LA CAMERA HA APPROVATO LA NUOVA LEGGE FALLIMENTARE
Approvata alla Camera la riforma del diritto fallimentare. Per tutelare creditori e ridare chance all'impresa. Per sostenere lo sviluppo dell'Italia.
I principali profili innovativi
a) nel generale quadro di favore per gli strumenti di composizione stragiudiziale della crisi, viene introdotta una fase preventiva di "allerta", finalizzata all'emersione precoce della crisi d'impresa e ad una sua risoluzione assistita;
b) una facilitazione dell'accesso ai piani attestati di risanamento e agli accordi di ristrutturazione dei debiti;
c) una semplificazione delle regole processuali, con un tentativo di significativa riduzione delle incertezze interpretative (anche di natura giurisprudenziale) al fine di arrivare ad una sempre maggiore velocizzazione del procedimento;
d) nei casi in cui si arrivi ad un esito giudiziario della crisi è prevista l'unicità della procedura destinata all'esame di tutte le situazioni di crisi e di insolvenza: dopo una prima fase comune, la procedura potrà, seconda i diversi casi, evolvere nella procedura conservativa o in quella liquidatoria;
e) una revisione della disciplina dei privilegi che, tra le maggiori novità, prevede un sistema di garanzie mobiliari non possessorie;
f) l'individuazione del tribunale competente in relazione alle dimensioni e alla tipologia delle procedure concorsuali: le procedure di maggiori dimensioni sono assegnate al tribunale delle imprese (a livello di distretto di corte d'appello);
g) l'eliminazione della procedura fallimentare e la sua sostituzione con quella di liquidazione giudiziale (il curatore diventa come dominus della procedura e, come possibile sbocco (in caso di afflusso di nuove risorse), anche un concordato di natura liquidatoria;
h) una rivisitazione, sulla base delle prassi verificate e delle criticità emerse, della normativa sul concordato preventivo, lo strumento ritenuto più funzionale tra quelli concorsuali attualmente vigenti;
i) la sostanziale eliminazione come procedura concorsuale della liquidazione coatta amministrativa, che residua unicamente come possibile sbocco dei procedimenti amministrativi volti all'accertamento e alla sanzione delle gravi irregolarità gestionali dell'impresa;
j) la previsione di una esdebitazione di diritto (non dichiarata, quindi, dal giudice) per le insolvenze di minori dimensioni;
k) modifiche alla normativa sulle crisi da sovraindebitamento, sia per coordinarla con la riforma in essere che per tenere conto dell'esperienza successiva alla introduzione dell'istituto, previsto dalla legge n. 3 del 2012;
l) infine, intervenendo a colmare una lacuna dell'attuale legge fallimentare, viene introdotta una specifica disciplina di crisi e insolvenza dei gruppi di imprese (ad esempio, prevedendo che la stessa sia applicabile anche ai soci illimitatamente responsabili e che debba essere assicurato il coordinamento delle procedure relative a più membri della stessa famiglia, disciplinando procedure che consentano la prosecuzione delle attività già svolte dal debitore o la loro eventuale liquidazione, anche su istanza del debitore stesso, prevedendo che per il debitore-consumatore dovrà invece essere prevista solo la soluzione liquidatoria, nonché prevedendo come obbligatoria la soluzione liquidatoria se la crisi deriva da malafede, frode del debitore o colpa grave (quest'ultimo criterio è stato inserito dalla Commissione). In questo caso sarà altresì esclusa l'esdebitazione.
L'articolo 1 delega il Governo a riformare:
- le procedure concorsuali (R.D. n. 267 del 1942, c.d. Legge fallimentare); - la disciplina della composizione delle crisi da sovraindebitamento (legge n. 3 del 2012); - il sistema dei privilegi e delle garanzie, tenendo conto della normativa UE (sono espressamente richiamati il Regolamento (UE) 2015/848, del 20 maggio 2015, sulle procedure di insolvenza e la Raccomandazione della Commissione europea n. 2014/135/UE, del 12 marzo 2014 su un nuovo approccio al fallimento delle imprese e all'insolvenza), nonché dei principi della model law, elaborati in materia di insolvenza dalla Commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale internazionale (UNCITRAL).
Per saperne di più leggi gli approfondimenti:
Testo del provvedimento
Dossier di approfondimento Gruppo PD
La Stampa 2 Febbraio 2017
NACCARATO: «IL VENETO USATO PER RICICLARE IL DENARO SPORCO» MATTINO DI PADOVA 27 GENNAIO 2017
«Da tempo, nonostante le sottovalutazioni e i silenzi di molte istituzioni, risulta evidente il radicamento delle mafie, in particolare della ’ndrangheta, anche in Veneto per riciclare denaro e controllare il traffico di stupefacenti»: a parlare è il deputato del Partito democratico Alessandro Naccarato, della Commissione Antimafia. «L’inchiesta della Procura di Ragusa che ha portato a sequestri di società anche in città e provincia» sottolinea Naccarato, «rappresenta l’ennesima conferma che le organizzazioni criminali sono attive in tutto il Nord Italia e penetrano il tessuto economico utilizzando tutti gli spazi disponibili».
PRODOTTI ALIMENTARI DELLA ‘NDRANGHETA NEGLI SCAFFALI DEI SUPERMERCATI VENETI. BLITZ DEI ROS, 33 ARRESTI IN TUTTA ITALIA, PERQUISIZIONI ANCHE IN UN AZIENDA PADOVANA CHE RIFORNIVA I NEGOZI DELLA ZONA. NACCARATO: «LE MAFIE SONO ATTIVE ANCHE A NORDEST» CORRIERE VENETO 27 GENNAIO 2017
Clementine e arance, vestiti e accessori. La dieta mediterranea e la moda italiana erano il mezzo usato dalle cosche calabresi per ripulire i loro soldi anche a Nordest. I carabinieri del Ros di Reggio Calabria hanno arrestato ieri 33 persone a vario titolo per associazione a delinquere di stampo mafioso. Il clan Piromalli era riuscito a infiltrarsi anche nella grande distribuzione del Nordest, vendendo i propri prodotti alle catene Alì, Lando e Bennet e a centri commerciali come Emisfero-Famila (nessuno di loro è coinvolto nelle indagini). Non solo. A Vigonza il clan era riuscito ad avviare una società che gestiva catene di abbigliamento nei centri commerciali: i carabinieri ieri sono arrivati nello studio commercialista dove ha sede Original Trade Srl, parte delle quote (100mila euro) erano intestate alla fidanzata del boss Cinzia Ferro che faceva da prestanome. Contemporaneamente un’altra squadra è andata all’interporto di Padova dove aveva sede una seconda società, la Ortopiazzolla, che lavorava per le cosche e riforniva di agrumi la grande distribuzione estendendosi anche a negozi della Riviera del Brenta, del Veneziano e del Trevigiano.
Al vertice della cupola c’era Antonio Piromalli, 44 anni espressione della famiglia più potente di Gioia Tauro, teleguidava i sodali da Milano, dove si era trasferito per gestire gli affari di famiglia. Il suo più stretto collaboratore era Alessandro Pronestì, 39 anni, anche lui calabrese d’origine e milanese trapiantato. Era lui il braccio economico dell’organizzazione. Pronestì per gestire i suoi affari si serviva del nome pulito della sua compagna Cinzia Ferro, milanese 43enne. Il primo business del clan, che riesce ad avviare in Usa un fiorente traffico di olio di sansa spacciato per olio d’oliva, è proprio quello alimentare. La cosca Piromalli usava i prodotti mediterranei per eccellenza per farsi scudo del riciclaggio di denaro sporco provento dei traffici di droga (quella di ieri è una delle prime retate antimafia in cui si contesta l’auto-riciclaggio, reato da poco inserito nel codice penale). L’ infiltrazione nel mercato del Nordest inizia a metà maggio del 2015. A rivelarlo, in una intercettazione è Pronestì, che parla con un dipendente: «Io domani mattina sono lì per chiudere il contratto di fornitura per tutta la campagna invernale di agrumi, di arance, e clementine, (…) è grazie a lui (Antonio Piromalli ndr) che sono entrato a fornire i supermercati Alì e non sto parlando di una fornitura di 50mila euro, perché si parla di qualche milioncino». Prima di concludere l’affare con Alì a Pronestì arriva anche un messaggio di incoraggiamento da Piromalli: «Vai calmo e deciso, il signore ti sarà accanto». La trattativa con Alì va poi a buon fine anche se i responsabili padovani sembrano andarci coi piedi di piombo. Con un’altra dipendente il 10 giugno Pronestì parla di Emisfero, dicendo di preferirlo al Grifone, ripromettendosi di entrare in affari anche con il gruppo di Cestaro, con l’obiettivo di mettere nei centri commerciali del gruppo i suoi negozi di vestiti. Già, perché le cosche puntano anche sull’abbigliamento, dando vita ad una società a Vigonza nella quale sempre Cinzia Ferro, fidanzata di Pronestì, è intestataria fittizia delle quote: «E’ stato un rappresentate a mettere i contatto i soci padovani con la compagna del calabrese – spiega il commercialista vigontino Bortoletto – non potevamo conoscere questo risvolto, i miei soci sono puliti». Pulito anche il commercialista, a suo carico non vi è nulla nelle indagini. Evidentemente il clan aveva bisogno di nascondersi dal radar delle indagini e Vigonza doveva sembrare un posto sicuro.
«Da tempo, nonostante le sottovalutazioni e i silenzi di molte istituzioni, risulta evidente il radicamento delle mafie, in particolare della ‘ndrangheta anche in Veneto – commenta il parlamentare del Pd Alessandro Naccarato - L’inchiesta rappresenta l’ennesima conferma che le organizzazioni criminali sono attive in tutto il Nord Italia e penetrano il tessuto economico utilizzando tutti gli spazi disponibili».
ANCORA SUI RISULTATI DEL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE 2016
 Differenza fra i voti ottenuti dal No nel referendum del 2016 e i voti ottenuti dalle liste che sostenevano il No nelle elezioni del 2013
Il risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre è stato archiviato in fretta dal Pd. E’ un errore grave. La decisione di non analizzare la sconfitta e di non aprire una necessaria fase di riflessione rischia di danneggiare ulteriormente il Pd e di vanificare il faticoso lavoro svolto per cambiare le istituzioni. Le importanti riforme e l’attività per rafforzare la nostra economia e uscire dalla crisi approvate in questa legislatura rischiano di essere indebolite se non si apre una seria riflessione sulle prospettive future del Pd e sulla necessità di correggere alcuni limiti. Rimuovere la sconfitta porta inevitabilmente verso nuovi insuccessi e ripete errori già commessi in passato. Non si tratta di mettere in discussione le ragioni delle riforme, che restano valide, ma di interrogarsi sul fatto che non siamo riusciti a convincere delle nostre proposte la maggioranza dei cittadini e in particolare i più giovani e quelli con maggiori difficoltà sociali. La campagna per il sì è stata promossa e sostenuta con generosità da singoli parlamentari, dirigenti di partito e qualche isolato circolo; non c’è stata una seria attività capillare articolata nel territorio. Come è già accaduto nelle elezioni politiche del 2013 e nelle elezioni regionali del 2015 il Pd si è affidato troppo alla “comunicazione” e alla “immagine”, illudendosi di potere convincere gli elettori con qualche slogan più o meno efficace. Anche gli argomenti utilizzati meritano una riflessione. Infatti mentre alcuni volonterosi professori e giuristi e pochi rappresentati istituzionali hanno cercato di spiegare il merito e i contenuti della riforma, i messaggi della propaganda ufficiale del Pd sono stati caratterizzati dal qualunquismo e dall’antipolitica e si sono concentrati quasi esclusivamente sulla riduzione dei costi. L’esito dimostra che con simili argomenti il Pd ha spostato l’attenzione dai contenuti positivi della riforma e ha alimentato un diffuso sentimento contro la politica e contro le istituzioni favorendo il no e, in prospettiva futura, rafforzando movimento 5 stelle e lega. Inoltre il risultato impone una riflessione sulle conseguenze negative prodotte dalla decisione di smantellare una rete organizzativa, il partito, che in passato è stata un luogo di discussione, confronto, elaborazione di idee. Senza una presenza organizzata nella società non è possibile costruire consenso e si rischiano l’isolamento e la chiusura. Se la politica viene descritta, anche nel Pd, come una cosa negativa, diventa difficile svolgere attività nei circoli e avvicinare i cittadini alle nostre iniziative. La sottovalutazione del risultato e il tentativo di nasconderne le cause non consentono di capire gli errori fatti e aumentano le distanza tra il Pd e una parte del nostro elettorato tradizionale. Per favorire una riflessione allego un’analisi dettagliata dell’Istituto cattaneo che evidenzia le differenze nella distribuzione del voto e fornisce interessanti spunti per il Veneto e il Nord Italia. Nella nostra regione e in provincia di Padova, dopo la pesante, e mai analizzata, sconfitta alle elezioni regionali, la situazione è peggiorata ancora. Come si vede dall’immagine allegata in Veneto il no ha conquistato anche elettori (1,4%) di forze politiche che sostenevano il sì. Mentre in Lombardia, Piemonte e alcune zone dell’Emilia Romagna il sì è riuscito a convincere elettori di forze politiche a favore del no, in Veneto, con l’eccezione della provincia di Verona, è accaduto il contrario. In provincia di Padova, dove il no stravince con percentuali superiori alla media regionale in moltissimi comuni, il no ha conquistato quasi il 2% di elettori di forze politiche a favore del sì.
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Studio dell'istituto Catteneo
IL MONITO DI NAPOLITANO SULL'IPOTESI DI ELEZIONI ANTICIPATE
In questi giorni nel dibattito pubblico è stata avanzata l'ipotesi di elezioni anticipate. Il Presidente emerito Giorgio Napolitano ha sviluppato sul punto alcune riflessioni che appare utile offrire, insieme ad altri autorevoli commentatori, come punto di partenza su cui ragionare.
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Repubblica 2 Febbraio 2017
Corriere della Sera 30 Gennaio 2017
Sole 24 Ore 31 Gennaio 2017
MINNITI E IL TERRORISMO INTERNAZIONALE
Il patto nazionale per un Islam italiano è un atto concreto per prevenire il radicalismo e il terrorismo fondamentalista e per favorire l'impegno delle comunità islamiche per l'integrazione e il rispetto dei valori costituzionali. Con il patto il Governo prosegue la strategia di prevenzione del radicalismo e rafforza gli interventi contro il terrorismo.
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La Stampa 1 Febbraio 2017
Repubblica 2 Febbraio 2017
Repubblica 2 Febbraio 2017
IDEE PER PADOVA AMBIENTE, MOBILITA', LOTTA ALL'INQUINAMENTO VENERDI' 3 FEBBRAIO ORE 18.00 SALA NASSIRYA - PIAZZA DEI SIGNORI - PADOVA

LA CRIMINALITA' ORGANIZZATA IN VENETO INCONTO CON GLI STUDENTI LUNEDI' 6 FEBBRAIO ORE 11.00 Auditorium del Liceo Ginnasio Statale XXV Aprile Via Martiri della Libertà n 13 - PORTOGRUARO
RIFIUTI: REGOLE CHIARE PER TARIFFE ADEGUATE! CHI PAGHERA' I DEBITI DEL CONSORZIO PADOVA SUD? LUNEDI' 30 GENNAIO ORE 21.00 SALA DANTE - CONSELVE
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