Alessandro
Naccarato

  • Home
  • Biografia
  • Agenda
  • Stampa
  • In Parlamento
  • Newsletter
  • Camera dei Deputati

Speciali

  • Contro l'abuso di alcool
  • Il PD contro la crisi
  • Mafia
  • Droga
  • Federalismo
  • Alluvione
  • Immigrazione
  • PUBBLICAZIONI

Newsletter

Name:
Email:
Newsletter View

SubjectNewsletter A. Naccarato - 8 Agosto 2012

Newsletter 8 agosto 2012

 

in primo piano

 

"Attiva sull'orlo del fallimento"

Il mattino di Padova - 8 agosto 2012

Sono trascorsi meno di 24 mesi dall’omologa del Tribunale di Padova al piano di ristrutturazione del debito di Attiva Spa con le banche, e la vicenda appare già dimenticata. Eppure, il bilancio consuntivo 2011, approvato nei giorni scorsi, indica che il concordato fallimentare dell'ex Cosecon riserva sorprese negative e rischia di compromettere ulteriormente la drammatica situazione dei Comuni soci. Attiva ha ancora oltre 100 milioni di euro di debiti, ha chiuso il 2011 con una perdita di 470 mila euro e non possiede le risorse per garantire la continuità aziendale. La relazione del revisore contabile allegata al bilancio certifica una condizione che si commenta da sola: «La società nell’esercizio concluso non ha raggiunto, soprattutto in termini di ricavi, gli obiettivi stabiliti con l’accordo di ristrutturazione ex art.182 bis legge fallimentare L’andamento del 2012 fa ragionevolmente ritenere che questi non saranno raggiunti nemmeno nell’esercizio in corso. La mancanza delle entrate finanziarie preventivate nel Piano renderà complessa la continuazione dell’attività a partire dall’esercizio 2013 quando il periodo di moratoria dei finanziamenti giungerà a termine. In mancanza dell’adozione di opportuni e tempestivi provvedimenti diretti ad affrontare e risolvere questi aspetti, la continuità aziendale da tale momento risulterà compromessa». Appare ormai chiaro che il via libera alla sopravvivenza dell’ex Cosecon è stato concesso con eccessiva superficialità e che la società è stata mantenuta in vita a vantaggio di chi le ha erogato (e tuttora eroga) credito. Proprio utilzzando le procedure consentite dal concordato Attiva ha intrapreso un'operazione immobiliare assai discutibile. A fine 2011 L'ex Cosecon ha costituito Magazzini Generali di Padova Srl con sede in via Svezia. Scopo dell’impresa è la vendita a Servizi Logistici Srl - società partecipata anche da alcuni soci di Attiva, sempre con sede in via Svezia 9 a Padova - dei Magazzini Generali di Conselve al prezzo di 4 milioni di euro. E' un'operazione immobiliare che ha permesso ad Attiva di inserire già nel bilancio 2011 la somma in questione, in modo da diminuire il passivo. In realtà, Attiva ha già sottoscritto un contratto preliminare con Servizi Logistici Srl, che si è impegnata a comprare le quote della nuova società entro il 2012. L'iniziativa è irrilevante ai fini del risanamento dell'ex Cosecon e coinvolge soggetti presenti sia in Attiva che in Servizi Logistici Srl. La manovra ricorda quella del cogeneratore a biomasse nel Conselvano. Era l’11 settembre 2007: con la delibera n.2685 la Regione Veneto autorizzava Cosecon a realizzare un impianto da 5,3 MW finanziato con 2,6 milioni di euro di fondi UE per interventi strutturali in campo energetico. Soldi pubblici, vincolati a un caposaldo: il combustibile vegetale sarebbe dovuto provenire, per la maggior parte, dalla produzione regionale. L’investimento si sarebbe dovuto ripagare con la vendita di energia e certificati verdi. A 5 anni di distanza il cogeneratore è una cattedrale nel deserto, mai entrata in funzione, che Attiva non riesce neppure ad affittare. La vicenda di Attiva deve far riflettere sul ricorso ai concordati fallimentari delle aziende in crisi, troppo spesso vengono utilizzati per allungare i tempi della liquidazione a vantaggio delle banche anziché dei piccoli creditori a cui finisce un risarcimento poco più che simbolico. Solo in questo quadro sì comprende la proposta di fusione tra Attiva, Interporto e Zip lanciata mesi fa dagli industriali padovani. Un modo surrettizio di scaricare i debiti dell’ex Cosecon su due società “sane” dal punto di vista del patrimonio, ovvero in grado di garantire alle banche il rientro dei debiti di Attiva.

Alessandro Naccarato


 

Nuova interrogazione del pd al governo 

sul fallimento-liquidazione di edilbasso

 Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17235

presentata dai deputati Naccarato e Miotto il 1 agosto 2012

Al Ministro dell'interno,

al Ministro dell'Economia e delle Finanze.

 Per sapere - premesso che:

 - il 6 luglio 2011 Edilbasso Spa - impresa di costruzioni con sede in via dell'Artigianato n. 9 a Loreggia (Padova) con capitale sociale di 12.000.000 euro suddiviso tra Bruno Basso (83 per cento), Lidia Miolo (14 per cento), e Gianni Basso (3 per cento) - ha presentato domanda di concordato preventivo ai sensi dell'articolo n. 160 della legge fallimentare. La proposta concordataria prevede la continuazione di parte dell'attività di Edilbasso Spa attraverso l'affitto di ramo d'azienda a favore di Faber Costruzioni Srl - società con sede sempre in via dell'Artigianato n. 9 a Loreggia - oltre alla liquidazione di parte del compendio immobiliare di Edilbasso Spa, alla dismissione (e all'incasso dei relativi crediti) delle società partecipate da Edilbasso Spa, e alla presentazione di una transazione fiscale da parte di Edilbasso Spa ai sensi dell'articolo n. 182-ter della legge fallimentare. La durata del contratto d'affitto tra Edilbasso Spa e Faber Costruzioni Srl è stabilita dal 18 febbraio 2011 al 18 febbraio 2017, il canone convenuto risulta pari a 60.000 euro annui oltre Iva. Il concordato preventivo prevede, infine, la cessione del ramo d'azienda oggetto del contratto di affitto tra Edilbasso Spa e Faber Costruzioni Srl al prezzo di 3.000.000 euro;

 - il 19 luglio 2012 il tribunale di Padova ha pronunciato il decreto di omologa della domanda di concordato preventivo promossa da Edilbasso Spa;

 - il capitale sociale di Faber Costruzioni Srl, pari a 100.000 euro, risulta così costituito: Algisa Srl [società con capitale sociale di 100.000 euro suddiviso tra Alessandro Basso (33,3 per cento), Giulia Basso (33,3 per cento) e Sara Basso (33,35)] (65 per cento); Alessandro Basso (20 per cento); Immobiliare Milano Srl (10 per cento); e Bit Engineering Srl (5 per cento). A sua volta, Immobiliare Milano Srl risulta costituita da Gianluigi Cecchi(90 per cento) e Adriano Cecchi (10 per cento); mentre il capitale sociale di Bit Engineering Srl risulta suddiviso tra le società Memotech S.A., con sede in Lussemburgo (41 per cento); Morison Holding S.A. con sede in Svizzera (41 per cento) e Bleue Etolie, con sede in Lussemburgo (10 per cento);

 - nel corso della seduta n. 610 della Camera dei deputati del 23 marzo 2012 è stata presentata l'interrogazione a risposta scritta n. 4-15468 a firma dei deputati Fiano, Miotto e Naccarato, gli interroganti hanno già espresso al Ministro forti preoccupazioni relativamente alle modalità del fallimento-liquidazione di Edilbasso Spa - evidenziando la presenza nell'assetto proprietario di Faber Costruzioni Srl di Adriano Cecchi (attraverso Immobiliare Milano Srl) e Giovanni Barone, i quali risultano nel recente passato aver ricoperto l'incarico, rispettivamente, di liquidatore e sindaco delle società Perego Strade Srl e Perego Holding, nell'ambito del fallimento-liquidazione di Perego Strade Srl su cui la procura della Repubblica di Milano ha avviato un'indagine ipotizzando l'infiltrazione nell'impresa di elementi riconducibili alla 'ndrangheta;

 - considerata l'estrema fragilità finanziaria di Edilbasso Spa (nel 2010 il bilancio della società ha fatto registrare 33.437.000 euro di perdite e 72.967.172 euro di esposizione debitoria), e che le molteplici società da questa direttamente o indirettamente controllate risultano avere assetti societari e amministrativi intrecciati tra loro, gli interroganti esprimevano altresì preoccupazione per la difficile condizione economica di Edilbasso Spa, che corre il rischio di ripercuotersi negativamente anche sulle società partecipate. A riguardo, il bilancio 2011 di Faber Costruzioni Srl si è chiuso con 7.017.745 euro di debiti; il bilancio 2010 di Par.Fin Srl (100 per cento di proprietà Edilbasso Spa) si è chiuso con 9.406.781 euro di perdita e 27.996.473 euro di esposizione debitoria; il bilancio 2010 di Trevicos Srl in liquidazione (100 per cento di proprietà Par.Fin Srl) si è chiuso con 3.319.346 euro di perdita e 12.975.025 di esposizione debitoria; mentre il bilancio 2010 di So.Im.Cos in liquidazione (100 per cento di proprietà Edilbasso Spa) si è chiuso con 713.514 euro di perdita e 16.194.986 di esposizione debitoria. A questo si aggiunge Emerald Spa in liquidazione, società con sede in via degli Scrovegni 1 a Padova - il cui capitale sociale risulta suddiviso tra Trevicos (45 per cento); Morison Holding S.A. (20 per cento); Rima Immobiliare (20 per cento); Memotech S.A. (6 per cento); e Archimede Srl (9 per cento) - che ha chiuso il bilancio 2010 facendo registrare 662.215 euro di perdita e 41.186.288 euro di esposizione debitoria;

 - la condizione finanziaria di Edilbasso Spa viene analizzata anche nelle pagine 7, 8 e 9 della Consulenza tecnica per la valutazione del ramo di azienda allegata al concordato preventivo «Edilbasso Spa in liquidazione n. 20 del 2011» del tribunale di Padova, secondo cui «Nel corso del 2010 si assiste al crollo verticale del fatturato e dunque della redditività, tanto che l'esercizio si chiude con una perdita superiore al capitale sociale (...) La lunghezza delle trattative con il sistema bancario e il conseguente acuirsi dell'esposizione verso i creditori commerciali ha portato il Consiglio di Amministrazione di Edilbasso Spa a prendere atto dell'impossibilità di assicurare la continuità aziendale»;

 - come risulta dall'articolo pubblicato da Il Corriere del Veneto, edizione del 29 luglio 2012, dal titolo: «Edilbasso, indaga la Finanza» nei confronti dell'azienda è stata avviata un'indagine da parte della Guardia di Finanza;

- se i Ministri siano al corrente dei fatti sopra citati;

- in che modo i Ministri intendano intervenire, data la rilevante presenza di società con sede in Svizzera o Lussemburgo nell'ambito del fallimento-liquidazione di Edilbasso Spa, al fine di prevenire il pericolo che, nell'attuale periodo di crisi economica, vi sia un trasferimento di imprese, o di parti consistenti del loro patrimonio, in Stati che offrono un regime fiscale e/o una disciplina contributiva vantaggiosa per le società di capitali.


  

la camera approva la spending review

 

Ieri la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il decreto n. 95/2012 contenente le disposizioni per la revisione della spesa pubblica. Il provvedimento (noto anche come spending review) è finalizzato a ridurre il complesso della spesa pubblica, in particolare quella corrente, favorendo una maggiore qualità nei settori più importanti e una migliore allocazione delle risorse disponibili.

L’atto - basandosi su una riduzione programmata anziché su tagli orizzontali - prevede una serie di interventi di riorganizzazione e ridimensionamento per un più efficace utilizzo dei finzanziamenti e del patrimonio pubblico. Queste le principali novità introdotte del decreto:

 Per il pubblico impiego, si impone la riduzione degli uffici e delle dotazioni organiche della Pubblica amministrazione in misura non inferiore al 20% (per i dirigenti) e del 10% (per l'organico non dirigenziale). Viene introdotto il divieto a trattamenti economici sostitutivi in caso di ferie non fruite, insieme al divieto di attribuire consulenze a soggetti che nell’ultimo anno abbiano svolto attività corrispondenti. L’atto, inoltre, fissa il valore massimo dei buoni pasto (7 euro) razionalizzando i servizi di pagamento degli stipendi pubblici e prevedendo limiti alle assunzioni. A questo si affianca la riduzione delle comunicazioni cartacee con gli utenti, delle spese telefoniche, grazie all'introduzione dello scambio gratuito di dati tra uffici pubblici e alla razionalizzazione degli stessi se ubicati nello stesso comune.

Per le società controllate da enti pubblici, che erogano in prevalenza servizi a loro favore, si prevede lo scioglimento o in alterativa l’alienazione. Al contempo si riducono i  Consigli di amministrazione (massimo 3-5 membri). Altre norme del decreto dispongono il riordino o la soppressione di diversi enti, agenzie, organismi e società. La legge consente poi alle Regioni sottoposte al piano di stabilizzazione finanziaria, di anticipare al 2013 la possibilità di aumentare l'addizionale Irpef (dallo 0,5 al 1,1%). Quanto alle Province la nuova norma dispone il loro riordino (sulla base dei seguenti requisiti: 350 mila abitanti e almeno 2.500 kmq di territorio) e la ridefinizione delle funzioni, confermando la soppressione delle Giunte provinciali. Inoltre, viene confermata la disciplina delle Città metropolitane, da istituire entro il 2014 al posto delle 10 Province soppresse.

Sul fronte della sanità si prevede una riduzione del livello del fabbisogno del Servizio sanitario nazionale e del relativo fondo (900 milioni di euro per il 2012, a 1.8 miliardi per il 2013, 2 miliardi per il 2014 e 2, 1 miliardi dal 2015) e si dispone la riduzione del 5% di importi e prestazioni dei contratti di appalto di beni e servizi stipulati da aziende ed enti sanitari. Si dispone inoltre il taglio di circa 7 mila posti letti. Riguardo alla spesa farmaceutica, vengono incrementati gli sconti dovuti al SSN da farmacisti e aziende del settore sui medicinali di fascia e vengono abbassati i tetti della spesa farmaceutica, così come sono introdotte modalità prescrittive dei farmaci equivalenti volte a incrementarne l’utilizzo. Il decreto dispone inoltre lo slittamento dell’aumento Iva a luglio 2013.

Nell’ambito della scuola, si prevede che gli insegnanti che entro il 31 agosto matureranno i requisiti pensionistici dal 1 settembre 2013 andranno in pensione con le regole pre-riforma Fornero, e che, dal 2013 le iscrizioni alle scuole statali avvengano solo on-line, così come pagelle, registri e comunicazioni alle famiglie e agli alunni, che andranno redatti in formato elettronico. Per quanto riguarda gli studenti universitari è previsto un aumento delle tasse per i fuori-corso (+25% sotto i 90 mila euro di reddito; +100% sopra i 100 mila) escludendo chi è in regola e sotto i 40.000 euro.

Sul fronte degli esodati, invece, la legge prevede che i 55.000 cittadini oggi senza lavoro e previdenza, vadano in pensione con le regole precedenti alla riforma Fornero.

Il decreto, poi, dispone lo stanziamento delle risorse per le zone colpite dal sisma in Emilia (6 miliardi) e Abruzzo (23 milioni).

Il provvedimento prevede anche risparmi dei Ministeri nell’ordine di 1,7 miliardi nel 2013 e 1,5 entro il 2014 e 2015. Analogamente, si dispone l’accorpamento, ai fini del risparmio, di diversi uffici statali sul territorio con le Prefetture. A cui si aggiunge il taglio del 50% delle auto blu pubbliche, comprese quelle in concessione alla Banca d’Italia. Il decreto sulla spending review dispone inoltre lo stanziamento di circa 800 milioni di euro ai Comuni (attraverso le Regioni). Le risorse proverranno dai fondi destinati agli enti virtuosi (300 milioni) e ai rimborsi fiscali (500). Nell'ambito degli stipendi dei manager pubblici, la legge fissa il tetto di 300 mila euro per la retribuzione di dipendenti delle aziende partecipate dallo Stato non quotate (Rai compresa) a partire dal prossimo contratto.

Inoltre, da gennaio 2013 saranno rideterminati gli organici delle Forze armate con la riduzione del numero delle promozioni (esclusi Carabinieri, Gdf, Capitanerie di porto e Polizia penitenziaria). Infine, il decreto dispone che agli inquilini intenzionati ad acquistare l'abitazione (se è di proprietà di un'ente previdenziale e se è sede della residenza) venga concesso un tempo non inferiore a 120 giorni dal ricevimento dell’offerta.


 

 "ORA EMILIA"

Per aiutare le popolazioni colpite dal sisma ecco
il conto corrente su cui è possibile effettuare il versamento:


IT02 N031 2702 4100 0000 000 1 494
(Banca Unipol)

intestato a
“EMERGENZA TERREMOTO EMILIA ROMAGNA
Partito Democratico Emilia-Romagna”
Causale “Emergenza terremoto”

I fondi raccolti saranno messi integralmente a disposizione
delle istituzioni locali maggiormente danneggiate.

 

Attività parlamentare di alessandro Naccarato

Vai alla pagina delle interrogazioni parlamentari  (clicca qui)

Vai alla pagina delle Proposte di legge  (clicca qui)

Vai alla pagina degli Ordini del Giorno  (clicca qui)

Vai alla pagina degli interventi (clicca qui) 

In Aula (clicca qui)

In Commissione (clicca qui) 

Altri interventi in Aula (clicca qui) 

Altri interventi in Commissione (clicca qui)

Iscriviti al Pd 

Per saperne di più clicca qui

 Il Portale d'Informazione
suI CIRCOLI territoriali PD

Per saperne di più clicca qui
 

collegati al sito nazionale del PD 
www.partitodemocratico.it

collegati al sito del 
PD di Padova 
www.partitodemocraticopadova.it

 naccarato_a@camera.it

www.alessandronaccarato.it

Se non volete ricevere la newsletter, inviate una mail chiedendo di essere cancellati dalla mailing list

 

ATTIVA, SULL’ORLO DEL FALLIMENTO
 
di Alessandro Naccarato
 
 
 
L’INTERVENTO
 
 
 
 
 

Sono trascorsi meno di 24 mesi dall’omologa del Tribunale di Padova al piano di ristrutturazione del debito di Attiva Spa con le banche, e la vicenda appare già dimenticata. Eppure, il bilancio consuntivo 2011, approvato nei giorni scorsi, indica che il concordato fallimentare dell'ex Cosecon riserva sorprese negative e rischia di compromettere ulteriormente la drammatica situazione dei Comuni soci. Attiva ha ancora oltre 100 milioni di euro di debiti, ha chiuso il 2011 con una perdita di 470 mila euro e non possiede le risorse per garantire la continuità aziendale. La relazione del revisore contabile allegata al bilancio certifica una condizione che si commenta da sola: «La società nell’esercizio concluso non ha raggiunto, soprattutto in termini di ricavi, gli obiettivi stabiliti con l’accordo di ristrutturazione ex art.182 bis legge fallimentare L’andamento del 2012 fa ragionevolmente ritenere che questi non saranno raggiunti nemmeno nell’esercizio in corso. La mancanza delle entrate finanziarie preventivate nel Piano renderà complessa la continuazione dell’attività a partire dall’esercizio 2013 quando il periodo di moratoria dei finanziamenti giungerà a termine. In mancanza dell’adozione di opportuni e tempestivi provvedimenti diretti ad affrontare e risolvere questi aspetti, la continuità aziendale da tale momento risulterà compromessa». Appare ormai chiaro che il via libera alla sopravvivenza dell’ex Cosecon è stato concesso con eccessiva superficialità e che la società è stata mantenuta in vita a vantaggio di chi le ha erogato (e tuttora eroga) credito. Proprio utilzzando le procedure consentite dal concordato Attiva ha intrapreso un'operazione immobiliare assai discutibile. A fine 2011 L'ex Cosecon ha costituito Magazzini Generali di Padova Srl con sede in via Svezia. Scopo dell’impresa è la vendita a Servizi Logistici Srl - società partecipata anche da alcuni soci di Attiva, sempre con sede in via Svezia 9 a Padova - dei Magazzini Generali di Conselve al prezzo di 4 milioni di euro. E' un'operazione immobiliare che ha permesso ad Attiva di inserire già nel bilancio 2011 la somma in questione, in modo da diminuire il passivo. In realtà, Attiva ha già sottoscritto un contratto preliminare con Servizi Logistici Srl, che si è impegnata a comprare le quote della nuova società entro il 2012. L'iniziativa è irrilevante ai fini del risanamento dell'ex Cosecon e coinvolge soggetti presenti sia in Attiva che in Servizi Logistici Srl. La manovra ricorda quella del cogeneratore a biomasse nel Conselvano. Era l’11 settembre 2007: con la delibera n.2685 la Regione Veneto autorizzava Cosecon a realizzare un impianto da 5,3 MW finanziato con 2,6 milioni di euro di fondi UE per interventi strutturali in campo energetico. Soldi pubblici, vincolati a un caposaldo: il combustibile vegetale sarebbe dovuto provenire, per la maggior parte, dalla produzione regionale. L’investimento si sarebbe dovuto ripagare con la vendita di energia e certificati verdi. A 5 anni di distanza il cogeneratore è una cattedrale nel deserto, mai entrata in funzione, che Attiva non riesce neppure ad affittare. La vicenda di Attiva deve far riflettere sul ricorso ai concordati fallimentari delle aziende in crisi, troppo spesso vengono utilizzati per allungare i tempi della liquidazione a vantaggio delle banche anziché dei piccoli creditori a cui finisce un risarcimento poco più che simbolico. Solo in questo quadro sì comprende la proposta di fusione tra Attiva, Interporto e Zip lanciata mesi fa dagli industriali padovani. Un modo surrettizio di scaricare i debiti dell’ex Cosecon su due società “sane” dal punto di vista del patrimonio, ovvero in grado di garantire alle banche il rientro dei debiti di Attiva. Alessandro Naccarato Deputato Gruppo PD