VENETO Prima intesa a
Verona, poi verrà estesa a tutta la regione.
Un vademecum per gli operai
Patto sull’alcol:
al lavoro non si beve
Il 20% degli infortuni causato dal "bicchiere",
parte la campagna
di Confindustria e sindacati
Il Gazzettino, 17 maggio 2010
Bere sul luogo di
lavoro non solo non è etico, ma è pure vietato,
tanto che il sindacato e l’impresa insieme, per la
prima volta, hanno deciso di avviare una campagna
per sensibilizzare i lavoratori. La legge è severa,
ma a quanto pare non tutti i luoghi di lavoro la
applicano severamente se è vero che il 5-10 % dei
dipendenti (sono dati Oms) fa uso di sostanze che
creano dipendenza (dall’alcol alle droghe); che il
20 % dei 940 mila infortuni sul lavoro è legato
all’uso di alcol (dati Inail); che chi assume droghe
o alcol causa tre volte più infortuni; infine che
chi ama alzare il gomito si ammala, e quindi perde
giornate di lavoro, 4 volte più di chi non beve
affatto.
Pochi giorni fa in Trentino dopo tre mesi di
controlli circa cento lavoratori impiegati con
mansioni a rischio per la sicurezza sono stati
trovati positivi ai test per l’uso di cannabis e
cocaina. Non sono numeri confortanti, visto che poi
nel Veneto ci sono oltre 8 mila persone in
trattamento da alcol, situazione che nel biennio
2007-2008 ha portato addirittura a 7 mila ricoveri.
Con queste cifre non si poteva stare a guardare. La
giunta regionale del Veneto in passato ha approvato
il Piano di Promozione della Salute negli Ambienti
di Lavoro con lo scopo di promuovere una cultura
orientata a stili di vita e comportamenti sicuri e
responsabili.
Ora scende in campo anche l’impresa con una campagna
informativa sul divieto di assunzione e
somministrazione di alcol al lavoro lanciata da
Confindustria con Cgil, Cisl, Uil di Verona. Il
primo risultato “tangibile” della collaborazione tra
l’associazione degli industriali e i sindacati a
favore di una maggiore informazione e
sensibilizzazione dei lavoratori è il “vademecum” –
scaricabile gratuitamente dai siti delle
associazioni promotrici - che illustra in modo
semplice e diretto tutti i contenuti della norma che
vieta assunzione e somministrazione di alcolici sul
posto di lavoro, oltre ai doveri delle aziende e le
mansioni a cui viene applicata la legge:
dall’autista all’operaio di cava, dal carrellista al
conduttore di forni di fusione, dal lavoratore
dell’edilizia al manutentore di ascensori.
«Tutto s’inquadra nel rapporto che Confindustria ha
con i sindacati e questa è una delle iniziative che
secondo noi ha il valore di porre attenzione al
personale e alla sicurezza sul lavoro - sottolinea
Franco Zanardi, vicepresidente di Confindustria
Verona per le relazioni industriali e gli affari
sociali - Ma è anche un laboratorio di consenso,
lavorare insieme con l’attenzione prioritaria alla
salute dei lavoratori, al di là degli obblighi di
legge, ha il valore di creare consenso».
La campagna, una delle prime del Nordest e che poi
sarà estesa a tutto il Veneto, nasce in risposta
alle crescenti preoccupazioni dei lavoratori
riscontrate dai sindacati e alle richieste di
chiarimenti da parte delle aziende. L’iniziativa si
inserisce nell’ambito del "Patto per la
Competitività, lo Sviluppo responsabile e la
Coesione sociale" sottoscritto da Confindustria
Verona e dai tre sindacati per una collaborazione
tra le parti sociali. «L’alcol al lavoro è un grande
problema - sottolinea Giovanni Serpelloni, direttore
del Dipartimento per le politiche antidroga del
ministero - anche perchè spesso si associa a droghe.
Al lavoro non si può bere e il tasso alcolico per
gli autisti professionali non è di 0.5, ma 0».