REFERENDUM AUTONOMIA DEL VENETO
Domenica 22 ottobre si voterà per il referendum consultivo per l’autonomia. Il quesito che i cittadini troveranno sulla scheda chiede la concessione di una maggiore autonomia dallo Stato centrale. Ecco il testo: «Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?». Il costo della consultazione sarà di 14 milioni di euro.
L’ALA DURA DEL PD LANCIA I COMITATI DEL NO: UN ERRORE SEGUIRE LA LEGA CORRIERE VENETO 25 APRILE 2017
Se Zaia è per l’autonomia del Veneto, come minimo il Pd deve essere contro il referendum. Perché se i Dem si appiattiscono sulla linea leghista, gli elettori sceglieranno sempre l’originale rispetto alla copia. Parte dal deputato Alessandro Naccarato e dal consigliere regionale Graziano Azzalin la sfida alla narrazione che vuole il Veneto più efficiente se fa da solo, sfida che parla agli elettori e contemporaneamente al Pd perlopiù renziano che strizza l’occhio alle istanze autonomiste. «Questo non è il referendum dei veneti. Questo è il referendum di Zaia, una costosissima messa in scena. E nello stesso giorno in cui lui presenta il decreto d’indizione della consultazione, noi lanciamo i Comitati del No», annuncia Azzalin. Entrambi schierati con la mozione Orlando, al momento parlano a titolo personale ma si aspettano che dopo le primarie del 30 aprile il partito apra un dibattito sulla linea da seguire. Perché oggi una posizione univoca non c’è, anzi. L’onorevole Simonetta Rubinato loda il referendum e ha annunciato che farà partire i Comitati per il Sì; i consiglieri regionali Alessandra Moretti, Stefano Fracasso e il candidato alla segreteria veneta Alessandro Bisato criticano il referendum ma voteranno Sì; lo criticano e non andranno a votare lo sfidante alla segreteria Giovanni Tonella e la senatrice Laura Puppato; Naccarato e Azzalin, in aggiunta promuoveranno i Comitati per il No. Al momento non sono noti esponenti che lodano l’iniziativa referendaria ma voteranno no. «Non è scimmiottando la Lega che si crea un’alternativa alla Lega. Non ha senso dire tuonando che questo referendum è una truffa e poi dire che si vota Sì». Naccarato e Azzalin mirano a portare la maggioranza del partito sulle proprie posizioni per un buon numero di motivi. «Questo referendum è una truffa, 14 milioni buttati al vento: Zaia ha già vinto le elezioni sull’autonomia e ha già il mandato politico - dice Azzalin - Se anche il Sì stravincesse, non cambierebbe nulla: bisogna sempre fare la trattativa con il governo dicendo quali poteri e con quali soldi. Ma si scordi lo Statuto speciale: per quello serve una legge del Parlamento». Fin qui sul metodo. E poi c’è il merito, perché i due esponenti Dem non sono affatto convinti che l’autonomia sia una buona idea. «Sappiamo di essere in minoranza e che promuovere il Comitati per il No è una posizione estremamente impopolare – ammette Naccarato – Ma ragionata: sulla Sanità – che è eccellente- la Regione nel 2007 ha tolto l’obbligo vaccinale e ora vuole correre ai ripari; sulla Pedemontana ha sbagliato i conti; voleva governare il credito regionale e credete che avrebbe salvato i risparmiatori di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca? Il Veneto non fa meglio da solo: fa meglio se fa insieme». E poi c’è il fronte della scuola: l’assessore Elena Donazzan vuole regionalizzare i concorsi a cattedra e per i presidi e a loro pare una iniziativa «pericolosa». Il terzo livello di obiezione è politico ed istituzionale perché indire una consultazione per aprire è un conflitto con lo Stato invece di scegliere la strada della contrattazione «è una scelta potenzialmente eversiva», avvertono. Sul punto, sono una sola voce con la senatrice Puppato che accusa il governatore di aizzare le pulsioni anti-Stato. «Le parole di Luca Zaia sono gravi, parlare di un nemico comune di tutti i Veneti e identificarlo in Roma è inaccettabile - sillaba - Dimostra ancora un volta la totale assenza del senso delle istituzioni da parte del nostro governatore, che alza la voce sperando di celare i tanti errori della sua giunta, a partire dalla Pedemontana, passando per la sanità e i disastri ambientali». Dal fronte renziano ortodosso i toni contro Zaia e il referendum restano caldi ma l’accento è spostato sulla necessità di una forma di autonomia. Da contrattare col governo Pd. «Lo slogan “Padroni a casa nostra” deve essere usato con cautela ed attenzione - dice Bisato - I “paroni veneti” hanno combinato disastri col Mose e le banche popolari. Siamo favorevoli ad una maggiore autonomia del Veneto ma vanno chiarite con urgenza le competenze». Il punto è che Zaia le vuole tutte, le competenze. «Ma la finisca di raccontare ai veneti che saremo come l’Alto Adige: là la sanità costa il 20% in più che da noi - sbotta Fracasso - E inizi finalmente a cercare una strada veneta per l’autonomia».
I DEM AZZALIN E NACCARATO FONDANO I COMITATI PER IL NO «SPRECO INACCETTABILE DI DENARO, CONVINCEREMO IL PD»
GAZZETTINO 25 APRILE 2017
Anche il referendum sull'autonomia del Veneto spacca il Pd: nascono i comitati del no. A tenere a battesimo un'iniziativa che va in controtendenza rispetto alla linea maggioritaria del Partito democratico, sono due esponenti di peso della mozione Orlando: il parlamentare Alessandro Naccarato e il consigliere regionale Graziano Azzalin. I due, però, ci tengono a chiarire che la loro non è un'iniziativa di corrente , ma personale. «È del tutto evidente esordisce Azzalin che questo non è il referendum dei veneti. Si tratta solamente di una prova di forza che il governatore ha deciso di portare avanti in maniera strumentale». «Parlare di referendum truffa non è affatto una forzatura aggiunge si tratta di una spreco di denaro pubblico inaccettabile. Si vuole fare passare il messaggio che, se vince il sì, il Veneto avrà a disposizione le stesse risorse di Trento o Bolzano. Nulla di più falso. Proprio per questo abbiamo deciso di schierarci per i no e di dar vita ai comitati per portare avanti la nostra battaglia». «Zaia vuole coprire i suoi fallimenti e per farlo vuol far passare il messaggio che, se è riuscito a fare poco o nulla, la colpa è del governo centrale» dice invece Naccarato che poi aggiunge: «Il quesito che si vuole sottoporre ai Veneti è inaccettabile. Non si dice infatti nulla su quali deleghe si vogliono far gestire dalla Regione e con quali soldi». Ma, nello specifico, come sarà organizzata l'attività dei comitati? «Ora siamo concentrati sulle primarie spiega il parlamentare dem Dal primo di maggio faremo partire una serie di iniziative. La nostra ambizione è quella di coinvolgere anche una larga fetta del nostro partito». Operazione non facile, la stragrande maggioranza del Pd è schierata per il sì. «Bisogna avere il coraggio di non essere più succubi della Lega, un partito che in Veneto vuole sostituire la festa della Liberazione con quella di San Marco continua Azzalin . Questo referendum cavalca il populismo e come tale va avversato. Ho sentito il candidato alla segretaria regionale Luigi Alessandro Bisato spiegare che il referendum è inutile, ma che bisogna votare sì. Se una cosa è inutile, la si avversa, punto». «Il quesito referendario è oggettivamente populista conclude Naccarato di conseguenza un partito come il nostro dovrebbe battersi per contrastarlo».
I “GIOVANI TURCHI” DEL PD IN CAMPO PER IL NO. NACCARATO E AZZALIN: MESSINSCENA POPULISTA. MATTINO DI PADOVA 25 APRILE 2017
C’è chi dice No. Spiazzando il loro stesso partito, la corrente dei “giovani turchi” del Pd annuncia la costituzione di comitati contrari al quesito referendario sull’autonomia del Veneto. «È soltanto la costosa messinscena di Zaia, non produrrà nulla, è propaganda populista che alimenta la sfiducia nelle istituzioni», le parole di Alessandro Naccarato (deputato) e Graziano Azzalin (consigliere regionale). «Inveire contro lo statalismo ed esaltare l’autonomia locale è uno stereotipo diffuso», osserva il parlamentare «ma noi affermiamo senza timore che le competenze strategiche, dall’istruzione alle grandi opere, dal credito alla sanità, debbono restare facoltà dello Stato centrale perché quando le regioni hanno tentato di appropriarsene, l’effetto è stato disastroso. Un esempio per tutti? La Pedemontana. Ma potrei indicare anche la deriva delle popolari, le “ banche del territorio” che hanno mandato sul lastrico tanti risparmiatori». «Altro che padroni a casa nostra, Zaia aveva promesso di non mettere le mani nelle tasche dei veneti e poi ha reintrodotto l’addizionale Irpef, sarebbe questa l’autonomia fiscale invocata?», rincara Azzalin. Nel partito dem, però, sembra prevalere un Sì scettico, quello espresso dal capogruppo Stefano Fracasso che non più tardi di ieri, pur bocciando «la favoletta altoatesina», ha auspicato «un’autonomia concreta e sostenibile». «Nel Pd c’è chi ha definito la consultazione zaiana “una truffa” aggiungendo che avrebbe comunque votato Sì. Noi alle operazione truffaldine non ci stiamo, in Veneto inseguire la Lega ci ha condotto all’irrilevanza», è la conclusione dei “turchi”, che incassano il sostegno vigoroso della senatrice Laura Puppato: «Nessuna legittimazione ad un governatore che indica Roma come nemico». «Parole tragiche, provi a chiedere ai veneti se credono più alla sua arroganza o alla serietà di Zaia», la replica dell’assessore leghista Gianpaolo Bottacin mentre il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, esprime soddisfazione per una consultazione che «consentirà ai veneti di esprimersi sul futuro della nostra terra e dei nostri figli». Un’adesione convinto arriva anche dal centrodestra. «Sarà un patto federale per la crescita che rafforzerà il senso dell’appartenenza veneta all’Italia, l’antitesi del miraggio secessionista che Forza Italia ha sempre respinto», la nota di Massimiliano Barison, Elena Donazzan e Massimo Giorgetti. «L’autonomia responsabile rafforza, non incrina, l’unità nazionale», fa eco Sergio Berlato di Fratelli d’Italia. Sul versante opposto, Indipendenza Veneta: convinta che il referendum «non abbia alcun peso legale ma un forte valore politico», invita a votare Sì come «gesto di protesta civile verso uno Stato irresponsabile».
DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2017
Il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio, che traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo, occupazione, riduzione del rapporto debito-Pil nonché per gli altri obiettivi programmatici prefigurati dal Governo per l'anno in corso e per il triennio successivo.
Il Documento, che si articola in tre sezioni - Programma di stabilità, Analisi e Tendenze della Finanza pubblica, Programma Nazionale di riforma - e si inquadra al centro del processo di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri dell'UE - il Semestre europeo – viene presentato al Parlamento, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, entro il 10 aprile di ciascun anno, al fine di consentire alle Camere di esprimersi sugli obiettivi programmatici di politica economica in tempo utile per l'invio al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, entro il successivo 30 aprile, del Programma di Stabilità e del Programma Nazionale di Riforma.
A tal fine il Documento di Economia e Finanza 2017 espone per il periodo 2017-2020 le modalità e la tempistica attraverso le quali l'Italia intende proseguire nel risanamento dei conti pubblici e, nel contempo, illustra le politiche mediante cui perseguire gli obiettivi di crescita e di sviluppo programmati nel Documento, anche sulla base degli indirizzi formulati dall'Unione Europea.
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IL DOCUMENTO
DOSSIER DI APPROFONDIMENTO
RISOLUZIONE DEPUTATI PD

Mancano pochi giorni all'appuntamento con le Primarie. Il 30 Aprile siamo chiamati a decidere chi guiderà il PD in Italia e in Veneto: abbiamo scelto di sostenere Andrea Orlando per passione e responsabilità. In questi anni il PD al governo ha fatto tanto, ma si è indebolito e ha subìto sconfitte pesanti nelle elezioni amministrative e nel referendum costituzionale. Si è affermata l’idea sbagliata dell’uomo solo al comando che ha isolato il PD nella società.
Il PD deve tornare a incontrare e ascoltare le persone che non ci cercano più. Andrea Orlando si è candidato per costruire un centrosinistra largo, con un PD forte e plurale, per sconfiggere la nuova destra nazionalista.
L’Italia è un Paese che continua a soffrire, dove molte persone sono in difficoltà. Serve una svolta per lo sviluppo, puntando sulla scuola e la ricerca, rilanciando gli investimenti in infrastrutture, ambiente e sociale. Dobbiamo avere la priorità di creare lavoro, innanzitutto per i giovani e le donne. Proponiamo di alleviare il carico fiscale per le famiglie con figli e debellare in tre anni la povertà assoluta con il reddito di inclusione e servizi sociali e lavorativi. È necessario un impegno costante e rigoroso per la legalità, contro la corruzione e la criminalità.
In Italia e in Veneto serve un partito aperto, attivo, presente nel territorio, un partito al servizio dei cittadini e della partecipazione democratica, dove sia possibile discutere e decidere insieme. Serve un segretario che tenga unito il PD per farlo crescere e tornare protagonista.
Oggi è tempo di unire e riparare, di tessere e ricucire. Con il vostro sostegno, lo faremo insieme.
IL 30 APRILE ALLE PRIMARIE VOTA ANDREA ORLANDO SEGRETARIO NAZIONALE E GIOVANNI TONELLA SEGRETARIO PD VENETO
Scarica il materiale:
IL MIO PD IN 10 PAROLE
FAC-SIMILE DELLE SCHEDE
ELENCO DEI SEGGI IN PROVINCIA DI PADOVA
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GIOVEDI' 27 APRILE ORE 18.30 LA PRESENZA DELLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA E DELLA MAFIA IN VENETO SEDE CNA PROVINCIALE - VIA CROCE ROSSA - PADOVA

GIOVEDI' 27 APRILE ORE 20.30 PROIEZIONE DEL FILM SU ANTONIO GRAMSCI NEL MONDO GRANDE E TERRIBILE CINEMA MULTIASTRA VIA TIZIANO ASPETTI - PADOVA

1 MAGGIO 2017 ORE 10.00 PARCO S. ARTEMIO - TREVISO

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