MONSELICE
BUFERA ALL’ACQUEDOTTO
Rossato contro i tagli del governo
I Ds: «Anche il Cvs si adeguerà»
Ha preso il coraggio a due mani e ha mandato una
lettera a tutti i parlamentari padovani per dire che
non è giusto quanto previsto dal nuovo decreto
Lanzillotta, in vigore dal 22 novembre prossimo. Lui
è Loris Rossato, presidente del Centro Veneto
Servizi.
Rossato ha sostenuto nero su bianco le
sue ragioni, scagliandosi contro la possibile
riduzione dei membri del consiglio di
amministrazione: da 8 a 5. «Il nostro Cda, ora, è
entrato nel pieno dell’attività. Ridurlo in questo
momento, significherebbe perdere competenze»,
sottolinea Rossato. Otto membri in tutto, in carica
da giugno 2006: i consiglieri percepiscono un
gettone di presenza di 1.500 euro al mese, mentre il
presidente di 2.000. Ma nonostante il nuovo Governo
abbia improntato la gestione delle aziende pubbliche
proprio sul taglio dei costi per cariche e poltrone,
Rossato non ci sta. «Chiedo di integrare e
modificare la normativa con la seguente proposta -
sta scritto nella lettera - lasciare facoltà ai cda
in carica di proseguire e concludere il mandato». Il
decreto Lanzillotta prevede che i cda delle società
a capitale pubblico vengano drasticamente ridotti:
quelle con un capitale inferiore ai 2 milioni di
euro dovrebbero scendere a quota 3 membri, le altre
a 5. Ed è questo il caso del Centro Veneto Servizi,
la società che gestisce l’acquedotto nella Bassa.
«Dopo un anno di rodaggio abbiamo pieno possesso
delle nostre facoltà - continua - ridurre ora il
consiglio comporterebbe un disagio e un probabile
costo da sopportare. Senza scordare poi, che i
membri del Cda esclusi dalle nuove nomine,
potrebbero addirittura fare causa. Perché loro hanno
firmato per un incarico triennale». Il cda è
composto da: Loris Rossato (presidente), Francesco
Chiapperin (vice), Giuseppe Rampazzo, Paolo Rocca,
Lino Rezzan, Gelindo Merlin, Cesare Cecchetto e
Fabio Toso.
La lettera di Rossato è arrivata anche nelle mani
di Alessandro Naccarato, parlamentare dell’Ulivo e a
Boris Sartori dei Ds: «E’ incredibile che di fronte
alle importanti e severe misure di riduzione dei
costi del Governo Prodi, un amministratore pubblico
reagisca chiedendo di non applicare le norme e di
ottenere una deroga per violare di fatto la legge -
dicono - appare evidente l’urgenza che anche il Cvs
riduca i costi di gestione».