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Lodo Alfano: giustizia è fatta
Dichiarazione
dell'On. Alessandro Naccarato
La Corte Costituzionale ha bocciato il lodo
Alfano perché viola gli articoli 3 e 138
della Costituzione. La Corte infatti ha
ritenuto che la sospensione dei processi per
i Presidenti del Consiglio, della
Repubblica, della Camera e del Senato
contrasta con il principio di uguaglianza di
tutti i cittadini di fronte alla legge e non
può essere stabilita con legge ordinaria. La
sentenza conferma i rilievi di
incostituzionalità che il Partito
Democratico e l’opposizione avevano
evidenziato in Parlamento durante la
discussione sul lodo Alfano.
Si tratta di una decisione molto importante
che annulla una delle peggiori leggi
approvate dalla maggioranza di centrodestra
e ripristina lo stato di diritto. La
sentenza della Corte rappresenta anche una
efficace dimostrazione del buon
funzionamento del nostro ordinamento
costituzionale che si fonda sull’equilibrio
tra i poteri dello Stato. Da oggi Berlusconi
torna ad essere un cittadino come gli altri
e non, come dichiarato in modo frettoloso e
arrogante da un suo legale, un “primus super
pares”, e dovrà sottoporsi ai processi che
lo vedono imputato di gravi reati.
E’ un bel giorno per la nostra democrazia:
una pessima legge è stata annullata e i
principi della Costituzione sono stati
tutelati.
Pronuncia
a maggioranza dei giudici della Corte
costituzionale sulla legge che sospende i
processiper le prime quattro cariche dello
Stato.
"E' in conflitto col principio di
uguaglianza dei cittadini"
Consulta:
lodo Alfano illegittimo
"Non basta una legge ordinaria"
Bonaiuti:
"Sentenza politica, ma il premier continuerà
a governare"
Prima del verdetto la minaccia di Bossi:
"Non sfidare l'ira dei popoli"
La Repubblica, 7 ottobre 2009
ROMA - Il lodo Alfano è
illegittimo, perché viola ben due norme
della nostra Carta costituzionale:
l'articolo 3, che stabilisce l'uguaglianza
di tutti i cittadini (anche di fronte alla
legge); e l'articolo 138, che impone
l'obbligo, in casi del genere, di far
ricorso a una legge costituzionale e non
ordinaria. Lo hanno deciso, a maggioranza, i
giudici della Consulta, riuniti in seduta
plenaria dalla mattinata di ieri, a
proposito del provvedimento che sospende i
processi per le prime quattro cariche dello
Stato.
Una bocciatura a tutto campo, da parte della
Corte costituzionale, per il provvedimento
fortemente voluto dal premier Silvio
Berlusconi. Che lascia commentare l'esito
della vicenda al sottosegretario Paolo
Bonaiuti: "Una sentenza politica, ma il
presidente, il governo e la maggioranza
continueranno a governare come, in tutte le
occasioni dall'aprile del 2008, hanno
richiesto gli italiani con il loro voto".
Ma quella presa della Corte resta una
decisione di enorme importanza; forse la più
delicata, tra quelle degli ultimi anni.
Anche perché, sul piano pratico, sblocca i
due processi a carico del premier (per
corruzione in atti giudiziari dell'avvocato
Mills, e per reati societari nella
compravendita dei diritti tv Mediaset),
congelati proprio a causa del lodo.
I magistrati sono entrati in Camera di
consiglio ieri, ma la giornata si è conclusa
con una fumata nera. Da qui la seconda
riunione, quella odierna: mattinata ancora
con un nulla di fatto, e poi, nel
pomeriggio, la pronuncia è arrivata. Una
scelta non facile, quella dei giudici. Anche
perché tra i membri della Corte si è
consumato uno scontro tra i favorevoli e i
contrari. Fino alla decisione finale: a
quanto sembra nove dei quindici membri si
sono espressi per l'illegittimità, sei erano
di parere diverso.
Ancora stamattina, il ministro della
Giustizia Angelino Alfano aveva difeso con
forza la legge: un provvedimento - queste le
sue parole - "in cui noi abbiamo confidato,
ritenendo di avere applicato tutti i
precetti della precedente sentenza della
Consulta". Ma ora la Corte gli ha dato
torto. Ma, sempre prima della pronuncia
della Consulta, le parole più forti le ha
pronunciate Umberto Bossi: "Non sarà
bocciato, speriamo bene: ma non si può
sfidare l'ira dei popoli. Se il lodo sarà
bocciato la Lega trasformerà le elezioni
regionali in un referendum sul premier".
Parole, le sue, che hanno provocato reazioni
forti di condanna, da parte di tutti i
partiti di opposizione.
Quanto a Berlusconi, ha atteso la pronuncia
dei giudici costituzionali nella sua
residenza di Palazzo Grazioli con un pugno
di fedelissimi, del Pdl e della Lega.
Presenti, tra gli altri, Gianni Letta,
Alfano e Bossi col figlio Renzo. Subito dopo
l'ufficializzazione della sentenza, la
riunione si è sciolta.
Aveva ragione
il
Partito Democratico:
il "Lodo Alfano" è incostituzionale
Fin dall'inizio
della discussione sul c.d. "Lodo Alfano"
che avrebbe garantito l'immunità alle
quattro più alte cariche dello Stato, il
Partito Democratico si è sempre opposto a
questo provvedimento che rappresenta un
evidente e inaccettabile favore al Premier
Berlusconi, una legge approvata a tappe
forzate dalla maggioranza di destra per
risolvere i problemi giudiziari del
Presidente del Consiglio.
I
quattro intoccabili
dalla legge
Mattino di Padova 11
luglio 2008
La
maggioranza di destra sta approvando una
legge sbagliata, il cosiddetto «Lodo
Alfano», che sospende i processi per le
quattro più alte cariche dello Stato:
Presidente della Repubblica, Presidente del
Consiglio, Presidente della Camera,
Presidente del Senato. Purtroppo il periodo
estivo rischia di favorire la generale
distrazione con cui l’opinione pubblica
osserva gli avvenimenti politici ma è
necessario riflettere con attenzione sugli
effetti devastanti che la nuova norma
introdurrà. Ci sono due motivi che rendono
particolarmente grave la legge in
discussione: contrasta con la Costituzione;
estende in modo irragionevole ed esagerato
le prerogative delle principali figure
istituzionali, garantendo loro una sorta di
impunità del tutto immotivata e senza eguali
in nessun paese europeo. La nostra
Costituzione, all’articolo 3, stabilisce
l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte
alla legge e assicura, agli articoli 68, 90
e 96, ai parlamentari, ai ministri e al
Presidente della Repubblica un sistema di
immunità e di garanzie durante l’esercizio
delle loro funzioni. Queste norme furono
inserite nella Costituzione per evitare
conflitti tra poteri giudiziario,
legislativo ed esecutivo e per garantire
rapporti equilibrati tra le diverse funzioni
pubbliche, non per collocare al di sopra
della legge chi ricopre incarichi
importanti. E infatti le immunità e le
garanzie valgono soltanto per il periodo
durante il quale si esercita la funzione.
Oggi se un ministro ha commesso un reato
prima di ricoprire l’incarico viene
processato come tutti gli altri cittadini.
La legge proposta dalla destra invece
estende le immunità e le garanzie,
attraverso una sospensione dei processi
penali, a tutti i reati, anche a quelli
commessi prima di assumere la carica
pubblica. In questo modo se la persona che
ricopre una delle quattro cariche oggetto
del provvedimento ha commesso un reato nel
periodo precedente ottiene il privilegio di
avere la sospensione del processo: diventa
intoccabile, al di sopra della legge, degli
altri cittadini e della Costituzione. E’
esattamente la situazione in cui ritrova,
tanto per cambiare, Silvio Berlusconi.
così quelli che urlavano contro i
privilegi, contro lo strapotere dei
governanti oggi approvano una legge che
garantisce ad alcune figure una condizione
di assurda e mai vista prima impunità. In
pratica, dunque, la destra ha escogitato una
legge per impedire che il Presidente del
Consiglio possa essere sottoposto al
giudizio di un tribunale per fatti accaduti
prima che diventasse Premier. Ma c’è un
ulteriore elemento che aggrava, se
possibile, la situazione. Nel 2003 la destra
aveva già approvato una legge molto simile a
quella odierna, il cosiddetto «lodo Schifani»
e la Corte Costituzionale, con la sentenza
n. 24 del 2004, annullò, per diversi aspetti
di incostituzionalità, quella norma. C’è
quindi un precedente molto chiaro che
dovrebbe indurre la maggioranza a rinunciare
alla folle idea di rendere intoccabile il
proprio capo. Del resto, come nei precedenti
5 anni di governo, la destra è ossessionata
dai processi in corso su Berlusconi e cerca
con insistenza e pervicacia di impedire le
sentenze. Per ottenere questo risultato la
maggioranza è disposta a tralasciare i reali
problemi del Paese - la crisi economica,
l’inflazione, in crescita, le difficoltà di
molte famiglie, le infrastrutture
inadeguate, Alitalia - e a stravolgere il
nostro ordinamento costituzionale. Dalle
elezioni ad oggi la destra si è occupata
soltanto di proteggere il suo leader
incontrastato. Prima ha stravolto il decreto
sulla sicurezza, introducendo la norma che
blocca tutti i processi per i reati commessi
entro il 30 giugno 2002, paralizzando la
giustizia e 100.000 procedimenti in corso;
ora sospende tutti i processi per le più
importanti cariche dello Stato. E intanto
gli altri problemi possono aspettare; prima
bisogna sistemare le vicende di Berlusconi.
Alla lunga distanza la destra mostra il suo
vero volto e impone al Parlamento leggi
pensate per fare gli interessi di una
persona e non per rispondere alle esigenze
del Paese.
Per
scaricare il resoconto dell'intervento
dell'On. Naccarato
in Commissione sul c.d. "Lodo Alfano"
collegatevi al link
http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/bollet/frsmcdin.asp?AD=1&percboll=/_dati/leg16/lavori/bollet/200807/0708/html/0102/
|pagpro=INT36n1|all=off|commis=0102
IMMUNITA'- LE TAPPE
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Dal Lodo Schifani al Lodo Alfano
aspettando la decisione
Il Sole24ore,
6 ottobre 2009
|
Roma, 6
ottobre 2009 - La normativa sull'immunità delle
alte cariche dello Stato sotto la lente della Consulta.
E' prevista nella giornata di oggi l'udienza pubblica
sulla legge 124/2008, cosiddetto "Lodo Alfano".
Nell'attesa della decisione della Consulta ripercorriamo
le tappe fondamentali della vicenda ricostruendo i
passaggi legislativi e giurisprudenziali oggetto
dell'imminente giudizio. Si tratta di una ricerca di
archivio basata sui documenti e commenti apparsi in
questi sei anni su "Guida al Diritto". La ricostruzione
parte dalla prima versione del "lodo", noto alla cronaca
come "Schifani", e prosegue con la pronuncia della
Consulta n. 24 del 2004. Dopo la prima "bocciatura", il
tentativo di regolare le prerogative delle più alte
cariche dello Stato prosegue con la presentazione del
disegno di legge Alfano. Ma andiamo con ordine.
21 giugno 2003
Viene pubblicata in "Gazzetta Ufficiale" la legge
140/2003, nota anche como "Lodo Schifani". Nella sua
ultima formulazione l'articolo 1 afferma che "non
possono essere sottoposti a processi penali, per
qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti
l'assunzione della carica o della funzione fino alla
cessazione delle medesime, il Presidente della
Repubblica, il Presidente del Senato, il Presidente
della Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio
dei Ministri, il Presidente della Corte Costituzionale".
Per scaricare il testo della legge n. 140/2003
(c.d. "Lodo Schifani") collegatevi al link
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20 gennaio 2004
La sentenza 24/2004 della Corte costituzionale "boccia"
il Lodo. Per la precisione, ne dichiara illegittimo
proprio l'articolo 1, dal momento che viola i principi
di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge
e di obbligatorietà dell'azione penale. Gli altri
articoli del provvedimento, invece, non vengono
modificati in alcun modo.
Per scaricare il testo della sentenza della
Corte Costituzionale n. 24/2004 collegatevi al link
javascript:golink('doc.aspx?lista=%2313%3b%2c10971909','&cmd=gdprimopiano&sezione=gdprimopiano');
26 giugno 2008
Il ministro della Giustizia Angelino Alfano presenta al
Consiglio dei ministri un nuovo disegno di legge con
l'intenzione di riproporre una nuova normativa
sull'immunità delle alte cariche. Il nuovo testo
presenta alcune differenze rispetto alla legge 140/2003:
le cariche coinvolte sono solo quattro (escluso il
presidente della Consulta); i processi rimangono sospesi
solo per il termine della legislatura; le azioni civili
di risarcimento possono proseguire.
25 luglio 2008
La legge 124/2008 viene pubblicata in "Gazzetta
Ufficiale". Il "Lodo Alfano" diventa così legge dopo
essere stato approvato nell'ultima votazione conforme
dal Senato: 171 sì, 128 no e 6 astenuti. Nel panorama
legislativo europeo, il "Lodo Alfano" è un caso isolato;
infatti, se in molti Paesi è prevista un'immunità per i
parlamentari, limitatamente alla durata della funzione,
i rappresentanti del governo non godono invece di
nessuna garanzia in questo senso. Alcuni Stati
riconoscono un'immunità anche al Capo di Stato e solo la
Francia costituisce un'eccezione, dato che il Presidente
della Repubblica è anche a capo dell'esecutivo.
Per
scaricare il testo della legge n. 124/2008
(c.d. "Lodo Alfano") collegatevi al link
http://static.ilsole24ore.com/G/GuidaDiritto/binary/10971921.
13/10971921.pdf
26 settembre, 4 ottobre 2008
Dopo che il pubblico ministero Fabio De Pasquale ha
sollevato il dubbio di costituzionalità del nuovo
provvedimento in occasione dei processi per cui risulta
imputato anche il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, i giudici di Milano accolgono il suo ricorso
e presentano alla Consulta la richiesta di
pronunciamento sulla legittimità della legge. In attesa
della decisione dei giudici costituzionali, l'Avvocatura
dello Stato ha depositato una memoria in cui difende lo
spirito del "Lodo Alfano", ricordando l'esistenza di un
concreto rischio che le funzioni elettive non possano
essere esercitate con l'impegno dovuto, in caso di
procedimenti penali in corso.
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Partecipate all'incontro pubblico

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VERSO LE PRIMARIE DEL
25 OTTOBRE

Il congresso del Pd, lo scudo fiscale e
l'opposizione a Berlusconi
il candidato alla segreteria dei democratici nei nostri
studi
Bersani, videoforum a
Repubblica tv
"ll Lodo? Le sentenze vanno rispettate"
La
Repubblica, 6 ottobre 2009
ROMA - Le
assenze dei parlamentari del Pd durante il voto sullo
scudo fiscale? "Un fatto grave. Ho percepito
l'indignazione dei nostri elettori. Adesso il gruppo
parlamentare valuterà, distinguendo giustificati e non.
Bisogna porre rimedio". Parola di Pierluigi Bersani,
candidato in pole position per la segreteria del Pd, nel
video forum di Repubblica Tv. Un appuntamento molto
seguito sul nostro sito: più di 400 messaggi arrivati in
real time durante il video forum.
Scudo fiscale. Moltissimi gli
interventi, e le critiche, proprio sul voto alla Camera
sullo scudo fiscale. Su questo punto Bersani fa
chiaramente autocritica, anche se puntualizza:
"Ricordiamoci che è la destra ad aver fatto lo scudo
fiscale, noi abbiamo votato contro. Siamo molto rapidi a
togliere dal mirino la destra e metterci i nostri
problemi, che comunque dobbiamo sorvegliare. Non voglio
togliere nulla alla gravità della cosa, ma avendo 100
voti di maggioranza la destra ha sempre il tempo di
prendere le misure. Il Parlamento in questo ultimo anno
e mezzo non è il Parlamento di una volta. Dobbiamo
comunque essere più organizzati e disciplinati".
Di Pietro contro Napolitano. Sullo
scudo fiscale, Antonio Di Pietro ha attaccato il Capo
dello Stato, Napolitano, per aver detto di non poter far
altro che firmare la legge. Bersani prende nettamente le
distanze dal leader dell'Italia dei Valori. "Di Pietro
non può non sapere quale è il ruolo istituzionale del
presidente della Repubblica, che certe affermazioni
creano un solco nell'opposizione e quindi sono un regalo
a Berlusconi".
"Noi dobbiamo lavorare a una composizione del quadro
delle opposizioni, sapendo che ognuno deve metterci del
suo e prendersi le proprie responsabilità - ha aggiunto
Bersani a proposito degli alleati del Pd -. Non sarà
lucrare su due punti di percentuale il mio obiettivo, ma
l'alternativa di governo".
Ipotesi elezioni anticipate. L'ipotesi
di elezioni anticipate, se il quadro politico cambiasse?
"Berlusconi non ha in mano lui tutte le scelte. Ci sono
dei percorsi da rispettare, esiste un Capo dello Stato,
un assetto parlamentare ben preciso". E ad un lettore
che gli chiede se il Pd sia pronto ad elezioni
immediate, Bersani risponde: "Quando ci sono elezioni si
è sempre pronti. Ma non possiamo tutti i giorni
denunciare lo strapotere della destra e poi immaginare
che si dissolva. Io non ci credo. In ogni caso noi
cominciamo a predisporre 4-5 punti programmatici con cui
parlare agli italiani, così se capita l'incidente, siamo
di sicuro più pronti". Si parla di governo Fini, o
governo Draghi: "Sono giochi di fantasia che si possono
sempre fare. Ma esiste un Capo dello Stato - ribadisce
Bersani - facciamoci tutti i film che vogliamo ma sarei
più cauto. Perché questi discorsi fanno parte della
pressione che vuol fare la maggioranza sull'opinione
pubblica, e questo mi turba un po'. Non caschiamo in un
meccanismo che causa ansia".
Il programma di Bersani. Quale sarà la
prima cosa che farà Bersani, se eletto segretario del Pd?
"Il primo punto è la legge elettorale. Quella che c'è
oggi è all'origine dell'attuale impasse istituzionale,
perché i parlamentari sono nominati, non sono scelti dai
cittadini: quando governo e maggioranza sono un tutt'uno
non va bene. E' un ricatto contro tutta la società. Se
toccherà a me essere segretario del Pd - ha aggiunto
Bersani - la prima cosa che farà il Pd sarà una campagna
di questo genere: non è possibile che un cittadino possa
scegliere il segretario del Pd e non possa scegliere il
suo parlamentare. Siamo cittadini e quindi ci scegliamo
i nostri parlamentari".
Lodo Mondadori. "Le sentenze vanno
rispettate, i cittadini le rispettano, anche Berlusconi
deve rispettare le sentenze. Non credo a meccanismi ad
orologeria". L'alzata di toni di Berlusconi (che ha
parlato di piano eversivo) è un gesto che prelude a una
strategia: di fronte alle difficoltà, la buttiamo in
politica e la politica la butta in caciara così si
naviga meglio. Nella maggioranza bisognerebbe
riflettere: a che cosa può portare il paese questa cosa,
questi toni? Il paese non ha bisogno che la si butti in
rissa.
Il Pd e la sinistra. Francesco Rutelli sostiene che il
Pd si stia spostando troppo a sinistra, con un profilo
neo-socialdemocratico. Bersani risponde: "Non sono
d'accordo sul fatto di lasciare incustodite parole tipo
sinistra, cattolico democratico, liberale, civico... Io
sto cercando un mix, un profilo di cultura politica che
sia sociale, civico e liberale. Io ho la ricetta da
solo? No, ma penso che il congresso debba dare la
traccia. Bisogna lavorare assieme su questa ipotesi. E
poi non si può dimenticare da dove veniamo: guardate a
destra, la Lega ha addirittura rievocato Barbarossa".
Corsa alla leadership. "Chiunque vinca,
un uomo solo non potrà risolvere tutto. Io penso -
sostiene Bersani - che adesso non sia il caso di
litigare tra noi. In realtà, nei sostenitori delle
mozioni si sono mescolate le diverse provenienze. Avremo
un modo di ragionare e lavorare più unito rispetto a
prima".
Se Bersani vincerà le primarie e diventerà segretario
del Pd, che ruolo offrirà a Franceschini? "Non ho dubbi
- dice Bersani - sul fatto che ci sarà una
collaborazione perché anche nel rinnovamento del gruppo
dirigente, non andrei certo con il bilancino. Non sento
questa faziosità, non mi piace, non è nelle mie corde".
E sui suoi rapporti con Franceschini, aggiunge: "Credo
di poter dire che con Franceschini, e con Marino, siamo
anche amici, ma la politica è questa, riuscire ad essere
amici anche nel confronto delle idee".
Per
diffondere una cartolina sui temi della mozione Bersani e
convincere i vostri amici a votare Bersani alle
primarie del 25 ottobre
collegatevi al link
http://www.bersanisegretario.it/gw/producer/producer.aspx?t=/documenti/indice.htm&area=&gpl=&tipodoc=81

visita il sito
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