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IL MATTINO DI PADOVA 13 GIUGNO 2012
Interrogazione al ministro dell’Interno da parte di Naccarato e Miotto (Pd) «Il Veneto base logistica delle organizzazioni dedite allo spaccio di droga». Vogliono sapere se esistono «legami strutturali tra ex appartenenti della Mala del Brenta e clan della camorra». Per questo motivo Alessandro Naccarato e Margherita Miotto, entrambi deputati del Pd hanno preso carta e penna e hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta (è la seconda nel giro di poche settimane e riguarda una diversa operazione dei carabinieri nell’ambito dello spaccio di droga in Veneto) al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Naccarato e Miotto chiedono al ministro «quali misure, nell’ambito delle sue competenze, il ministro intenda predisporre al fine di prevenire e contrastare la presenza e le attività della criminalità organizzata in Veneto, in particolare degli ex appartenenti alla «Mala del Brenta», responsabili di gravi reati associativi messi in atto con l’utilizzo di armi ed esplosivi, e con la complicità dei clan della camorra». LEGGI TUTTO
NUOVA INTERROGAZIONE DEL PD AL GOVERNO SULLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA IN VENETO
Qui il testo dell'interpellanza al ministro Cancellieri dei deputati Naccarato e Miotto
"PER LUSI PRIMA NOTTE IN CARCERE
SABATO L'INTERROGATORIO DI GARANZIA"
La Repubblica - 21 giugno 2012
Il senatore, accusato di associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita, a Rebibbia dopo l'autorizzazione del Senato all'arresto. Prima notte in carcere a Rebibbia per il senatore Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita. Ieri il Senato ha votato sì 1 alla richiesta di custodia cautelare per il senatore indagato nell'inchiesta della procura di Roma e accusato di associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. In pratica secondo i giudici l'ex dirigente avrebbe sottratto oltre 25 milioni di euro al partito. L'interrogatorio di garanzia è stato fissato per sabato pomeriggio, a partire dalle 14, nel carcere di Regina Coeli, davanti al gip Simonetta D'Alessandro, lo stesso giudice che il 3 maggio scorso aveva emesso l'ordinanza di custodia. I difensori del parlamentare, gli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono, oggi hanno di nuovo incontrato i magistrati inquirenti. Il senatore è detenuto a Rebibbia in isolamento e soltanto sabato in occasione dell'interrogatorio di garanzia incontrerà i suoi legali. Già ieri ha annunciato battaglia, chiamando in causa i dirigenti della Margherita: "Ho ancora molto da dire ai magistrati", ha affermato dopo il voto. Il Senato aveva autorizzato l'arresto per l'ex tesoriere della Margherita dopo una giornata tesa, con polemiche e interventi "velenosi" in aula. Poi lo scrutinio palese: 155 i "sì", 13 i "no" e un astenuto. E' la prima volta che i senatori votano nominalmente su una richiesta d'arresto. Il Pdl, come annunciato ha abbandonato l'emiciclo al momento del voto. Il primo commento del senatore: "Sto vivendo un incubo, voglio rispetto". Poi aggiunge: "Non ho detto tutto".
Ecco un'interessante articolo pubblicato oggi sul sito del Corriere della Sera
"SEI I PARLAMENTARI FINITI IN CARCERE"
Durante Tangentopoli la Camera bocciò 28 richieste d'arresto
Con Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita accusato di essersi appropriato di 23 milioni di euro dalle casse della Margherita, salgono a sei i parlamentari per cui Camera e Senato hanno autorizzato l'arresto. I PRECEDENTI - Ultimo, in ordine di tempo, Alfonso Papa, deputato del Pdl, su cui l'aula di Montecitorio si è espressa lo scorso 20 luglio a favore delle manette dopo 27 anni di dinieghi. Prima dell'ex magistrato coinvolto nello scandalo P4 era toccato al missino Massimo Abbatangelo nel 1984, mentre l'anno prima al Radicale Toni Negri per terrorismo. Il primo sì all'arresto di un deputato è stato pronunciato nel 1955 nei confronti di Moranino, deputato del Pci, accusato di aver ordinato nel 1944, come comandante partigiano, la fucilazione di cinque altri partigiani ritenuti spie e delle mogli di due di loro. Moranino fuggì in Cecoslovacchia, fu poi condannato all'ergastolo, ma la pena venne successivamente commutata in dieci anni di reclusione. Nel 1965 ottenne infine la grazia dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.
I PRIMI CASI - Il secondo deputato per il quale Montecitorio autorizzò l'arresto è stato Sandro Saccucci del Msi, accusato dell'omicidio a Sezze Romano di Luigi Di Rosa, di cospirazione politica e istigazione all'insurrezione armata per il cosiddetto «golpe Borghese». Il sì arrivò il 27 luglio 1976, Saccucci fuggì in Sudamerica. Sette anni dopo, il 21 settembre 1983, la Camera votò invece l'autorizzazione all'arresto di Toni Negri chiesta dalla magistratura per reati connessi al terrorismo. Negri, che era stato eletto due mesi prima con i Radicali mentre era in carcere, era però intanto fuggito a Parigi, rientrò poi in Italia nel 1997 e finì di scontare la sua pena. L'ultimo caso di richiesta d'arresto concessa dalla Camera risale al 18 gennaio 1984, quando i deputati dissero sì all'arresto di un altro missino, appunto Massimo Abbatangelo, per violazione delle disposizioni sulle armi, in seguito a un attentato del '70 contro la sezione del Pci di Fuorigrotta, a Napoli. Durante tutto il periodo di Tangentopoli Montecitorio respinte 28 richieste di arresto.
Dopo i disastri di bertolaso sul terremoto in abruzzo e il g8 in sardegna, la protezione civile torna finalmente ai compiti originari
Il governo Monti dispone il riordino generale del dipartimento
Con il decreto legge n. 59/2012 il Governo ha disposto il riordino della Protezione civile, abrogando il comma che consentiva al Dipartimento di operare anche su eventi diversi da quelli in stato di emergenza, e riconducendo l'operatività della Protezione civile alle competenze originariamente attribuite dalla legge istitutiva, ovvero l'attività in presenza di eventi calamitosi. Tra le modifiche più rilevanti si registrano: la sostituzione del Ministro della Protezione civile con un Ministro con portafoglio, la fissazione della durata massima dello stato di emergenza. Viene stabilito, inoltre, che con le ordinanze si disponga l’organizzazione degli interventi di soccorso e l'assistenza ai soggetti colpiti dall’evento, la messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati e dei beni culturali gravemente danneggiati, e il ripristino delle infrastrutture e delle reti indispensabili per la continuità delle attività economiche e produttive e per la ripresa delle normali condizioni di vita. Riguardo al finanziamento dello stato di emergenza il decreto dispone che agli oneri connessi con gli interventi conseguenti agli eventi per i quali è stato deliberato lo stato di emergenza si provvede con l'utilizzo del Fondo nazionale di protezione civile, la cui dotazione è determinata annualmente dalla legge di stabilità. Viene altresì previsto per le Regioni interessate dallo stato di emergenza la facoltà di elevare la misura dell'imposta regionale sulla benzina fino a un massimo di cinque centesimi per litro. Ulteriori disposizioni del decreto riguardano il trasferimento della flotta aerea antincendio della Protezione civile al Dipartimento dei vigili del fuoco. E’ stato inoltre soppressa la norma che prevedeva il trasferimento direttamente alla società creditrice, proprietaria del termovalorizzatore di Acerra, del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013 relativo al programma attuativo regionale necessarie per l'acquisto di tale impianto. Infine, le modifiche approvate hanno riguardato l’esclusione dal Patto di stabilità interno di spese per fronteggiare calamità per cui sia stato deliberato dal Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza, se effettuate nell'esercizio finanziario in cui questa la calamità è avvenuta e nei due esercizi finanziari successivi. A questo si aggiunge l’esclusione dal Patto degli interventi realizzati dagli enti territoriali con le risorse residue ad essi trasferite provenienti dalle contabilità speciali, nonché delle risorse messe a disposizione dalle regioni e dagli enti locali per gli interventi di emergenza.
qui il testo integrale del decreto
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