Le
vicende dell'ex Cosecon, ora Attiva
spa, continuano a destare allarme e
preoccupazione per i danni che
rischiano di subire i Comuni e i
cittadini. La notizia che sarebbe
imminente la pubblicazione di un
nuovo bando di gara per la vendita
della società Veneto Distribuzione,
che gestisce le reti di
distribuzione del gas di molti
Comuni della Bassa padovana, se
fosse confermata, rischierebbe di
portare ad una sostanziale
privatizzazione di impianti che
invece sono pubblici e appartengono
agli Enti Locali. Per fare chiarezza
su molteplici aspetti relativi alla
gestione del gas da parte di questa
società ora controllata da Attiva
spa (ex Cosecon) ho inviato un
esposto alle Autorità competenti,
con l'obiettivo di salvaguardare le
principali regole della concorrenza
e garantire la necessaria
trasparenza a vantaggio di tutti i
cittadini dei Comuni interessati.
Inoltre, anche le vicende degli
ultimi giorni relative alla gestione
dei rifiuti, sempre legate
all'attività di Cosecon spa poi
trasformata in Attiva spa,
confermano purtroppo i timori di
malagestione denunciati in più
occasioni, prima come Democratici di
Sinistra e poi come Partito
Democratico.
Per scaricare il testo
completo dell'esposto
presentato alle Autorità competenti
collegatevi al link
Esposto inviato alle due Authority
competenti (energia e concorrenza)
segnala illegittimità, rischi,
anomalie
Bassa, in vendita
le reti del gas
La denuncia di
Naccarato alle Authority tutela
dieci Comuni
Gli impianti
sono patrimonio pubblico.Così non si
può cedere la gestione del
metano.Tanto più senza delibere dei
municipi.
Il Mattino di
Padova,
17 gennaio 2009
PADOVA.
Cinque pagine di esposto,
spedite ieri da via Beato Pellegrino
ai presidenti dell’Autorità per
l’energia elettrica e il gas e
dell’Autorità garante della
concorrenza e del mercato.
Una esplicita richiesta di
intervento per provvedere «a
tutelare la trasparenza nella
gestione dei principali servizi
pubblici, la concorrenza e i
consumatori».
Alessandro Naccarato, deputato del
Partito democratico, fa suonare un
campanello d’allarme sul rischio per
i Comuni della Bassa (Agna,
Anguillara, Arre, Bagnoli, Bovolenta,
Cartura, Conselve, Maserà, San
Pietro Viminario e Terrassa) nella
vendita delle reti di distribuzione
del metano. Documenta nell’esposto
alle Authority come il patrimonio
dei dieci Comuni possa “evaporare”
attraverso il meccanismo di
«alterazioni» delle procedure di
gara.
Naccarato parte dagli anni ’90,
quando il Consorzio del Conselvano
diventa Cosecon e dal 17 ottobre
2008 la società per azioni si
trasforma in Attiva. La proprietà
delle reti del gas (realizzata con
fondi pubblici e contributi europei
a fondo perduto) appartiene ai
Comuni «che non le hanno mai
conferito ad alcun Ente o società
attraverso apposite delibere né in
altra forma».
Nel luglio 2003 la gestione della
distribuzione del metano fu
trasferita dal Cosecon ad una
società che dal novembre 2006 assume
il nome di Veneto Distribuzione. «Cosecon
Spa ha, di fatto, costituito la
società controllata Cosecon
Distribuzione accettando l’ingresso
nel capitale sociale di Sime Spa da
gennaio 2008 trasformata in Enerco
Group Spa senza nessuna gara di
evidenza pubblica» sottolinea
Naccarato.
Nel 2007 il Cosecon vende Veneta
Distribuzione, gestore delle reti
del gas, «senza alcun atto formale
di concessione». Punta a ricavare 20
milioni di euro. Ma in sede di
vendita il valore risulta
«notevolmente inferiore». E nel 2008
Cosecon e Veneto Distribuzione
propongono ai Comuni della Bassa una
convenzione per la gestione delle
reti, mai approvata.
E siamo a queste settimane. Attiva
e Veneto Distribuzione ripropongono
ai Comuni della Bassa una nuova
bozza di convenzione. «Proroga la
concessione di fatto fino al 2011.
Si tratta di un nuovo affidamento
diretto senza gara, vietato dalla
legislazione vigente» afferma
Naccarato nell’esposto.
Sempre la bozza prevede che
l’eventuale nuovo gestore delle reti
subentrante a Veneto Distribuzione
nel 2011 «dovrà corrispondere a
Venete Distribuzione il valore
dell’impianto non detraendo però i
contributi pubblici ricevuti dal
Cosecon e controllate per la
realizzazione dell’impianto».
Insiste ancora il deputato: «Ciò,
oltre ad essere contrario alla
normativa vigente, rischia di
compromettere irrimediabilmente la
concorrenza nella futura gara per
l’attribuzione del servizio di
gestione, essendo concesso a Veneto
Distribuzione un enorme vantaggio».
L’esposto segnala alle Autorità
anche il tentativo del Cosecon di
vendere il 50,025% delle quote di
Veneto Distribuzione: va deserto
nella primavera 2007. Si replica in
ottobre per l’85,203% delle quote
detenute dal Cosecon e da Sime Spa:
nessuna manifestazione d’interesse.
«In entrambi i casi non venne
indicato il valore posto a base
d’asta, in quanto risultava
controverso e non ancora determinato
da perizia il reale valore della
società» sottolinea Naccarato. Ma
intanto Attiva stringe un accordo
con Enerco Group Spa che garantisce
con fidejussione (13,5 milioni di
euro) l’impegno ad acquistare le
quote di Veneto Distribuzione in
caso di terza mancata vendita.
Conclude Naccarato: «Tale accordo
può portare ad un’alterazione della
nuova gara di vendita annunciata
entro la fine di gennaio. A
vantaggio di Enerco Group Spa che
acquisirebbe il controllo della
società senza partecipare ad alcuna
procedura di evidenza pubblica. E
confidando che i Comuni approveranno
la nuova bozza di convenzione. Non
essendo ancora risolte le
controversie sul valore delle quote,
le società eventualmente interessate
non saranno poste nelle condizioni
di presentare corrette proposte di
acquisto».
In sostanza, urge l’intervento
delle Autorità competenti a tutela
del patrimonio dei Comuni. Ma anche
dei cittadini-utenti. Dieci sindaci
e giunte sono avvisati.
Trenta milioni per
il gas della Bassa
Il Mattino di Padova, 18
gennaio 2009
Il
nuovo Cosecon, o Attiva Spa come si
chiama dall’ottobre scorso il
Consorzio conselvano finito negli
anni al centro di varie inchieste
giudiziarie, ha bisogno di vendere
per fare cassa. In un modo o
nell’altro Veneto Distribuzione, il
gioiello specializzato nella
gestione delle reti di distribuzione
del gas controllato al 50% (gli
altri soci sono Cvs-Centro veneto
servizi con il 10% ed Enerco Group
Spa con il restante 40%) passerà di
mano. Il bando di gara è pronto ed
entro fine gennaio sarà pubblicato:
30 milioni di euro è il prezzo base
d’asta per la cessione dell’intero
pacchetto di Veneto Distribuzione.
Gli acquirenti stavolta pare non
manchino. E verosimilmente sono i
grandi gruppi del settore a
manifestare interesse, quei gruppi
che due anni fa avevano invece
mandato deserta l’asta. Il motivo è
semplice: rilevare solo il 50% della
società e sborsare 20 milioni per
non averne il pieno controllo
interessava poco o nulla. Ma ora a
vendere sono d’accordo sia l’ex
Cosecon, sia il socio privato di
Veneto Distribuzione, l’ex Sime Spa
oggi Enerco Group che fa capo alla
famiglia Casellato. Famiglia attiva
nel settore del gas, che già due
anni fa aveva azzeccato una bella
operazione vendendo Energy.com,
specializzata nella fatturazione dei
consumi, niente meno che al colosso
internazionale E.on. Alessandro
Naccarato, parlamentare del Pd, ha
raccolto le proteste e le
perplessità presentate da alcuni
sindaci dei Comuni soci di Cosecon e
ha inviato il suo dossier sotto
forma di esposto alle Authority per
l’Energia e per la Concorrenza. «E’
lecito vendere una società, come
Veneto distribuzione, che gestisce
di fatto una proprietà nostra?», è
il quesito che si sono posti alcuni
sindaci della Bassa, che
evidentemente non vogliono passare
per fessi e che non accettano a
scatola chiusa le soluzioni proposte
dal Cosecon. Sono sette sindaci (Anguillara,
Arre, Bagnoli, Conselve, Terrassa,
Agna e San Pietro Viminario) che
ancora hanno un contenzioso aperto
mentre Cartura, Maserà e Bovolenta
hanno a modo loro definito la
questione. Alcuni, come i primi
cittadini di Bagnoli e di San Pietro
Viminario, non hanno atteso la mossa
di Naccarato e si sono rivolti ben
prima ai giudici amministrativi
della Corte dei conti e nel caso di
San Pietro addirittura alla Procura,
paventando evidentemente la presenza
di reati. Gli amministratori del
Cosecon, oggi presieduto da Gian
Michele Gambato e guidato
provvisoriamente da Monica Manto
dopo il terremoto giudiziario
dell’estate scorsa, non vogliono
rischiare di sottoscrivere atti che
comportino responsabilità
patrimoniali. Uno spirito che
accomuna del resto anche i sindaci,
i quali non temono di perdere la
proprietà delle reti gestite da
Veneto Distribuzione, quanto di
perdere i contributi pubblici
ottenuti per la realizzazione di
queste reti. Il nodo è tutto qui: la
proprietà resta ai Comuni alla fine
delle concessioni, lo hanno
stabilito con chiarezza le ultime
Finanziarie. Tanto che se un gestore
costruisce un chilometro di tubo,
chi vince la gara successiva deve
indennizzarlo e il chilometro di
nuovo tubo diventa proprietà del
Comune. La questione riguarda
allora i contributi pubblici
ricevuti dai Comuni sotto forma di
trasferimento erariale: lo Stato,
nel caso di Bagnoli, dal 1988 ha
girato per 20 anni un contributo
annuale di 54 milioni di vecchie
lire. Il sindaco li prende e li gira
a Cosecon che ha costruito le reti.
«Ora noi diciamo: o il Cosecon ci
restituisce il contributo perché è
un credito che vantiamo oppure ci
ritorni una percentuale di quello
che incasserà dalla vendita della
società» afferma Alessandro Borile,
sindaco di Bagnoli. Ma Cosecon
difficilmente stornerà qualcosa come
2,5 milioni di euro (a tanto
ammontano questi contributi per i
sette comuni interessati) anche
perché manca la certezza della
legittimità delle richieste avanzate
dai sindaci. E questo l’attuale
presidente di Attiva Spa, Gambato,
lo sa bene e non ha alcuna
intenzione di esporre i suoi
consiglieri a responsabilità
importanti sotto il profilo
patrimoniale che potrebbero venire
contestate. A complicare il quadro
e a rendere poco cristallina la
situazione è la posizione assunta
dal Cosecon ancora nel 1995 quando
il suo patrimonio fu trasformato in
azioni il cui valore includeva,
affermano gli amministratori della
società, anche la quota dei
contributi pubblici incassati. E il
numero delle azioni fu distribuito
non in base al patrimonio, ma al
numero degli abitanti di ciascun
comune. «E’ successo così - spiega
ancora Borile - che San Pietro
Viminario, per esempio, che pure
aveva conferito la propria rete gas
pagata contraendo elevati mutui ha
ricevuto poco. Tribano invece ha
ricevuto il doppio di azioni perché
ha un numero di abitanti doppio pur
non avendo conferito proprio nulla».
Il pasticcio è forte, manca la
trasparenza, ci sono poche carte
scritte, solo mappali dei terreni ma
delle reti del gas si sa nulla. Ora
il gas è un business, da quando nel
2000 il decreto Letta-Marzano ha
stabilito che l’utilizzo delle reti
va remunerato ai Comuni. «A quel
punto tutti si sono mossi perché
hanno capito che con il gas si
potevano fare quattrini» spiega
ancora Borile. Intanto fino ad oggi
non ci sono concessioni, Cosecon usa
le reti e fa quattrini attraverso
Veneto Distribuzione. Che ora vuole
vendere.
GESTIONE DEI RIFIUTI.
GLI ULTIMI SVILUPPI
L’ex Cosecon pretende 4
milioni di risarcimento dai
Comuni della Bassa
Vendita di Trasporti Ecologici e
Centro Riciclo Monselice:
una causa al Tribunale civile
Il Mattino di Padova, 21
gennaio 2009
PADOVA.
Un atto di
citazione al Tribunale Civile di
Padova con la richiesta di
risarcimento danni che,
complessivamente, supera i 4 milioni
di euro.
L’avvocato Paolo Chiarelli l’ha
depositato nella sua qualità di
procuratore di Attiva, Agenzia per
la trasformazione territoriale in
veneto Spa già Cosecon Spa. E’ una
causa aperta da Michele Gambato,
presidente del Consiglio di
amministrazione di Attiva (l’ex
Cosecon con sede legale a Conselve
in Viale dell’Industria 2/a), nei
confronti di sette Comuni della
Bassa, della società Verona Ambiente
Snc e del suo predecessore Natalino
Zambolin.
Sono 25 pagine che ricostruiscono
la vicenda della compravendita di
quote delle società Trasporti
Ecologici e Centro Riciclo Monselice,
sulla base di un «pacchetto» di 36
documenti allegati alla citazione:
visure storiche in Camera di
commercio, perizie e contratti,
verbali di CdA e lettere d’intenti,
documenti protocollati e bilanci,
atti notarili e provvedimenti di
sequestro penale, realazioni e
corrispondenza.
L’avvocato Chiarelli, a nome di
Attiva, sollecita il Tribunale
Civile a disporre tre consulenze
tecniche d’ufficio. Servono a
quantificare l’effettivo valore
delle quote di trasporti Ecologici
Srl il 13 dicembre 2003; la verità
dei bilanci della stessa società nel
2002 e 2003, oltre alla situazione
patrimoniale; le «sopravvenienze
passive» nei bilanci di Trasporti
Ecologici e Centro Riciclo Monselice
riferibili a situazioni anteriori
alla cessione di quote.
Ma la via giudiziaria si traduce in
un solo modo. Cosecon pretende i
danni dai Comuni di Tribano,
Correzzola, Cartura, Candiana,
Bovolenta, Bagnoli e Anguillare
citando davanti al Tribunale Civile
tutti i sindaci pro tempore.
Con loro anche Giancarlo Andolfo
(residente a Monselice, via Vetta
20) in qualità di socio
accomandatario di Verona Ambiente.
Per tutti, la richiesta di
risarcimento. Dai 2,6 milioni
pretesi dall’Amministrazione
comunale di Tribano fino ai 12 mila
di Candiana e Cartura passando per i
581.400 euro contabilizzati per
Verona Ambiente Snc. Senza
dimenticare i 401.598 euro e 32 cent
che stanno in capo a Natalino
Zambolin, sindaco di Tribano e
insieme presidente Cosecon. LA STORIA. Risale al 2002,
quando Cosecon apre una trattativa
con alcuni soci di Trasporti
Ecologici Srl con l’obbiettivo di
acquisirne il controllo. In
contemporanea, Cosecon si
“manifesta” nei confronti della
Verona Ambiente Snc di Andolfo
Giancarlo & C: punta alla
partecipazione della società Centro
Riciclo Monselice Srl che opera nel
settore rifiuti con il 70,93% delle
azioni posseduto da Trasporti
Ecologici e il 29,07% da Verona
Ambiente. INTRECCIO. In Trasporti
Ecologici, compaiono Ennio Bertin
(17% delle quote), la figlia Umberta
Bertin (27,56%), la moglie Fernanda
Ghedin (2,5%) insieme al Comune di
Tribano (26,54%), al Comune di
Anguillara (1,78%), al Comune di
Bagnoli (1,78%) e al Cosecon
(6,98%). Il collegamento con il CRM
scatta con Giancarlo Andolfo: marito
di Umberta Bertin e ripetutamente
amministratore delle due società. PERIZIA. Nel settembre 2002,
Cosecon incarica Francesco
Marchesini di valutare il valore di
Trasporti Ecologici e Centro Riciclo
Monselice. Il professionista di Este
procede e il 5 novembre 2002 firma e
deposita le perizie giurate di stima
con l’indicazione del valore di
Trasporti Ecologici alla data del 21
luglio 2002 e di Centro Riciclo
Monselice alla data del 31 agosto
2002.
Marchesini afferma di poter
ragionevolmente attribuire alla
società Trasporti Ecologici Srl un
valore economico arrotondato di euro
9.611.000. Ma anche che a titolo di
premio di maggioranza il valore
delle quote rappresentanti oltre il
50% del capitale sociale (...) andrà
aumentato del 15%. D’altra parte,
scrive nero su bianco di poter
ragionevolmente attribuire alla
società Centro Riciclo Monselice Srl
un valore economico arrotondato di
euro 5.600.000. E fissa il valore
della quota posseduta da Verona
Ambiente in 1.628.480 euro con
applicazione di uno “sconto di
minoranza” del 15%. Marchesini
applica il «metodo reddituale»,
supponendo per Trasporti Ecologici
un aumento del 15% delle utenze per
il 2003-2004 e del 5% negli anni
successivi; per i ricavi un più
12,5% nel 2003-2004 e più 5% negli
anni successivi. Il perito, di
conseguenza, prevedeva utili dopo le
imposte per 34.129 euro nel 2002,
281.005 nel 2003, 760.835 nel 2004;
ancora più alti negli anni
successivi. CONTRATTI. Nel maggio 2003,
viene firmato per 5.296.900 euro con
l’aumento del 15% per il “premio di
maggioranza” (con esplicito
riferimento alla perizia Marchesini)
il contratto per la cessione di una
quota complessiva di azioni del
47,55%.
L’11 dicembre 2003 segue la stipula
dell’atto di cessione: Cosecon
acquista le azioni di Ennio e
Umberta Bertin, Fernanda Ghedini,
Comuni di Anguillara, Bagnoli,
Bovolenta, Candiana, Cartura,
Correzzola e Tribano. Un milione 282
mila 900 euro sono corrisposti in
contanti e 3.974.000 compensano il
credito vantato da Cosecon per un
prestito obbligazionario di 7
milioni.
Il 14 gennaio 2004, Cosecon procede
anche all’acquisto da Verona
Ambiente del 29,07% di Centro
Riciclo Monselice per 1.628.480
euro. Di nuovo, il prezzo è
determinato in base alla perizia
Marchesini. BILANCI. Trasporti
Ecologici, però, chiude i conti in
rosso: 398.550 euro nel 2002 che
diventano 418.084 nel 2003 e 274
mila nel 2004 fino ad «esplodere»
nel 2005 con un passivo di 1.216.000
euro.
Scatta l’aumento di capitale che il
Cosecon fronteggia con le
partecipazioni in Centro Riciclo
Monselice e Star Recycling Srl. Ma
soprattutto fioccano le denunce
penali e la Corte dei Conti apre
un’indagine sui
sindaci-amministratori del Cosecon.
Il “gruppo Bertin” sempre nel 2005
sceglie di riprendersi le quote di
TE: Umberta Bertin al termine di
un’operazione complessa ha in
portafoglio la maggioranza (prezzo
3,3 milioni di euro) e Cosecon
scende al 24%. Il 22 giugno 2006
Umberta Bertin cederà il 56% di
trasporti ecologici a Ecostab Srl.
Quest’ultima con i nuovi
amministratori procede alla
dettagliata verifica di Trasporti
Ecologici. DA COSECON AD ATTIVA. Dal 7
novembre scorso, il Cosecon si è
trasformato in Attiva. Presidente
del CdA è Gian Michele Gambato,
polesano, 56 anni, al vertice di
Sistemi Territoriali. Consigliere è
Dino Cavinato, 61 anni, ex sindaco
di Piazzola sul Brenta, esponente
del Partito democratico.
Amministratore è Roberto Tosetto, 48
anni, ex sindaco di Trebaseleghe e
assessore provinciale di Forza
Italia. Gli altri consiglieri sono
l’avvocato Carlo Augenti, ex
vicepresidente di Carisparmio; Ezio
Betto, segretario della Lega di
Conselve; Roberta Gallana, al
vertice della finanziaria della
Provincia; Alessandro Maritan,
assessore al commercio a Piove di
Sacco.
Inchieste e processi
Il Mattino di Padova, 21 gennaio
2009
A
primavera il processo con 14
imputati proprio sul «caso Trasporti
Ecologici».
Ma sul Cosecon la scorsa estate si è
aperto un altro filone d’indagini,
condotte dal pm Federica Baccaglini
con il supporto del nucleo
tributario della Guardia di finanza
(che fa capo al maggiore Antonio
Manfredi).
Riguarda gli appalti con i fondi
dell’Unione europea. Decine di
milioni di euro in un “giro” che,
secondo la Procura, faceva capo a
Paolo Garofolin, 57 anni,
imprenditore edile di Torreglia.
Nell’inchiesta spicca poi Roberto
Dalla Libera, 52 anni, di Maserà,
direttore generale Cosecon Spa.
L’altro personaggio di spicco è
Luigi Destro, 54 anni, di Cartura,
dirigente della Regione.
Ex capo del Genio Civile di Padova,
nel 2003 Destro era già stato
arrestato nell’ambito
dell’«operazione Acheronte» su
tangenti ed escavazioni selvagge. BUCO E IRREGOLARITA’. Il
bilancio 2006 contabilizza una
voragine: 10 milioni 211 mila euro
di perdite con poste straordinarie e
passività che arrivano dai bilanci
2004 e 2005.
Per di più spuntano circa 1,7
milioni per poste straordinarie
precedenti al 2003 evidenziate nel
bilancio 2006 di Centro Riciclo
Monselice. Ecostab presenta, di
conseguenza, un documentato esposto
pensale. CONTROPERIZIE. Sono due i
periti che affermano la falsità
della perizia firmata da Francesco
Marchesini. La prima di Bonivento,
consulente del pubblico ministero
nel processo penale al Tribunale di
Padova. L’altra di Cavallari,
consulente della Procura regionale
del Veneto della Corte dei Conti. PARTITA DOPPIA. L’ha giocata
proprio Marchesini, da quanto emerge
in sei pagine della citazione.
Nell’aprile 2002, Trasporti
Ecologici e Azienda Padova Servizi
Spa (l’attuale AcegasAps) hanno un
accordo di massima per l’ipotesi di
integrare l’attività della prima
società nel gruppo Aps. E il 27
marzo Ennio Bertin, amministratore
delegato di Trasporti Ecologici,
indica ad Aps la delegazione per le
trattative: spicca Francesco
Marchesini in qualità di
responsabile del settore
amministrativo-fiscale.
Vengono incaricate congiuntamente
K.P.M.G. e Arthur D. Little di
procedere alle necessarie verifiche.
Trasporti Ecologici con il 100% di
Centro Riciclo Monselice viene
valutata 5.779.000 euro e CRM
3.751.000.
Osserva Chiarelli: In realtà
Traporti Ecologici possedeva solo il
71% di CRM e quindi rappresentando i
valori espressi da Arthur D. Little,
i valori delle società risultano:
Trasporti Ecologici senza la
partecipazione in CRM 2.028.000;
valore del 71% di CRM 2.663.000;
Trasporti Ecologici comprensivo del
71% di CRM 4.691.000.
Il 29 luglio 2002, il comitato
esecutivo Aps si riunisce con
Giancarlo Andolfo e Natalino
Zambolin per Trasporti Ecologici.
L’integrazione sfuma, perché era
iniziata la trattativa con il
Cosecon. Così il legale di Attiva
(ex Cosecon) a pagina 8 punta
l’indice senza esitazioni: Non vi è
dubbio che le stime della Arthur
D.Little fossero perfettamente note
al dottor Marchesini che aveva
partecipato alla trattativa con Aps
per conto di Trasporti Ecologici; ma
egli, dopo essere stato incaricato
da Cosecon qualche mese più tardi,
redigeva due perizie completamente
diverse, utilizzando un metodo di
valutazione su previsioni di utili
futuri del tutto fantasiosi che non
tenevano in nessun conto i risultati
concreti conseguiti fino ad allora
dalle società.
Ultimo, preciso e netto affondo:
Incredibilmente, il dottor
Marchesini accettava l’incarico di
Cosecon di effettuare le valutazioni
di Trasporti Ecologici e CRM senza
avvertire la cliente che era stato
fino ad allora il professionista
della controparte!. CONTROPROVA. Arriva nel
febbraio 2003, quando Trasporti
Ecologici tratta con l’Azienda
Piovese Gestione Acque che si
rivolge allo studio Grimani e Pesce
di Venezia proprio per valutare la
perizia Marchesini. Desta una “serie
di perplessità”, in particolare per
le «ipotesi reddituali che
prescindono dai risultati concreti
ottenuti: la società ha realizzato
una serie storica di risultati
economici assolutamente deludenti
tra i quali quelli degli ultimi due
esercizi». IL PUNTO. Grazie alla
perizia Marchesini, i soci di
Trasporti Ecologici “convincono” il
Cosecon che il valore della società
era di 9,6 milioni oltre il premio
di maggioranza. Superiore di quattro
volte rispetto al valore stimato
poco prima da Arthur D. Little di
2.422.699 euro (4 miliardi 691
milioni di lire). PROTAGONISTI. Amministravano
Trasporti Ecologici all’epoca anche
Gianfranco Milani (sindaco di
Anguillara), Robertino Scapolo
(sindaco di Candiana), Antonio
Sorgato (sindaco di Bovolenta),
Mario Rasi (sindaco di Bagnoli) e
Natalino Zambolin (sindaco di
Tribano).
Dunque gli amministratori di
Trasporti Ecologici coincidevano in
massima parte con i venditori delle
quote sociali: come amministratori
di TE conoscevano la reale
situazione economica della società,
e conoscevano certamente i risultati
della perizia di Arthur D.Little;
come venditori delle quote di TE,
valendosi della collaborazione del
dottor Marchesini, hanno tratto in
inganno Cosecon sul reale valore di
TE, facendo pagare per l’acquisto
delle sue quote un prezzo
enormemente più alto di quello
reale. DANNO. Per il Cosecon,
dunque, ammonta ad oltre 5 milioni
di euro. Secondo la ricostruzione
dell’avvocato che oggi tutela Attiva
si tratta di 3.929.756 euro di danno
nell’acquisto delle quote di
Trasporti Ecologici e 1.149.857 per
quelle del Centro Riciclo Monselice.
Ma il riacquisto delle quote da
parte del “gruppo Bertin” equivale
ad un risarcimento. Di qui, la
scelta di puntare l’attenzione sui
“soci pubblici” e citare in giudizio
le Amministrazioni comunali della
Bassa padovana. CONTABILITA’. A pagina 12,
viene scandita al centesimo di euro:
Se il prezzo delle quote fosse stato
in base al reale valore di Trasporti
Ecologici, Cosecon avrebbe pagato al
Comune di Tribano euro 586.120,29
anziché 2.399.047,95; ai Comuni di
Anguillara e Bagnoli euro 42.982,15
ciascuno anziché 12.161,07 e al
Comune di Correzzola euro 13.117,93
anziché 51.960,95.
Calcolatrice alla mano, fioccano le
richieste di risarcimento nei
confronti delle Amministrazioni
comunali: Tribano 1.812.927,66;
Anguillara e Bagnoli 127.272,87
ciascuno; Bovolenta, Candiana,
Cartura 9.090,92 ciascuno;
Correzzola 38.843,02. Più la
rivalutazione e gli interessi da
dicembre 2003 al saldo. ROGITO. Gli atti notarili
dell’11 dicembre 2003 e del 14
gennaio 2004 (rispettivamente,
cessione quote di Trasporti
Ecologici e Centro Ricilo Monselice)
contengono le garanzie dei venditori
sulla veridicità dei bilanci fino al
2003.
Ma i bilanci 2006 di entrambe le
società fanno emergere «un quadro
chiaro delle falsità dei bilanci
fino al 2003. Complessivamente si
possono stimare almeno 3.650.000 di
sopravvenienze passive che i
venditori delle quote di Te dovranno
rimborsare in proporzione della
quota di capitale sociale ceduta a
Cosecon.
Per il Centro Riciclo Monselice, la
stessa verifica nel bilancio 2006
porta a galla circa 2 milioni di
euro che Verona Ambiente dovrà
rimborsare per il 29,07% a Cosecon.
ZAMBOLIN: Doppio ruolo
con «illecito»
Il Mattino di Padova, 21 gennaio
2009
PADOVA. La parte finale
dell’atto di citazione è interamente
dedicata a Natalino Zambolin.
Quattro pagine che circostanziano il
ruolo che ha recitato nella vicenda
culminata nella richiesta di
risarcimento danni da parte di
Attiva, la Spa che ha raccolto
l’eredità del Cosecon.
Conflitto d’interesse palese per il
sindaco di Tribano
contemporaneamente presidente del
CdA Cosecon nel 2005-2006. Ma anche
comportamenti, atti e decisioni che
comportano l’attenzione della Corte
dei Conti senza perdere di vista la
questione del risarcimento danni.
Pagina 17: In data 19 aprile 2006 il
presidente Zambolin svolgeva al CdA
Cosecon un’ampia relazione
sull’opportunità di procedere alla
cessione delle quote, modificando i
termini degli accordi precedenti con
i signori Bertin.
E il 20 aprile 2007 si firma l’atto
notarile: Cosecon cede alla signora
Bertin le quote di Trasporti
Ecologici in cambio di 3.365.000
euro. Mediante la restituzione a
Cosecon di 3.365 obbligazioni non
appena fossero state dissequestrate
o in somma equivalente, se la
signora non fosse rientrata in
possesso delle obbligazioni entro la
scadenza del 2013.
Nel dicembre 2006, il Comune di
Tribano chiede a Cosecon di
adempiere all’articolo 14 lettera E
del contratto firmato dal notaio
Zanellato (rep. 20532). Stabilisce
che «Cosecon si impegna a non
alienare anche parzialmente le
partecipazioni acquisite fino al 31
dicembre 2006 senza il consenso di
tutte le parti cedenti». E viene
prevista una penale di 880.000 euro.
Nelle convenzioni sottoscritte con i
signori Bertin e Verona Ambiente è
stata opportunamente introdotta una
clausola di rinunzia ai diritti
previsti dall’articolo 14 lettera E.
Tuttavia Zambolin - che ha
sottoscritto tutti i contratti e
seguito personalmente tutta la
vicenda - non si è affatto
preoccupato di far ottenere a
Cosecon una analoga rinunzia da
parte degli altri Comuni, ed in
particolare da Tribano di cui era
sindaco e al quale sarebbe spettata
la penale più consistente ovvero
401.598,32 euro.
Presidente Cosecon e sindaco di
Tribano, Zambolin è ora fra due
fuochi in Tribunale. Un
comportamento illecito, perché in
contrasto con gli interessi Cosecon.
Aspetto che viene eventualmente
rinviato alla Corte di Conti. Adesso
è Cosecon che in giudizio intende
far valere la responsabilità
solidale del Comune di Tribano per i
danni causati dal comportamento
illecito del suo sindaco, Zambolin.
In buona sostanza, nel doppio ruolo
di presidente Cosecon e sindaco
avrebbe soddisfatto gli interessi
del Comune. Esplicita la conclusione
a pagina 21 dell’atto di citazione:
Appare evidente che Zambolin, allo
stesso tempo presidente del CdA
Cosecon e sindaco del Comune di
Tribano, quando nell’aprile 2006
cedeva le quote dì TE in violazione
della clausola 14 lettera E del
contratto senza ottenere la
preventiva rinuncia del Comune di
Tribano alla penale, agiva in
contrasto con gli interessi di
Cosecon e in conformità agli
interessi del Comune di Tribano, che
avrebbe così ottenuto un “regalo” di
401.598,32 euro. Esattamente la
somma richiesta all’Amministrazione
comunale di Tribano. Per i danni
attribuiti al comportamento di
Zambolin.
LA NOTA
I
documenti pubblicati da “il Mattino
di Padova” confermano la gravità dei
fatti che si verificarono
nell’acquisto di due imprese
operanti nel settore dei rifiuti
-Trasporti Ecologici e Centro
Riciclo- da parte di Cosecon e
confermano anche le pesanti
irregolarità commesse nella gestione
di queste società. Come è noto, e
come più volte denunciato dai
Democratici di Sinistra e da diversi
esponenti del Partito Democratico di
Padova, attorno a Cosecon, Trasporti
Ecologici e Centro Riciclo si è
costruito un sistema illegale
finalizzato a favorire gli affari di
alcuni imprenditori privati in
collegamento con molti
amministratori locali. Questo
sistema è stato favorito
dall’assenza di controlli e dalle
coperture politiche degli
amministratori e dei revisori dei
conti delle società, di alcuni
sindaci dei Comuni soci e di un
altro socio importante:
l’amministrazione provinciale. Per
anni Trasporti Ecologici e Centro
Riciclo hanno accumulato ingenti
debiti e alterato i propri bilanci,
saccheggiando le risorse pubbliche a
danno dei Comuni e dei cittadini.
Mi auguro che rapidamente le
autorità competenti riescano ad
accertare le responsabilità penali e
civili presenti in questa vicenda.
Alla politica spetta il compito di
smantellare il gruppo trasversale di
amministratori che ha danneggiato il
territorio e svenduto ai privati
funzioni e prerogative pubbliche. Il
Partito Democratico continuerà ad
impegnarsi in questa direzione e
metterà al centro delle proprie
iniziative la tutela dei Comuni, la
trasparenza, il ripristino della
legalità nella gestione dei servizi
pubblici per impedire che simili
vicende possano ripetersi.
Per avere
un'idea delle posizioni critiche
espresse già da tempo sulla gestione
del gas di Cosecon, scaricate la
newsletter di maggio 2008
COSECON: NUOVO SCANDALO SULLA
GESTIONE DEL GAS
collegandovi al link
http://www.alessandronaccarato.it/rassegna_stampa/130508.htm
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ALTRE NOTIZIE
«Una
fretta sospetta
per quei lavori» Naccarato sui cantieri
sospesi: solo caccia ai
finanziamenti
Il Mattino di Padova, 16 gennaio 2009
MONSELICE.
Occorreva veramente avviare i
lavori dei lotti VI e VII sul colle?
A chiederselo è l’onorevole
Alessandro Naccarato, del Pd, che
alla luce degli ultimi fatti di
cronaca legati alla Rocca di
Monselice chiede chiarezza e
trasparenza alla Regione Veneto,
tirando in ballo anche Provincia e
Parco Colli.
«La Regione Veneto, impaurita dalle
segnalazioni all’autorità
giudiziaria, ha sospeso l’attività
nei due cantieri, prossimi a quello
dell’ascensore, che erano stati
aperti per costruire la torre di
collegamento al Mastio e per
ampliare la ex casa Bernardini.
Evidentemente la Regione - ragiona
il deputato del Pd - è rimasta
scottata dall’inchiesta che ha
fermato i lavori per l’ascensore.
Non è possibile procedere in questo
modo».
A dire di Naccarato sono numerosi i
punti oscuri che le istituzioni
responsabili devono chiarire:
«Perché la Regione ha dato l’assenso
all’avvio di questi due cantieri a
fine novembre del 2008 dopo il
blocco dei lavori di costruzione
dell’ascensore disposto dalla
Magistratura nel maggio scorso? E’
così urgente portare a termine
questi due ulteriori progetti? E a
cosa servono i lavori nei lotti VI e
VII dal momento che non è affatto
chiaro se proseguiranno o meno i
lavori di costruzione dell’ascensore
della Rocca?».
Secondo l’onorevole del Partito
Democratico la fretta sarebbe
motivata dallo «scopo di ricevere a
tutti i costi il finanziamento
stanziato dall’Unione Europea, anche
forzando o aggirando alcune precise
norme per la tutela del paesaggio e
dell’interesse storico-culturale».
Lo stesso Naccarato, inoltre,
rimane sconcertato di fronte al
mutismo di Parco Colli e Provincia,
i due principali enti preposti
proprio alla tutela del paesaggio e
alla programmazione di interventi in
linea con la salvaguardia del
territorio: «Dove sono finiti? - si
chiede l’esponente di centrosinistra
-. Perché non esercitano le funzioni
di controllo sul rispetto del Piano
Ambientale dei Colli e sulla
conformità urbanistica degli
interventi previsti?».
La bagarre degli ultimi giorni deve
servire, a dire del parlamentare,
per riaccendere il confronto: «Dopo
il sequestro del cantiere per
l’ascensore - stigmatizza Naccarato
- era necessario iniziare una
discussione seria sul futuro
dell’intera area, ma non c’è stata
la volontà di avviare un tale
confronto. Si è preferito, invece,
aspettare che si calmassero le acque
per poi riprendere i lavori, quasi
di nascosto, come se non fosse
successo niente. Adesso è
indispensabile far applicare le
leggi e i regolamenti esistenti».
APPUNTAMENTI
LUNEDI 26 GENNAIO ORE
21.00 PRESSO IL CENTRO
CULTURALE/BIBLIOTECA COMUNALE
VIA A. MORO - PONTE
SAN NICOLO' (PD) INIZIATIVA PUBBLICA SU
IMMIGRATI E DIRITTO DI VOTO
VENERDI 30 GENNAIO ORE 17.30 PRESSO L'AULA
MAGNA DEL CENTRO CULTURALE S. MARIA
DELLE GRAZIE VIA POERIO, 32 - MESTRE (VE)
CONFERENZA
PROGRAMMATICA NAZIONALE SU GIUSTIZIA
E SICUREZZA ORE 20.30 PRESSO L'ISTITUTO
KENNEDY, VIA A. DE GASPERI
MONSELICE (PD) TAVOLA
ROTONDA SULLA SCUOLA