DECRETO TERREMOTO:
APPROVATI IN VIA DEFINITIVA GLI INTERVENTI URGENTI A FAVORE DELLE POPOLAZIONI COLPITE DAL SISMA
La Camera ha approvato in via definitiva il decreto Terremoto, che garantisce interventi sul territorio in piena trasparenza con lo scopo di mantenere viva l’integrità del tessuto umano e produttivo delle aree colpite dai terremoti di agosto ed ottobre 2016.
Il provvedimento dispone il finanziamento per la ricostruzione sia delle prime che seconde case nell’area con contributi fino al 100% delle spese. Inoltre il Decreto dà il via libera a specifiche misure a sostegno dei settori zootecnico, agricolo, agroindustriale e turistico, per la possibilità di delocalizzare attività commerciali in strutture all’interno dei comuni, ai finanziamenti agevolati a tasso zero per le nuove imprese, all’introduzione della busta paga “pesante” (consegnata al lordo delle trattenute) e alla sospensione per i pagamenti di acqua, luce, gas, bollette telefoniche, canone Rai e pagamenti assicurativi.
Importanti anche il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo dei sindaci, l’aumento del personale degli enti locali e le norme per estendere i tecnici.
Infine, disposizioni che favoriscono l’auto-organizazione dei cittadini i cui interventi possono essere previsti nelle ordinanze, facilitati e sostenuti.
Allo scopo di garantire trasparenza e legalità viene istituita una ‘struttura di missione’ del Viminale e un apposito elenco di professionisti abilitati, poche le stazioni appaltanti e centrale di committenza unica, e previsti controlli da parte di Anac e Corte dei Conti.
Per l’attuazione di questi interventi immediati sono stati stanziati oltre 260 milioni di euro, a cui vanno aggiunti gli interventi previsti nella legge di Bilancio 2017 che ha stanziato a favore dei territori colpiti dallo sciame sismico, 7,1 miliardi di euro, di cui 6,1 miliardi (100 milioni di euro per l'anno 2017 e 200 milioni di euro annui dall'anno 2018 all'anno 2047) per la concessione del credito d'imposta maturato in relazione all'accesso ai finanziamenti agevolati, di durata venticinquennale, per la ricostruzione privata e 1 miliardo di euro (200 milioni di euro per l'anno 2017, 300 milioni di euro per l'anno 2018, 350 milioni di euro per l'anno 2019 e 150 milioni di euro per l'anno 2020) per la concessione dei contributi per la ricostruzione pubblica.
Il provvedimento può rappresentare una base di legislazione stabile dello Stato di fronte alle calamità, proprio per evitare di ritrovarsi in futuro impreparati di fronte a eventuali situazioni critiche.
Per saperne di più leggi gli approfondimenti:
Testo del provvedimento
Dossier di approfondimento Gruppo PD
Sole 24 Ore 14 Dicembre 2016
TERRORISMO ED EVERSIONE ROSSA presentazione di due nuovi libri sul terrorismo rosso a Padova e a Genova
Sabato 17 Dicembre ore 15.30 Sala della Carità - Via S. Francesco 61 - Padova

IL GOVERNO GENTILONI OTTIENE LA FIDUCIA DEL PARLAMENTO
Il governo guidato da Paolo Gentiloni ha incassato la fiducia da parte della Camera con 368 voti favorevoli econ 169 dal Senato.
“Il risultato del referendum è stato molto netto. Potrei dire che la fiducia che chiedo è basata sulla Costituzione, ma è un po’ particolare. Chiedo la vostra fiducia ma esprimo la mia fiducia nei confronti del Senato, e nei rapporti tra il Governo e le Camere”. Queste le parole usate dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nella sua replica in Senato al dibattito sulla fiducia.
“Non siamo innamorati della continuità – ha proseguito Gentiloni – abbiamo anzi rivolto una proposta all’insieme delle forze parlamentari per individuare una convergenza più larga. C’è stata una indisponibilità: non un amore della continuità ma la presa d’atto di questa situazione ha spinto le forze che hanno sostenuto questa maggioranza a dar vita a questo governo, per responsabilità”.
Gentiloni comunque ha “rivendicato” la continuità con il governo Renzi e presentato il suo come di “responsabilità” finchè avrà la fiducia del Parlamento. “Questo è un governo che innanzitutto deve completare la eccezionale opera di riforma e innovazione, che ha iniziato in questi anni. Si possono avere opinioni diverse, si possono criticare riforme e cambiamenti, ma su fatto che c’è una mole di innovazione che si deve completare non c’è dubbio. Sarebbe assurdo che questo governo non ritenesse le riforme avviate un suo compito ufficiale ” ha concluso.
L’esecutivo guidato dall’ex ministro degli Esteri mette in cima all’agenda temi come il lavoro, il disagio del ceto medio, il rilancio per un’Ue meno austera. Ma non la legge elettorale, per la quale il governo non avrà un ruolo di “attore protagonista” ma di facilitatore di un’intesa tra i partiti che venga in tempi rapidi perchè, avverte il Pd, “non accetteremo pantani” per allungare la legislatura.
Per saperne di più leggi gli approfondimenti:
Repubblica 14 Dicembre 2016
Sole 24 Ore 14 Dicembre 2016
Repubblica 12 Dicembre 2016
29 GIUGICI E 11 PM PER IL VENETO
Con la firma del Ministro della Giustizia è finalmente efficace il decreto per aumentare gli organici dei magistrati in Veneto. Si tratta di un provvedimento atteso, che dà una risposta forte ai cittadini della nostra regione. Infatti il Ministro ha accolto tutte le richieste avanzate negli ultimi mesi e ha disposto che in Veneto arrivino 29 giudici e 11 pubblici ministeri in più rispetto agli attuali organici.
Un atto di attenzione verso le esigenze rappresentate dai vertici degli Uffici giudiziari regionali, dall’Associazione nazionale magistrati del Veneto e dallo stesso Consiglio superiore, esigenze manifestate in una interrogazione dello scorso luglio dai deputati padovani del PD.
A Padova quindi i magistrati aumenteranno da 41 a 46 e la Procura avrà due pubblici ministeri in più e non soltanto uno come era stato anticipato, mentre nello stesso ufficio di Treviso, oltre ad un pubblico ministero, vi sarà anche un procuratore aggiunto.
Il provvedimento porta in Veneto quaranta magistrati e offre una risposta adeguata alle richieste di giustizia che arrivano da un territorio nel quale è presente un forte tessuto produttivo e un'alta percentuale di contenzioso sia civile che penale. Con il potenziamento degli organici dell'autorità giudiziaria sarà possibile rendere più incisivo il lavoro di prevenzione e contrasto contro il crimine.
Per saperne di più leggi gli approfondimenti:
Interrogazione al Ministro della Giustizia
Decreto sull'aumento degli organici della Magistratura
Allegato Tabella A - Distretto del Veneto
«CAMION A FUOCO, C’È LA MANO DEI CLAN». I DEPUTATI PD D’ARIENZO E NACCARATO: LA PROCURA ANTIMAFIA DEL VENETO DISTACCHI UN MAGISTRATO A VERONA PER APRIRE L’INCHIESTA MATTINO DI PADOVA 13 DICEMBRE 2016
L'impatto è forte: ventun camion distrutti da due incendi dolosi, nella notte tra sabato e domenica, in due differenti zone di Verona. Ma la luce delle fiamme non sembra aver ancora illuminato pienamente l’origine dei gravi attentati. Colpita per la seconda volta, con sedici camion bruciati tra cui nove motrici, la Alfa Trasporti srl. Amministratore e comproprietario Alessio Soave residente a Zevio in provincia di Verona. Un mese e mezzo fa un altro attentato incendiò cinque motrici, sempre della Alfa Trasporti, sempre nell’area di un distributore sulla tangenziale sud del capoluogo scaligero. Nella stessa notte, a distanza di mezz’ora, un altro attentato, nella zona industriale veronese, ha ridotto in cenere cinque camion di proprietà di piccoli contoterzisti cingalesi. Anche se è facile ipotizzare un collegamento tra i due episodi, non sono ancora emersi elementi che consolidino questa ipotesi. Il linguaggio delle fiamme giocoforza fa pensare ad un atto intimidatorio da parte della criminalità organizzata. La logistica è storicamente un settore di grande interesse per le mafie. «Vediamo diverse ditte operare in modo inspiegabile» racconta Mario Lumastro del sindacato dei trasporti della Cgil veronese, «con prezzi, anche di 12 euro l'ora, che non possono garantire nessuna remunerazione. O sono samaritani o riciclano denaro sporco. Capita di trovarsi di fronte ad aziende che passano in battibaleno da dieci ad ottanta camion nuovi fiammanti». Negli ambienti investigativi il doppio rogo viene analizzato con cautela. «Le organizzazioni mafiose puntano al controllo delle aziende riducendo il proprietario ad una testa di legno» dicono gli “007” delle forze dell’ordine «perché distruggere quasi completamente il parco mezzi?. Anche gli avvertimenti vanno dosati, per comunicare un tentativo di estorsione sono sufficienti gesti meno eclatanti». Come quello occorso a Vighizzolo d’Este la settimana scorsa, viene da pensare, quando sei camion di una stessa ditta di trasporti hanno avuto il parabrezza sfondato. Un settore “caldo” quello della logistica e vale la pena ricordare le due ditte veronesi di trasporti oggetto di recenti interdittive antimafia perché sospettate di agire nell’orbita della cosca Pesce. E ancora: la ditta Tm Logistica di Sona, pochi chilometri da Verona, è stata teatro, nel 2014, di summit ’ndranghetisti. Anche la cosca Anello – Fiumara di Vibo Valentia operava, fino agli arresti di cinque anni fa, nel Veronese nel settore dei trasporti, così come la cosca Sergi-Marando di Platì i cui affari furono scoperti nel 2008 dalle forze dell’ordine. Storicamente il presidio della logistica permette, alle organizzazioni criminali, di controllare uno snodo vitale per le imprese presidiandone i passaggi fondamentali. Tanto più che il controllo dei trasporti permette di gestire, con più tranquillità, il trasporto di merce di varia natura, legale ed illegale, come rifiuti, armi e stupefacenti. Secondo le inchieste della procura milanese il clan Flachi, sotto la Madonnina, aveva assunto il controllo di filiali della blasonata Tnt. «Questi attentati rappresentano un innalzamento della qualità dell'azione criminale che ancora non si preoccupa delle pur coraggiose misure di prevenzione adottate dal Prefetto di Verona» denuncia il deputato Pd Alessandro Naccarato che con il collega Nicola D’Arienzo ha convocato ieri una conferenza stampa. «Perché nelle vicine Brescia e Bologna assistiamo ad inchieste che colpiscono a fondo le reti ’ndranghetiste mentre nel Veneto non accade?». Siamo certi che la domanda del deputato D’Arienzio risuonerà cristallina, oggi, nei corridoi della procura antimafia veneziana. D’altronde la proposta dei due deputati per rafforzare l’azione antimafia della magistratura veneta è semplice: «Distaccare nelle procure ordinarie, in primis Verona, un magistrato della distrettuale antimafia in grado di interpretare i diversi “reati spia” - estorsioni, usura, bancarotte fraudolente – che si registrano nei diversi territori ed inquadrarli in un disegno coerente». Rappresenterebbe un passo avanti nel tentativo di illuminare quello che oggi, in Veneto, rimane un panorama di ombre e fiamme inquietanti.
IL PREFETTO:«MOBILITATI SUGLI INCENDI» CORRIERE VENETO 13 DICEMBRE 2016
Il caso del doppio incendio doloso ai danni delle aziende di trasporti finisce sul tavolo del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in programma giovedì in prefettura. «Le forze dell’ordine stanno indagando sull’episodio - spiega il prefetto Salvatore Mulas -, mi auguro si possa arrivare presto a una chiave di lettura: il metodo è sicuramente spiacevole, ma fortunatamente in base alla statistica, non parlerei di fenomeno endemico nella nostra realtà». Il prefetto nelle ultime ore è rimasto in contatto con il questore Enzo Mangini: «Ma le vittime ribadiscono di non aver mai subito intimidazioni - prosegue Mulas -. Dovrà essere chiarito quel che è successo». Intanto i deputati del Pd Alessandro Naccarato e Vincenzo D’Arienzo parlano di «guerra di mafia per la conquista del territorio» e chiedono di «stabilire in pianta stabile a Verona un magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia: servono indagini più accurate». Due incendi che preoccupano anche i vigili del fuoco, costretti sempre più spesso a fare i conti con questo genere di interventi. «Si sente parlare di incendi dolosi provocati, probabilmente, da soggetti affiliati a cosche mafiose – scrivono in una nota al prefetto Mulas e al comandante provinciale De Vincentis i rappresentanti del sindacato Cgil Luca Cipriani e Andrea Residori -. L’utilizzo di sostanze acceleranti potrebbe aumentare i rischi collegati all’ordinaria attività di estinzione degli incendi». I parlamentari dem ricordano le parole dell’ex ministro Angelino Alfano che ha parlato apertamente di «presenza della ‘ndrangheta in provincia”». D’Arienzo è rimasto colpito dal modus operandi : «Se si tratta della stessa banda, dimostra di conoscere perfettamente il territorio, spostandosi dalla fiera alla tangenziale in pochi attimi». Naccarato snocciola i dati: «Se si considerano le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette, Verona è la prima provincia in Veneto con 1.323 segnalazioni su un totale di 6.430 nel corso del 2015 ».
AGENDA
VENERDI' 16 DICEMBRE ORE 10.30 PALAZZO CGIL LOMBARDIA - VIA PALMANOVA 22 - MILANO POLIZIA LOCALE STESSO RISCHIO, STESSE TUTELE LEGGE DI RIFORMA, COMPITI E RUOLI POLIZIA LOCALE
SABATO 17 DICEMBRE ORE 15.30 SALA DELLA CARITA' - VIA SAN FRANCESCO - PADOVA TERRORISMO ED EVERSIONE ROSSA PRESENTAZIONE DI DUE NUOVI LIBRI SUL TERRORISMO ROSSO A PADOVA E A GENOVA
DOMENICA 18 DICEMBRE ORE 12.30 CASA DEL POPOLO - PONTEVIGODARZERE - PADOVA PRANZO AUTOFINANZIAMENTO CIRCOLI PD
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