Una legge-porcata
anche alle europee
Il Mattino
di Padova, 19 ottobre 2008
Dopo la
«legge-porcata», che ha tolto le preferenze alle
elezioni politiche, il governo vuole eliminare le
preferenze anche alle europee. Così i cittadini non
potranno scegliere i propri rappresentanti.
La Commissione Affari Costituzionali della Camera
sta approvando in questi giorni, con il voto
contrario di Partito Democratico, Italia dei valori
e Udc, la nuova legge elettorale per le elezioni
europee presentata dal Partito delle Libertà. A fine
ottobre la proposta arriverà alla Camera e, mi
auguro, aumenterà anche l’attenzione dell’opinione
pubblica su questa delicata vicenda. Si tratta
infatti di una legge che, se sarà votata dal
Parlamento, limiterà il potere di scelta degli
elettori, allontanerà i cittadini dalla politica e,
in sostanza, indebolirà la democrazia. La proposta
della destra contiene due aspetti di particolare
gravità: elimina il voto di preferenza e introduce
una soglia di sbarramento al 5 per cento.
In questo modo, dopo la «legge-porcata», voluta da
Berlusconi e Calderoli nel 2005, che ha tolto le
preferenze per le elezioni politiche, le preferenze
saranno eliminate anche per le Europee. Così i
cittadini non potranno scegliere i propri
rappresentanti che verranno indicati dai partiti. Il
fatto è di particolare gravità soprattutto in
previsione del ruolo crescente e delle maggiori
responsabilità che l’Europa avrà nei prossimi anni.
Con la legge elettorale proposta dalla destra si
rischia di allontanare ulteriormente i cittadini
dalle istituzioni europee e di indebolire il
processo di integrazione in atto.
Abbiamo già sperimentato i danni prodotti dalla
legge in vigore per le elezioni politiche che è
stata una delle cause del logoramento del rapporto
tra eletti ed elettori e del diffondersi di
insidiosi sentimenti di antipolitica e qualunquismo.
L’abolizione delle preferenze ha accentuato la
distanza tra istituzioni e cittadini e ha radicato
l’idea che i «politici» sono una casta chiusa di
persone distanti dai problemi.
Adesso la destra vuole, per interessi di parte,
togliere le preferenze anche per le elezioni europee
indebolendo la qualità della nostra democrazia.
Infatti le modifiche hanno due obiettivi: favorire
la nascita del Partito delle Libertà e consolidare
un sistema politico formato da partiti centralisti e
leaderistici. Il voto di preferenza, secondo gli
strateghi berlusconiani, romperebbe gli equilibri
interni a Forza Italia ed An nella fase fondativa
del Pdl e darebbe maggior peso ai gruppi dirigenti
locali radicati nel territorio. La destra vuole
costruire un sistema politico modellato sul partito
azienda di Berlusconi: un capo assoluto che possiede
il partito e decide tutto senza confrontarsi con
nessuno. E’ un modello che umilia il protagonismo e
le istanze dei territori, sopprime il diritto degli
elettori a scegliere gli eletti, trasforma le forze
politiche in strumenti al servizio del consenso del
«capo» di turno.
Attenzione, perché le conseguenze di questa logica
autoritaria si stanno diffondendo velocemente in
tutti gli schieramenti e nella società. In questo
modo il nostro sistema democratico si indebolisce e
la rappresentanza rischia di perdere valore e
qualità. Inoltre l’introduzione dello sbarramento al
5 per cento escluderà i partiti minori dalle
istituzioni europee e ridurrà gli spazi democratici.
Alcune forze minori rischiano, come in parte è già
accaduto dopo le ultime elezioni politiche, di
essere spinte su posizioni estremiste. Così milioni
di cittadini non saranno rappresentati e resteranno
senza voce e senza tutele, aprendo pericolose derive
di antagonismo contro le istituzioni. Il Pd si
oppone con forza alla nuova «legge-porcata» e
organizzerà nelle prossime settimane una campagna di
mobilitazione per informare i cittadini e
contrastare il provvedimento.
Se la legge sarà approvata il Pd dovrà reagire con
coerenza scegliendo candidati autorevoli e radicati
nel territorio con il metodo delle primarie.
Altrimenti, come è già successo in passato, si
perderà un’occasione per evidenziare la nostra
differenza rispetto alla destra e si alimenterà
l’errato luogo comune che considera uguali tutte le
forze politiche.
Alessandro Naccarato, Deputato Partito
Democratico