TE: «Un disastro
più volte annunciato»
È arrivato il momento della fine annunciata della «Trasporti ecologici». Molti amministratori locali in questi anni hanno fatto finta di non vedere i consistenti danni ai soci pubblici provocati da una gestione disastrosa, di non sapere che le perdite continue sono state nascoste. E sono stati i diretti protagonisti di queste vicende, portando con sé responsabilità che oggi sono oggetto di un’indagine della magistratura. Questi amministratori hanno deciso di dar vita ad una società per la raccolta e smaltimento dei rifiuti insieme ad un socio privato scelto senza gara. Esattamente come è accaduto in molte zone della Campania. In questo modo la società ha accumulato ingenti debiti causati da una gestione incompetente e inadeguata. A un certo punto, nel tentativo di scaricare i debiti la società è stata ceduta a Cosecon, che l’ha acquistata ad un prezzo gonfiato rispetto al valore reale. E’ da notare che alcuni soci di Cosecon e di Trasporti Ecologici coincidevano e dunque venditore e acquirente erano spesso gli stessi soggetti. Su questi fatti è in corso un processo davanti al Tribunale di Padova contro alcuni amministratori delle due società. Non vogliamo fare processi sommari, ma riteniamo che la corretta e trasparente gestione della cosa pubblica presupponga un’assunzione di responsabilità da parte degli amministratori. Oggi molti dei responsabili di quella vicenda sono ancora al loro posto e anzi stanno provando ad entrare con la stessa logica speculativa e affaristica in altri servizi pubblici quali il gas, l’energia, la sanità. Non è la prima volta che lo affermiamo, sono almeno 5 anni che Ds e Partito Democratico denunciano questo stato di cose. L’unico sbocco della vicenda è la liquidazione della società: non poteva essere altrimenti, dopo aver visto per anni un pessimo servizio di smaltimento rifiuti, i lavoratori oggi a forte rischio occupazionale, un privato arricchirsi con i soldi pubblici, i debiti lasciati a carico, in ultima istanza, dei cittadini. L’amministrazione provinciale, a norma di legge, avrebbe dovuto controllare la situazione. Ma, anziché fare questo, ha deciso di diventare socia della Trasporti ecologici. Se il controllore è anche socio di Trasporti Ecologici, allora si capisce per quale motivo non c’è stata nessuna regolamentazione, nessuna verifica di ciò che avveniva, anzi l’amministrazione di Palazzo Santo Stefano ha difeso per anni la società della Bassa. E’ stato solo grazie a una mozione presentata dal centrosinistra che, in tempi recenti, visto il precipitare degli eventi, la Provincia ha scelto la via di vendere le proprie quote, semplicemente «saltando dalla nave prima che affondi». Oggi c’è il rischio che la protesta dei lavoratori porti ad una paralisi del servizio in molti comuni padovani, con un esito paragonabile alle vicende dei rifiuti della Campania. Forse ora i presidenti della Regione Veneto e della Provincia di Padova potranno smetterla di farsi propaganda con i rifiuti napoletani e volgeranno la loro attenzione ad un fatto molto semplice: se non si esercita correttamente e con attenzione il proprio ruolo pubblico, i disastri ambientali possono avvenire ovunque.
Alessandro Naccarato deputato Pd
Fabio Rocco segretario provinciale Pd