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AFFARI E POLITICA NELLA BASSA
Imbarazzo per l’indagine su Casellato
L’imprenditore aponense è al vertice di Cosecon Distribuzione
Mattino di Padova 16-07-06 Pag. 36

CONSELVE. Una nuova grana sulla Cosecon, gli amministratori e i sindaci, da mesi alla ricerca di una soluzione, gestionale e politica, che riporti la Spa del Conselvano lontano dai riflettori. Invece il «giallo» dell’azoto pompato nella condotta del gas costruita nel Bellunese dalla Sime sta provocando una nuova ondata di reazioni che vanno dall’imbarazzo alla preoccupazione. Per di più proprio nei giorni in cui la società del Conselvano ha venduto Energycom, azienda che si occupa della fatturazione del gas a oltre 24.000 utenti, alla Sime di Monselice. Ora uno dei proprietari della Sime, Paolo Casellato, si trova al centro di una storia tutta da chiarire, sulla quale la magistratura ha puntato gli occhi, o meglio, le orecchie. Il fatto che la famiglia Casellato sia in affari con Cosecon proprio nel settore del gas metano certo non lascia indifferenti, anzi ai più richiama preoccupanti analogie con la tormentata vicenda di Trasporti Ecologici.
 Il business dell’energia. La Sime è una società impegnata nella costruzione di reti di gas metano in diverse zone del Veneto, di proprietà della famiglia Casellato di Abano Terme. Guido Casellato da qualche anno è amministratore delegato di Energycom, pertanto si occupa della commercializzazione del gas metano. Il fratello Paolo, invece, è amministratore delegato di Cosecon Distribuzione, la società controllata direttamente dalla Spa che ha in concessione la rete del metano, di proprietà dei comuni. Ebbene, il mese scorso il panorama societario è mutato, i fratelli Casellato hanno mantenuto, anzi consolidato, le loro posizioni e c’è stato un discreto giro di denaro. Cosecon infatti ha ceduto alla Sime il 43 per cento delle azioni di Energycom. L’operazione è stata sancita dall’assemblea dei soci qualche giorno fa e il vecchio consiglio d’amministrazione, di cui era presidente Fausto Vicentini, della Margherita di Conselve, è stato sciolto perché la proprietà è passata per intero alla famiglia Casellato. La cessione ha fruttato alla Cosecon circa 2,8 milioni di euro, ma di questa cifra oltre la metà, ovvero 1,6 milioni, è confluita nel capitale sociale di Cosecon Distribuzione, il cui amministratore è Paolo Casellato. L’operazione si è conclusa nei giorni scorsi senza sollevare particolari entusiasmi. Anzi da più parti politiche vengono contestate le modalità della cessione, compiuta senza una gara di evidenza pubblica. Sarebbero anche partite delle segnalazioni alla Corte dei Conti.
 Le reazioni, aspettando l’assemblea. In questo clima, rovente ma non certo balneare, Cosecon si avvia all’appuntamento con l’assemblea dei soci di giovedì. Carne al fuoco ce n’è parecchia: l’approvazione del bilancio 2005, la cessione di Trasporti Ecologici e quella di Energycom, ma soprattutto il futuro degli attuali amministratori di Cosecon e del presidente Natalino Zambolin. I sindaci del Conselvano, soci di maggioranza, stanno mettendo a punto una nuova strategia che comprende anche una riorganizzazione della Spa. La vicenda della Sime non aiuta, anzi. Chiara Brazzo, sindaco di Candiana e presidente del patto fra i soci storici, fino a qualche settimana fa era anche consigliere di Energycom: «Abbiamo approvato il bilancio e poi siamo usciti - ricorda - E devo dire che abbiamo chiuso con 900.000 euro di attivo, un buon risultato per una società che si occupa di gas. Della Sime e di quello che è accaduto nel Bellunese non so nulla: attendiamo chiarimenti». Decisamente più preoccupato il sindaco di Conselve Luciano Sguotti: «E’ una vicenda inquietante sulla quale va fatta chiarezza - afferma - In attesa di sviluppi penso che sia il caso d’interrogarci sul futuro che vogliamo dare alla gestione dei servizi nel nostro territorio». Lapidario il giudizio di Alessandro Naccarato, deputato dei Ds: «E’ la conferma di quello che abbiamo sempre sostenuto su Cosecon e le altre società. Siamo difronte a un consociativismo conclamato e, da quanto apprendiamo, gli interlocutori sono sempre più discutibili. Il problema è che i sindaci non hanno tutelato gli interessi pubblici, anzi hanno favorito quelli dei privati, tanto nel settore dell’ambiente come in quello dell’energia. Lo testimonia la recente operazione Energycom, sulla quale nei prossimi giorni informeremo l’autorità giudiziaria».