Federalismo fiscale mutismo in Regione
Il Mattino
di Padova, 2 ottobre 2008
Centinaia di
sindaci veneti sono stati a Roma per avanzare una
proposta semplice: se davvero si vuole il
federalismo fiscale, si cominci con il consentire ai
Comuni di trattenere il 20% dell’Irpef sul proprio
territorio.
In questo modo si possono ottenere diversi
risultati: eliminare i trasferimenti statali, oggi
basati sullo scandaloso criterio della spesa storica
(che equivale a dire: più spendi, più finanziamenti
ottieni), responsabilizzare gli enti locali,
premiando quelli virtuosi e penalizzando chi
dilapida le risorse pubbliche; garantire ai
cittadini servizi efficienti; creare un circuito
virtuoso che consenta alle istituzioni locali di
avere un ritorno positivo dalle iniziative che
creano ricchezza sul territorio.
Il movimento dei sindaci veneti ha avuto, in questi
mesi, un grande merito: perseguire con tenacia un
obiettivo comune, al di là delle appartenenze
politiche. In una prima fase lo stesso governatore
Galan ha sostenuto l’iniziativa, partecipando a un
incontro tenutosi a Padova. Quando, però, si è
passati dalle parole ai fatti, Galan si è tirato
indietro, decidendo di non partecipare all’incontro
a Roma con il governo. Non sapendo come giustificare
questa inversione di rotta, il presidente della
Regione ha pensato bene di giustificarsi attaccando
il sindaco di Padova Flavio Zanonato che, a suo
dire, avrebbe strumentalizzato il movimento dei
sindaci. Un presidente di Regione, che ha cercato di
salire sul treno di questo movimento evidentemente
per combattere la sua battaglia tutta interna al
centrodestra, accusa un sindaco come Zanonato di
strumentalizzazione.
Si tratta di affermazioni quanto meno paradossali.
Evidentemente Galan, che ha prima sparato a zero
contro la bozza Calderoli e oggi si dichiara
completamente d’accordo con quanto sostiene il
ministro leghista, aveva bisogno di un escamotage
per motivare la sua ennesima piroetta. Forse farebbe
bene a occuparsi di quanto succede nella Regione
Veneto, dove il centrodestra è ormai diviso su tutto
ed è guerra aperta tra il Pdl e la Lega su chi dovrà
candidarsi a presidente nel 2010. Intanto è tutto
fermo: dei fondi per la sanità e per le nuove
strutture ospedaliere, tra cui il nuovo ospedale di
Padova, non c’è traccia, e non riescono neanche a
mettersi d’accordo sulle comunità montane.
Dal modo in cui il governo avrà risposto ai sindaci
veneti capiremo quali sono le reali intenzioni
dell’esecutivo. Certo, alcuni episodi di questi
giorni non lasciano ben sperare, basti ricordare la
proposta di lasciare alla Regione Sicilia l’intera
accisa sulla benzina e alla decisione di regalare al
Comune di Catania, ridotto alla bancarotta
dall’amministrazione Scapagnini e da chi lo ha
sostituito, 140 milioni di euro, poco meno
dell’intero bilancio di un Comune delle dimensioni
di Padova. Se queste scelte fossero state assunte
dal governo Prodi, Galan avrebbe urlato contro il
tradimento del Nord; ma oggi che a Roma ci sono i
suoi amici, dalle parti di Palazzo Balbi si sente un
silenzio assordante.
Alessandro Naccarato, Deputato Partito
Democratico