IL PD PRENDA POSIZIONE CONTRO IL REFERENDUM PRETESTUOSO MATTINO DI PADOVA 29 LUGLIO 2017
La Lega ha promosso i referendum sull'autonomia in Veneto e Lombardia per nascondere il fallimento del centrodestra al governo dal 1995 e per avviare la campagna per le elezioni politiche della prossima primavera.I promotori hanno respinto la disponibilità del governo ad aprire una trattativa, propongono quesiti vuoti e generici senza indicare materie e risorse da attribuire alle Regioni e utilizzano slogan come "Il nemico è Roma".In realtà i referendum aumentano il conflitto con lo Stato e contrastano con l'ordinamento costituzionale. L'articolo 116 della Costituzione prevede che "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" possano essere attribuite alle Regioni ordinarie in materie specifiche al termine di una trattativa e di un accordo con lo Stato e non di referendum basati sullo scontro.I sostenitori del referendum sostengono di volere l'autonomia in tutte le materie e che le risorse si troveranno trattenendo le tasse raccolte nelle due Regioni. E' la questione del cosiddetto residuo fiscale, oggetto misterioso che varia a seconda di chi e come lo calcola. Il residuo si fonda sul dato che in tutte le regioni del centro nord, non solo in Veneto e in Lombardia, si raccolgono più tasse di quante se ne spendono in determinati servizi; la differenza viene utilizzata per le aree più povere e per interventi straordinari. Qui emerge la strumentalità dei quesiti referendari e il pericolo che venga messa in discussione l'unità nazionale basata sulla solidarietà tra i diversi territori.Cosa succederebbe se tutte le Regioni centrosettentrionali avanzassero la stessa richiesta di Zaia e di Maroni?E ancora come si pagherebbero tutti i servizi che oggi sono sostenuti dalla fiscalità generale come l'accoglienza per i richiedenti asilo, la ricerca scientifica, l'istruzione e la sicurezza pubbliche? Il Veneto come farebbe a trovare le risorse per pagare il salvataggio delle banche di Vicenza e di Montebelluna, le spese per calamità naturali come terremoti, alluvioni, siccità?Come si pagherebbero il debito pubblico e i relativi interessi?E' evidente che il percorso avviato in Veneto e Lombardia non è praticabile e serve soltanto ad alimentare spinte secessioniste contro lo Stato.Infatti l'Emilia Romagna ha scelto una strada diversa da quella delle due Regioni a guida leghista e, applicando la Costituzione, ha avviato la trattativa con il Governo per ottenere maggiore autonomia in precise materie. Per queste ragioni il Pd deve contrastare il referendum farsa della Lega impedendo che con i soldi di tutti i cittadini venga pagata una campagna strumentale contro il governo e contro lo Stato.
NACCARATO (PD) RILANCIA SULLA NECESSITÀ DI BANDIRE UNA NUOVA GARA PER IL SERVIZIO RIFIUTI NELLA BASSA: «PER FAR LUCE SULLE RESPONSABILITÀ SERVE IL FALLIMENTO DI PADOVA TRE» MATTINO DI PADOVA 28 LUGLIO 2017
Sembra che la montagna abbia partorito il topolino. Non avrebbe nulla di straordinario l'accordo siglato mercoledì pomeriggio tra Consorzio Padova Sud e le aziende dell'Ati cui è affidato il servizio rifiuti per la Bassa padovana e il Piovese - Sesa spa, De Vizia Spa e Abaco spa - e determinato dalla necessità di trovare una nuova capo-mandataria al posto dell'estromessa Padova Tre avviata ormai al capolinea. Sesa, non è mai stato un mistero, ambiva a diventare la nuova capo-mandataria. E così è stato. Alla società di Este (il Comune la controlla per il 51% delle quote, mentre per il restante 49% è privato) va quindi il timone dell'associazione temporanea d'impresa che ha la concessione del servizio rifiuti fino al 2025. Un business da 30 milioni di euro l'anno. La fatturazione delle bollette, anche questo già previsto e, anzi, da tutti auspicato, sarà tolta al Consorzio, che a sua volta l'aveva tolta a Padova Tre con un'operazione quanto meno "anomala", e sarà affidata in prima battuta alla stessa Sesa e in un secondo tempo a una nuova micro società consortile composta da Sesa, De Vizia e Abaco sempre nell'ambito dell'Ati. I 24 netturbini di Padova Tre saranno assorbiti dalle altre aziende: ma anche questo lo prevede il loro contratto di lavoro: oggi alle 16 è convocata la riunione con i sindacati per avviare il passaggio dei lavoratori.L'unico vero nodo che premeva, quello dei trenta milioni di euro di debiti fra capo e collo dei Comuni, resta irrisolto. «È vero» conferma il presidente del Consorzio Alessandro Baldin, «nell'accordo manca la risoluzione complessiva delle posizioni debitorie, anche se è un punto solo rinviato. A settembre, infatti, sarà stilato il piano di rientro pluriennale. Nel frattempo c'è l'impegno scritto sia di Sesa che di De Vizia a non attaccare ulteriormente il Consorzio con decreti ingiuntivi, oltre a una moratoria su quelli già emessi. È necessario un conteggio preciso del costo del servizio, una volta "ripulite" le banche dati di Padova Tre e quantificato con esattezza il risparmio annuo sul servizio. Posto che non sono previsti aumenti in bolletta» sottolinea Baldin, «una parte della marginalità sarà destinata al piano di rientro dei debiti da spalmare da qui al 2015». Operazione che dovrebbe mettere al riparo i bilanci comunali. Ma che non convince tutti. A partire dall'onorevole Alessandro Naccarato, deputato del Pd da sempre critico con la gestione del servizio rifiuti targata Padova Tre e Consorzio Padova Sud. «Per fare chiarezza e individuare i responsabili del disastro» sostiene Naccarato, «sono necessari il fallimento di Padova Tre e una nuova gara. Padova Tre ha accumulato debiti e il Consorzio anziché vigilare li ha scaricati sui Comuni. Il rinvio della decisione del Tribunale di Rovigo sul destino di Padova tre ne allunga l'agonia e rischia di offuscare la catena delle responsabilità. Le cause di questo disastro sono chiare: il servizio è stato assegnato con un bando in conflitto di interessi per favorire la srl e gli altri gestori, aggirando le regole della concorrenza. Nella gestione si sono verificati comportamenti irregolari e illeciti come sovrafatturazioni, atti falsi, distrazione di fondi, acquisti di immobili e partecipazioni immotivati. Oltre agli aspetti truffaldini e agli sprechi, sono emersi elementi tipici della bancarotta semplice e fraudolenta documentale e per distrazione. Per tutelare i creditori e i cittadini» sottolinea Naccarato, «nella procedura fallimentare i giudici possono ricorrere a misure preventive patrimoniali nei confronti degli amministratori della srl e degli autori della decisione di accollare i debiti ai Comuni. Infine» conclude il deputato, «è un errore affidare a Sesa, De Vizia e Abaco la prosecuzione del servizio come se nulla fosse successo. Per assicurare discontinuità e trasparenza deve essere bandita una nuova gara nel rispetto delle norme sulla concorrenza».
SVERSAMENTI E CATTIVI ODORI. IL CASO SESA IN PARLAMENTO CORRIERE VENETO 2 AGOSTO 2017
«Di fronte alle denunce dei cittadini che riguardano la qualità dell’aria e dell’acqua il Governo intervenga per tutelare l’ambiente, la salute pubblica, verificando il rispetto delle norme in relazione alle attività di Sesa». Alessandro Naccarato, deputato del partito democratico, ha presentato un’interrogazione parlamentare a Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole, sugli sversamenti nella bassa padovana. Da diverso tempo comitati di cittadini dei comuni della Bassa padovana stanno protestando per i forti odori che provengono dagli impianti Sesa e dai terreni agricoli circostanti. Il deputato ha chiesto al ministro per l’ambiente controlli più severi sulla società che ha sede in via Comuni ed è di proprietà per il 51% del comune di Este e per il restante 49% della società Finam Group spa di Angelo Mandato. L’azienda si occupa di raccolta, lavorazione, trasformazione e smaltimento di diverse tipologie di rifiuti. Tra i tanti disguidi segnalati quello dell’aumento del volume del traffico dei rifiuti trattati da Sesa, con l’arrivo di grossi flussi di spazzatura dal sud Italia. Tra le preoccupazioni maggiori c’è quella dello sversamento del «digestato», un fertilizzante che si produce con la fermentazione di liquami o letami di origine animale nei terreni per l’agricoltura. Stando alle denunce dei cittadini negli ultimi anni sono aumentati gli odori nelle campagne, con ripercussioni anche sulla salute, con problemi respiratori, irritazioni cutanee e l’inquinamento delle acque. L’interrogazione intende portare a conoscenza del ministro i rischi per l’ambiente e la salute nei comuni di Ospedaletto Euganeo, Este e di tutta la bassa, promuovendo controlli mirati al rispetto delle norme.
SESA, NACCARATO CHIEDE CONTROLLI AL MINISTERO IL GAZZETTINO 2 AGOSTO 2017
Gli odori della Bassa Padovana arrivano fino a Roma. Nei giorni scorsi il deputato del Pd Alessandro Naccarato ha chiesto al Ministero dell'ambiente controlli sull'attività di Sesa: l'azione del parlamentare parte dalle lamentele dei cittadini, che «hanno segnalato più volte l'aumento del volume di rifiuti trattati da Sesa dice Naccarato - e l'arrivo di ingenti quantità di rifiuti anche dal Sud Italia». Nel mirino, inoltre, le attività di sversamento nelle campagne della zona del digestato ottenuto dalla fermentazione delle biomasse. L'esponente del Pd ricorda come i cittadini sostengano che l'espansione di Sesa ha «incrementato il fenomeno degli odori e lo spargimento di ingenti quantità di digestato nelle campagne è l'accusa del parlamentare, che chiede tutele da parte del Governo - che ha generato una serie di fenomeni spiacevoli quali irritazioni cutanee, problemi respiratori, acque inquinate». «Siamo abituati a ricevere attacchi dalla lobby degli inceneritori perché il nostro modello va nella direzione opposta a loro risponde a muso duro Natalino Boris Furlan, presidente di Sesa - dispiace che Naccarato non abbia mai preso posizione contro gli inceneritori, ma lo faccia contro le aziende come la nostra che invece spingono sulla raccolta differenziata». L'azienda si dice sorpresa di questo attacco e rivela come il parlamentare sia stato più volte invitato a visitare gli impianti di via Comuna. «Sono venuti in visita scolaresche, tecnici da tutto il mondo e non ultima la commissione ambiente del Parlamento europeo attacca Furlan - un deputato di Padova che si occupa di rifiuti non ha mai trovato il tempo di venire». «Sesa conclude il presidente, che suggerisce la presenza di motivazioni politiche dietro l'azione di Naccarato - non si è mai sottratta ai controlli ed anzi già da qualche mese ha siglato un protocollo con i Comuni di Este ed Ospedaletto per monitorare gli odori. Forse l'onorevole, anziché fare politica sulla pelle delle aziende, dovrebbe aspettare di conoscere i risultati dei monitoraggi in corso».
MISSIONE IN LIBIA LA CAMERA APPROVA LA RISOLUZIONE DI MAGGIORANZA
La Camera, udita la Relazione delle Commissioni III e IV (Doc. XVI, n. 4) sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alla missione internazionale in supporto alla Guardia costiera libica, adottata il 28 luglio 2017 (Doc. CCL, n. 1); richiamate le comunicazioni del Governo sull'evoluzione della situazione in Libia, svolte il 1o agosto 2017 davanti alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica; richiamate, altresì, le risoluzioni approvate dalla Camera dei deputati (n. 6-00290 e n. 6-00292) e dal Senato della Repubblica (Doc. XXIV, n. 71) l'8 marzo 2017 che, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge 21 luglio 2016, n. 145, autorizzano la partecipazione alle missioni e le attività previste nella Deliberazione adottata dal Consiglio dei ministri il 14 gennaio 2017; considerati il Trattato di amicizia, cooperazione e partenariato del 30 agosto 2008 e il Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica Italiana, siglato dal Primo Ministro libico Al Sarraj e dal Presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, in data 2 febbraio 2017; considerata la richiesta del Consiglio Presidenziale/Governo di Accordo Nazionale libico di sostegno alle Forze di sicurezza libiche per le attività di controllo e contrasto dell'immigrazione illegale e del traffico di esseri umani, pervenuta con lettera del Primo Ministro Al Sarraj in data 23 luglio 2017; considerato che le iniziative che il Governo intende intraprendere sono coerenti con le risoluzioni UNSCR 2240 (2015), 2259 (2015) e 2312 (2016) che auspicano interventi di natura tecnica, economica, di sicurezza e anti-terrorismo per soddisfare le specifiche richieste avanzate dalle autorità libiche; premesso altresì che: la missione di supporto logistico e tecnico estende l'impegno del nostro Paese nel quadro del processo di stabilizzazione della Libia e con la linea, condivisa a livello internazionale e sempre mantenuta dall'Italia, di sostegno al Consiglio Presidenziale/Governo di Accordo Nazionale; la missione di supporto, nel rispondere alle richieste del Consiglio Presidenziale/Governo Nazionale libico e con il suo consenso, può rappresentare un passo avanti nel contributo che l'Italia assicura al Consiglio Presidenziale/Governo di Accordo Nazionale libico affinché sia nelle condizioni di assumere proprie iniziative contro gli scafisti e i trafficanti di esseri umani grazie al rafforzamento della capacità di controllo del territorio nazionale e delle frontiere; la missione costituisce, inoltre, uno snodo importante del percorso di stabilizzazione della Libia nel quale l'Italia si impegna da anni sostenendo la Guardia costiera libica e con iniziative anche in ambito economico ma soprattutto formativo e addestrativo a sostegno del Consiglio Presidenziale/Governo di accordo nazionale libico; il rafforzamento della capacità della Guardia costiera libica si configura, pertanto, come un fattore di sostegno decisivo della sovranità libica, che costituisce l'obiettivo primario dell'Italia anche in considerazione dei positivi riflessi che da un pieno esercizio della sovranità da parte libica derivano al nostro Paese in termini di riduzione dei flussi migratori, gestiti dai mercanti di esseri umani e diretti verso l'Italia; anche alla luce della reiterata giurisprudenza della Corte europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) in tema di respingimenti in mare, la missione di supporto non potrà consistere in forme di blocco navale idonee a rappresentare forme di ingerenza o di lesione della sovranità della Libia; sempre nell'obiettivo del rafforzamento della sovranità libica e del controllo da parte libica sull'immigrazione illegale e sul traffico di esseri umani, è necessario intensificare e sostenere il lavoro delle Organizzazioni internazionali, con particolare riferimento all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e all'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, affinché i centri di accoglienza migranti e i rimpatri volontari assistiti siano gestiti nel pieno rispetto dei diritti umani e con l'assistenza di osservatori delle Nazioni Unite; rappresentando, pertanto, il percorso di stabilizzazione della Libia una nostra priorità, si condividono gli indirizzi comunicati e le iniziative preannunciate dai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della difesa circa il dispiegamento, concreto e tempestivo, anche nelle acque territoriali ed interne della Libia, di un dispositivo aeronavale in supporto alla Guardia costiera libica impegnata nel controllo e contrasto dell'immigrazione illegale e del traffico di esseri umani in partenza dalla Libia; la ricognizione in territorio libico per la determinazione delle attività di supporto da svolgere; l'attività di collegamento e consulenza a favore della Marina e Guardia costiera libica; la collaborazione per la costituzione di un centro operativo marittimo in territorio libico per la sorveglianza, la cooperazione marittima e il coordinamento della attività congiunte; si condivide anche la necessità di utilizzare gli assetti del dispositivo aeronavale nazionale per rispondere alla richiesta del Consiglio Presidenziale/Governo di Accordo Nazionale libico di supporto alla Guardia costiera libica per le attività di controllo e contrasto dell'immigrazione illegale e del traffico di esseri umani; si condivide, infine, l'opportunità di continuare a svolgere, unitamente ai nuovi compiti della nuova missione in oggetto, i compiti del dispositivo aeronavale nazionale apprestato per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale, di cui alla Scheda 36 allegata alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 14 gennaio 2017 in ordine alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali per l'anno 2017,
autorizza la piena attuazione alle misure contenute nella Deliberazione approvata in Consiglio dei ministri in data 28 luglio 2017
impegnando altresì il Governo:
a continuare tutte le azioni di cooperazione, dialogo e diplomazia con i Paesi del confine meridionale della Libia e con i Paesi di provenienza dei flussi migratori, cercando con essi soluzioni più adeguate alla risoluzione del problema; a operare a livello diplomatico nelle opportune sedi internazionali e nell'ambito delle relazioni bilaterali affinché nessuna iniziativa unilaterale non coordinata possa pregiudicare l'efficacia della missione; a continuare ad attivare da subito ogni iniziativa diplomatica per consentire, al più presto, la piena operatività della Fase 2 e il passaggio alla Fase 3 della missione EUNAVFORMED – operazione SOPHIA, nonché ad agire, anche nelle competenti sedi internazionali, affinché vengano rafforzate le attività tese a smantellare il modello di business delle reti del traffico e della tratta di esseri umani dalle coste libiche verso quelle italiane; a determinare conseguenze concrete per quelle organizzazioni non governative che, non sottoscrivendo il codice di condotta, si sono poste fuori dal sistema organizzato di soccorso in mare, a partire dalla sicurezza delle imbarcazioni stesse; a concordare con le autorità libiche intese tecniche stringenti con riferimento alla destinazione dei migranti soccorsi in mare, favorendo l'impegno delle autorità libiche a controllare i punti di imbarco nel pieno rispetto dei diritti umani; a condurre bilateralmente e nell'ambito di consessi multilaterali trattative affinché Malta definisca la sua SAR nel rispetto del diritto internazionale e ne assuma la piena responsabilità; a sostenere al più presto l'istituzione di centri di protezione e assistenza nel territorio libico per i migranti soccorsi in mare gestiti dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), anche ai fini dell'accertamento del diritto d'asilo; in parallelo, a continuare ad elaborare programmi operativi e progetti di cooperazione in territorio africano nelle aree di partenza e passaggio del flusso migratorio al fine di ridurre la pressione sulle coste libiche; a velocizzare l'esame delle richieste di asilo e provvedere alle operazioni di rimpatrio dei migranti che non ne hanno diritto; a riferire in Parlamento, entro la prima decade di settembre, in merito agli esiti della missione e ai risultati da essa ottenuti; ad assumere tutte le misure possibili affinché la gestione dei migranti, senza distinzioni tra richiedenti asilo e migranti economici, da parte delle autorità libiche avvenga nel rispetto degli standard di diritto umanitario internazionale e con un fermo impegno per la protezione delle donne vittima di tratta o di oggetto di violenza e sfruttamento e per il contrasto del fenomeno della tratta dei minori e per la tutela dei minori non accompagnati nel rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del Fanciullo; a vigilare affinché sia promossa, presso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e tutti i consessi internazionali competenti, la proposta di riconoscere il traffico illegale dei migranti insieme alla tratta di esseri umani quali crimini contro l'umanità, così come deliberato dalla Conferenza interparlamentare sulla politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), svoltasi a Malta dal 26 al 28 aprile scorsi, nelle sue conclusioni. (6-00338)
Per saperne di più leggi gli approfondimenti:
Dossier servizio studi Camera Deputati
La Stampa 2 Agosto 2017
La Stampa 2 Agosto 2017
Sole24Ore 2 Agosto 2017
Repubblica 3 Agosto 2017
DAL 3 AL 14 AGOSTO FESTA DE L'UNITA' DI STANGHELLA VIA EINSTEIN - ZONA ARTIGIANALE - STANGHELLA

|