democratico. «Forse perché Salvini, accusato a giorni alterni di essere razzista, e Bitonci sono loro alleati nella battaglia per il no al referendum costituzionale? Oppure perché Bitonci, da sindaco, ha cercato di accordarsi con gli antagonisti sul futuro di un centro sociale e sulla festa estiva organizzata in zona stadio euganeo? «Che gli antagonisti odino il Pd e Renzi è noto da tempo ed è dimostrato dai ripetuti atti di violenza, tentati e consumati, contro le sedi democratiche; mentre stupisce la nuova e anomala alleanza, o quantomeno non belligeranza, degli stessi antagonisti verso Salvini e Bitonci» conclude.
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