PIU’ UNITI E PIU’ FORTI
CON LE PRIMARIE DEL 25 OTTOBRE
Domenica 25 ottobre ci saranno le Primarie per
eleggere il nuovo Segretario del PD. Potranno votare
tutti: iscritti, elettori, simpatizzanti. Sarà una
grande manifestazione democratica che coinvolgerà
milioni di persone in tutta Italia.
La partecipazione di un gran numero di cittadini
servirà a rilanciare il progetto politico del Partito
Democratico. Aldilà di chi guiderà il PD, dal giorno
successivo alle Primarie tutti – militanti e dirigenti
in testa – dovremo essere uniti per opporci con maggior
forza alle scelte sbagliate del Governo e avanzare le
nostre proposte.
Andando oltre il dibattito che si è sviluppato
in questi mesi attorno alle diverse mozioni congressuali
è indubbio che, finora, la grande aspettativa suscitata
in milioni di elettori alla nascita del Partito
Democratico è stata disattesa. L’idea di costruire un
partito leggero, post ideologico, con un’identità
confusa e ondivaga non ha funzionato e non è in grado di
contrastare la deriva culturale che sta cambiando in
peggio l’Italia. Al PD servono proposte chiare e
un’organizzazione forte per costruire l’alternativa alla
destra e tornare a vincere. Bisogna prendere atto che
nel PD è necessario correggere alcuni errori. Ecco
perché sostengo il documento che candida Pier Luigi
Bersani come segretario.
Provo a indicare i motivi di questa scelta.
Anzitutto, c’è bisogno di un maggiore radicamento del
Partito nel territorio: un partito di iscritte ed
iscritti con regole chiare, gruppi dirigenti legittimati
che si assumono la responsabilità di decidere,
garantendo il dibattito democratico. C’è bisogno di un
partito popolare che vive in mezzo alla gente, ascolta i
cittadini e traduce le loro istanze in proposte concrete
per risolvere i problemi. Bisogna costruire un partito
vero, cioè una libera associazione di cittadini, dotata
di identità riconoscibile, di organizzazione interna, di
radicamento sociale, di luoghi di discussione e
partecipazione.
C’è bisogno di una nuova politica delle
alleanze. La vocazione maggioritaria del PD si è
rivelata fallimentare e non è in grado di rappresentare
le diverse sensibilità e posizioni politiche presenti
nel Paese. Di fronte alla forza dilagante della destra,
è indispensabile unire tutte le forze che si oppongono
all’attuale maggioranza di Governo, a partire dall’UDC,
sulla base di un programma chiaro e alternativo a quello
di PdL e Lega. Bisogna rilanciare l’esperienza
dell’Ulivo e delle alleanze realizzate nelle ultime
elezioni amministrative per costruire una coalizione che
comprenda tutte le forze oggi all’opposizione per fare
le riforme più urgenti: sistema elettorale, conflitto di
interessi, estensione degli ammortizzatori sociali,
federalismo per dare più autonomia e risorse ai Comuni.
Solo così il centrosinistra può diventare una forza
credibile per i molti elettori delusi dal Governo di
centrodestra.
Inoltre ci sono alcuni temi programmatici
fondamentali per costruire l’identità del PD: il lavoro
come valore che dà dignità alle persone, la conoscenza,
la formazione e la ricerca come fattori decisivi per la
crescita e lo sviluppo, il rispetto della Costituzione e
della legalità, la lotta all’evasione fiscale come
elemento per raccogliere risorse da ridistribuire alle
fasce deboli della popolazione e per rilanciare
l’economia.
Per questi motivi ritengo che le proposte
politiche avanzate da Pier Luigi Bersani in questi mesi
possano rimettere in moto e rilanciare il Partito
Democratico.
«Fassino,
Galan non vuole il Pd»
Naccarato:
con Lega e Pdl divisi, il centrosinistra stile Carraro
può vincere. Dobbiamo trovare un candidato autorevole
come
Massimo che ottenne il 42%
Il Mattino
di Padova, 20 ottobre 2009
«Il
Pd non farà mai da ruota di scorta di Galan per fermare
i barbari della Lega: Fassino e Costa stanno prendendo
l’ennesimo abbaglio. In Veneto se il centrodestra si
dovesse presentare diviso c’è una sola strada da
percorrere: rifare l’alleanza del 2005 che portò Massimo
Carraro a conquistare il 42% e trovare poi l’appoggio
dell’Udc. Anche perché Galan non ci vuole come alleati.
E mi sembra assai strano discutere del pranzo di nozze
quando non siamo stati nemmeno invitati e ci tocca stare
fuori dalla porta. Le alleanze in Veneto le decidiamo
noi, non Roma».
Alessandro Naccarato non ci sta e polemizza apertamente
con Fassino, che da Roma sostenuto da Massimo Calearo
torna a spalancare la porta ad un’eventuale intesa col
governatore Pdl, mentre a Padova Andrea Causin aveva
tirato il freno: alleanze da rivedere, ma il Pd non
appoggerà né Galan né Zaia, aveva detto il candidato
alla segreteria veneta della mozione Franceschini.
Ma i democratici per alimentare la sfida delle primarie
le stanno provando tutte: dicono una cosa e l’esatto
contrario. E così il dibattito s’infiamma. Solo gossip
per i giornali o c’è del vero?
Raccontano a Roma che Piero Fassino, persa la sfida a
segretario del Pd quando gli fu preferito Veltroni,
abbia ora deciso di puntare tutto sul Veneto, di
appoggiare Franceschini e Giaretta e abbandonare Bersani
e Zanonato al loro destino proprio perché qui si
giocherà la partita più importante delle regionali 2010.
La questione è molto semplice: tra Galan e la Lega si è
aperta una frattura non più ricomponibile, a prescindere
dai diktat di Arcore firmati Bossi e Berlusconi. E se il
centrodestra si dovesse presentare diviso, con il
leghista Zaia pronto a sfidare il doge Galan, i
contraccolpi sul governo a Roma sarebbero fortissimi.
Addio asse Tremonti-Bossi, addio popolo delle partite
Iva, addio riforma della giustizia per salvare il
premier.
Fantapolitica?
In attesa che questo quadro si materializzi, il Pd a
Roma ha già scelto da che parte stare: appoggiare Galan.
Perché la legge speciale di Venezia, il Mose, la
salvaguardia della laguna e le grandi infrastrutture
godono di una governance bipartisan che coinvolge il Pd
veneziano. Non solo Paolo Costa, ma tutto
l’establishment ex diessino così pronto al negoziato con
Galan da convincere Massimo Carraro a gettare la spugna
dopo un anno di lavoro in consiglio regionale.
Ora il Pd ha nostalgia del candidato dell’Unione che
ottenne il 42,4%, quasi 4 punti in più di Massimo
Cacciari.
«Lo so, non è facile trovare un altro Massimo Carraro
pronto a candidarsi con il Pd», spiega Naccarato, «la
sua statura di ottimo imprenditore ed esponente del
mondo cattolico gli ha consentito di elaborare un
modello di governo del tutto alternativo a Galan. E’ da
questo 42% che si deve partire per analizzare gli
scenari veneti», insiste il deputato padovano.
E’ fin troppo facile obiettare, numeri alla mano, che
alle europee il centrosinistra è arretrato al 33,4%.
«E’ vero che abbiamo perso quasi 10 punti, ma il vecchio
Ulivo è sempre più forte di Pld e Lega che viaggiano al
29,3 e 28,4%. Certo, diventa decisiva l’alleanza con l’Udc
ma l’analisi di Fassino non sta in piedi: se il
centrodestra si dovesse divedere abbiamo l’obbligo di
trovare un candidato autorevole, di centro, e lanciare
la sfida per vincere e non per salvare il soldato Galan».
Come mai Naccarato è così polemico con il governatore?
«La ragione è semplice: la sua gestione è fallimentare e
proprio per questo la Lega lo vuole cambiare. E faccio
due esempi: Veneto sviluppo è in crisi e non riesce a
rinnovare il Cda al punto che deve intervenire la Banca
d’Italia. Forse perchè la presidente Irene Gemmo era
troppo impegnata a seguire l’esito degli appalti delle
sue imprese. E gli imprenditori rimpiangono la gestione
di Veneto sviluppo di Massimo Carraro, proprio oggi che
hanno bisogno di interventi straordinari per
fronteggiare la crisi. L’altro fallimento della gestione
Galan riguarda le multiutility: Emilia e Lombardia hanno
creato vere holding regionali attorno ad Hera e A2A. Aps
è stata venduta ad Acegas di Trieste dalla Destro e
l’aggregazione non ha fatto un passo in avanti».
Ultima frecciata ad Andrea Causin: «Voglio solo sapere
se le alleanze in Veneto le deciderà lui o se invece
verrà smentito in ogni sua dichiarazione da Fassino e
Franceschini. Noi, che sosteniamo Rosanna Filippin, non
abbiamo dubbi: nessun patto per salvare Galan. E appena
concluse le primarie va trovato il candidato del
centrosinistra con un profilo simile a quello di Massimo
Carraro o nel mondo universitario, ricco di
intellettuali di primissimo piano».
COME SI VOTA


Per trovare il seggio
delle Primarie in cui votare collegatevi al link
http://www.preproduzione.com/pd/index.php?option=com_content&view=article&id=1181:seggi-della-citta-di-padova&catid=176:citta-di-padova&Itemid=81
Sulla mobilità e il posto
fisso
Tremonti dice
tutto e
il contrario di tutto
da
www.bersanisegretario.it
"Mi
hanno appena riferito che Tremonti ha detto che lui non
è per la mobilità del lavoro, ma per un lavoro stabile.
Forse pensava ad un lavoro stabile, ma a casa".
Questo, da Ascoli Piceno, il commento a caldo di Pier
Luigi Bersani, sulle dichiarazioni che il ministro
dell'Economia ha reso durante un convegno a Milano.
Per il titolare di via XX Settembre, infatti, "la
mobilità non è di per sé un valore. Per una struttura
sociale come la nostra, il posto fisso è la base su cui
costruire una famiglia. La stabilità del lavoro è alla
base della stabilità sociale".
"Se un precario avesse ascoltato quello che ha detto
ancora Tremonti - ha aggiunto il candidato alla
segreteria del Pd - sarebbe andato fuori di testa: la
verità è che siamo arrivati ormai al punto che il
ministro dell'Economia, in quest'ultimo anno dicendo
tutto e il contrario di tutto, per assurdo ogni volta è
stato applaudito".
"A cosa mi riferisco? Per tranquillizzare sulla crisi
prima disse di aver fatto l'accordo con le banche - ha
osservato Bersani - poi le ha criminalizzate, perché non
esisteva proprio che avendo dato loro i soldi poi questi
soldi sarebbero arrivati alle piccole e medie imprese,
cosa che appunto non è accaduta".
"Poi ha affermato che i soldi c’erano e poi
improvvisamente non c'erano più, facendo passare il
messaggio che la crisi si combatteva non facendo niente
- ha messo in evidenza il responsabile Economia del Pd -
in maniera prudente, senza intervenire, senza un
dibattito parlamentare, senza una manovra seria, un
piano minimo".
"E tutti lì ancora ad omaggiarlo. E poi questa storia
ripetuta da lui e dal suo capo per un anno e mezzo, cioè
che nessuno veniva lasciato a casa, se perdeva il posto
di lavoro? Si vedono adesso i risultati - ha concluso
Bersani - quella era solo una balla colossale".
Nel corso di una conferenza stampa che si era tenuta in
tarda mattinata ad Ancona, in una precedente tappa del
suo tour nelle Marche e in Abruzzo, il responsabile
Economia del Pd aveva ribadito il suo secco 'no' al
dialogo con la maggioranza sulle riforme se si continua
a discutere dei problemi del presidente del Consiglio.
"Se dialogare vuol dire discutere sui problemi che
interessano la gente, il lavoro, l'impresa, famiglia, i
precari della scuola buttati in mezzo ad una strada,
benissimo, siamo a nozze: dialoghiamo. Se significa
discutere sempre dei problemi di Berlusconi, non c'è
confronto possibile".
Bersani ha affermato di non credere che "la gente sia
così impegnata a discutere sulla separazione delle
carriere dei magistrati. E se parliamo di stato della
giustizia, occupiamoci ad esempio dei tempi della
giustizia civile, non sempre e solo dei problemi suoi,
di Berlusconi".
In vista del dopo-primarie, il candidato alla guida del
Pd ha detto che "se mi eleggono lunedì non vado mica da
Berlusconi, vado dai lavoratori delle piccole imprese e
vado dalle forze di opposizione, a vedere se è possibile
sopportare che in Italia un cittadino può eleggere il
segretario del Pd e non può eleggersi un parlamentare".
"Un'opposizione deve opporsi, con vigore ed efficacia -
ha ribadito Bersani - ma deve porre il problema della
costruzione di un'alternativa. Non succede dalla sera
alla mattina, e ho già detto che il tempo della semina
non è quello del raccolto, però il raccolto presuppone
la semina".
Secondo Bersani è il tempo di lavorare “per essere
interpretati come i maggiormente impegnati,
generosamente impegnati a costruire un campo di
alternativa. Per sconfiggere la destra, e sconfiggere
Berlusconi”.
A suo avviso, lungo questa strada, "troviamo anche la
via per rafforzarci come partito, perché un partito che
dà un contributo così può chiedere anche una mano ai
cittadini, agli elettori".
Guardando all’appuntamento delle primarie del 25
ottobre, il candidato alla segreteria del Pd ha
auspicato "una partecipazione alta. Questo indurrà una
riflessione anche nel resto del Paese, che deve
ritrovare fiducia nei meccanismi democratici.
"Mentre ora, avere un'Italia con un uomo solo al comando
ci tira fuori dal contesto delle democrazie del mondo -
ha concluso Bersani - e rimpiccolisce il Paese non solo
in termini politici, ma anche sociali ed economici".
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LODO ALFANO BOCCIATO DALLA CORTE
COSTITUZIONALE
Per conoscere la sentenza della Corte
costituzionale che ha bocciato il c.d. "Lodo Alfano"
scaricate il testo
allegato a questa newsletter
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APPUNTAMENTI
VENERDI 23 OTTOBRE ALLE ORE 21.00 PRESSO LA
SALA FILARMONICA, PIAZZA VITTORIA
CAMPOSAMPIERO (PD)
PRESENTAZIONE DELLA MOZIONE
BERSANI PER LE PRIMARIE DEL 25 OTTOBRE
SABATO 24 OTTOBRE ALLE ORE 10.00 PRESSO IL
MERCATO DI ESTE (PD)
BANCHETTO DI DISTRIBUZIONE DI
MATERIALE VERSO LE PRIMARIE DSEL 25 OTTOBRE
visita il sito
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mail:
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0498753610
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