LE
NOSTRE PROPOSTE SULL’IMMIGRAZIONE
mattino di padova 4 aprile 2008
Qualcuno, strumentalmente, sostiene di non vedere
differenze significative tra il Partito Democratico
e la coalizione di destra guidata da Berlusconi. Non
c’è nulla di più distante dal vero e a dimostrarlo
sono i fatti. La differenza principale è costituita
dalla coerenza del nostro programma, soprattutto se
paragonata alla confusione che regna sovrana tra i
nostri avversari.
Mi riferisco, in particolare, ad una questione
programmatica davvero rilevante per chi si candida
alla guida di un Paese complesso come l’Italia: le
politiche dell’immigrazione. Dopo una prima, timida
apertura da parte dell’on. Gianfranco Fini sul voto
amministrativo agli immigrati che vivono e lavorano
regolarmente nelle nostre città, risalente a qualche
anno fa, anche Berlusconi si dichiara oggi d’accordo
con questa impostazione.
E’ bastata una dichiarazione d’intenti in tal senso
per far emergere le contraddizioni con la Lega Nord,
che ha minacciato una immediata crisi di governo nel
caso passasse un simile provvedimento. Sono subito
volate parole grosse, soprattutto da parte del
Presidente Galan, che ha dichiarato alla Stampa:»
Facciamo chiarezza. Se nel Veneto c’è qualche
coglione della Lega che parla di espulsioni, è
meglio dimenticarselo». Niente male come dialogo tra
alleati che governano insieme la nostra Regione e
che aspirano a governare l’Italia.
Nel Partito Democratico, invece, sul punto abbiamo,
ormai da tempo, le idee assolutamente chiare: a
nostro avviso chi risiede in Italia da almeno cinque
anni e non ha mai avuto problemi con la giustizia
può votare alle elezioni amministrative. Riteniamo
questo uno straordinario strumento di integrazione,
che consente a chi lavora e paga le tasse di
sentirsi rappresentato nelle Istituzioni locali e di
far parte a pieno titolo della nostra comunità. Una
scelta di buon senso che consente di distinguere con
ancor più nettezza chi, provenendo da altri Paesi,
viene in Italia per vivere onestamente e per
migliorare le condizioni della propria famiglia, da
chi invece delinque e vive al di fuori della
legalità, verso cui non possiamo avere nessuna
tolleranza e comprensione. Integrazione e legalità
sono, dunque, le due coordinate fondamentali della
nostra politica nei confronti dell’immigrazione che,
per essere attuata pienamente, necessita di una
legislazione adeguata, capace di favorire l’ingresso
regolare e di combattere il fenomeno della
clandestinità.
La legge Bossi Fini si è dimostrata assolutamente
inefficace e va cambiata. In piccolo, a Padova,
l’amministrazione comunale si è sempre mossa lungo
questi binari, sostenendo che solidarietà e
sicurezza sono due valori inscindibili e agendo di
conseguenza.
Mi chiedo se i consiglieri comunali di Forza Italia
e Alleanza Nazionale, in particolare Domenico
Menorello e Maurizio Saia, che ci hanno sempre
attaccato per la nostra richiesta di dare il voto
amministrativo agli immigrati, stiano riflettendo e
tornando sui propri passi, oggi che i loro leader
nazionali di riferimento ci danno ragione.
on. Alessandro Naccarato candidato del
Partito Democratico alla Camera dei Deputati