ETRA: IL LIBRO BIANCO
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APPALTI SENZA GARA PER 175 MILIONI DI EURO MATTINO DI PADOVA 25 FEBBRAIO 2017
Oltre 175 milioni di euro in appalti, su un totale di poco più di 225 milioni, affidati senza gara. Sfruttando procedure più snelle e quindi veloci. Ma con il forte sospetto - tanto forte che Procura di Padova, Corte dei conti e Anticorruzione stanno indagando da mesi - che non siano sempre regolari. Scelte, piuttosto, per aggirare la norma sulla concorrenza attraverso il cosiddetto frazionamento degli appalti. Pratica che la legge vieta espressamente. Etra e il suo sistema di appalti sono al centro del libro bianco curato dai deputati del Pd Alessandro Naccarato e Vanessa Camani, frutto di mesi di ricerche e indagini sulla multiutility partecipata da 75 Comuni, di cui 44 in provincia di Padova. “Affidamenti diretti e frazionamento degli appalti” è forse il capitolo più “caldo” del libretto e racconta di un sistema che, secondo i deputati dem, può celare i due grandi mali delle società pubbliche: conflitti di interesse e clientelismi. Questi ultimi mascherati da attenzione al territorio e alle sue aziende e cooperative, mal celati i primi attraverso il cosiddetto “sistema duale” che divide - ma più spesso mescola - i ruoli di politici e manager. Dall’analisi emerge che tra il 2015 e il primo semestre del 2016 ci sono lavori affidati per circa 25 milioni di euro con quelle che vengono definite «evidenti anomalie per entità degli importi e nomi ricorrenti». Oltre 4 milioni di euro sono i lavori affidati alle cooperative sociali, o con affidamenti diretto o con la procedura, sempre senza gara, prevista dall’articolo 5 della Legge regionale 381/91 per l’inserimento di soggetti svantaggiati (Progetto lavoro). Sono 18 le cooperative elencate nel libro bianco. La coop Primavera ha ottenuto nel 2014 in affidamento diretto lavori per 486.096 euro, scesi a soli 8.383 nel 2015. Differenza in parte bilanciata da quanto ottenuto in regime di Progetto lavoro, 332.601 nel 2014 a fronte di 547.854 nel 2015. Stessa dinamica per la coop Coislha i cui affidamenti diretti passano da 199.588 a 74.173 euro, e Progetto lavoro da 160.410 a 232.093 euro. Compare anche la coop Ecofficina - già nell’occhio del ciclone per le presunte fatture gonfiate che le sarebbero state pagate dalla società dei rifiuti della Bassa padovana Padova Tre - con 54.330 euro in affidamento diretto e 60.603 con Progetto lavoro nel 2014, l’anno successivo rispettivamente 27.161 e 104.919 euro. «In molti casi» rilevano Camani e Naccarato, «vediamo come al diminuire degli affidamenti diretti aumentano quelli in Progetto lavoro, un modo anche questo che può mascherare anomalie». Si nota anche per la coop Stella fra i popoli: affidamenti diretti nel 2014 per 23 mila euro, azzerati nel 2015. Ma il valore di appalti in Progetto lavoro sale da 227.068 a 310.384. La coop Persona passa da 171.388 euro nel 2014 a oltre 555 mila nel 2015. Città So.la.re da 112.638 euro in affidamento diretto e 246.667 in Progetto lavoro del 2014 a 398.608 nel 2015 in solo Progetto lavoro. Ferracina passa da 282.323 più 389.539 a 642.784, Alba Serena da 98.124 più 209.370 a 86.181 più 391.477, Idee verdi da 159.338 più 77.803 a 166.436. La coop Working out passa invece da 80.850 più 132.280 a 227.243 in solo Progetto lavoro, Avvenire da 106.381 più 123.827 a 237.783, Altopiano da 96.330 più 138.866 a 233.830. Affidamenti diretti limitati al 2104 per le coop Pnl, Angoli di mondo, Noi, Eiteam e Giotto. E ci sono poi 20 milioni di affidamenti “anomali” alle aziende, fra cui compaiono Asi e Sintesi srl, partecipate dalla stessa Etra, Ambiente Veneto e Ecosoluzioni della famiglia del consigliere regionale Fabrizio Boron, ma anche la Sesa di Este, AcegasApsAmga partecipata dal Comune di Padova.
I DEPUTATI CAMANI E NACCARATO. LA DENUNCIA: «SISTEMA CLIENTELARE CAMUFFATO» MATTINO DI PADOVA 25 FEBBRAIO 2017
«La cifra dell’etica spesso supera quella delle legalità, è su questo che vorremmo far riflettere e portare l’attenzione di chi amministra la cosa pubblica»: questo, in sintesi, lo scopo del libro bianco su Etra curato dai deputati del Partito democratico Alessandro Naccarato e Vanessa Camani. Il lavoro sul breve dossier che i due dem stanno presentando in questi giorni in alcuni comuni dell’Alta padovana, è iniziato la scorsa estate per la relazione da portare alla commissione bicamerale sul ciclo illegale dei rifiuti. Il lavoro di ricerca ha finito con l’intrecciarsi alla notizia delle indagini sulla multiutility avviate dalla Procura di Padova, in particolare sul sistema degli appalti frazionati. «Gli obiettivi del libro bianco» sottolinea Naccarato, «sono essenzialmente due: fare informazione e fornire agli amministratori pubblici degli strumenti di prevenzione rispetto a comportamenti irregolari. Riteniamo che un partito debba fare anche questo, dare indirizzi, una volta era così, mentre ora i partiti si fanno sentire spesso solo quando è ora di nomine. Il nostro compito non è di scoprire reati o additare i responsabili: abbiamo fatto una analisi mettendo in luce le anomalie che contrastano con le leggi sulla concorrenza». «Quello che noi rileviamo» aggiunge Camani, «è che il sistema Etra invece di tutelare la concorrenza e l’apertura al mercato fa il contrario, scegliendo i rapporti preferenziali verso le cooperative del territorio o le aziende. Si fa passare questo per attenzione al territorio e alla sua economia, ma si nasconde un altro aspetto che è invece quello del clientelismo. Perché poi si scopre che questa o quella coop, così come questa o quella società, sostiene un amministratore, appoggia un sindaco, finanzia la campagna elettorale di questo o quello». Lo stesso sistema duale ammesso dalla legge e applicato in Etra che ha un comitato di sorveglianza composto da amministratori pubblici e un comitato esecutivo dove siedono invece i manager, non è esente dalle critiche dei Dem: «Abbiamo visto come in Etra il consiglio di sorveglianza si sia intromesso nelle scelte del consiglio esecutivo, in particolare in occasione del bando per la raccolta dei rifiuti in 48 Comuni dove al criterio del massimo ribasso si è chiesto di sostituire quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa». E nel mirino ci sono i tanti, troppi, lavori assegnati alle cooperative, senza gara, senza confronto nel mercato grazie a procedure come l’affidamento diretto, il Progetto lavoro, il cottimo fiduciario, la procedura ristretta o quella negoziata senza bando. «Oltre alle possibili irregolarità determinate dal frazionamento degli appalti» sottolinea Naccarato, «non si tiene conto del fatto che dalle coop i lavoratori hanno molte meno tutele e paghe più basse rispetto ai contratti nazionali applicati dalle società. Quindi quando si dice di voler far lavorare le coop per sostenere l’economia del territorio si dice una mezza verità». «Conflitti di interesse e clientelismi sono i due mali dei servizi pubblici che la legge sugli Eco-reati, i decreti Madia sulla Pubblica amministrazione e le partecipate pubbliche cercano di curare» sottolinea Camani, «anche se siamo convinti non sia sufficiente appellarsi alla legalità. In Etra ci sono Comuni soci della multiutility che sono gli stessi che poi beneficiano dei suoi servizi. In questo modo il rischio che il ruolo di controllori e controllati finiscano per coincidere è reale». La proposta che i deputati dem lanciano dalle pagine del libro bianco è di andare oltre la legalità: «La politica deve viaggiare su un doppio binario, fatto di legalità ma anche di etica e spesso quest’ultima va oltre la prima» insiste Camani, «il sistema duale di governance delle partecipate pubbliche è legale ma perché funzioni al meglio deve essere etico e per questo è necessario alzare l’asticella».
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LIBRO BIANCO DI ETRA
LA RIFORMA DELLA PROTEZIONE CIVILE
La Protezione Civile italiana è senza dubbio una delle migliori al mondo, in particolare nella gestione delle emergenze. La riforma serve a renderla ancora più forte ed efficiente e a dare più forza e coesione all’Italia. Più efficiente è la Protezione Civile, più forte è l’Italia. Il testo unificato della proposta di legge, già approvato in prima lettura dalla Camera, ha subito, nel corso dell'esame al Senato, modificazioni testuali, al fine di recepire le condizioni formulate nel parere della Commissione bilancio relativamente ai profili di copertura finanziaria. Ed oggi finalmente è legge. C'era la necessità di modificare e integrare la normativa di riferimento sul sistema nazionale di Protezione Civile - confermando l’impianto della legge istitutiva 225/92, come recentemente modificata dalla legge 100/2012 e 109/2013 - riportando ad unità e a maggiore equità per i cittadini la pluralità di situazioni, spesso molto disomogenee a livello territoriale, determinatesi di volta in volta per effetto delle Ordinanze emanate a seguito di eventi calamitosi.
La legge delega prevede - nell’individuazione degli ambiti e dei principi e criteri direttivi - l'obiettivo:
- di rendere omogenea l'applicazione nella pianificazione, nella gestione e nel superamento delle emergenze, nella valutazione delle condizioni dei territori ai fini della dichiarazione dello stato di emergenza; - di indicare con certezza le misure applicabili per favorire il ritorno alla normalità dopo gravi eventi; - di organizzare un sistema policentrico che operi a livello centrale, regionale e locale, coordinando al meglio responsabilità centrali e territoriali nell'intero Paese e distinguendo fra ruolo politico e gestione amministrativa; - di recuperare i ritardi e mantenere la priorità assoluta della sicurezza dei cittadini e delle imprese, costruendo le condizioni per ridurre preventivamente l'effetto di rischi anche attraverso la partecipazione e la responsabilità dei cittadini, l'indispensabile apporto del volontariato organizzato, delle università e degli enti di ricerca e del sistema pubblico della protezione civile, mantenendo lo standard di eccellenza riconosciuto al nostro Paese in tutta Europa.
Il costo complessivo dei danni provocati in Italia da calamità naturali è pari a circa 3,5 miliardi di euro all'anno e le risorse necessarie per fronteggiare gli effetti causati da questi eventi superano di gran lunga i costi che sarebbero necessari a prevenire i danni. E’ dunque indispensabile sviluppare una politica di prevenzione e di mitigazione del rischio supportata da risorse, scelte amministrative e da una normativa strutturale appropriata.
La scelta dello strumento della legge delega persegue l'obiettivo di coniugare tempestività, partecipazione e coordinamento tra Governo e Parlamento e tempi certi per l'approvazione della legge, evitando di legiferare a seguito dell’ennesima calamità e provando invece a mettere ordine nella materia “in tempo di pace” con maggiore ponderatezza ed equilibrio.
Il testo unificato – approvato con larga condivisione di tutte le forze politiche in Commissione Ambiente - consiste in un solo articolo di 7 commi. Si stabilisce che la delega deve essere esercitata entro 9 mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
Innanzitutto si definiscono gli ambiti in cui provvedere al riordino e all'integrazione delle disposizioni normative vigenti con l'adozione di uno o più decreti legislativi, nel rispetto dei principi e delle regole costituzionali, delle norme dell’Unione Europea e in base al principio di leale collaborazione. Si dispone che i decreti legislativi assicurino il coordinamento e la coerenza terminologica in materia di protezione civile, e se ne definiscono i principi, affermando innanzitutto che non rientrano nell’azione di protezione civile gli interventi per eventi programmati o programmabili in tempo utile che possano determinare criticità organizzative. Si indica inoltre la necessità di una riduzione degli adempimenti amministrativi e dell’integrazione del Servizio nazionale della protezione civile con la disciplina in materia di protezione civile dell'Unione europea.
I decreti legislativi dovranno altresì provvedere alla semplificazione normativa, per garantire la coerenza giuridica, logica e sistematica della normativa e per adeguare, aggiornare e semplificare il linguaggio normativo, nel rispetto dei principi contenuti nelle direttive dell'Unione europea in materia e garantendo l’adeguamento alla giurisprudenza costituzionale, dell'Unione europea e delle giurisdizioni superiori.
Si prevede infine che i decreti legislativi definiscano i criteri per attuare, entro 2 anni dalla data di entrata in vigore dei medesimi decreti, la ricognizione, la modifica e l'integrazione dei provvedimenti di attuazione per la predisposizione degli indirizzi operativi dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, nonché dei programmi nazionali di soccorso e dei piani per l'attuazione delle conseguenti misure di emergenza, d’intesa con le regioni e gli enti locali.
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Testo del provvedimento
Dossier di approfondimento Gruppo PD
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI: COMUNICAZIONI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO
Ieri alla Camera dei Deputati è intervenuto il Presidente del Consiglio per le comunicazioni in vista del Consiglio Europeo del 9 e 10 Marzo. I temi all'ordine del giorno sono diversi e articolati: Dopo l'elezione del presidente del Consiglio europeo per il periodo da giugno 2017 a novembre 2019, i lavori continueranno con lo stato di attuazione delle decisioni in materia di migrazione. Il dibattito prevede l'analisi della situazione economica e le prospettive generali in termini di crescita, occupazione e finanze pubbliche. E' prevista inoltre una sessione sull'istituzione di una procura europea. In seguito verrà affrontata la fragile situazione nei Balcani occidentali.
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Testo dell'intervento
Risoluzione
ANDREA ORLANDO CANDIDATO ALLA SEGRETERIA NAZIONALE PD
Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando si è candidato alla Segreteria nazionale PD. Di seguito riportiamo il testo delle linee politico-programmatiche della sua mozione.
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MOZIONE ORLANDO - UNIRE L'ITALIA, UNIRE IL PD
CORRIERE DELLA SERA 9 MARZO 2017
PERCHE' I PARTITI POPULISTI NON SEMBRANO RISENTIRE DEGLI SCANDALI
Dopo gli scandali di Roma riportiamo un'interessante riflessione apparsa su L'Unità.
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L'UNITA' 8 MARZO 2017
QUALE FUTURO PER IL VENETO? La proposta federalista per contrastare le spinte secessioniste e il referendum farsa di Zaia. VENERDI' 10 MARZO ORE 21.00 SALA NASSIRYA - PIAZZA DEI SIGNORI - PADOVA

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