PICCOLO NON È BELLO LE RAGIONI DELLA RIDUZIONE DEL CREDITO ALLE PICCOLE IMPRESE
In questi anni per fronteggiare la crisi economica e la situazione fallimentare di numerose banche sono aumentati i controlli sulle gestioni del credito. Infatti molte imprese hanno ricevuto a lungo risorse per progetti inconcludenti e privi di sviluppi produttivi, non hanno offerto garanzie e, soprattutto, non hanno restituito quanto avevano ricevuto in prestito. La situazione è stata favorita dal fatto che le banche in dissesto sono state amministrate dagli stessi imprenditori che si autofinanziavano. Basta leggere gli elenchi dei componenti i consigli d’amministrazione e gli organi di controllo delle banche per trovare imprenditori e rappresentanti delle categorie economiche che hanno fatto finta di fare impresa sperperando i soldi dei risparmiatori. Questo è accaduto anche in Veneto attraverso il rapporto illecito tra medie e piccole imprese e banche grandi - Popolare di Vicenza, Veneto Banca – e piccole, come la Popolare di Garanzia, la banca degli industriali padovani, e tanti istituti di credito cooperativo. E’ utile ricordare che per salvare i piccoli risparmiatori e i depositi delle famiglie il sistema bancario è stato aiutato pesantemente con soldi pubblici raccolti con la fiscalità generale, e quindi con le risorse di chi paga le tasse, compresa la stragrande maggioranza di cittadini che non erano soci né clienti delle banche in dissesto. Per prevenire il ripetersi delle cause che hanno messo in crisi il credito è stata approvata la riforma delle banche popolari e sono state introdotte norme più rigorose e maggiori controlli.
In base ai nuovi accordi internazionali per tutelare il sistema economico (International financial and regulatory standard 9) introdotti nell’ordinamento italiano dal 2018:
- non si possono più prestare risorse a soggetti privi di garanzie reali; - le banche devono accantonare risorse in modo più rigoroso per fronteggiare eventuali ripetute insolvenze; - le banche devono accantonare risorse per i crediti erogati alle imprese operanti nei settori più rischiosi.
Queste norme riguardano soprattutto il credito alla piccola impresa che, per dimensione, non è in grado di offrire garanzie reali. Del resto la ridotta dimensione delle imprese italiane (la media italiana è di 3,7 dipendenti per impresa, pari a circa la metà della media europea), per troppo tempo sostenuta dall’illusione che ognuno possa essere imprenditore di se stesso, costituisce un problema per l’economia. Infatti nelle piccole imprese mancano i livelli di formazione e innovazione necessari per aumentare produttività e competenze sul piano della qualità.
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CORRIERE DELLA SERA 5 FEBBRAIO 2018
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LA SICUREZZA DEI CITTADINI AL CENTRO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE SPIEGARE I RISULTATI IMPORTANTI REALIZZATI DAL PD E DAL GOVERNO DI CENTROSINISTRA
In questi anni il Pd ha lavorato molto per aumentare la sicurezza dei cittadini; il governo di centrosinistra, soprattutto grazie all’impegno dei ministri Orlando e Minniti, ha approvato provvedimenti importanti e ottenuto risultati significativi.
Il Pd ha affrontato le principali questioni che mettono in pericolo la sicurezza: la criminalità organizzata, il terrorismo internazionale, gli omicidi, in particolare quelli contro le donne. Qui si trova un approfondimento sui crimini in generale e sull’immigrazione. La prossima volta saranno trattati i temi del terrorismo internazionale della criminalità organizzata.
Dati sulla criminalità: i reati calano ma la paura resta Molti mezzi di “informazione”, in particolare giornali e televisioni locali, descrivono situazioni invivibili di città e paesi in preda ai crimini peggiori. Si arriva spesso ad inventare episodi per alimentare i timori e le insicurezze dei cittadini. Così imprenditori della paura senza scrupoli cercano di aumentare gli ascolti, di raccogliere più pubblicità e, nel caso delle forze politiche, qualche voto. In realtà le statistiche indicano una diminuzione di reati e tassi di criminalità migliori di quelli degli altri paesi d’Europa. Gli omicidi sono in calo costante (400 nel 2016 contro i 506 del 2013 e i 614 del 2008). Sono in diminuzione anche i reati violenti: 2.487.389 rispetto ai 2.892155 del 2013. E’ utile sapere che dei 400 omicidi ben 152 avvengono in ambito familiare e 149 colpiscono donne. Per prevenire e contrastare il drammatico fenomeno delle violenze contro le donne è stata approvata nel 2013, all’inizio della legislatura, la legge 119 che ha introdotto il reato di stalking e misure repressive più rigorose: arresto obbligatorio e azione penale anche in assenza di querela per i casi gravi, aumento delle pene, strutture di sostegno e protezione per le vittime di minacce. Iniziano a vedersi i primi risultati della nuova legge. Nell’ultimo anno sono stati scoperti e condannati gli autori di 3928 atti di violenza contro le donne su 4046 episodi denunciati. Sono in calo furti (-7,99%) e rapine (-6,13%); mentre sono in pesante aumento i reati legati al traffico di stupefacenti (+10,79%). Questo dato rende necessaria una riflessione sull’aumento del consumo di droghe che deve essere combattuto, insieme alle misure penali, con provvedimenti culturali e sociali. Il traffico è controllato dalle mafie italiane e senza una riduzione della domanda diventa molto difficile agire sull’offerta.
Più risorse e uomini per la sicurezza In questi anni abbiamo iniziato ad investire risorse per la sicurezza. Le risorse destinate al comparto sicurezza tra il 2013 e il 2018 sono aumentate di 7 miliardi; mentre con il centrodestra al governo, tra il 2009 e il 2011, ci sono stati tagli per 3,3 miliardi. Le risorse aggiuntive sono state spese per sbloccare le assunzioni e i tetti stipendiali, per iniziare il riordino delle carriere atteso da tempo, per potenziare mezzi e strumenti, per migliorare la formazione e la professionalità, per rinnovare il contratto. In questo modo abbiamo deciso di valorizzare e qualificare il lavoro prezioso delle donne e degli uomini che lavorano nel comparto sicurezza investendo in qualità e professionalità.
Più risorse per riqualificare le periferie Inoltre il governo ha stanziato 2 miliardi per la riqualificazione delle zone più disagiate e ha promosso un piano di interventi per le periferie urbane. Siamo intervenuti per migliorare la qualità della vita delle zone più periferiche delle grandi città e per governare l’immigrazione. Infatti siamo consapevoli che tre fattori spaventano le persone e alimentano le paure: 1.Il disagio sociale cresciuto con la crisi, che è accompagnato dalle preoccupazioni per il futuro, per i figli, dal timore di restare indietro e di perdere il lavoro. 2.L’immigrazione. 3.L’ossessiva campagna dei mezzi di informazione che descrivono l’Italia come una zona franca in preda all’immigrazione clandestina e al crimine.
Immigrazione: accogliere e integrare chi scappa da guerre e miseria; fermare chi non rispetta le leggi In questi anni è stata costruita una nuova politica per l’immigrazione. A differenza del passato, quando aldilà delle promesse demagogiche il fenomeno è stato subito, abbiamo realizzato un sistema che si basa su accoglienza, integrazione, controlli e respingimenti. Il sistema è ancora in fase di realizzazione e inizia a produrre i primi risultati significativi. I dati più rilevanti sono la diminuzione degli sbarchi, la crescita dei progetti di integrazione con gli enti locali, la riduzione dei tempi per l’esame delle domande di asilo, l’aumento delle espulsioni e dei ricollocamenti in altri paesi. Il sistema parte dagli accordi stipulati a livello europeo e internazionale. Anziché litigare con l’Europa si è deciso di assumere iniziative concordate per affrontare i flussi in ingresso che passano attraverso il nostro territorio. Il governo italiano, dopo anni di inerzia passiva, ha condiviso un accordo con le autorità libiche della Cirenaica e della Tripolitania per stabilizzare le istituzioni locali, ridurre le partenze, combattere il traffico di esseri umani. L’accordo prevede impiego di mezzi e risorse per formare forze dell’ordine libiche in grado di controllare le coste e per fornire assistenza e aiuto ai profughi. L’accordo è stato completato con una missione internazionale in Niger per aumentare la presenza militare e civile in un’area strategica per i flussi migratori. Inoltre l’Italia ha promosso e partecipa alla missione militare e civile di pattugliamento del mar Mediterraneo per fermare i trafficanti di uomini e salvare i migranti che rischiano di annegare durante i viaggi in nave. L’intervento italiano è stato potenziato dall’introduzione del codice di condotta pe le organizzazioni non governative, che ha consentito di limitare fenomeni di sfruttamento diffusi anche tra alcune ONG, e dalla recente decisione di far sbarcare i profughi nei porti più vicini al luogo di salvataggio. Queste misure sono state rafforzate dalle previsioni della legge 46 del 2017 che ha modificato le norme sull’immigrazione. In particolare sono state aumentate le strutture che esaminano le domande d’asilo riducendo i tempi d’attesa; è stata introdotta la possibilità di impiegare in lavori socialmente utili i profughi, sono state estese le tutele per i minori non accompagnati; sono state stanziate nuove risorse per la rete di accoglienza territoriale in accordo con regioni e comuni; sono migliorate le strutture di controllo e rese più efficaci le procedure di espulsione.
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Dati relativi al fenomeno del flusso migratorio (31/01/2018)
CORRIERE DELLA SERA 6 FEBBRAIO 2018
LA REPUBBLICA 8 FEBBRAIO 2018
CORRIERE DELLA SERA 6 FEBBRAIO 2018
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La commissione d'inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti ha approvato un'importante relazione sugli incendi ai danni di aziende di rifiuti..
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AGENDA
DOMANI 9 FEBBRAIO ORE 18.30 SALA ANZIANI - MUNICIPIO DI PADOVA

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