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No alla Ronconi nella Consulta
Mattino di Padova 12-12-2006

Caro direttore, la notizia della nomina di Susanna Ronconi alla Consulta nazionale delle tossicodipendenze, decisa dal ministro Ferrero, ha creato non poche polemiche. Dico francamente come la penso: non condivido affatto la scelta del Ministro per gli Affari sociali. Susanna Ronconi ha fatto parte delle organizzazioni terroristiche Prima Linea e Brigate Rosse ed è stata condannata, oltre che per i reati associativi, per aver partecipato all’omicidio di Mazzola e Giralucci. E’ vero, la Ronconi ha pagato il suo debito con la giustizia e merita un’altra chance, ha il diritto di rifarsi una vita e di essere reintegrata nella società. Ma è altrettanto vero che lo Stato, tra la vittima e il carnefice, deve sempre stare dalla parte della vittima, dei suoi familiari, dei suoi amici. Negli anni ’70 l’estremismo nero e rosso ha causato ferite che sono difficilmente rimarginabili, soprattutto per quelle centinaia, migliaia di famiglie, che hanno visto cadere i propri cari sotto i colpi del piombo e delle bombe. Integrare nelle Istituzioni persone che si sono macchiate di delitti terribili e che hanno attentato alla democrazia e alla nostra convivenza civile non è certo un buon segnale per tutti quei cittadini onesti, che non ricorrono alla violenza per fare valere le proprie opinioni e le proprie posizioni politiche.
Chi ha scontato la sua pena, chi ha pagato il conto con la giustizia, una volta tornato in libertà, deve poter trovare nuovamente posto nella nostra società, ma non può pretendere di ricoprire incarichi in pubblici uffici. Questa è la mia opinione, che vale sempre, a prescindere dal colore politico e dalle idee di chi abbia violato così pesantemente la legge. Per queste ragioni ho presentato un’interrogazione parlamentare, con la quale chiedo al Ministro Ferrero se nel mondo della prevenzione delle tossicodipendenze non esistano personalità con titoli scientifici almeno pari a quelli di Susanna Ronconi e se non ravvisi l’inopportunità di questa nomina alla luce dell’ appartenenza della Ronconi a strutture clandestine che hanno ucciso cittadini inermi e Servitori dello Stato.
Spero che il ministro possa tornare sulla sua scelta e comprendere quali siano le implicazioni della sua decisione. Non possiamo chiedere l’interdizione dai pubblici uffici per chi abbia commesso reati di corruzione e poi non essere conseguenti nei confronti di chi, come Susanna Ronconi, ha partecipato ad un omicidio e ha militato in organizzazioni terroristiche che volevano sovvertire il nostro ordinamento costituzionale.

Alessandro Naccarato
Deputato gruppo Ulivo
Segretario regionale DS