Stampa |
DOMENICA 21 GIUGNO
dalle 8.00
alle 22.00
LUNEDI 22
GIUGNO
dalle 7.00
alle 15.00
VOTA COSI'
_______________________________
Naccarato: Galan le spara grosse
ma Berlusconi l’ha già sfrattato
Il Mattino di Padova, 18 giugno
2009
Il
Governatore Galan, al Pedrocchi,
le ha sparate grosse, mostrando
un grande nervosismo dovuto allo
«sfratto anticipato» dalla
presidenza del Veneto ricevuto
dal suo capo. Berlusconi si è
messo già d’accordo con la Lega
per avanzare una candidatura
leghista alle elezioni regionali
del 2010. Così Giancarlo Galan
tornerà al suo vero lavoro,
ovvero il dipendente al servizio
di Silvio Berlusconi. Non si può
certo dimenticare che Galan,
prima di entrare in politica, ha
lavorato per Publitalia, alle
dipendenze di Berlusconi. E
quando ha assunto la guida della
Regione Veneto è rimasto un
fedele scudiero del suo capo.
Assistere al baratto tra forze
politiche della presidenza di
una regione importante come il
Veneto è uno spettacolo
indecente che dimostra, da parte
della destra e della Lega, un
clamoroso e preoccupante
disprezzo per le istituzioni
pubbliche, sfruttate solo in
cambio di voti e accordi
politici. E’ poi difficile
capire come la Lega, che ha
fatto del federalismo il suo
cavallo di battaglia, possa
accettare che le decisioni del
Veneto possano essere assunte a
Milano, in un incontro ristretto
a casa di Berlusconi: sarebbe
questa la propagandata autonomia
della Lega? Anche a Padova, con
la candidatura a sindaco di
Marco Marin, si sta profilando
un’ammucchiata eterogenea tra
soggetti che non sanno governare
gli enti locali.
Il procuratore Milanese apre
l'inchiesta sul «voto di
scambio»
Il Mattino di Padova, 17 giugno
2009
PADOVA
Voto di scambio, la procura di
Padova ha aperto un’inchiesta.
La conferma arriva direttamente
dal procuratore Mario Milanese:
«L’autorità giudiziaria ha
avviato accertamenti doverosi...
D’altra parte c’è una denuncia».
La denuncia, trasmessa l’altro
ieri, è stata firmata
dall’onorevole Alessandro
Naccarato con il coordinatore
del gruppo Pd alla Camera dei
deputati Piero Ruzzante e il
leader padovano dell’Italia dei
Valori, il consigliere comunale
Antonino Pipitone. Al momento
non è ancora stato individuato
il magistrato che seguirà
l’inchiesta. Il procuratore
Milanese sottolinea:
«L’assegnazione del fascicolo
avverrà secondo criteri
automatici, una volta verificato
che la competenza non riguardi
l’ambito della pubblica
amministrazione». Tradotto,
significa che il caso sarà
assegnato al pubblico ministero
di turno oppure a un magistrato
che fa parte del pool
specializzato nei reati contro
la pubblica amministrazione.
Alla vigilia di un ballottaggio
che si giocherà sul filo di
lana, il clima è infuocato e la
battaglia politica non si ferma,
mentre l’autorità giudiziaria fa
il suo mestiere. Due gli episodi
segnalati nell’esposto del
centrosinistra: in un
supermercato alla Guizza
un’anziana, avvicinata da due
sostenitori del
candidato-sindaco Marin (Pdl),
si è sentita rivolgere l’invito
ad accettare un contributo
economico: «Signora, sappiamo
quanto può essere duro arrivare
a fine mese per tante persone...
Se potessimo contribuire alla
sua spesa». Lei ha rifiutato
sdegnosamente, sollecitando
l’intervento della direttrice
del negozio. Domenica scorsa,
lungo l’argine Scaricatore,
sempre alcuni sostenitori di
Marin hanno distribuito bibite e
frutta ai passanti. Di fronte
alla notizia dell’inchiesta,
risponde Ruzzante: «Rispettiamo
il lavoro della magistratura.
Per quanto ci riguarda, avendo
avuto una notizia di reato
abbiamo ritenuto opportuno
segnalare il possibile
inquinamento del voto.
L’episodio accaduto alla Guizza
lo abbiamo letto sul Mattino: ci
siamo limitati a descrivere il
fatto. Fatto che, per come si è
verificato, configura un reato
molto grave che viola la libertà
di voto tutelata dalla
Costituzione». Ovvero si
tratterebbe di un voto di
scambio. Un mercato del voto.
«Un metodo vecchio, tipico di
alcune aree del Paese che, a
Padova, non abbiamo mai visto. E
che non vogliamo assolutamente
vedere» insiste Ruzzante.
«INDAGATE SUL VOTO» Pd-Idv
accusano: il centrodestra offre
soldi e impieghi agli elettori
Esposto alla Procura del
deputato Naccarato:
«Si tenta di comprare il
consenso violando etica e leggi»
Il Mattino di Padova, 16 giugno
2009
PADOVA.
La campagna
elettorale in corso è inquinata
dal voto di scambio? E
nell’arcipelago del centrodestra
c’è chi tenta di comprare il
consenso offrendo soldi, favori,
poltrone, posti di lavoro? Da
questo sospetto - pesante perché
ipotizza un reato, tale da
incidere sulla stessa regolarità
del voto - muove un esposto al
procuratore della Repubblica di
Padova depositato in mattinata
dal deputato del Pd Alessandro
Naccarato.
Il testo della denuncia fa
riferimenti a due episodi
specifici. Il primo è stato
rivelato dal mattino e il
parlamentare lo riassume così:
«In un supermercato della
Guizza, una signora è stata
avvicinata da due sostenitori
del candidato sindaco Marin che
le hanno proposto un “aiuto” per
pagare la spesa. Di fronte alle
proteste sdegnate della signora,
che si è rivolta alla direttrice
del market, la coppia si è
rapidamente allontanata». La
vicenda, afferma Naccarato, è
«inquietante» e contiene una
«notizia di reato», ovvero la
violazione dell’articolo 48
della Costituzione e degli
articoli del codice penale (416
bis e 416 ter) che puniscono
ogni azione in contrasto col
libero esercizio del voto: «E’
vietato ottenere la promessa di
voti in cambio di denaro, così
come offrire benefici o impieghi
agli elettori», rimarca
Naccarato. Che segnala alla
magistratura un’altra
circostanza: «Domenica, nei
pressi del lungargine
Scaricatore, alcuni sostenitori
di Marin hanno distribuito
bibite e frutta ai passanti. E’
una palese violazione del DPR
316 che proibisce, nella
settimana precedente le
elezioni, qualsiasi elargizione
di generi commestibili».
Tutto qui? Non proprio. A chi
le liquida come minuzie, il Pd
obietta che si tratta della
punta di un iceberg. Ben più
insidioso. «Il rischio vero è
quello del ritorno del partito
degli affari», affonda Piero
Ruzzante, partecipe
all’iniziativa al pari del
dipietrista Antonino Pipitone
«penso ad Ascierto, che inviava
sms al banchiere Fiorani
mettendosi “a disposizione”; a
Giustina Destro, che nel
consiglio d’amministrazione di
Fiorani avrebbe dovuto entrare;
a Ronchitelli, arrestato per
tangenti quand’era assessore.
Per tacere dei retroscena
dell’apparentamento di Marin con
l’Mpa di Lombardo... ».
Insomma, dal fair play al ring.
Mica male per una sfida
decollata nel segno della
pacatezza... «Non vogliamo
esasperare i toni, è una
questione di legalità che
prescinde perfino dall’esito del
ballottaggio. Circolano voci
sconcertanti: gente che offre
“pacchettini” di voti per
ripagarsi delle spese sostenute;
contrattazioni sulle grandi
scelte urbanistiche in un’ottica
speculativa; promesse di posti
nei consigli d’amministrazione;
perfino banche favorite o
discriminate secondo criteri di
“amicizia”. Insomma spartizioni
e affari, alla faccia della
società civile e del cambiamento
sbandierati dal centrodestra.
Una degenerazione scandalosa, a
Padova non era mai successo
niente del genere».
Obiezione: la politica non è un
coro di anime candide e in
periodo elettorale le promesse
si sprecano ovunque... «Il punto
non è questo», chiude Naccarato
«noi con contestiamo la ricerca
del consenso attraverso gli
impegni a realizzare un
obiettivo. E’ fisiologico, anzi
risponde a una logica
programmatica trasparente. Ma in
città sta avvenendo il
contrario: c’è un mercato del
voto che offende l’etica e la
legge. Non cesseremo di
denunciarlo». Da parte sua, il
senatore Paolo Giaretta annuncia
un’interrogazione sul caso al
ministro degli Interni. Tant’è.
Pecunia non olet, il denaro è
inodore, giuravano nella Roma
antica. Chissà cosa ne penserà
oggi la Procura.
Naccarato: voteremo sì al
referendum elettorale
Il Mattino di Padova, 14 giugno
2009
Domenica
e lunedì prossimi non si vota
solo per le elezioni
amministrative. I cittadini
padovani hanno la possibilità di
abolire l’attuale legge
elettorale, che impone - con il
meccanismo delle liste bloccate
- parlamentari scelti dalle
segreterie dei partiti e non
dagli elettori. Il partito
Democratico, coerentemente,
sostiene il sì al referendum e
invita i cittadini a cambiare un
sistema elettorale vergognoso,
che abbiamo contrastato in
Parlamento con tutte le nostre
forze. C’è qualcuno, invece, che
fa il furbo: si tratta di
Maurizio Saia. Appartiene ad
una coalizione che ha ideato e
votato la «legge porcata». Lo
stesso Saia ha obbedito alle
indicazioni del suo partito,
dimostrando totale assenza di
autonomia di giudizio, e votato
la riforma elettorale voluta da
Calderoli. Il partito di Saia,
il Pdl, prima ha dato
indicazioni di votare sì al
referendum, per poi fare marcia
indietro pur di non entrare in
rotta di collisione con la Lega.
Per essere credibili occorre
comportarsi con un minimo di
coerenza, votare contro i
provvedimenti quando non si è
d’accordo, non allearsi con chi
si ritiene inaffidabile. Le
piccole furbizie non servono a
nulla e non hanno alcuna
credibilità, i cittadini
padovani non sono ingenui e
hanno la memoria abbastanza
lunga per distinguere tra le
posizioni politiche serie e
quelle di comodo.
visita il sito
www.alessandronaccarato.it
mail:
info@alessandronaccarato.it
- tel 049660544 fax 0498753610
|
|
|
|