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Elezioni regionali 2010
I RISULTATI
DATI REGIONE VENETO 2010
   
 
 %
 N. VOTI
LEGA NORD 35.15% 788581
IL POPOLO DELLA LIBERTA' 24.74% 555006
ALLEANZA DI CENTRO 0.80% 18115
TOTALE   1361702
     
PARTITO DEMOCRATICO 20.34% 456309
ITALIA DEI VALORI 5.32% 119396
RIFONDAZIONE – COMUNISTI ITALIANI 1.56% 35028
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 1.22% 27578
IDEA 0.67% 15097
LIGA 0.19% 4390
TOTALE   657798
     
UDC 4.92% 110417
UNIONE NORD EST 1.54% 34697
TOTALE   145114
     
GRILLO 2.57% 57848
     
VENETI 0.35% 7879
     
FORZA NUOVA 0.28% 6476
     
PANTO 0.27% 6226
 

DATI PD PROVINCE VENETE 2010
 
 %
 N. VOTI
VERONA 16.85% 71472
     
VICENZA 17.77% 72301
     
TREVISO 18.16% 70754
     
PADOVA 20.42% 87217
     
BELLUNO 23.44% 20552
     
ROVIGO 25.41% 30421
     
VENEZIA 26.29% 102112
 

DATI
 PROVINCIA
 PADOVA
         
  reg05 eu09 prov09 reg10 dif 10-05 dif reg-eu dif reg-pro
pd 115939 112890 103935 87217 -28722 -25673 -16718
idv 5302 38572 32751 24657 19355 -13915 -8094
sx 32944 17156 17131 17014 -15930 -142 -117
civ 23446 15253 1321 0 -23446 -15253 -1321
csx 177631 183871 155138 128888 -48743 -54983 -26250
               
pdl 144165 170382 136409 109584 -34581 -60798 -26825
lega 44859 127155 123107 133963 89104 6808 10856
civ 3980 0 8889 6570 2590 6570 -2319
cdx 193004 297537 268405 250117 57113 -47420 -18288
               
udc 39938 40498 30676 26022 -13916 -14476 -4654
               
  reg05 eu09 prov09 reg10 dif 10-05 dif reg-eu dif reg-pro
pd 26.7 21.1 20.1 20.4 -6.3 -0.7 0.3
idv 1.2 7.2 6.6 5.8 4.6 -1.4 -0.8
sx 7.5 3.2 3.4 4.9 -2.6 1.7 1.5
civ 5.4 2.8 0.3 0 -5.4 -2.8 -0.3
csx 40.8 34.3 30.4 31.1 -9.7 -3.2 0.7
               
pdl 33.2 31.8 27.5 25.7 -7.5 -6.1 -1.8
lega 10.3 23.7 24.8 31.4 21.1 7.7 6.6
civ 0.9 0 1.8 1.5 0.6 1.5 -0.3
cdx 44.4 55.5 54.1 58.6 14.2 3.1 4.5
               
udc 9.2 7.5 6.2 6.1 -3.1 -1.4 -0.1
 

DATI
CITTA'
PADOVA
         
  reg05 eu09 com09 reg10 dif 10-05 dif reg-eu dif reg-pro
pd 30482 33062 32293 26326 -4156 -6736 -5967
idv 1501 11293 6302 7443 5942 -3850 1141
sx 9700 5582 5000 6053 -3647 471 1053
civ 7351 6054 8300 0 -7351 -6054 -8300
csx 49034 55991 51895 39822 -9212 -16169 -12073
               
pdl 32200 38105 27047 23418 -8782 -14687 -3629
lega 5578 17145 12523 19315 13737 2170 6792
civ 1255 0 11525 1204 -51 1204 -10321
cdx 39033 55250 51095 43937 4904 -11313 -7158
               
udc 5578 7158 3800 4172 -1406 -2986 372
altri 3371 3011 6766 4387 1016 1376 -2379
               
  reg05 eu09 com09 reg10 dif 10-05 dif reg-eu dif reg-pro
pd 31.2 27.2 28.4 28.5 -2.7 1.3 0.1
idv 1.5 9.3 5.5 8.1 6.6 -1.2 2.6
sx 10 4.6 4.4 6.6 -3.4 2 2.2
civ 7.4 5 7.4 0 -7.4 -5 -7.4
csx 50.1 46.1 45.7 43.2 -6.9 -2.9 -2.5
               
pdl 32.9 31.4 23.8 25.3 -7.6 -6.1 1.5
lega 5.7 14.1 11 20.9 15.2 6.8 9.9
civ 1.3 0 10.1 1.3 0 1.3 -8.8
cdx 39.9 45.5 44.9 47.5 7.6 2 2.6
               
udc 6.5 5.9 3.3 4.5 -2 -1.4 1.2
altri 3.5 2.5 6.1 4.8 1.3 2.3 -1.3
 

DATI 2005-2010 PRESIDENTI          
Regione Veneto          
           
reg05          
CARRARO %        
           
1144358 42        
           
Provincia di Padova          
           
reg05   prov09      
CARRARO % ALBUZIO %    
           
232439 44 161803 30.6    
           
Città di Padova       I turno  
           
reg05   prov09   com09  
CARRARO % ALBUZIO % ZANONATO %
           
64409 52 49250 41.8 55808 45.7
           
               
               
               
reg10   diff B-C          
BORTOLUSSI %   %        
               
738761 29 -405597 -13        
               
               
               
reg10   diff B-C   diff B-A      
BORTOLUSSI %   %   %    
               
146099 30 -86340 -15 -4345 -1    
               
            I turno  
               
reg10   diff B-C   diff B-A   diff B-Z  
BORTOLUSSI %   %   %   %
               
44905 42 -19504 -11 -4345 -0.2 -10903 -4.1
               
 
Intervista ad Alessandro Naccarato
«Sconfitta netta ma Bersani non si tocca il Pd ora costruisca l'alleanza con l'Udc»
Il Mattino di Padova, 2 aprile 2010

Onorevole Alessandro Naccarato nel Pd infuria la polemica: una lettera firmata da 49 senatori chiede a Bersani un cambio di passo. Lei che ne pensa del risultato elettorale?  
«Le elezioni hanno confermato la vittoria del centrodestra, dal 2008 lo scenario è sempre lo stesso: Pdl e Lega hanno una larghissima maggioranza e il Pd deve uscire dalla fase del congresso permanente per costruire un programma e un sistema di alleanze con cui vincere le politiche nel 2013. Logorare Bersani è un grave errore perché con coraggio ha costruito l’alleanza con l’Udc: è questa la strada per uscire dall’isolamento».  

Lei quindi non ha nostalgia di Veltroni che su Facebook invoca comportamenti coerenti del segretario?  «Assolutamente no. Veltroni è stato il teorico del partito leggero e della vocazione maggioritaria del Pd e ci ha portato in un vicolo cieco da cui Bersani sta provando ad uscire. L’intesa con l’Udc ci ha fatto vincere in Puglia, diventare competitivi in Piemonte e perdere nel Lazio dove Casini ha appoggiato la Polverini».  
Nel Veneto invece avete scelto Bortolussi e non De Poli: come mai?  «Si è preferito parlare al mondo della piccola impresa e dire ai veneti: teniamoci i soldi a casa nostra, guai a chi ci mette le mani in tasca. Invece sarebbe stato molto più lungimirante appoggiare la candidatura Udc-De Poli, com’è avvenuto a Venezia con Orsoni. Cacciari ha creato un modello che va esportato in Italia e nel Veneto il Pd ha deluso perché non ha saputo parlare al mondo cattolico moderato. Non solo Udc, ci manca l’area della ex dc morotea».  
La Lega intercetta i voti operai, voi quelli del pubblico impiego: come mai?  «Credo che il Pd abbia il dovere di tornare nelle fabbriche e di parlare a quei lavoratori che sono scesi in piazza con Epifani a Padova: la Lega cattura gli operai della Cgil con la spinta del cambiamento dello Stato, con la promessa del federalismo. E ha saputo presidiare il territorio con la difesa dell’identità culturale e del livello di benessere conquistato a fatica, oggi messo in crisi dalla recessione. Dobbiamo tornare tra la gente, nelle fabbriche e nei mercati popolari».  
Il governatore Luca Zaia ha vinto con la promessa solenne «federalismo subito» e Tremonti ha annunciato la riforma del fisco. Si può fare?  «E’ solo propaganda. Il federalismo costa e la flessione del Pil ha ridotto il gettito di Iva e Irpef tanto che Tremonti s’è inventato lo scudo fiscale per reggere all’urto della crisi. Hanno salvato le banche e ora dovranno concedere giustamente la deroga alla Cig alle aziende in crisi. Poi c’è il buco della sanità del Mezzogiorno da ripianare. Zaia e Cota dovranno attendere tempi migliori. L’unica cosa da fare è restituire l’Ici ai Comuni e sbloccare il patto di stabilità per rimettere in moto gli appalti. Credo che Berlusconi abbia fretta di approvare la legge sulle intercettazioni».  
Onorevole Naccarato, torniamo al Veneto e al risultato impietoso: 60% a Zaia e 30% a Bortolussi, 12 punti in meno rispetto a Massimo Carraro.  «Lo so. E qualcuno ha persino festeggiato: mai visto brindare dopo una sconfitta. Purtroppo abbiamo gettato alle ortiche il grande lavoro di Massimo Carraro, che aveva costruito un modello alternativo: il Veneto che si apre all’Europa, la locomotiva d’Italia che investe in ricerca, innovazione, cultura e formazione professionale con grande attenzione ai bisogni delle famiglie. Si tratta di riprendere in mano il progetto del Politecnico del Nordest e unire le esperienze dei parchi tecnologici in una sola struttura di eccellenza com’è avvenuto in Europa. Quanto al nucleare, è il governo che decide non la Regione».  
Del nuovo ospedale lei cosa ne pensa?  «E’ un dibattito emblematico della subalternità del Pd al centrodestra: a contrastare Galan che aveva fretta ad approvare il project da 1700 milioni è stata la Lega. Sono alleati e hanno giocato il ruolo di maggioranza e opposizione. Il Pd è finito ai margini, anche se la giunta Zanonato ha già scelto l’area: Padova ha bisogno di un nuovo ospedale perché quello attuale è vecchio e la manutenzione costa troppo. Ma prima di parlare di project va fatta una seria indagine epidemiologica sulle patologie e i flussi demografici. Poi vedremo se e in quali forme coinvolgere i privati».
 
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Alzata una barriera per ridurre
l’area a disposizione.
Naccarato e Micalizzi: era ora
Il sindaco Zanonato caccia i nomadi

Via Bassette, un nuovo muro divide in due il campo
Il Mattino di Padova, 9 aprile 2010

PADOVA. Il campo nomadi della discordia da ieri è ridotto ai minimi termini. Ancora una volta è un «muro» - stavolta di rete - a risolvere un problema di ordine pubblico: dopo quello tra via Anelli e via De Besi, ne è stato eretto un altro in via Bassette, avversato da commercianti e residenti di Mortise. L’area a disposizione delle famiglie nomadi è stata dimezzata: un’ordinanza del sindaco Flavio Zanonato impone la riduzione del numero di residenti da 70 a 40, 13 adulti e 27 minori. Esultano il deputato Alessandro Naccarato e il presidente del Quartiere 3 Andrea Micalizzi, che avevano dato voce alla protesta: era ora.

 
All’alba scatta il blitz restano solo nomadi coi figli in età scolare
Il Mattino di Padova, 9 aprile 2010


L’aria di sgombero si respirava da un po’ in via Bassette e ieri, all’alba, l’hanno messa in atto gli uomini del commissariato Stanga, coordinati dal commissario capo Angelo Gigante. Con loro i carabinieri, guidati dal tenente Luca Bordin e la polizia municipale con in testa l’assessore Marco Carrai e la vicecomandante Maria Luisa Ferretti. Il campo abusivo è stato ridotto della metà, ovvero 60 metri quadrati, e tra le due aree è stata eretta una barriera di new jersey in cemento e rete metallica. Davanti sono state sistemate le roulotte che hanno il permesso di restare. Il blitz è stato firmato dal sindaco Flavio Zanonato con un’ordinanza che contesta le condizioni igienico-sanitarie dell’area e solleva una questione di sicurezza.
 Restano i tre nuclei familiari bosniaci musulmani arrivati a Mortise più di due anni fa: i due fratelli Elvis e Sabato Seferovic più la sorella. Alle 7 di ieri, quando il campo è stato «invaso» dalle forze dell’ordine, dai tecnici della manutenzione, quelli del provveditorato e i servizi sociali che seguono i bambini, gli uomini si sono rimboccati le maniche e hanno smontato pezzo dopo pezzo le loro case per traslocare pochi metri più in là.
 Sono stati allontanati invece tre camper di adulti ma senza bambini. Sembrerebbe fossero ospiti temporanei e nessuno ha protestato. Inoltre sono state portate via dai mezzi Aps alcune carcasse di roulotte usate come magazzini. E’ partita la seconda fase: la riorganizzazione con i new-jersey dipinti di verde per non dare al campo l’aspetto di una gabbia. Alla fine delle operazioni il gruppo di tre famiglie allargate è stato ufficialmente censito.
 «Dobbiamo accettare per forza queste disposizioni - ha commentato Elvis, leader della comunità - Facciamo quello che dice il sindaco». Superata una seconda rete, in una roulotte vive Sara Michelon, la proprietaria dell’area. Ammette di aver ricevuto l’affitto del suolo per un anno: «Mi pagavano 100 euro a famiglia - rivela - Ma poi hanno smesso. Adesso li ho denunciati per occupazione abusiva, ho deciso di collaborare con il Comune. Siccome ci sono dei bambini restano gratis».

 

Un nuovo muro, campo dimezzato
Il Comune alza una barriera per ridurre l’area a disposizione dei nomadi
Naccarato: Si deve evitare di gestire il fenomeno in modo disorganizzato Rinnovo il mio spirito di collaborazione
 Il Mattino di Padova, 9 aprile 2010
 

Il campo nomadi della discordia, da ieri, è ridotto ai minimi termini. E ancora una volta è un muro (anche se non di calce e mattoni) a mettere fine ad un problema di ordine pubblico. Dopo quello tra via Anelli e via De Besi, ne è stato innalzato un altro nel bel mezzo del campo di via Bassette. Quello che da oltre un anno sta facendo perdere la pazienza a tutti: residenti di Mortise, commercianti e persino ad una frangia di esponenti del Partito Democratico. Ebbene, da ieri l’area a disposizione delle famiglie nomadi è esattamente la metà. Un’ordinanza del primo cittadino impone limiti sia dal punto di vista dell’estensione, sia per quel che riguarda il numero di residenti. Da 70 le persone presenti saranno ridotte a 40: 13 adulti e 27 minori. A garantire la volontà dell’amministrazione comunale sarà una parete con un basamento costituito da new-jersey e una grossa rete d’acciaio.
 RIVOLTA NEL PD. Venerdì 9 ottobre 2009: una parte del Pd padovano cambia passo. Il parlamentare Alessandro Naccarato e il presidente del CdQ3 Andrea Micalizzi organizzano un banchetto di protesta nel parcheggio del centro commerciale La Corte di Mortise. Chiedono lo sgombero del campo nomadi. Portano in piazza la protesta dei cittadini. Insomma, sorpassano a destra la Lega Nord proprio sul terreno di gioco più congeniale al Carroccio: la sicurezza. Il sindaco Zanonato non gradisce e nel Partito Democratico si crea più di qualche strappo, qualcuno non ancora ricucito. Ma l’iniziativa riesce a denunciare con forza il problema. E così il campo nomadi di via Bassette finisce in prefettura, in questura e al comando provinciale dei carabinieri.
 IL CONTRATTO. La situazione non è comunque facile da sbrogliare dal punto di vista giuridico. In via Bassette esistono infatti tre regolari contratti d’affitto. Tutto si regge sulla disponibilità data dalla proprietaria del terreno, Sara Michelon, anche lei residente in via Bassette, al civico 2. Nel campo nomadi abitano Elvis Seferovic con moglie e 10 figli (più nuora e nipotina), la famiglia Salkanovic con 6 figli, Gianni Ahmetovic con moglie e 8 figli. Questi sono i dati di uno degli ultimi rapporti stilati dalla polizia municipale, anche se poi, il numero delle presenze variava a seconda dei giorni e dei periodi.
 FURTI A RIPETIZIONE. Furti a ripetizione denunciati in tutto il quartiere. Commercianti sul piede di guerra e residenti pronti a chiamare 112 e 113 per ogni minima segnalazione. Domenica 24 gennaio, di mattina: in tre vengono beccati a caricare un furgone con quintali di bronzo. Un cittadino telefona ai carabinieri segnalando il furto in atto alla Tresso Sas di Camposampiero. Scatta l’inseguimento a alla fine i tre fuggitivi saltano oltre il parapetto della strada, rifugiandosi nel campo nomadi di via Bassette. I carabinieri circondano il campo con cinque pattuglie e alla fine arrestano Toni Salkanovic, 26 anni, bosniaco con residenza a Torino. Vengono presi anche gli altri due: sono minorenni. Un mese dopo, sempre lì, vengono trovati sei chilometri di cavi in rame appena rubati in un’azienda. Viene denunciata una donna di 32 anni, bosniaca, a cui è intestato il furgone in cui era stato caricato il materiale.
 LE REAZIONI. «Sono molto soddisfatto - ammette Alessandro Naccarato del Pd - avevamo evidenziato questo problema da diversi mesi. L’intervento dimostra che c’è attenzione costante su questo problema e mi pare si stia andando nella direzione giusta. Bisogna evitare che la presenza dei nomadi sia gestita in modo disorganizzato. Rinnovo il mio spirito costruttivo, non di divisione o di critica rispetto all’amministrazione». «Il ridimensionamento e lo sgombero graduale erano le nostre richieste - ricorda Andrea Micalizzi - Intervenire era un dovere nei confronti degli abitanti di Mortise e di Torre».
 L’AMMINISTRAZIONE. «E’ stata un’azione studiata nei dettagli - commenta Marco Carrai, assessore alla Polizia municipale - inoltre siamo d’accordo con la proprietaria dell’area, che intanto ha denunciato i rom per occupazione abusiva».

 

L’ordinanza del sindaco Flavio Zanonato
Igiene e sicurezza sono
i punti cardine
Il Mattino di Padova, 9 aprile 2010
 
 

Tenere il campo pulito e mettere a norma l’allacciamento di impianti elettrici e gas. L’ordinanza su via Bassette, che ha consentito anche la recinzione di una buona parte dell’area, l’ha firmata mercoledì il sindaco Flavio Zanonato. Nel testo si ricorda come, dei circa 70 nomadi presenti, molti sono in età scolare e risultano iscritti nelle scuole della zona. A preoccupare è soprattutto «l’aspetto igienico-sanitario» del campo, con un reale rischio anche per «l’incolumità degli stessi occupanti, derivante dagli impianti elettrici non a norma e dagli allacciamenti alla rete del gas».
 Si ordina quindi lo sgombero di tutto ciò non sia in regola, compresi «veicoli in evidente stato di abbandono». Il messaggio è chiaro: da ieri anche il campo di via Bassette dovrà avere un aspetto del tutto diverso. Non più zona di degrado, ma area in cui vengono rispettate le più basilari condizioni di igiene.
 
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ATTIVITA' PARLAMENTARE

Interrogazione presentata dall'On. Naccarato
La cancellazione delle tariffe postali agevolate il Governo danneggia l'editoria e il Terzo Settore
Camera dei Deputati, 8 aprile 2010
 
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze.
Per sapere - premesso che:

il 30 marzo 2010 è stato emanato il decreto interministeriale relativo alle tariffe agevolate per l'editoria nel quale, all'articolo 1, viene stabilito che: «Le tariffe agevolate per le spedizioni di prodotti editoriali di cui ai decreti ministeriali del 13 novembre 2002 e del 1o febbraio 2005, continuano ad applicarsi fino al 31 marzo 2010»;

il suddetto decreto interministeriale è stato immediatamente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana il giorno 31 marzo 2010 e, come sancito dall'articolo 2, ha effetto immediato;

la celerità manifestata dal Governo nell'entrata in vigore del decreto in questione ha creato forte preoccupazione e proteste da parte di numerose organizzazioni dell'editoria nonché di associazioni ed enti operanti nel terzo settore e nell'attività di volontariato;

in particolare molte aziende attive nell'editoria ed associazioni di categoria e di volontariato hanno usufruito finora delle agevolazioni per la spedizione del loro materiale informativo, fondamentale mezzo di informazione;

come è stato rilevato dai sindacati confederali del settore editoriale (Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil) il decreto emanato dal Governo scarica sugli editori l'onere della differenza tra la tariffa postale piena e quella agevolata che, finora, è stata a carico dello Stato;

di conseguenza il decreto interministeriale avrà pesanti ricadute economiche negative sull'intera filiera della comunicazione (carta stampata ed editoria) già colpita da un notevole calo dei fatturati e della vendita di libri legato alla diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione multimediale;

il citato decreto interministeriale colpisce fortemente anche l'attività di numerose organizzazioni del terzo settore e del volontariato. L'assenza delle agevolazioni postali per la spedizione del materiale informativo, infatti, danneggia tali organizzazioni impedendogli in molti casi di sfruttare le tariffe postali agevolate per reperire, attraverso la spedizione di materiale a iscritti e donatori, le risorse economiche necessarie a portare avanti la loro attività, come è accaduto finora;

inoltre l'immediata entrata in vigore del decreto ha sollevato forti proteste da parte del settore dell'editoria e del no-profit anche per il fatto che il Governo, con la decisione di emanare il decreto senza alcun preavviso, non ha coinvolto in un tavolo di concertazione tutti i soggetti interessati per discutere e confrontarsi sui vari aspetti delle misure adottate per mezzo del decreto;

la conseguenza di tale decisione del Governo è, di fatto, quella di ostacolare e impedire la fondamentale attività culturale e sociale, da un lato, di numerose case editrici, soprattutto quelle di piccole dimensioni e, dall'altro, di associazioni e organizzazioni no-profit attive da tempo nel volontariato -:

se i Ministri siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;

quali iniziative intendano porre in essere per reperire i fondi necessari al ripristino delle tariffe-postali agevolate per l'editoria;

quali azioni intendano intraprendere per promuovere l'attività delle numerose associazioni operanti nel terzo settore e nel volontariato e per costituire con le organizzazioni attive nell'editoria un tavolo di concertazione con l'obiettivo di individuare collegialmente i provvedimenti utili a sostegno di tutta la filiera della comunicazione in Italia.
 
Interrogazione presentata dall'On. Naccarato
Introduzione del Sistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI)
nelle piccole aziende
Camera dei Deputati, 8 aprile 2010
 
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico.
Per sapere - premesso che:

sulla Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27 febbraio 2010 è stato pubblicato il decreto ministeriale che regolamenta l'entrata in vigore del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (denominato SISTRI), introducendo parziali modifiche al precedente decreto del 17 dicembre 2009;

tali decreti prevedono, in un lasso di tempo che varia dal 30 marzo al 27 aprile 2010 a seconda delle categorie interessate, l'implementazione dei sistemi operativi nonché la disponibilità di attrezzature costose soprattutto per le imprese di piccole dimensioni;

l'obiettivo del decreto, ovvero quello di contrastare le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti pericolosi e garantire corrette e trasparenti modalità di smaltimento degli stessi, è chiaramente condivisibile;

tuttavia il provvedimento in oggetto obbliga anche le piccole aziende che producono una quantità irrisoria di rifiuti speciali ogni anno, a dotarsi di tutte le attrezzature necessarie per l'accesso telematico al sistema SISTRI;

senza la necessaria differenziazione tra aziende di grandi dimensioni, medie e piccole l'avvio del sistema SISTRI rischia di configurarsi per le attività economiche più piccole come un onere aggiuntivo di rilievo che penalizza ulteriormente l'attività di tali aziende, già colpite dalla grave crisi economica in atto;

inoltre, la mancanza di linee ADSL in larga parte del territorio nazionale renderà problematico l'efficiente utilizzo del sistema telematico, aumentando i costi per le imprese -:

se i Ministri siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;

quali misure i Ministri interrogati intendano porre in essere al fine di garantire alle piccole imprese un più adeguato lasso di tempo per l'adempimento dell'obbligo che dia modo alle piccole imprese di programmare l'entrata in funzione del nuovo sistema, in considerazione delle rilevanti conseguenze penali derivanti da eventuali errori in buona fede;

cosa intendano fare i Ministri interrogati per specificare meglio la platea dei soggetti sottoposti dal decreto in questione all'implementazione del sistema SISTRI, escludendo attività che producono rifiuti speciali in quantità minimale, ferma restando in vigore la modulistica precedente al decreto che fornisce sufficiente informazione;

quali misure i Ministri intendano attuare per verificare la possibilità di un accesso gratuito al sistema SISTRI per non pesare sui bilanci di aziende di piccole dimensioni già in grande difficoltà a causa della crisi economica.
 
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APPUNTAMENTI
 
LUNEDI 12 APRILE ALLE ORE 21.00 PRESSO LA SALA CIVICA DEL CDQ 6, VIA ASTICHELLO
INCONTRO CON IL CIRCOLO PD SUL DATO ELETTORALE
 
VENERDI 16 APRILE ALLE ORE 21.00 PRESSO LA SALA POLIVALENTE DI VIA TONZIG
RIONE STANGA - PADOVA
APERTURA CAMPAGNA DI TESSERAMENTO 2010 DEL CIRCOLO PD DELLA STANGA

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mail: info@alessandronaccarato.it  - tel 049660544 fax 0498753610