LA CAMERA APPROVA IL DECRETO IMMIGRAZIONE MENO EMERGENZA, PIÙ SICUREZZA
A pochi giorni dall’approvazione definitiva della legge sui minori stranieri non accompagnati che ha colmato una lacuna legislativa dai risvolti molto delicati, abbiamo approvato il decreto sull’immigrazione che, per la prima volta, affronta la questione del flussi migratori in modo strutturale. Nessuna soluzione temporanea o emergenziale, dunque, ma misure organiche e procedimenti efficaci per affrontare e gestire il fenomeno migratorio nella sua estrema complessità. Il testo si muove su due binari paralleli: garantire l’accoglienza e l’ asilo a chi ne ha effettivo diritto e rendere efficaci le espulsioni e i rimpatri di chi non ne ha i requisiti. Obiettivo di fondo: accorciare i tempi di entrambe le pratiche, nella consapevolezza che le lunghe attese, un limbo esistenziale e giuridico che dura mesi se non anni, non sono solo inaccettabili da un punto di vista della dignità umana, ma possono aumentare il rischio di comportamenti illegali. DIRITTO DI ASILO: IL NUOVO ITER Potenziamento degli organi preposti: le Commissioni Territoriali per l'asilo e i Tribunali che si occupano più spesso di immigrazione e protezione internazionale. 26 sezioni specializzate presso i Tribunali: nei Tribunali sedi di Corte d’Appello sono istituite 26 sezioni specializzate in materia di immigrazione, cui verranno assegnati magistrati dotati di specifiche competenze o formati tramite specifici corsi. 250 assunzioni: il Ministero dell’Interno potrà assumere, tramite concorso, fino a 250 persone altamente qualificate per permettere alle Commissioni di fronteggiare il boom di domande di richiesta di asilo. Nuovo modello processuale: la domanda di protezione interazionale viene analizzata dalla Commissione territoriale e prevede anche la videoregistrazione del colloquio (salvo che il richiedente asilo stesso chieda di non avvalersi della videoregistrazione per motivi di sicurezza o privacy); in caso di respingimento della domanda il richiedente asilo può ricorrere al giudice del Tribunale Ordinario e, in ultima istanza, alla Cassazione, che dovrà esprimersi entro 30 giorni; il procedimento è trattato in camera di consiglio ed il giudice deve pronunciarsi sul ricorso entro 4 mesi (anziché 6 mesi com’era fino a ieri) e deve tenere conto delle informazioni sulla situazione socio-politica-economica del Paese di provenienza del richiedente asilo; grazie all’uso della videoregistrazione non è prevista una seconda audizione dell’interessato salvo il caso in cui lo richieda lui stesso. Integrazione dei migranti nel tessuto sociale: il testo prevede espressamente la possibilità di promuovere, attraverso intese con i Comuni, ogni iniziativa utile all'implementazione dell'impiego di richiedenti protezione internazionale, su base volontaria, in attività socialmente utili che favoriscano la conoscenza da parte dei migranti del contesto sociale in cui sono ospitati e la formazione di una coscienza della partecipazione. RIMPATRI ED ESPULSIONI: PROCEDURE EFFICACI Procedure di identificazione: individuate, in modo chiaro e definito, le sedi e le modalità operative per le procedure di identificazione, registrazione e rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico. Scambio di dati informatici: è prevista l’interconnessione del Sistema Informativo Automatizzato (SIA) del Dipartimento della pubblica sicurezza con le banche dati delle forze di polizia e con il sistema per la gestione dell’accoglienza. Centri di Permanenza per il Rimpatrio: al posto dei CIE si introduce una rete di strutture, più piccole in termini di capienza (100 posti circa) ma più numerose e distribuite in tutte le regioni in aree facilmente raggiungibili. Disciplina delle visite: ferme restando le condizioni di trattenimento che assicurino l’assoluto rispetto della dignità della persona, ai Centri di Permanenza per il Rimpatrio si applicano d’ora in avanti le disposizioni che disciplinano le visite da parte di alcuni soggetti istituzionali negli istituti penitenziari, cioè senza necessità di autorizzazione. Effettività dei provvedimenti di espulsione: viene previsto il rito abbreviato per i ricorsi contro i provvedimenti di espulsione emessi per motivi di ordine pubblico, di sicurezza nazionale o di prevenzione del terrorismo. Accanto a queste norme, viene rafforzata la sicurezza e l’operatività della rete diplomatica e consolare in Africa con l’incremento del contingente di personale locale in essa impiegato e con l’aumento della spesa per l’invio di personale dell’Arma dei Carabinieri.
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Testo del provvedimento
Dossier di approfondimento Gruppo PD
NUOVI STRUMENTI PER IL GOVERNO DELL'IMMIGRAZIONE
La Camera ha convertito in legge il decreto sull’immigrazione. Si tratta di una riforma molto importante che costruisce un sistema basato su tre punti fondamentali: creazione di centri di identificazione per chi deve essere espulso distribuiti in tutta la Penisola; il fatto che i rifugiati debbano essere accolti per non più di 6 mesi; la possibilità di lavorare e quindi di integrarsi nella comunità. Chi fugge da guerre e carestie deve essere aiutato, difeso, accolto: si tratta di un principio di civiltà giuridica e di umanità irrinunciabile che segna la differenza tra le democrazie e le dittature. Per questo l’immigrazione deve essere governata senza creare allarmismi e paure, superando le gestioni improvvisate e emergenziali del passato, realizzando un sistema che, con tempi rapidi e procedure efficaci, riesca a distinguere chi ha il diritto di restare e chi deve essere rimpatriato. Il testo prevede la riduzione, in tempi ragionevoli, dei grandi Centri d’accoglienza, che sono più esposti proprio per una questione di numeri a criticità. I vecchi Cie diventano Centri di Permanenza per il rimpatrio, collocati uno per regione, per complessivi 1.600 posti, contro i 350 attuali, fuori dei centri abitati e vicini a infrastrutture di comunicazione stradale. Questi centri sono indispensabili per rendere effettivi rimpatri ed espulsioni. Infatti il contrasto dell’immigrazione illegale è un presupposto fondamentale per governare quella legale. In un sistema democratico devono essere tutelati i diritti sia dei richiedenti asilo sia delle comunità che li ospitano. Non c’è una politica di accoglienza vera se non sono praticati i rimpatri. Per questo, aldilà degli slogan senza risultati, il giudizio sui richiedenti asilo deve avvenire nei tempi più rapidi possibili. Oggi ci vogliono due anni per stabilire se un migrante ha diritto oppure no a restare in Italia. È un tempo troppo lungo sia per il richiedente che attende una risposta, sia per chi ospita queste persone. Il superamento di un grado di giudizio, pur senza mettere in discussione il giusto contraddittorio e i diritti del migrante, e l'assunzione di 250 unità ulteriori nelle commissioni che esaminano le richieste d'asilo riduce i tempi di esame. Deve essere chiaro che nel periodo di attesa i migranti vanno accolti e ospitati attraverso forme di accoglienza diffusa. Se tutti i Comuni si fanno carico del problema si evitano le grandi aggregazioni di immigrati e si fornisce una risposta efficiente e gestibile. Per migliorare l’accoglienza il decreto, anche alla luce delle numerose esperienze positive realizzate in molti comuni, introduce la possibilità per gli Enti locali di affidare dei lavori socialmente utili non retribuiti ai migranti che hanno avanzato richiesta d'asilo. Le attività svolte non saranno sovrapponibili ai lavori ordinari, saranno volontarie, e saranno finanziate dalla comunità europea con fondi destinati solo a questo scopo. La riforma realizza un nuovo modello di accoglienza, rimpatri, integrazione e consente alle istituzioni di essere severe con chi non rispetta le regole e di integrare chi le rispetta.
ZITAC, NACCARATO (PD) INTERROGA IL GOVERNO MATTINO DI PADOVA 12 APRILE 2016
Crisi Zitac, il deputato Pd Alessandro Naccarato contesta alcune "scelte" in un'interrogazione diretta ai ministri dell'Economia, dello Sviluppo Economico e dell'Interno. Nel mirino, in particolare, l'acquisto del terreno per un ecocentro che però è rimasto sulla carta. «Nel 2014», osserva il parlamentare, «Etra ha acquistato da Zitac un'area di 7.571 metri quadri per realizzare un ecocentro in via Sant'Antonio; l'acquisto è avvenuto senza perizia per un importo di 1.015.875 euro; l'ecocentro non è mai stato realizzato». Secondo Naccarato, «l'acquisto potrebbe essere stato finalizzato al sostegno economico di Zitac e non alla realizzazione dell'infrastruttura». Il consiglio comunale di Cittadella, a fine novembre 2016, ha approvato lo scioglimento e la messa in liquidazione della società di trasformazione urbana costituita nel 2002. Di conseguenza sono stati nominati due liquidatori: Guido Beghetto, già amministratore delegato della partecipata, e Maria Alberta Arvalli dello studio Arvalli & Associati. Ed anche su questa scelta Naccarato vuole vederci chiaro: «Il socio principale dello studio Arvalli & Associati, l'architetto Alberto Arvalli, risulta tra gli 8 indagati dalla procura di Foggia per irregolarità in materia ambientale, edilizia e urbanistica rispetto al centro commerciale GrandApulia del quale lo stesso Arvalli figura come progettista e direttore dei lavori». Naccarato sollecita l'intervento dei servizi ispettivi di finanza pubblica: "incombono" le fideiussioni bancarie concesse a Zitac, una di quasi 3 milioni da parte del comune e un'altra di 1 milione e 670 mila del Consorzio Zip.
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE 5 APRILE 2017
PADOVA TRE, OGGI IL VOTO SU BILANCIO E LIQUIDAZIONE. NUOVI DEBITI E DIFFIDE: 50 SINDACI STAMATTINA DECIDONO SUL FUTURO DELLA SOCIETÀ. NACCARATO (PD): «BASTA PERDERE TEMPO, I CITTADINI HANNO PAGATO ABBASTANZA» MATTINO DI PADOVA 7 APRILE 2016
Tanti elementi e nessuno che giochi a favore della sopravvivenza di Padova Tre. Elementi che saranno messi in fila stamattina in occasione dell’assemblea del Consorzio Padova Sud, con i 50 sindaci della Bassa padovana e del Piovese chiamati a votare il bilancio e a decidere sul futuro della multiutility dei rifiuti. Il primo elemento è la voragine da oltre trenta milioni di euro passata da Padova Tre al Consorzio: per salvare i bilanci comunali - e sollevare i sindaci dal rischio di una grave responsabilità erariale - l’unica strada è fare dello stesso Consorzio una sorta di società di scopo per continuare a fatturare il servizio rifiuti e raccogliere i denari per coprire il buco. E per Padova Tre c’è solo l’ipotesi della liquidazione. A rafforzare la quasi inevitabilità di questo percorso si aggiunge un altro elemento: Sesa spa ha diffidato Padova Tre (con cui è in associazione d’impresa per il servizio rifiuti), disconoscendole il ruolo di capo-mandataria. Spetta al Consorzio, nel suo ruolo di concessionario del servizio, valutare le ragioni di Sesa. E data la situazione, non potrà che confermarle. Non è ancora tutto: dopo la cessazione a fine 2016 del servizio di raccolta rifiuti in Vallagarina, in Trentino, Padova Tre ha lasciato un debito di oltre 400 mila euro. Si tratta di Tfr, straordinari e ferie arretrate di 60 lavoratori. Dovevano essere pagati in tre tranche, l’ultima a inizio aprile. Ma non hanno visto un solo euro, perché nel frattempo per Padova Tre è stata avviata la procedura di concordato. Briciole, si dirà, se si pensa che la stessa Sesa avanza ancora 15 milioni di euro da Padova Tre. Non a caso la società che è al 51% del Comune di Este è la miglior candidata a “subentrare” alla multiutility una volta che sarà liquidata. Ora resta solo da vedere se per i sindaci il quadro sia abbastanza chiaro per assumere una decisione. Ma già ieri circolavano voci di un possibile rinvio sul voto al bilancio. Sul destino della gestione rifiuti della Bassa interviene Alessandro Naccarato, deputato del Pd: «Da quasi due anni i diversi amministratori si affannano a spiegare che Consorzio e Padova Tre hanno un futuro ma, dopo aver commissionato costose perizie, non sono ancora riusciti ad approvare il bilancio. Nel frattempo i debiti accumulati dalle passate gestioni incompetenti e truffaldine, sono stati accollati ai Comuni. Il concordato è fondato su presupposti sbagliati e non affronta i problemi con il necessario rigore. Si è perso tempo prezioso e i gestori del servizio sono stati tutelati a scapito dei cittadini. Di fronte a questo disastro l’unica soluzione è la liquidazione della società e l’indizione di una vera gara europea per il servizio. Solo così Magistratura e Corte dei Conti potranno fare piena luce e individuare i numerosi responsabili».
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MATTINO DI PADOVA 7 APRILE 2017
MATTINO DI PADOVA 8 APRILE 2017

IL 30 APRILE PARTECIPA ALLE PRIMARIE PD
Mi candido a guidare il Pd per passione e responsabilità. Per cercare e ascoltare le persone che ormai non ci cercano e ascoltano più. Mi candido per costruire un centrosinistra largo, di cui un Pd forte e plurale sia il perno, per sconfiggere la nuova destra nazionalista e populista. L’Italia è un Paese bellissimo, ma è anche un Paese che continua a soffrire. Serve una svolta per lo sviluppo, puntando sulla scuola e la ricerca, con una politica per le piccole e medie imprese, rilanciando gli investimenti in infrastrutture, banda ultralarga, ambiente e sociale.Dobbiamo avere un assillo quotidiano: creare lavoro di qualità, innanzitutto per i giovani e le donne. Proponiamo di alleviare il carico fiscale per le famiglie con figli e debellare in tre anni la povertà assoluta con il reddito di inclusione e servizi sociali e lavorativi. “Una casa divisa non può reggere”, non può reggere il Paese, non può reggere il partito. Oggi è tempo di unire e riparare, di tessere e ricucire. Con il vostro sostegno, lo farò.
Andrea Orlando
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GIOVEDI' 27 APRILE ORE 18.30 LA PRESENZA DELLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA E DELLA MAFIA IN VENETO SEDE CNA PROVINCIALE - VIA CROCE ROSSA - PADOVA

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