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Italcementi, dire di sì
Il Mattino di Padova, 26 maggio 2010

 


Il progetto di riqualificazione dell’impianto dell’Italcementi di Monselice deve essere analizzato, come ha fatto il professor Gilberto Muraro sul mattino di Padova di lunedì 24 maggio, senza pregiudizi ideologici e senza rincorrere la demagogia.
Il progetto, nato con l’obbiettivo di raggiungere una maggiore efficienza ambientale nei processi produttivi, è il risultato di due elementi: l’accordo tra Italcementi e Governo per ridurre i gas a effetto serra in base all’accordo di Kyoto, richiesto e sostenuto dalle principali associazioni ambientaliste; le indicazioni del tavolo tecnico della provincia di Padova sui cementifici. Il piano prevede un investimento privato di 150 milioni di euro per abbassare i costi di produzione. I miglioramenti sul piano ambientale saranno consistenti. Sarà ridotto l’uso di energia, di acqua, di materie prime e, di conseguenza, calerà il traffico veicolare. Diminuiranno le emissioni in atmosfera di tutti i principali inquinanti: del 31 per cento per le polveri; del 90 per cento per l’anidride solforosa; del 36 per cento per gli ossidi di azoto. La riduzione al minimo dell’impatto ambientale è così evidente che nessuno si è azzardato a sostenere il contrario.
Gli unici argomenti di opposizione al progetto riguardano il camino-torre alto più di cento metri e l’eventualità che il nuovo impianto possa bruciare il combustibile da rifiuto (il CDR).
Sul primo punto non ripeto le considerazioni assolutamente condivisibili espresse dal professor Muraro nella sua analisi pubblicata lunedì. Sul secondo Italcementi ha già dichiarato che non brucerà CDR perché non è conveniente. Sono anni che sparuti gruppi di pseudo ambientalisti sfruttano la buona fede delle persone raccontando, cosa mai avvenuta, che nei cementifici verranno bruciati copertoni, rifiuti, CDR. Con l’allarmismo non si forma una responsabile cultura per lo sviluppo sostenibile ma si alimenta la paura dei cittadini con la speranza, nel caso di Monselice peraltro vana, di conquistare qualche voto.
Il progetto presenta notevoli vantaggi anche sul piano occupazionale e produttivo.
 In un momento di grave crisi economica, la difesa della produzione e la salvaguardia dell’occupazione sono una priorità assoluta. Bisogna avere il coraggio di dire con chiarezza che il progetto di Italcementi costituisce una grande opportunità per tutelare l’occupazione e per ridurre l’impatto ambientale. A forza di “no” quasi tutte le industrie si sono trasferite all’estero causando gravi perdite nel patrimonio culturale e produttivo dell’industria italiana.
Negli altri Stati europei i progetti simili a quello di Italcementi vengono accolti e incentivati proprio per favorire il mantenimento degli insediamenti industriali. Per queste ragioni è necessario un confronto aperto che consenta di valutare con attenzione e obbiettività il progetto. Per iniziare sarebbe utile accantonare ipocrisie e sparate propagandistiche.
Tra le posizioni contrarie, ad esempio, ho l’impressione che si nascondano anche interessi che c’entrano poco con il rispetto dell’ambiente. Solo così si spiegano le posizioni espresse da Andrea Drago, presidente dell’Arpav, l’Agenzia regionale per l’ambiente del Veneto, che ha proposto di “portare all’agricoltura quella vallata stupenda”. La proposta è assurda e impraticabile e, alla luce del fatto che Drago è socio di un importante studio di progettazione che lavora molto per gli insediamenti produttivi dell’area e per alcune lottizzazioni private dal discutibile impatto ambientale nell’area dei Colli Euganei, suscita l’impressione che molti soggetti si stiano muovendo per condizionare il futuro delle zone industriali di Monselice con finalità speculative.
 

Quella torre nel rispetto dei Colli
di Gilberto Muraro
Il Mattino di Padova, 24 maggio 2010


Sul rinnovamento  del cementificio di Monselice, serve innanzitutto una seria analisi economica. Se sul piano economico si dovesse concludere  che tale ipotesi contrasta con la prospettiva  dello sviluppo turistico e che quest’ultima è la scelta più promettente per l’economia della zona, si sarebbe alla fine dell’analisi e si dovrebbe solo studiare  quando chiudere gli impianti  esistenti.  Se sul piano economico dovesse invece sopravvivere la prospettiva del cementificio, occorrerebbe    un supplemento di indagine. Si dovrebbe infatti valutare  se  il guadagno  economico giustifichi oppure no l’impatto ambientale, perché la tutela dell’ambiente naturale, in particolare di un ambiente prezioso come quello dei Colli Euganei, potrebbe ben giustificare la rinuncia al vantaggio occupazionale. Sono  indagini difficili, in particolare la seconda che deve esprimere valutazioni in campo  ambientale; ma lo sviluppo della “analisi costi benefici” negli ultimi decenni assicura la possibilità di arrivare a stime accettabili.

Non avendo svolto alcuna indagine  del genere, lo scrivente si guarda bene dal prendere posizione. E tuttavia c’è un contributo importante sul piano del metodo che si può proporre anche nell’ignoranza dei dati specifici. Riguarda l’assioma, perché come tale viene presentato in tutti gli articoli sin qui letti sul tema,  secondo cui un camino ( in realtà una poderosa e articolata torre)  di 120 metri è un insulto estetico : insulto intollerabile per molti, per i quali, detto questo, è   detto tutto; e insulto astrattamente tollerabile per  gli altri , ma sempre dato negativo,  da giustificare con dimostrati  vantaggi di diversa natura.

Va detto invece che tale assioma è falso. Non che si possa cadere nel ridicolo dell’ assioma contrario, secondo cui ogni manufatto è un abbellimento. Semplicemente, bisogna distinguere. Ci sono manufatti sciatti e  informi, nei cui confronti la reazione negativa è generale ( anche se non ha impedito  il generale degrado del paesaggio veneto  nella seconda metà del Novecento ) . Ma ci sono interventi, anche vistosi e violenti, che hanno una loro intrinseca  personalità architettonica, nei cui confronti  bisogna ammettere la legittimità di gusti e pareri diversi. Alla fine  si dovrà  effettuare una  scelta, ma  consapevoli della sua  opinabilità e quindi  nel rispetto delle opinioni sacrificate. Qualche illustre esempio a chiarimento ( si parva licet…). E’ rispettabile la tesi di chi pensa che il Golden Gate abbia distrutto l’incomparabile bellezza della baia di San Francisco, che il Ponte Europa abbia spezzato le  armonise curve   delle Alpi vicino a Innsbruck, che  in generale i viadotti autostradali  e ferroviari siano una ferita al paesaggio, che  la Torre Eiffel, per  citare   la controversia storica  più nota, sia un pretenzioso  ammasso di ferraglia che si distingue solo per la sua volgarità tra le  composte  linee dell’architettura parigina ; e infine, venendo a casa nostra, che il Memoriale per l’11 settembre 2001  di  Daniel Libeskind  sia fuori luogo nella  piccola golena di Porte Contarine a Padova. Ma pretendo rispetto anche per coloro, tra cui mi colloco, che giudicano  che tali interventi abbiano  aggiunto bellezza ai luoghi e regalato ulteriori  emozioni allo spettatore, al di là di ogni giustificazione economica o comunque pratica ( non c’era altro posto per il Libeskind, ho sentito dire; invece, è proprio lì che sta bene, perché è il   contrasto tra la linea morbida della golena e il profilo tagliente dei pannelli verticali, che dialogano con gli edifici retrostanti e la cupola del Carmine, che lo rende particolarmente suggestivo).

E allora non condanniamo  a priori  una torre  di 120 metri  che, trovando l’architetto  adeguato, potrebbe essere attraente  e creare, da vicino e da lontano,  mille prospettive nuove  con il profilo dolce dei Colli, diventando un altro segno significativo  della capacità dell’uomo di arricchire anziché depauperare la bellezza della natura. E magari sarebbe l’occasione per far tornare a lavorare da noi Libeskind (o altro artista ugualmente bravo,  e ne abbiamo anche in Italia).

 

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«Multe, il Comune rischia 4,5 milioni»
Il Mattino di Padova, 22 maggio 2010

 

Una perdita secca di almeno 4 milioni e mezzo per le casse comunali. La colpa è di un disegno di legge, approvato in Senato e ora al vaglio della Camera, che modificherà il codice della strada. «I tempi per notificare una multa passeranno dai 150 giorni di ora a 60 - spiega l’onorevole Pd Alessandro Naccarato - considerando che più di un mese di tempo viene lasciato al cittadino per pagare, i tempi risultano essere troppo stretti». La sanzione che troviamo sul parabrezza, infatti, è una sorta di «conciliazione». Se non paghi, arriva la notifica. E circa venti giorni per verificare di chi è la macchina e gli altri dati solitamente non bastano. «Pensate alla Ztl, con 250 infrazioni al giorno». Gianluca Gaudenzio presenterà in consiglio comunale una mozione sul tema.

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IN PARLAMENTO
Presentata alla Camera la Proposta di legge sugli  “Incentivi fiscali per il rientro
dei lavoratori in Italia”
 
La proposta di legge,in discussione alla Camera “Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia” presentata,tra gli altri, da Enrico Letta (Pd) utilizza la leva fiscale – per un ammontare complessivo di  200.000 euro – sotto forma di minore imponibilità del reddito, per incentivare i cittadini comunitari under 40, con residenza all’estero da almeno 2 anni, a tornare in Italia per intraprendere un’attività d’impresa o di lavoro autonomo o per essere assunti come dipendenti.
I redditi dal lavoro dipendente o di impresa e i redditi di lavoro autonomo percepiti ” dai lavoratori che fanno rientro, ai ”fini delle imposte sui redditi concorrono alla formazione dell’imponibile in misura ridotta’‘, cioè “pari al 20% per le lavoratrici dipendenti impiegate nell’intero territorio nazionale e per i lavoratori dipendenti destinati a una struttura produttiva ubicata nelle aree delle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo o Molise”. La percentuale è del 30% per le altre regioni. La misura vale per un triennio, cioè, dalla sua entrata in vigore  fino al 31 dicembre 2013.
Possono beneficiarne:
1) I cittadini comunitari under 40 laureati che abbiano avuto un contratto di lavoro dipendente all’estero per almeno 2 anni continuativi;
2) I cittadini comunitari under 40 che abbiano svolto studi all’estero per almeno 2 anni, acquisendo una laurea o una specializzazione post lauream. In entrambi i casi coloro che ritornano hanno l’onere di trasferire domicilio in Italia entro 3 mesi dal rientro e, perderanno il beneficio se cambiano la residenza o il domicilio fuori dall’Italia prima di 5 anni dalla data della prima fruizione del beneficio.

Sono previsti  Incentivi anche per i datori di lavoro che assumono i ‘cervelli’ che vogliono fare rientro, a condizione che ”li impieghino come lavoratori dipendenti in una struttura produttiva ubicata nelle aree” ex Obiettivo uno”.

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Approvato il Piano straordinario
contro le mafie
 
Giovedì 27 maggio la Camera dei Deputati ha approvato, con il voto favorevole del PD, il disegno di legge recante il Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.
 
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APPUNTAMENTI

LUNEDI 31 MAGGIO ALLE ORE 10.30 VIA PARINI, 10 – PIOVE DI SACCO (PD)
VISITA ALL’ITIS “A. EINSTEIN” PER LA MOBILITAZIONE NAZIONALE DEL PD PER DIFENDERE LA SCUOLA PUBBLICA

 

DOMENICA 6 GIUGNO ALLE ORE 10.00 PRESSO LA SALA CONSILIARE
COMUNE DI CADONEGHE

INIZIATIVA PUBBLICA “IDEE PER IL PD. PROPOSTE PER IL FUTURO”


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