Bocciato il Decreto Legge salva-liste: il PD batte il governo alla CameraCon una maggioranza di 262 sì contro 245 no,la Camera ha approvato l'emendamento soppressivo del PD (firmato dai Deputati Bressa, Amici, Zaccaria, Bordo, D'Antona, Giovannelli, Ferrari, Fontanelli, Giachetti, Lo Moro, Naccarato, Minniti, Pollastrini, Vassallo) per cancellare il decreto legge "salva-liste"approvato dal governo alla vigilia del voto per riammettere la lista laziale Pdl. E' una vittoria politica del PD di fronte all'arroganza della destra che, con il decreto che è stato bocciato, voleva cambiare in corsa le regole della competizione elettorale.
"Salva-liste", governo
battuto
e si riapre la polemica nel Pdl
Passa un emendamento del
Pd che sopprime il
provvedimento, tante assenze
nelle fila di Pdl e Lega.
Bersani: "Vittime della loro stessa arroganza". Donadi (Idv): "Non hanno il coraggio di metterci la faccia"
La Repubblica, 13 aprile
2010
![]() Non hanno partecipato al voto 38 deputati del Pdl e quattro della Lega. Tra le assenze eccellenti del partito della Libertà ci sono quelle del capogruppo Fabrizio Cicchitto, del vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, di Niccolò Ghedini e Denis Verdini. E' mancato all'appello anche mezzo governo, per lo più in missione. Risultano in missione anche 31 esponenti del Pdl più sette del Carroccio. "Nella vita si vince e si perde: noi vinciamo le elezioni, loro queste cose che comunque si possono sanare perché una soluzione normativa si trova". Così il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino, ha commentato la bocciatura. Aggiungendo che c'è "dispiacere per una votazione delicata dove nella maggioranza ci sono stati troppi assenti". Al di là delle accuse reciproche tra ex azzurri e 'finiani' con i primi che puntano il dito proprio verso Bocchino reo di non aver richiamato gli assenti, molti esponenti del Pdl registrano che il malessere nel partito ormai si riflette anche in Aula. "Un chiarimento tra Berlusconi e Fini non è più procastinabile", hanno spiegato molti parlamentari di area An. Secondo fonti parlamentari del partito di via dell'Umiltà il premier non ha preso affatto bene lo 'scivolone' di oggi e ha chiesto un chiarimento sul motivo di tante assenze. Da qui il richiamo di Cicchitto che ha parlato di "inaccettabile sciatteria". "D'ora in avanti - ha annunciato il capogruppo del Pdl - il gruppo renderà noto ai vertici del partito e renderà pubblico l'elenco degli assenti ingiustificati". C'è amarezza in Transatlantico dunque. "Il fatto è - riflette un dirigente del partito - che quando non c'è Berlusconi c'è il caos. Anarchia assoluta" La normativa "applicativa" fu approvata dal governo alla vigilia delle Regionali per sanare l'esclusione della lista Pdl nel Lazio e del lista di Formigoni in Lombardia. L'approvazione d'urgenza del Consiglio dei ministri suscitò aspre polemiche con l'opposizione. Una parte della quale - l'Idv - si scagliò anche contro la firma del presidente della Repubblica Napolitano. Il provvedimento, comunque, si rivelò inutile. Perché il Tar decise che le leggi elettorali in questione erano di pertinenza regionale, quindi non regiolabili con decreti o leggi del governo nazionale. Diverse le reazioni dall'opposizione. Il segretario Pd, Pierluigi Bersani, ha dichiarato che siamo di fronte a "una sconfitta politica per la maggioranza e il overno: aggiungendo pasticcio a pasticcio, finiscono vittime della loro stessa arroganza". E il capogruppo dell'Idv, Massimo Donadi: "Un governo indecente: prima vara provvedimenti vergognosi poi non ha il coraggio di venire in Parlamento e metterci la faccia per approvarli. Avranno pure vinto le elezioni ma non hanno la dignità di governare il paese".
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Presentata al Parlamento
la relazione annuale del
Ministero della Salute sugli
interventi realizzati in
attuazione della Legge n.
125/2001: "Legge quadro in
materia di alcol e problemi
alcolcorrelati"
Il 14
gennaio 2010 il Ministro della
Salute ha trasmesso ai
Presidenti di Camera e Senato la
sesta Relazione al Parlamento
sugli interventi realizzati da
Ministero e Regioni in
attuazione della Legge 30.3.2001
n. 125 "Legge quadro in materia
di alcol e problemi
alcolcorrelati". La Relazione si
apre con un quadro
epidemiologico aggiornato sui
consumi di bevande alcoliche e i
modelli di consumo, la morbilità
e la mortalità alcolcorrelate
nel nostro Paese, e passa poi ad
illustrare gli interventi
attuati dal Ministero della
Salute e dalle Regioni/P.A.,
presentando in particolare la
situazione dei servizi
alcologici territoriali e
dell’utenza aggiornata all’anno
2007.
Vengono inoltre riportati i documenti approvati dalla Consulta nazionale sull’alcol nel periodo di interesse. Il quadro epidemiologico conferma la diffusione, in atto negli ultimi anni, di comportamenti a rischio lontani dalla tradizione nazionale, quali i consumi fuori pasto, le ubriacature e il binge drinking, soprattutto tra i giovani. Nei confronti dell’Europa l’Italia presenta una minore prevalenza di consumatori di bevande alcoliche e una minore diffusione del binge drinking; tuttavia, fra coloro che consumano alcol, ben il 26% lo fa quotidianamente (il doppio della media europea), il 14% lo fa da 4 a 5 volte a settimana (valore più alto in Europa) e il 34% pratica il binge drinking almeno una volta a settimana (contro il 28% della media europea). Inoltre il 9,4% della popolazione consuma quotidianamente alcol in quantità non moderate e il 15,9% non rispetta le indicazioni di consumo proposte dagli organi di tutela della salute. Il binge drinking è diffuso soprattutto nella popolazione maschile di 18-24 anni (22,1%) e di 25-44 (16,9% ). Cresce nel tempo la prevalenza delle donne consumatrici. Nei ricoveri ospedalieri risulta in aumento nel tempo la percentuale di diagnosi ospedaliere per cirrosi epatica alcolica in rapporto alle altre diagnosi (+ 6,5 punti percentuali dal 2000 al 2006). Per quanto riguarda i giovani, la bassa età del primo contatto con le bevande alcoliche è l’aspetto di maggiore debolezza del nostro Paese nel confronto con l’Europa (in media 12,2 anni di età, contro i 14,6 della media europea). Nel 2008 il 17,6% dei giovani di 11-15 anni ha consumato bevande alcoliche, in un’età al di sotto di quella legale per la somministrazione e per la quale il consumo consigliato è pari a zero. Tra i giovani di 18-24 anni di entrambi i sessi ha consumato bevande alcoliche il 70,7%, con una prevalenza superiore alla media nazionale. La tipologia di consumo a rischio prevalente tra i giovani è il consumo fuori pasto, che ha riguardato nel 2008 il 31,7% dei maschi e il 21,3% delle femmine di età compresa fra gli 11 e i 24 anni. Nella stessa fascia di età, il 13,2% dei maschi e il 4,4% delle femmine ha praticato il binge drinking nel corso dell’anno. I giovani al di sotto dei 30 anni rappresentano il 10% degli utenti in trattamento nei servizi alcologici territoriali del SSN. Tra i giovani conducenti si riscontra il più alto numero di feriti e morti negli incidenti stradali (29.672 feriti di 30-34 anni e 432 morti di 25-29 anni nel 2007) e l’ebbrezza da alcol ha rappresentato nel 2007 il 2,09 % del totale di tutte le cause di incidente stradale rilevate. Tra gli anziani di oltre 65 anni, il 48,1% dei maschi e il 13,1% delle femmine consuma alcolici, e in particolare vino, senza attenersi alle linee guida proposte dagli organi di tutela della salute. Quasi la metà (45,1%) delle diagnosi ospedaliere per patologia totalmente alcolcorrelata riguarda persone di oltre 55 anni, soprattutto in relazione alla cirrosi epatica alcolica. La Relazione rileva peraltro che nell’ultimo triennio, in maniera più o meno marcata e diffusa tra le diverse categorie di popolazione e fasce di età, si intravede una positiva tendenza alla diminuzione di alcuni indicatori di rischio, quali la prevalenza dei consumatori quotidiani non moderati, dei binge drinkers, dei consumatori fuori pasto. Si conferma inoltre nel 2006 la positiva tendenza al calo nel tempo del tasso nazionale di mortalità per cirrosi epatica (9,61 per 100.0000 ab. nel 2006) e del tasso nazionale di ospedalizzazione per diagnosi totalmente alcolcorrelata (154,9 per 100.000 ab. nel 2006). Tra il 2006 e il 2007 si è registrata anche una diminuzione del numero degli utenti alcoldipendenti in trattamento nei servizi alcologici del SSN (-3000 circa) e, tra essi, della percentuale di giovani di 20-29 anni, interrompendo una tendenza all’aumento in atto fin dal 1996.
Per conoscere il testo
integrale della relazione
collegatevi al link
I dati presentati nella
Relazione sono molto
preoccupanti. In Europa il
consumo di alcol causa
195.000 morti all'anno
e rappresenta la terza causa di
morte prematura dopo
l'ipertensione ed il fumo.
Inoltre, in termini economici, i
costi provocati direttamente
dall'alcol nell'Unione Europea
ammontano a circa 124 miliardi
di euro l'anno (l'1,3% del PIL
europeo) ai quali vanno poi
aggiunti altri 270 miliardi di
euro per i costi indiretti.
Per quanto riguarda l'Italia,
l'Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS) ha stimato che i
costi dell'alcol siano compresi
tra il 2% e il 5% del PIL (in
media il 3,5% all'anno). Il
risultato di tutto questo sono
i 24.061 morti per cause
alcolcorrelate che si verificano
ogni anno nel nostro Paese. In
particolare, l'Istituto
Superiore di Sanità (ISS) e la
Polizia Stradale stimano che
almeno il 35% degli incidenti
stradali sia legato alla guida
sotto effetto di alcol, con un
aumento significativo di
incidenti nel corso dei weekend,
soprattutto tra i giovani.
Infatti, risulta che oggi gli
incidenti stradali siano la
prima causa di morte nei giovani
tra i 15 e i 34 anni.
Di fronte a questi dati così
allarmanti la camera dei
Deputati, il 21 luglio 2009,
ha approvato quasi all'unanimità
il Disegno di Legge n. 1720 che
ora è fermo al Senato. E'
necessario approvare subito
questo provvedimento che
contiene importanti misure per
prevenire e contrastare l'abuso
di alcol o altre sostanze
stupefacenti, in particolare:
1) L'introduzione del limite di 0g/litro per chi ha la patente da meno di tre anni e per i guidatori di professione (camionisti, tassisti etc.);
2)
Il test rapido della
saliva per verificare
l'eventuale assunzione di
sostanze stupefacenti;
3)
L'insegnamento
obbligatorio dell'educazione
stradale nelle scuole.
Su
questo tema molte Regioni sono
impegnate da tempo. Sono stati
stipulati accordi tra Regioni,
Prefetture ed Enti Locali per
aumentare i controlli e dotare i
Comuni di risorse adeguate per
l'acquisto dei c.d. "precursori"
(per i test alcolemici rapidi) e
degli etilometri. Un esempio
all'avanguardia è quello della
Regione Emilia-Romagna che, il
16 settembre 2009, ha stipulato
in tal senso un'intesa tra
Regione, Prefettura di Bologna,
Comune ed Università di Bologna.
In Veneto,invece, il
neopresidente Luca Zaia continua
a fare propaganda in direzione
opposta, invitando i cittadini
veneti e in particolare i
giovani a bere vino,
incentivando irresponsabilmente
il consumo di alcol senza alcun
controllo. La Regione
Veneto,infatti, in questi ultimi
anni di governo PdL-Lega, ha
dimezzato i finanziamenti
destinati alla prevenzione e al
contrasto all'abuso di bevande
alcoliche bloccando così
numerose iniziative positive
promosse dai Comuni, dalle USL e
dai SERT.
IDEA DI NACCARATO (PD)
![]()
Giovani, superalcolici e birra.
Quella gran voglia di sballare Il vino in cima alle preferenze dei più anziani. I ragazzi invece scelgono soprattutto birra e superalcolici
Il 13% ammette di
ubriacarsi più volte e la
percentuale
raddoppia tra i 15 e 24 anni Il Gazzettino, 6 aprile 2010
ESTE-MONSELICE Il Gazzettino, 6 aprile 2010
Nella Bassa si beve troppo. Oltre i
due terzi della popolazione fra i 18
e i 69 anni fa un uso regolare di
bevande alcoliche. Inoltre il 20 per
cento di questa fascia segue
abitudini a rischio. Emerge dal
sistema di sorveglianza “Passi”
dell’Ulss di Este e Monselice: due
su tre maggiorenni della zona hanno
bevuto almeno un’unità di bevanda
alcolica nell’ultimo mese.
Per conoscere il testo della
Proposta di Legge presentata alla
Camera dei Deputati dall'On.
Naccarato
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Interrogazione
presentata dall'On.
Naccarato
Reti a banda larga negli Enti Locali Camera dei Deputati, 13 aprile 2010 ![]()
Per sapere -
premesso che:
il decreto-legge n. 112 del 2008, ha previsto l'istituzione di un regime agevolato per incentivare gli investimenti in reti a banda larga utilizzando il suolo pubblico. In particolare, il citato decreto-legge ha previsto l'utilizzo gratuito, per un congruo periodo di tempo, del suolo pubblico nelle aree sottoutilizzate per la posa di cavi e infrastrutture a banda larga; inoltre, l'articolo 99, comma 5, del decreto legislativo n. 259 del 1o agosto 2003 («Codice delle comunicazioni elettroniche») prevede che: «[...] sono in ogni caso libere le attività di cui all'articolo 105, nonché l'installazione, per proprio uso esclusivo, di reti di comunicazione elettronica per collegamenti nel proprio fondo o in più fondi dello stesso proprietario, possessore o detentore purché contigui, ovvero nell'ambito dello stesso edificio per collegare una parte di proprietà del privato con altra comune, purché non connessi alle reti di comunicazione elettronica ad uso pubblico. Parti dello stesso fondo o più fondi dello stesso proprietario, possessore o detentore si considerano contigui anche se separati, purché collegati da opere permanenti di uso esclusivo del proprietario, che consentano il passaggio pedonale o di mezzi [...]»; la maggior parte dei comuni che hanno deciso di posare autonomamente lungo le strade comunali alcuni anelli di fibra ottica allo scopo di connettere le proprie sedi attraverso una rete strettamente privata e ad uso esclusivo dell'amministrazione locale ha sempre interpretato il citato articolo 99, comma 5, del decreto legislativo n. 259 del 2003 in modo estensivo, non ritenendo di dover denunciare la propria infrastruttura in fibra ottica al Ministero e di pagare il relativo «contributo» previsto dalla norma; in diversi casi, le amministrazioni locali hanno ricevuto, a seguito di ispezioni della polizia di Stato-reparto di Polizia delle Telecomunicazioni, dei verbali di contestazione per la violazione dell'articolo 102, commi 2 e 3, del decreto legislativo n. 259 del 2003, in base al quale «Chiunque installa od esercisce una rete di comunicazione elettronica ad uso privato, senza aver conseguito l'autorizzazione generale, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 300 a 3.000 euro»; queste contestazioni rischiano di mettere in seria difficoltà i funzionari comunali competenti, sottoponendoli a gravose sanzioni amministrative e rischia di provocare la cessazione della posa dei cavi di fibra ottica da parte delle amministrazioni pubbliche, in particolare delle scuole e dei comuni; queste contestazioni, inoltre, rischiano di ostacolare la diffusione delle infrastrutture della banda larga in Italia -: se il ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti; quali misure si intenda porre in essere per applicare le norme previste dall'articolo 99, comma 5, del decreto legislativo n. 259 del 2003 (codice delle comunicazioni elettroniche) in modo da sostenere e valorizzare le decisioni già assunte da numerosi enti locali; quali azioni intenda intraprendere per istituire, ai sensi del decreto-legge n. 112 del 2008, un regime agevolato per incentivare gli investimenti in reti a banda larga utilizzando il suolo pubblico; cosa si intenda fare per sostenere adeguatamente gli enti locali impegnati nella realizzazione di investimenti nelle reti a banda larga.
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