Naccarato e
Gallo: «I costi sono troppo vaghi»
Ospedale nuovo,
il piano non convince il Pd
Il Mattino
di Padova, 5 ottobre 2008
«L’unico passo
concreto l’ha fatto il Comune che ha individuato
un’area pubblica da 600 mila metri quadrati a Padova
Ovest. Gli altri enti fin qui hanno solo
chiacchierato e, soprattutto, non hanno stanziato un
euro». Lo hanno ricordato ieri, nella sala gruppi di
Palazzo Moroni, l’onorevole Alessandro Naccarato e
il consigliere regionale Giovanni Gallo, del Partito
Democratico, intervenendo sulle prospettive del
nuovo ospedale. «Ricordate? Nell’estate del 2005 la
senatrice Elisabetta Casellati, allora
sottosegretario alla Sanità - ha argomentato
Naccarato - garantì che c’erano le risorse per
l’opera. Sono passati tre anni ma alla voce
“investimenti su infrastrutture sanitarie” la
casella patavina è malinconicamente vuota».
«Anche “Patavium”, il corposo documento della
Regione Veneto predisposto dal dottor Ruscitti - ha
aggiunto il capogruppo Gallo - indica degli importi
e dei dimensionamenti estremamente vaghi, di
un’approssimazione per certi versi paurosa. Inoltre
gli operatori sanitari, a cominciare dai direttori
generali, non sono stati minimamente coinvolti.
Sicché vien da pensare che si sia creata ad arte
un’illusione. E pure l’ipotesi del nuovo ospedale
per Monselice-Este, per una spesa di 160 milioni di
euro con un ricorso al privato per 60, è finita nel
dimenticatoio. Tornando a Padova, per un ospedale da
600 posti letto servono 1 miliardo 250 milioni,
esclusi gli oneri finanziari, più 550 milioni per
attrezzature e arredi. Se pensiamo che, nella spesa
di 300 milioni sostenuta per l’ospedale dell’Angelo
di Mestre il privato è intervenuto per 130 milioni,
a Padova, dove i fondi regionali potrebbero al
massimo arrivare a 150 milioni, quale dovrebbe
essere la partecipazione del privato? Per ripianare
i costi, dovrebbero essere appaltati tutti i
servizi».
A scanso di equivoci, Naccarato ribadisce che «il
Pd è d’accordissimo sul varo di un nuovo ospedale.
Il fatto che la Regione tentenni fa pensare che sia
stato indicato l’obiettivo come un trucchetto per
non mettere più soldi nella sanità pubblica,
favorendo quella privata. Per fortuna i direttori
generali dell’Azienda ospedaliera e dell’Usl 16
hanno saputo garantire ai reparti un livello elevato
di manutenzione. Ultima considerazione: come si
possono traslocare policlinico e monoblocco in una
nuova struttura ospedaliera così piccola? Vien da
pensare allora che il nuovo ospedale sia aggiuntivo
e non sostitutivo di quelli esistenti»