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CON NAPOLITANO
CON LA COSTITUZIONE
Varando il decreto su Eluana il
Governo ha superato ogni limite. È
una sfida aperta lanciata al
Presidente della Repubblica
Napolitano che non ha firmato il
decreto perchè è incostituzionale.
E' una scelta gravissima da parte di
Berlusconi che rischia di avere
pesanti ricadute sull'equilibrio dei
poteri istituzionali sui quali si
fonda la nostra Repubblica. La
scelta del Governo è eversiva
rispetto ai principi sanciti dalla
Costituzione italiana.
Il Partito Democratico sta con il
Presidente Giorgio Napolitano e lo
appoggia con forza nel suo ruolo di
garante dei principi costituzionali.
Ecco la
lettera del Presidente Napolitano a
Berlusconi prima dell'approvazione
del decreto sul caso di Eluana
Englaro per spiegarne
l'incostituzionalità:
"Signor Presidente, lei certamente
comprenderà come io condivida le
ansietà sue e del Governo rispetto
ad una vicenda dolorosissima sul
piano umano e quanto mai delicata
sul piano istituzionale - scrive
Napolitano -. Io non posso peraltro,
nell'esercizio delle mie funzioni,
farmi guidare da altro che un esame
obiettivo della rispondenza o meno
di un provvedimento legislativo di
urgenza alle condizioni specifiche
prescritte dalla Costituzione e ai
principi da essa sanciti. I temi
della disciplina della fine della
vita, del testamento biologico e dei
trattamenti di alimentazione e di
idratazione meccanica sono da tempo
all'attenzione dell'opinione
pubblica, delle forze politiche e
del Parlamento, specialmente da
quando sono stati resi
particolarmente acuti dal progresso
delle tecniche mediche. Non è un
caso se in ragione della loro
complessità, dell'incidenza su
diritti fondamentali della persona
costituzionalmente garantiti e della
diversità di posizioni che si sono
manifestate - prosegue il capo dello
Stato -, trasversalmente rispetto
agli schieramenti politici, non si
sia finora pervenuti a decisioni
legislative integrative
dell'ordinamento giuridico vigente.
Già sotto questo profilo il ricorso
al decreto legge, piuttosto che un
rinnovato impegno del Parlamento ad
adottare con legge ordinaria una
disciplina organica, appare
soluzione inappropriata".
"Devo inoltre rilevare che rispetto
allo sviluppo della discussione
parlamentare - sottolinea Napolitano
- non è intervenuto nessun fatto
nuovo che possa configurarsi come
caso straordinario di necessità ed
urgenza ai sensi dell'art. 77 della
Costituzione se non l'impulso pur
comprensibilmente suscitato dalla
pubblicità e drammaticità di un
singolo caso. Ma il fondamentale
principio della distinzione e del
reciproco rispetto tra poteri e
organi dello Stato non consente di
disattendere la soluzione che per
esso è stata individuata da una
decisione giudiziaria definitiva
sulla base dei principi, anche
costituzionali, desumibili
dall'ordinamento giuridico vigente.
Decisione definitiva,
sotto il profilo dei presupposti di
diritto, deve infatti considerarsi,
anche un decreto emesso nel corso di
un procedimento di volontaria
giurisdizione, non ulteriormente
impugnabile, che ha avuto ad oggetto
contrapposte posizioni di diritto
soggettivo e in relazione al quale
la Corte di cassazione ha ritenuto
ammissibile pronunciarsi a norma
dell'articolo 111 della
Costituzione: decreto che ha dato
applicazione al principio di diritto
fissato da una sentenza della Corte
di cassazione e che, al pari di
questa, non è stato ritenuto
invasivo da parte della Corte
costituzionale della sfera di
competenza del potere legislativo.
Desta inoltre gravi perplessità
l'adozione di una disciplina
dichiaratamente provvisoria e a
tempo indeterminato, delle modalità
di tutela di diritti della persona
costituzionalmente garantiti dal
combinato disposto degli articoli 3,
13 e 32 della Costituzione:
disciplina altresì circoscritta alle
persone che non siano più in grado
di manifestare la propria volontà in
ordine ad atti costrittivi di
disposizione del loro corpo".
"Ricordo infine che il potere del
Presidente della Repubblica di
rifiutare la sottoscrizione di
provvedimenti di urgenza
manifestamente privi dei requisiti
di straordinaria necessità e urgenza
previsti dall'art. 77 della
Costituzione o per altro verso
manifestamente lesivi di norme e
principi costituzionali discende
dalla natura della funzione di
garanzia istituzionale che la
Costituzione assegna al Capo dello
Stato - aggiunge - ed è confermata
da più precedenti consistenti sia in
formali dinieghi di emanazione di
decreti legge sia in espresse
dichiarazioni di principio di miei
predecessori. Confido che una pacata
considerazione delle ragioni da me
indicate in questa lettera valga ad
evitare un contrasto formale in
materia di decretazione di urgenza
che finora ci siamo congiuntamente
adoperati per evitare".
_______________________________________________
In queste settimane la Camera ha
approvato, con il voto favorevole
del Partito democratico, due leggi
molto importanti. La prima riguarda
il contrasto, la prevenzione e la
repressione delle molestie
insistenti, note anche come reati di
"stalking". L'Italia era uno dei
pochi Paesi senza una legislazione
in materia. L'iniziativa del PD, che
da anni si impegna per colmare
questa lacuna, e l'attenzione del
Governo hanno finalmente prodotto
una legge che consentirà di
contrastare in maniera efficace un
fenomeno che colpisce migliaia di
donne.
La seconda riguarda la legge
elettorale per il Parlamento
europeo. Dopo anni di discussioni,
in ottobre, il PdL aveva proposto di
eliminare le preferenze e di
introdurre lo sbarramento al 5%.
L'opposizione determinata e ferma
del PD e dell'UdC ha bloccato questo
progetto.
Restava però aperta la questione
relativa alla rappresentanza
italiana nel Parlamento europeo.
Siamo infatti l'unico Paese che è
rappresentato in Europa da ben 15
gruppi parlamentari: alcuni dei
quali sono formati da un unico
rappresentante eletto con lo 0,8%
dei voti. Questa frammentazione ha
danneggiato il peso e l'infuenza del
nostro Paese in sede comunitaria.
Per risolvere il problema è maturata
la proposta di introdurre una soglia
d'ingresso al 4%. Così solo le liste
che raggiungeranno tale soglia
avranno una rappresentanza al
Parlamento europeo. In questo modo
le forze minori verranno spinte ad
aggregarsi e si limiterà l'eccessiva
frammentazione del nostro sistema
politico. A questo proposito è utile
ricordare che molti piccoli
partiti hanno già oggi una propria
rappresentanza grazie alle alleanze
con le forze maggiori. Alle elezioni
europee del 2004, ad esempio, il
Partito Socialista era presente
nella lista "Uniti nell'Ulivo ed
elesse un proprio rappresentante.
Inoltre, grazie all'opposizione del
PD e dell'UdC, il voto di preferenza
è stato mantenuto, salvaguardando la
possibilità di scelta
dell'elettore. La nuova legge è
stata votata da tutti i gruppi
parlamentari ad eccezione dei
Radicali e del Movimento per
l'autonomia.
Dichiarazione di voto di
Dario franceschini sulla legge
elettorale europea
Camera dei Deputati, 3
febbraio 2009
Signor Presidente, oggi stiamo
scrivendo una buona pagina per
la nostra democrazia
parlamentare. Gli anni di questa
lunga transizione, quella
iniziata nel 1994 con il sistema
maggioritario e con la nascita
del bipolarismo italiano, sono
stati accompagnati da molti
dibattiti e da molti tentativi
parlamentari di applicare, anche
nel nostro Paese, quel principio
secondo cui gli avversari
politici possono e debbono
scrivere insieme e, lo
sottolineo, restando avversari,
le regole della convivenza
democratica. Si tratta di un
principio che pure l'Italia
repubblicana aveva conosciuto
fin dalla sua nascita nella
scrittura della Costituzione;
insieme le regole della
convivenza democratica: le leggi
elettorali, i Regolamenti
parlamentari e le modifiche
costituzionali.
Dal 1994 ad oggi i due campi si
sono alternati al Governo, ma
questo principio elementare o
non si è riusciti ad applicarlo
o lo si è violato.
Non si è riusciti ad applicarlo
quando i tentativi di riforme
condivise delle regole sono
naufragati: dalla bicamerale,
alla leggi elettorali nazionale
ed europea (più tentativi di
modificarle) alle modifiche dei
Regolamenti parlamentari; un
elenco di fallimenti. Quel
principio poi è stato violato
quando voi e noi abbiamo pensato
di fare da soli, noi con il
Titolo V della Costituzione, voi
con la cosiddetta devolution
e poi con la legge elettorale
per le elezioni politiche. Si
tratta di errori di tutti:
quando si viola quel principio,
ossia che le regole si cambiano
solo con l'intesa tra
maggioranza e opposizione, si
commette un errore politico, ma
soprattutto si condanna il
Paese, il nostro Paese, ad
un'eterna instabilità perché le
regole che reggono nel tempo
sono solo quelle condivise da
tutte le parti che si alternano
nel ruolo di guida del Paese.
Oggi stiamo facendo una piccola
cosa, non una grande riforma, ma
stiamo finalmente comportandoci
da Paese moderno e civile e
speriamo in fondo che serva
anche per il futuro. Arriviamo
qui con un'intesa larga, alla
luce del sole, in Parlamento,
quasi unanime tra avversari
politici che resteranno tali,
che continueranno a contrastarsi
anche duramente sulle scelte
politiche, sull'azione di
Governo e anche sui valori, ma
che riescono a fare insieme,
senza scambi, senza tavoli
paralleli, senza trattative
segrete, una cosa che serve al
proprio Paese. Infatti lo
sbarramento serve al sistema
politico italiano, serve prima
di tutto la nostra forza e la
nostra credibilità nel
Parlamento europeo. Da anni
paghiamo la debolezza di una
delegazione nazionale
frammentata e quindi
ininfluente. I numeri parlano da
soli: nel 2004 la Germania ha
mandato Bruxelles una
delegazione di 99 eletti divisi
in sei partiti, i Paesi che,
come noi, avevano una
delegazione di 78 parlamentari -
il Regno Unito e la Francia -
l'hanno divisa in sette.
L'Italia l'ha divisa in 15
partiti di cui cinque con due
parlamentari e quattro con un
solo parlamentare: l'UDEUR,
Alternativa Sociale, la Fiamma
Tricolore e addirittura i
Pensionati; una condanna alla
derisione ed alla marginalità.
Non a caso l'Italia è l'unico
grande Paese che non ha mai
espresso il Presidente del
Parlamento europeo da quando
eletto dal popolo.
Inoltre lo sbarramento serve per
lasciarsi alle spalle quella
stagione di eccessiva
frammentazione interna a
coalizioni troppo eterogenee che
tutti abbiamo conosciuto e
abbiamo pagato quando siamo
stati chiamati alternativamente
a guidare il Paese. La svolta
che è stata resa possibile... La
svolta che è stata resa
possibile alle ultime elezioni
politiche dalla nascita del
Partito Democratico e dalla sua
scelta di non riproporre il
vecchio centrosinistra, seguita
dalla nascita del Popolo della
Libertà e dalla decisione
speculare di non riproporre il
vecchio centrodestra, ha fatto
sicuramente compiere al nostro
Paese un passo in avanti verso
un sistema finalmente europeo
con due grandi forze politiche
avversarie e tre o quattro forze
intermedie. Tuttavia quella
svolta non è irreversibile se
non la si consolida con regole
che spingano in quella direzione
e che convincano le forze simili
e vicine ad aggregarsi anziché
dividersi.
In questi giorni molti hanno
detto che lo sbarramento punisce
alcuni partiti, hanno parlato
addirittura di attentati alla
democrazia o peggio di colpi di
Stato. A parte l'invito ad
andare un po' cauti con
affermazioni così estreme e così
definitive vorremmo chiedere:
sono così deficitari in termini
di democrazia e così golpisti
tutti gli altri Paesi europei?
Ci sarà una ragione per cui
tutti gli altri 26 Stati
dell'Unione europea hanno uno
sbarramento legale o di fatto
che è più alto, il triplo o il
quadruplo, di quello che aveva
il nostro Paese! Non sono solo i
Paesi medio-piccoli quali
Slovacchia, Lituania, Repubblica
Ceca ed Ungheria ad avere il 5
per cento, o Svezia ed Austria
il 4 per cento, ma anche le
grandi nazioni. La Francia, la
Germania e la Polonia hanno uno
sbarramento al 5 per cento fino
ad arrivare al Regno Unito che
ha uno sbarramento di fatto del
9,6 per cento. Ovunque lo
sbarramento è introdotto per
salvare la rappresentanza
evitando, però, la
frammentazione.
Esso serve all'Italia, non a
questo o a quel partito, a meno
che qualcuno non pensi agli
italiani - quelli che ci stanno
ascoltando in questo momento - e
pensi ancora che questi ultimi
votano in base agli sbarramenti
e non invece, come fanno
giustamente, in base alle
proposte per risolvere i loro
problemi, alla credibilità delle
persone e dei partiti
(Applausi dei deputati del
gruppo Partito Democratico).
Lo sbarramento è sempre
introdotto non per fare
scomparire qualcuno ma per
spingere forze vicine ad
aggregarsi. Si tratta anche di
quello, lasciatecelo dire in
quest'Aula, che speriamo avvenga
alla nostra sinistra, perché è
quella parte di Paese che sta
comunque nel nostro campo e con
la quale governiamo molti
comuni, province e regioni che
ha bisogno, anch'essa, di unirsi
e non di dividersi. Avremmo
voluto una legge concernente
l'elezione dei membri del
Parlamento europeo spettanti
all'Italia diversa e migliore,
con circoscrizioni più piccole,
rappresentanza garantita
nell'alternanza uomo-donna nelle
liste, la non candidabilità dei
ministri, norme più eque per la
raccolta delle firme e nuove
regole sui rimborsi elettorali.
Tuttavia, le condizioni
politiche - e oggi anche il
tempo che manca alle elezioni -
non hanno consentito e non ci
consentono di farlo. Ma vogliamo
rivendicare in questa sede che
grazie al nostro impegno -
insieme a quello degli altri
gruppi di opposizione - gli
elettori che andranno a votare
potranno esprimere le
preferenze. Non si vedranno
sottratti, ancora un'altra
volta, il loro diritto di
scegliere non solo i partiti, ma
anche di decidere le persone da
cui farsi rappresentare nelle
istituzioni (Applausi dei
deputati del gruppo Partito
Democratico e di deputati del
gruppo Italia dei Valori).
Il gruppo del Partito
Democratico preannunzia voto
favorevole su questo
provvedimento. Non sappiamo se
esso sarà il primo passo verso
una stagione di regole
efficienti, scritte con una
convergenza tra maggioranza e
opposizione, o se resterà un
episodio isolato. Il nostro
ruolo, quello di una grande
forza riformista, continuerà a
essere, comunque, quello per cui
siamo nati e a cui siamo stati
chiamati dal risultato
elettorale, che in questa
legislatura ci chiama, appunto,
a un ruolo di opposizione. E lo
diciamo anche oggi al Governo e
alla maggioranza: ogni giorno
denunceremo i vostri errori e le
vostre omissioni nell'affrontare
una crisi che sta aggredendo la
nostra economia e che sta
attraversando la vita di
migliaia di persone, di migliaia
di piccole imprese e di migliaia
di famiglie che hanno bisogno,
che hanno voglia di gridare, che
aspettano risposte che non
arrivano, persone che non
possono accontentarsi di parole
e di ottimismo televisivo quando
per vivere, soltanto per vivere,
hanno bisogno di stipendi e
pensioni decenti e di non
perdere i loro posti di lavoro.
Non ci dimenticheremo di loro e
continueremo a farvi proposte e
a mettere in campo soluzioni
alternative e migliori. Ma non
dimenticheremo nemmeno che,
anche stando all'opposizione,
abbiamo il dovere di contribuire
a rendere moderno, efficiente e
più semplice il nostro sistema
politico e le nostre
istituzioni. Si tratta di quello
che anche oggi, con questa
scelta, stiamo cercando di fare.
Da 6 mesi a 6 anni per
i reati di stalking
Franco:"Una
vittoria delle donne per le donne".
Picierno: "Colmata una lacuna che
durava da troppi anni".
Approda
al Senato il disegno di legge sullo
stalking. Il testo, approvato dalla
Camera ad ampia maggioranza prevede
da sei mesi a quattro anni di
reclusione per chi compirà atti
persecutori e minacce verso il
partner o l’ex partner. Sono
previste poi delle aggravanti nel
caso in cui a subire l’atto
persecutorio sia una donna incinta
(la detenzione può arrivare a sei
anni), nel caso in cui a mettere in
atto molestie verbali sia il
coniuge, anche se divorziato, il
convivente o il fidanzato, o se la
vittima è un minore o persona
diversamente abile. Il giudice potrà
inoltre intimare all’imputato di non
avvicinarsi ai luoghi frequentati
abitualmente dalla vittima. Verrà
istituito poi un numero verde
nazionale per fornire una prima
assistenza psicologica e giuridica
alle vittime di molestia.
“Un passo molto importante ed una
vittoria delle donne e per le
donne", dice la senatrice del Pd
Vittoria Franco, ministra delle
Pari Opportunità del governo ombra.
"Alla Camera è stato fatto un buon
lavoro col contributo delle donne
dell'opposizione - sottolinea
Vittoria Franco - Al Senato faremo
la nostra parte per rafforzare gli
aspetti di prevenzione e per
arrivare ad una rapida approvazione.
E' necessario che si arrivi al più
presto a una legge sullo stalking,
per sanzionare un reato odioso che
spesso porta all'uccisione delle
vittime. Resta aperto il capitolo
del contrasto alla violenza sessuale
sul quale aspettiamo delle risposte
concrete dal governo, anche in
termini di risorse finanziarie ".
“Un primo passo per colmare una
lacuna che durava da troppi anni”,
sostiene Pina Picierno,
ministro per le politiche giovanili
nel governo ombra. “Con tante donne
che hanno dovuto subire violenze
prima di veder riconosciute dignità
e risarcimento alle loro sofferenze,
il Partito Democratico ha votato si
con convinzione, ad una legge che
poteva essere votata già un anno
fa', insieme a tutte le forze
politiche del Parlamento,
convergenza che si è sviluppata su
un tema come quello dello stalking”.
“Adesso si spera -conclude Pina
Picierno- che diventi legge al più
presto
con il passaggio al Senato dove
sicuramente ci sarà la stessa
convergenza”.
Continua intanto l‘iniziativa del
Partito democratico. Oltre
all’appello
lanciato da Vittoria Franco,
i deputati del Partito Democratico
hanno già presentato una mozione
alla Camera dove si chiede un
impegno dell’esecutivo per il
finanziamento di un Piano d'azione
contro molestie e violenze di genere
e dell'Osservatorio pubblico
nazionale del monitoraggio
statistico sulla violenza alle
donne, istituito dalla legge
finanziaria per il 2007; l’aumento
dei numeri telefonici di pubblica
utilità uniti a campagne informative
tradotte nelle lingue più diffuse;
l’istituzione, mediante urgenti
iniziative in sede di Conferenza
Stato-regioni, presso i pronto
soccorso medici di sportelli per
l'accoglienza delle donne
maltrattate; corsi formativi per
operatori della giustizia, delle
forze dell'ordine, dei servizi
sociosanitari e campagne di
educazione al rispetto della donna,
della persona, a partire dalla
scuola: estensione della sfera di
applicazione del permesso di
soggiorno anche alle donne vittime
di maltrattamenti o abusi sessuali.
Queste sono le prime azioni che il
Partito Democratico ha messo in
campo contro la violenza sulle
donne. Ma non sono le uniche. Nelle
prossime settimane inizierà una
campagna di sensibilizzazione contro
la violenza sulle donne su tutto il
territorio nazionale per contribuire
alla prevenzione e per diffondere
una nuova cultura del rispetto del
corpo femminile.

Appello contro la violenza sulle
donne
promuovere la cultura del rispetto
Negli ultimi giorni
abbiamo assistito a un crescendo di
episodi di violenza contro le donne,
dalle atroci aggressioni allo stupro
di gruppo, avvenuti soprattutto
nella città di Roma. La violenza
contro le donne è un fenomeno che
assume ormai i connotati di una vera
e propria emergenza nazionale,
costituendo la prima causa di morte
per le donne e le giovani donne.
Come ha registrato una recente
ricerca dell'Istat, infatti, sono 7
milioni le donne tra i 16 e i 70
anni ad avere subito, nel nostro
Paese, violenza sessuale o fisica
nel corso della vita, pari a una
donna su tre. Di queste, 5 milioni
hanno subito violenza sessuale, 1
milione ha subito stupri o tentati
stupri. La violenza di genere è
soprattutto domestica e avviene ad
opera di familiari e conviventi. Ma
certo quella che accade casualmente
in strada ad opera di sconosciuti
non è meno drammatica. C'è un grande
problema di sicurezza nelle città
per le donne, che riguarda le
periferie isolate e buie, la
mancanza di servizi e strumenti
adeguati al contrasto tempestivo, la
carenza di strutture per il sostegno
e la prevenzione. Di fronte a questi
dati così allarmanti ciò che
vogliamo denunciare sono la
sottovalutazione della gravità del
problema e un clima culturale di
svilimento della dignità femminile.
Le dichiarazioni del Presidente del
Consiglio sull'ineliminabilità dello
stupro per le italiane sono
inaccettabili, offensive per le
donne che ne sono drammaticamente
vittime, lesive della dignità di
tutte. Su questo tema non tolleriamo
battute e leggerezze. Quelle parole
destano gravissime preoccupazioni,
perché sono insieme sintomo e causa
di questo clima che va combattuto in
modo fermo e deciso.
Contro la violenza sulle donne
è necessario lavorare sulla
prevenzione e promuovere una cultura
del riconoscimento della libertà
reciproca e del reciproco rispetto
tra uomini e donne. Occorrono
politiche concertate, dal trasporto
pubblico e privato al commercio,
amministratori che promuovano
iniziative sul territorio, periferie
meno abbandonate, una rete di
sostegno. E' necessaria la certezza
della pena per chi commette questi
reati, anche perché le vittime
possano sentirsi sicure. Ma ciò
presuppone che si riconosca che il
problema esiste, che riguarda le
relazioni stesse tra uomini e donne
e che richiede un impegno
straordinario. Gli interventi del
governo in questo settore sono
invece di segno opposto. Non esiste
più un piano contro la violenza di
genere, non vengono stanziate
risorse per i centri antiviolenza, i
20 milioni di euro del 2008 non sono
stati reiterati per il 2009, le
leggi sullo stalking e sulla
violenza sessuale vanno a rilento.
Tutti gli emendamenti
dell'opposizione per introdurre già
nel pacchetto sicurezza misure più
stringenti sono stati respinti.
Per questo chiediamo che:
- il ministro dell'interno Maroni
venga al più presto in Parlamento a
riferire sulla grave emergenza della
violenza contro le donne e sulle
misure, anche finanziarie, che il
governo deve mettere in campo al più
presto per contrastare il fenomeno e
rendere le città più sicure per le
donne; - il Parlamento prenda al più
presto in esame le proposte del Pd
contro la violenza sulle donne, a
sostegno dei centri antiviolenza; -
la legge sullo stalking venga
approvata al più presto; - il
governo metta in campo una campagna
antiviolenza la quale informi le
donne sulle strutture e i servizi di
prevenzione e contrasto e preveda
corsi di educazione al rispetto
della differenza femminile nelle
scuole, per promuovere il rispetto
della dignità e dei diritti delle
donne; - che si facciano politiche
efficaci di integrazione delle
persone immigrate. Il Partito
Democratico nelle prossime settimane
lancerà una campagna di
sensibilizzazione contro la violenza
sulle donne su tutto il territorio
nazionale per contribuire alla
prevenzione e a una cultura del
rispetto del corpo femminile.
Per aderire all'appello
collegati al link
http://www.partitodemocratico.it/appello/
Il testo del DDL sullo
stalking approvato alla Camera
Ddl Camera 1440-A -
Misure contro gli atti
persecutori
Art. 1.
(Modifiche al codice penale).
1. Al codice penale sono
apportate le seguenti
modificazioni:
a) Salvo che il fatto
costituisca più grave reato,dopo
l'articolo 612 è inserito il
seguente:
«Art. 612-bis. - (Atti
persecutori). - È punito con la
reclusione da sei mesi a quattro
anni chiunque, con condotte
reiterate, minaccia o molesta
taluno in modo da cagionare un
perdurante e grave stato di
ansia o di paura ovvero da
ingenerare un fondato timore per
l'incolumità propria o di un
prossimo congiunto o di persona
al medesimo legata da relazione
affettiva ovvero a costringere
lo stesso ad alterare le proprie
abitudini di vita.
La pena è aumentata se il fatto
è commesso dal coniuge
legalmente separato o divorziato
o da persona che sia stata
legata da relazione affettiva
alla persona offesa.
La pena è aumentata fino alla
metà se il fatto è commesso a
danno di un minore, di donna in
stato di gravidanza o di un
soggetto con disabilità, ai
sensi dell'articolo 3 della
legge 5 febbraio 1992, n. 104,
ovvero con armi, o da persona
travisata, o con scritto
anonimo.
Il delitto è punito a querela
della persona offesa. Il termine
per la proposizione della
querela è di sei mesi. Si
procede tuttavia d'ufficio se il
fatto è commesso nei confronti
di un minore o di persona con
disabilità, ai sensi
dell'articolo 3 della legge 5
febbraio 1992, n. 104, nonché
quando il fatto è connesso con
altro delitto per il quale si
deve procedere d'ufficio»;
b) al primo comma dell'articolo
576, dopo il numero 5 bis) è
aggiunto il seguente:
«5-1) dall'autore del delitto
previsto dall'articolo 612-bis».
Art. 2.
(Ammonimento).
1. Fino a quando non è proposta
querela per il reato di cui
all'articolo 612-bis del codice
penale, la persona offesa può
esporre i fatti all'autorità di
pubblica sicurezza avanzando
richiesta al questore di
ammonimento nei confronti
dell'autore della condotta. La
richiesta è trasmessa senza
ritardo al questore.
2. Il questore, assunte se
necessario informazioni dagli
organi investigativi e sentite
le persone informate dei fatti,
ove ritenga fondata l'istanza,
ammonisce oralmente il soggetto
nei cui confronti è stato
richiesto il provvedimento,
invitandolo a tenere una
condotta conforme alla legge e
redigendo processo verbale.
Copia del processo verbale è
rilasciata al richiedente
dell'ammonimento e al soggetto
ammonito. Il questore valuta
l'eventuale adozione di
provvedimenti in materia di armi
e munizioni.
2.bis. La pena per ild elitto di
cui all'articolo 612-bis del
codice penale è aumentata se il
fatto è commesso da soggetto già
ammonito ai sensi del presente
articolo.
3. Si procede d'ufficio per il
delitto previsto dall'articolo
612-bis del codice penale quando
il fatto è commesso da soggetto
ammonito ai sensi del presente
articolo.
Art. 3.
(Modifiche al codice di
procedura penale).
1. Al codice di procedura penale
sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) all'articolo 266, comma 1,
lettera f), dopo la parola:
«minaccia,» sono inserite le
seguenti: «atti persecutori,»;
b) dopo l'articolo 282-bis sono
inseriti i seguenti:
«Art. 282-ter. - (Divieto di
avvicinamento ai luoghi
frequentati dalla persona
offesa). - 1. Con il
provvedimento che dispone il
divieto di avvicinamento il
giudice prescrive all'imputato
di non avvicinarsi a luoghi
determinati abitualmente
frequentati dalla persona offesa
ovvero di mantenere una
determinata distanza da tali
luoghi o dalla persona offesa.
2. Qualora sussistano ulteriori
esigenze di tutela, il giudice
può prescrivere all'imputato di
non avvicinarsi a luoghi
determinati abitualmente
frequentati da prossimi
congiunti della persona offesa o
da persone con questa conviventi
o comunque legate da relazione
affettiva ovvero di mantenere
una determinata distanza da tali
luoghi ovvero da tali persone.
3. Il giudice può, inoltre,
vietare all'imputato di
comunicare, attraverso qualsiasi
mezzo, con le persone di cui ai
commi 1 e 2.
4. Quando la frequentazione dei
luoghi di cui ai commi 1 e 2 sia
necessaria per motivi di lavoro
ovvero per esigenze abitative,
il giudice prescrive le relative
modalità e può imporre
limitazioni.
Art. 282-quater. - (Obblighi di
comunicazione). - 1. I
provvedimenti di cui agli
articoli 282-bis e 282-ter sono
comunicati all'autorità di
pubblica sicurezza competente,
ai fini dell'eventuale adozione
dei provvedimenti in materia di
armi e munizioni. Essi sono
altresì comunicati alla parte
offesa e ai servizi
socio-assistenziali del
territorio»;
c) al comma 1-bis dell'articolo
392, le parole: «e 609-octies»
sono sostituite dalle seguenti:
«, 609-octies e 612-bis»;
d) al comma 5-bis dell'articolo
398:
1) le parole: «e 609-octies»
sono sostituite dalle seguenti:
«, 609-octies e 612-bis»;
2) le parole: «vi siano minori
di anni sedici» sono sostituite
dalle seguenti: «vi siano
minorenni»;
3) le parole: «quando le
esigenze del minore» sono
sostituite dalle seguenti:
«quando le esigenze di tutela
delle persone»;
4) le parole: «l'abitazione
dello stesso minore» sono
sostituite dalle seguenti:
«l'abitazione della persona
interessata all'assunzione della
prova»;
e) al comma 4-ter dell'articolo
498:
1) le parole: «e 609-octies»
sono sostituite dalle seguenti:
«, 609-octies e 612-bis»;
2) dopo le parole: «l'esame del
minore vittima del reato» sono
inserite le seguenti: «ovvero
del maggiorenne infermo di mente
vittima del reato».
Art. 4.
(Modifica all'articolo 342-ter
del codice civile).
1. All'articolo 342-ter, terzo
comma, del codice civile, le
parole: «sei mesi» sono
sostituite dalle seguenti: «un
anno».
Art. 5.
(Misure a sostegno delle vittime
del reato di molestie
insistenti).
1. Le forze dell'ordine, i
presìdi sanitari e le
istituzioni pubbliche che
ricevono dalla vittima notizia
di reato di atti persecutori, di
cui all'articolo 612-bis del
codice penale, introdotto
dall'articolo 1 della presente
legge, hanno l'obbligo di
fornire alla vittima stessa
tutte le informazioni relative
ai Centri antiviolenza presenti
sul territorio, ed in
particolare nella zona di
residenza della vittima. Le
forze dell'ordine, i presìdi
sanitari e le istituzioni
pubbliche provvedono a mettere
in contatto la vittima con i
Centri antiviolenza, qualora ne
faccia espressamente richiesta.
Art. 6
(Clausola di invarianza
finanziaria).
1. Dall'attuazione della
presente legge non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico
del bilancio dello Stato.
Art. 7.
(Entrata in vigore).
1. La
presente legge entra in vigore
il giorno successivo a quello
della sua pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale.
La molestia ripetuta diventa reato.
Lo ha deciso il 29 gennaio l'Aula
della Camera : i voti a favore sul
testo sono stati 379, due quelli
contrari, quelli dei
liberaldemocratici, tre gli
astenuti. Il provvedimento ora passa
al Senato.
Grazie al nuovo disegno di legge,
chiunque minaccia o disturba
qualunque persona fino al punto di
provocare un cambiamento del suo
stile di vita rischia il carcere
fino a quattro anni. E se le
molestie riguardano donne in stato
di gravidanza o sono molestie
ripetute nonostante gli ammonimenti,
la pena è aumentata. Carcere per più
lungo tempo anche quando si tratta
di molestie tra le mura domestiche.
Atti persecutori -
Il disegno di legge definisce dunque
lo stalking come reato punendo
chiunque minaccia o molesta in
maniera prolungata o ripetuta
qualunque persona, in modo tale da
provocare ansia, paura, o un fondato
timore per l'incolumità propria o
dei familiari, o da provocare un
cambiamento del proprio stile di
vita. La pena è la reclusione da sei
mesi a quattro anni, che viene
aumentata nel caso in cui la
molestia provenga dal coniuge o da
un familiare.
Denuncia o intervento
d'ufficio - Per lo stalking
è prevista la querela di parte, ma
si procede d'ufficio se il fatto è
commesso nei confronti di un minore
o di persona con disabilità.
L'ammonimento da parte del
questore - Prima della
denuncia, comunque, è possibile
richiedere l'intervento del
questore: il molestatore viene
avvertito che non può continuare a
mantenere una condotta contraria
alla legge e viene ammonito a
comportarsi secondo la legge. Se
nonostante questo avvertimento non
cambia comportamento, la pena nei
suoi confronti viene aumentata.
Vietato avvicinarsi -
In ogni caso l'autorità giudiziaria
come misura cautelare personale, può
prevedere anche il divieto di
avvicinamento ai luoghi frequentati
dalla persona (di vita e di lavoro)
ed anche il divieto di
comunicazione.
Il testo è frutto di coordinamento
redazionale e quindi soggetto a
modifiche di carattere istituzionale
fino al momento formale del
messaggio al Senato.
Antonella Reedy
Per
saperne di più consulta anche il
rapporto ISTAT 2007
La violenza e
i maltrattamenti contro le donne
dentro e fuori la famiglia
allegato a questa newsletter
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ALTRE NOTIZIE
Lo spaccio e
l’irresponsabilità
Il
Mattino di Padova,
1 febbraio 2009
L’ordinanza
anti-spaccio del sindaco Zanonato è
un atto utile per contrastare in
modo efficace azioni e comportamenti
dannosi e pericolosi che alimentano
la paura e il degrado in alcune zone
della città. L’obiettivo del
provvedimento è chiaro: combattere
il fenomeno della diffusione della
droga con tutti gli strumenti messi
a disposizione del sindaco, in
qualità di ufficiale di governo e
secondo le prerogative previste dal
decreto Maroni in materia di
sicurezza urbana.
L’ordinanza è coerente con la
principale linea guida che ha
caratterizzato fin dall’inizio
l’amministrazione Zanonato. I
problemi legati alla qualità della
vita e alla sicurezza dei cittadini
padovani vanno affrontati in modo
concreto, senza ideologie e,
ovviamente, nel rispetto delle leggi
vigenti. E’ questa la posizione che
ha portato, nei mesi scorsi, anche
all’ordinanza anti-prostituzione e
agli interventi di riqualificazione
di via Anelli e della zona
Pescarotto. Lo scopo è quello di
affrontare e risolvere i problemi di
degrado in modo pragmatico e, nello
stesso tempo, di affermare con
nettezza che alcuni comportamenti
legati allo sfruttamento della
prostituzione, allo spaccio di droga
e all’eccessivo consumo di alcolici
non sono tollerati, perché generano
degrado e insicurezza, e provocano
gravi danni alla salute. Di fronte a
questo principio che sta alla base
della normale convivenza civile,
l’ordinanza è l’unico strumento
concreto nelle mani del sindaco per
salvaguardare gli interessi dei suoi
cittadini.
Le reazioni negative e le critiche
di qualche forza politica, in cerca
disperata di visibilità, sono prive
di qualsiasi fondamento serio e sono
ispirate da due motivi: la
strumentalizzazione politica della
destra che, dopo i fallimenti della
giunta Destro sulla sicurezza, è
invidiosa delle iniziative di
Zanonato; la doppia morale di chi
invoca severità a parole ma in
realtà non la vuole. E’ utile
approfondire questo secondo aspetto,
perché è emblematico del modo di
ragionare e agire di molte persone.
Infatti, una parte dell’opinione
pubblica da un lato chiede a gran
voce maggiore severità e rigore per
punire comportamenti dannosi mentre,
dall’altro, protesta con forza
quando le sanzioni vengono messe in
pratica.
Si pensi, ad esempio, alle nuove
norme contro vandalismo e bullismo
nelle scuole decise dai ministri
della Pubblica istruzione Fioroni e
Gelmini. In seguito ad alcuni
episodi eclatanti, tutti hanno
invocato maggiore severità, ma,
quando si sono applicate le nuove
leggi, tanti genitori e l’opinione
pubblica si sono lamentati per la
durezza delle sanzioni. Lo stesso
accade per la violenza negli stadi.
Tutti, a parole, reclamano norme più
severe contro gli ultras, ma quando
le forze dell’ordine arrestano i
colpevoli di gravi reati, c’è sempre
qualcuno che si lamenta. Basta
pensare all’onorevole Saia, che è
arrivato al punto di criticare il
questore, per difendere gli ultras
autori di una violenta aggressione.
Questo atteggiamento, purtroppo, è
molto diffuso: si alza la voce per
pretendere fermezza e rigore di
fronte al degrado e all’insicurezza,
ma quando si applicano norme severe
per contrastare questi fenomeni,
allora si tende a minimizzare o
addirittura a giustificare coloro
che agiscono scorrettamente. E’ un
modo di agire sbagliato e
incoerente, che ha favorito il
lassismo, l’impunità e la perdita
del senso di responsabilità per le
azioni che si compiono. E’ inutile
lamentarsi del degrado e poi
criticare gli interventi che cercano
di prevenirlo e combatterlo. Le
forze politiche che criticano
l’ordinanza alimentano
l’irresponsabilità che favorisce i
comportamenti pericolosi e il
degrado. L’ordinanza del sindaco
Zanonato, come quella
anti-prostituzione, ha il merito di
non seguire questa strada,
prevedendo sanzioni certe e rigorose
contro l’illegalità e il degrado,
per migliorare la qualità della vita
di tutti.
Paura
in centro, Zilio non convince
Il Mattino di Padova, 6 febbraio
2009
Il
presidente dell’Ascom Fernando Zilio
ha diffuso nei giorni scorsi la
notizia che un ristoratore del
centro avrebbe ricevuto la disdetta
di una prenotazione di un gruppo di
sedici ragazze. Queste avrebbero
preferito un locale in periferia per
usufruire del parcheggio ed evitare
pericolosi spostamenti a piedi. Non
so se la notizia sia vera ma di
sicuro presenta molti punti oscuri.
Non convince il fatto che la
disdetta sarebbe la reazione al
clima di paura diffuso dai recenti
episodi di violenza. Se così fosse
ci sarebbero migliaia di disdette in
tutto il territorio nazionale.
Cosa accadrebbe in una città come
Roma dove, in poche settimane, si
sono ripetuti diversi casi di
violenza sessuale ai danni di
giovani donne? Si sarebbero
registrate segnalazioni di disdette
in tutta Italia e il clima di
insicurezza avrebbe messo in
ginocchio diversi settori della
nostra economia. Inoltre, quando si
denunciano situazioni così gravi,
sarebbe meglio indicare con
precisione nomi e cognomi dei
protagonisti. Così sarebbe possibile
e, anzi, doveroso contattare le
persone, rassicurarle, ascoltare le
loro preoccupazioni ed aiutarle a
risolvere la situazione. Infatti è
interesse di tutti, e in particolare
delle associazioni di categoria e
delle istituzioni, conoscere con
esattezza i fatti, affrontarli in
maniera concreta e intervenire con
gli strumenti idonei. Altrimenti si
rischia di alimentare un clima di
paura ingiustificato e di
ingigantire strumentalmente i
fenomeni. La risposta alla paura non
può essere quella di chiudersi in
casa e di non uscire di sera.
Bisogna fare l’esatto contrario e
promuovere le attività e le
iniziative che fanno vivere i centri
storici e il commercio. Lascia
perplessi anche la motivazione alla
base della disdetta della
prenotazione denunciata dal
presidente dell’Ascom: l’assenza di
parcheggi. Infatti, i parcheggi in
centro storico non ci sono mai stati
e appare poco plausibile che le
sedici ragazze non ne fossero a
conoscenza. Il crimine e le violenze
vanno contrastati con forza e le
istituzioni hanno il dovere di
garantire il diritto alla sicurezza
dei cittadini. Con questo obiettivo
l’Amministrazione di Padova ha
assunto numerosi provvedimenti che
hanno raggiunto importanti
risultati. Diffondere allarmi e
timori ingiustificati, magari
utilizzando notizie incerte e
ingigantite in modo grossolano, crea
maggiore paura e non aumenta la
sicurezza dei cittadini.
Esondazioni e argini
Il Pd
attacca l’inerzia della Regione
Il Mattino di
Padova,
1 febbraio 2009
 Non
c’è solo l’«emergenza Loreggia».
Anzi: il Bacchiglione si rivela al
limite verso Bovolenta come a
Cervarese Santa Croce. E nella
Bassa, il Gorzone continua a
preoccupare dopo che stava per
esondare.
Sul rischio idro-geologico
dell’intera provincia si concentrano
Gianni Gallo, capogruppo del Partito
democratico in Regione, e Alessandro
Naccarato, deputato Pd. Citano la
relazione ufficiale di Tiziano
Pinato, che testimonia come il Genio
Civile di Padova ha ben
«fotografato» la situazione.
L’assessore regionale Giancarlo
Conta e l’intero staff regionale sa
perfettamente quali sono gli
interventi «a tutela della pubblica
incolumità» insieme a quelli
indispensabili a fronteggiare
l’effetto delle piene di novembre e
dicembre.
Serve un milione per Vescovana,
Vigodarzere, Due Carrare, Vigonovo,
Campodarsego e i “manufatti” dello
Scaricatore. Ma le segnalazioni
diventano 45 nella provincia per un
totale di 9,6 milioni richiesti alla
Regione.
«A Loreggia le due commissioni
hanno accertato che 4 milioni in
tutto il Veneto sono stati stanziati
per l’ordinaria amministrazione.
Invece, gli argini e l’intero
sistema è di fatto al collasso. La
Regione negli ultimi dieci anni non
ha finanziato nulla di ciò che il
Genio Civile chiede. Si tratta di
mille chilometri di argini nella
nostra provincia, cui si aggiungono
i 1.700 chilometri del Consorzio di
bonifica euganeo nella Bassa» tuona
Gallo.
Il capogruppo Pd polemizza con
Galan: «Non si stanzia un euro per
la salvaguardia del territorio e
pois i buttano 30 milioni per la
nuova faraonica sede dell’Arpav».
Naccarato, da parte sua, annuncia
un’interrogazione: «Il ministero
competente dev’essere informato
delle inadempienze della Regione. Il
federalismo? I poteri, in questo
caso, la Regione li ha già.
Banalmente, si aprono e riaprono
riflessioni sullo statuto che
riguardano comunità montane e
consorzi di bonifica. Peccato che
non si decida mai nulla né si stanzi
un euro.
APPUNTAMENTI
LUNEDI 9
FEBBRAIO ORE 18.00 PRESSO LA SALA
ANZIANI DEL MUNICIPIO DI PADOVA
INIZIATIVA
PUBBLICA: LE PROPOSTE ANTI-CRISI DEL
PD
VENERDI 13
FEBBRAIO
ORE 18.00 PRESSO IL "CAFE' AU LIVRE",
VIA ZABARELLA - PADOVA
INIZIATIVA PUBBLICA: "QUALE FUTURO
PER L'UNIVERSITA' ITALIANA"
scarica il
volantino
ORE 21.00
PRESSO LA FORNACE CAROTTA, VIA
SIRACUSA - PADOVA
INIZIATIVA PUBBLICA SUI
PROVVEDIMENTI PER CONTRASTARE
LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
SABATO 14
FEBBRAIO ORE 10.00 IN PIAZZETTA
FORCELLINI - PADOVA
VOLANTINAGGIO PER LA
MOBILITAZIONE PROVINCIALE DEL PD
SULLE PROPOSTE ANTI-CRISI
DOMENICA 15
FEBBRAIO ORE 11.00 PRESSO LA SALA "LIVIO
PALADIN"
DEL MUNICIPIO DI PADOVA
INIZIATIVA PUBBLICA:
"CASO
BATTISTI: COME E' POTUTO SUCCEDERE?"
promossa dall'ASSOCIAZIONE ITALIANA
VITTIME DEL TERRORISMO DEL VENETO
LUNEDI 16
FEBBRAIO ORE 21.00 PRESSO LA
BIBLIOTECA COMUNALE, VIA G. RIZZO
SOLESINO (PD)
INIZIATIVA PUBBLICA SULLE
PROPOSTE ANTI-CRISI DEL PD
mail:
info@alessandronaccarato.it -
tel 049660544 - fax 0498753610
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