LA DESTRA DELLE BUGIE
La destra
ha lanciato una indegna campagna di
falsità contro il sindaco Zanonato. Ma
Padova ricorda le bugie della giunta
Destro.
LA RELAZIONE DELL'ASSESSORE
AL BILANCIO AL CONSIGLIO COMUNALE DI PADOVA Lunedi 3 novembre 2008
La società Finanziaria Aps spa è stata costituita il 16 dicembre 2003, nell’ambito della fusione tra Aps e Acegas.
Alla Finanziaria sono stati trasferiti 118.994.814 euro, equivalenti al maggior valore di Aps rispetto alla società di Trieste; da questa cifra vanno sottratti 2.791.972 euro destinati al capitale sociale e alla riserva legale da avanzo di scissione, con una liquidità restante quindi di 116.202.842 euro.
Lo statuto di Finanziaria Aps prevedeva: 1) l’acquisto, la vendita e l’assunzione di interessenze, quote, partecipazioni anche azionarie in società ed enti costituiti ed operanti sia in Italia che all’estero; 2) il finanziamento e/o il coordinamento amministrativo, finanziario, tecnico delle società ed enti nelle quali partecipa; 3) la compravendita, il possesso, la gestione di titoli…
Come amministratore unico, nominato nell’atto costitutivo, fu designato il dottor Marzio Pilotto, Ragioniere Capo del Comune.
Il 25 maggio del 2004 venne nominato un Consiglio di Amministrazione di 5 membri nelle persone di: GROSOLI FRANCO, presidente, FIORETTA MICHELE, CONTE MAURIZIO, UGELMO WALTER e PILOTTO MARZIO, quale Amministratore Delegato. Con verbale del Consiglio di Amministrazione del 7 giugno 2004 si delibera la nomina di MARZIO PILOTTO come Amministratore Delegato, conferendogli, con firma singola, tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della società, con esclusione dei poteri attribuiti dalla legge e dallo statuto al Consiglio di Amministrazione.
Il 27 settembre del 2004 il Consiglio approva un atto di indirizzo, provocato dalla Giunta, con il quale si chiedeva un parere favorevole sullo scioglimento di Finanziaria Aps spa. I troppi vincoli legati al patto di stabilità, introdotti dalla legge Finanziaria del 2005 e da quelle successive, “costringevano” l’Amministrazione a tornare indietro sullo scioglimento che, se fosse avvenuto, avrebbe impedito l’utilizzazione di quelle risorse per molte operazioni portate a termine, tra le quali l’acquisto di Palazzo Gozzi o l’assunzione dei lavoratori della Cooperativa Giotto. E che questa fosse la volontà dell’Amministrazione lo si deduce chiaramente da diverse delibere di Giunta approvate dal Consiglio comunale che coinvolgevano Aps Finanziaria spa, senza che in Consiglio comunale nessuno mettesse in discussione la legittimità dell’esistenza di questo ente, dopo l’approvazione dell’atto di indirizzo. Mi riferisco alle deliberazioni che hanno riguardato Palazzo Gozzi e i lavoratori della Cooperativa Giotto, di cui ho già detto, approvate in Consiglio rispettivamente il 7/05/2007 e il 20/06/2006, oltre alla Scheda di bilancio triennale 2005 – 2007, approvata tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005 con la quale si stabiliva che i lavori relativi al Metrotram (circa 30 milioni di euro) fossero da addebitare per il 70% allo Stato e per il 30% a Finanziaria Aps.
Del resto la stessa opposizione ha votato contro l’atto di indirizzo che chiedeva al Consiglio comunale lo scioglimento di Finanziaria Aps, con una motivazione esposta dal Consigliere Menorello, che è interessante rileggere: “Se poi il problema sono i compensi degli amministratori, che credo non siano stati nemmeno percepiti, guardate, riduciamoli, azzeriamo gli amministratori, torniamo all’amministratore unico che aveva egregiamente svolto il suo compito e credo abbia fatto fruttare questi soldi più di quanto sarebbero fruttati in un bilancio comunale, lo stesso dottor Pilotto, perché aveva strumenti più duttili e più efficaci che certamente superano le indennità che comunque si possono, per quanto ci riguarda, tranquillamente azzerare”.
Da queste motivazioni, addotte dal Consigliere, si deduce con assoluta chiarezza come lo scopo con cui era stata costituita la società non era certo quello di tenere le risorse in conto corrente o in titoli di stato. Infatti, non si è mai fatto ricorso ai titoli di stato, neppure quando amministrava la Giunta precedente a quella in carica. Lo dimostra quanto accaduto Il 2 marzo 2004, quando 60 milioni di Finanziaria Aps sono stati trasferiti da Banca Intesa alla Cassa Di Risparmio e investiti in titoli della Cariparo. Anche allora furono sottoscritti titoli sicuri, che potevano essere messi a rischio solo ed esclusivamente dal fallimento dell’Istituto di Credito. I criteri per scegliere gli investimenti adottati nel marzo del 2004 sono stati gli stessi adottati nel 2006, quando una parte dei fondi (6 milioni di euro) furono investiti in obbligazioni della Lehman Borthers.
Nel corso di questa Amministrazione non è mai stato fatto nessun investimento in azioni, nonostante lo statuto di Aps Finanziaria, approvata nel corso del mandato dell’Amministrazione precedente, lo prevedesse. E’ chiaro a tutti che investire in azioni è molto più rischioso che ricorrere alle obbligazioni, visto che con le azioni si partecipa al capitale di rischio, rispondendone fino ai limiti del conferimento, mentre con le obbligazioni si ha la garanzia, alla scadenza, della restituzione per intero del capitale, a meno che, appunto, fallisca la banca con la quale si ha il rapporto obbligazionario. Si tratta evidentemente di un evento imponderabile, che nel caso della Lehman è stato determinato da una crisi internazionale che non ha precedenti se non con la crisi del 1929.
Quelli scelti da Aps Finanziaria sono titolo riservati ad investitori istituzionali e sono diversi gli enti pubblici che vi hanno fatto ricorso. Lo stesso Ministero del Tesoro, correndo un rischio ben più elevato rispetto al Comune di Padova, ha debiti garantiti per ben 35 miliardi garantiti da derivati Lehman, con una perdita attuale stimabile in 2 miliardi di euro.
Stesso discorso vale per altri Comuni veneti e italiani, come Cittadella, Montegrotto, Milano e molti altri che stanno subendo danni ingenti derivanti dall’aver sottoscritto titoli derivati.
Ricapitolando, quindi, la situazione di Finanziaria Aps dalla sua costituzione ad oggi, con relativi finanziamenti di opere pubbliche e investimenti per proteggere le risorse economiche dall’inflazione la situazione è la seguente. Dal 2004 le risorse disponibili (€ 116.202.842) sono state impegnate:
piano investimenti 2004 € 25.000.829,77 piano investimenti 2005 € 37.695.342,99 piano investimenti 2006 € 30.224.315,09 piano investimenti 2007 € 7.527.811,58 per un totale di € 116.136.925,52.
Nel marzo del 2004, dopo il trasferimento di gran parte dei fondi da Banca Intesa alla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (banca Tesoriere del Comune) sono stati acquistati titoli di risparmio per 60 milioni di euro. Nel 2005, a seguito del rientro dei titoli di risparmio, è stata stipulata una polizza assicurativa per un valore di 40 milioni di euro, Nel 2006 è stata stipulata una polizza assicurativa di 10 milioni di euro, è stata finanziata APS holding per l’acquisto di bus a metano per un valore di 9 milioni di euro e, a seguito del riscatto della polizza assicurativa, sono stati acquistati titoli obbligazionari per 40 milioni e un fondo comune di investimento per 10 milioni. Alla data attuale risulta rimborsato il finanziamento ad APS Holding, le obbligazioni scadenti nel 2008 e il fondo comune di investimento. Si è giocato in borsa? Con le obbligazioni si acquista un titolo di credito, remunerato con un tasso di interesse, che viene rimborsato alla scadenza. L’unico rischio è il fallimento del debitore. Con le azioni invece si acquista una quota di capitale di una società e si partecipa al rischio d’impresa della società. Altra cosa ancora sono le operazioni con gli strumenti derivati, che consistono in una scommessa sull’andamento futuro dei tassi di interesse. L’investimento in obbligazioni (tra cui le obbligazioni Lehman Brothers di tipo senior), è avvenuto su consiglio della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (banca Tesoriere del Comune) con l’obiettivo di “perseguire una contenuta rivalutazione del capitale investito tenuto conto che il profilo dell’investitore accetta un basso rischio nel medio periodo ovvero un moderato rischio nel breve periodo”. Le obbligazione godevano infatti di un rating elevato: A+ (Lehman Brothers e Morgan St), AA- (Sanpaolo, Unicredit e Merrill Lynch) AAA (GE CAP), risultavano inserite nell’elenco delle obbligazioni basso rischio-basso rendimento del progetto Patti Chiari ed erano riservate ad investitori istituzionali e cioè lo Stato italiano, la Banca d’Italia, i fondi pensione, le fondazioni bancarie. Si trattava di un investimento comunemente considerato sicuro, affidabile e garantito. Nessuno poteva prevedere due anni fa una crisi di tale portata e il fallimento di una tra le più importanti banche del mondo. L’attività di investimento della società ha consentito di accantonare al 31/12/2007 utili di esercizi precedenti pari a € 3.664.572,18 e un ulteriore utile di 1.618.037,93 risultava in formazione al 30/06/2008. Pertanto la perdita trova copertura negli utili maturati senza comportare una riduzione del capitale originario od obbligare il Comune ad interventi di ripiano della perdita, così come la liquidità della società e del Comune risulta tale da garantire il proseguimento dei cantieri in corso e non si impongono smobilizzi anticipati e quindi costosi dei titoli attualmente in portafoglio della società APS – Finanziaria.
Mauro Bortoli Gaetano Sirone
Assessore al Patrimonio
Assessore
al Bilancio
IL DEPUTATO PD ALL’ATTACCO SULLA
VICENDA LEHMAN
La
parola alla difesa. Alessandro
Naccarato , deputato del Pd, non le
manda a dire all'opposizione sui 4
milioni Lehman che mancano alle
casse del Comune. «E' incredibile
leggere gli interventi degli
esponenti della destra sulla vicenda
delle obbligazioni della banca
Lehman Brothers. Sembra che si siano
trasformati tutti in esperti di
finanza. Evidentemente considerano i
cittadini padovani degli smemorati.
I TITOLI LEHMAN E APS
FINANZIARIA
Il Mattino di Padova, 28 ottobre 2008
Ritengo
d’obbligo un commento sugli
investimenti del Comune di Padova,
un problema annunciato dal sindaco,
il quale ha sentito l’obbligo di
informare la pubblica opinione del
rischio di parziale insolvenza di
una parte dei titoli di risparmio,
emessi da una nota società
finanziaria americana dichiarata in
Amministrazione straordinaria
(l’equivalente Usa della legge
Prodi, cioè il «capitolo 11» che
protegge i creditori dal
fallimento). Va detto innanzitutto
che il «portatore di obbligazioni»,
quale è appunto il Comune, è più
protetto dei soci azionisti, che
come è noto in questo caso vengono
liquidati per ultimi. Perciò le
obbligazioni sono titoli di
risparmio, non speculativi. Tale è
però la dimensione del fallimento,
che il patrimonio della società
finanziaria non potrà
prevedibilmente coprire tutti i
creditori. Bisogna ricordare che il
ministro del Tesoro americano
Poulson ha dichiarato di sentirsi in
colpa per «avere lasciato fallire»
Lehman Brothers, e salvato altre
banche. Tutti sanno la verità, e
cioè che Lehman Brothers aveva
«collocato» i propri titoli
prevalentemente in Europa, Russia e
Cina, e perciò è stata lasciata
fallire. Dura legge dei rapporti di
forza internazionali, a cui dovremo
abituarci, sia ora che nei prossimi
anni. Non serve quindi fare difesa
d’ufficio degli investimenti del
Comune di Padova: APS Finanziaria
aveva investito nel 2006 sei milioni
per titoli Lehman Brothers, quando
erano valutati AAA dalle principali
agenzie internazionali. Si è detto:
il Comune poteva comprare BOT o CCT.
Va ricordato («Repubblica»
19/10/2006) che l’agenzia mondiale
Fitch abbassava il 18 ottobre 2006
il livello della Repubblica Italiana
(!) al livello AA-, mentre Standard
& Poors lo portava da AA- ad A+ e il
rendimento medio dei titoli dello
stato italiano era 3,4%. Infine, un
ragionamento su perché APS
Finanziaria avesse fondi investiti,
anche a prescindere dalle ovvie
necessità di disporre del denaro per
pagare le opere pubbliche: negli
ultimi tre anni le Leggi Finanziarie
hanno penalizzato gli Enti Locali
sani, e favorito quelli dissestati.
Roma è indubbiamente contro il
Veneto. Solo nel 2008, il Governo
ha tolto l’ICI in aprile, rinviando
l’incasso di 26 milioni di euro per
il Comune di Padova. La prima rata è
pervenuta a luglio, con un ritardo
di quasi due mesi. La seconda deve
ancora arrivare, e non si sa se
arriverà tutta, vista la crisi delle
Banche che impone al Governo di
destinare il denaro delle tasse ad
evitare fallimenti. Si parla tanto
di federalismo, ma federalismo vuol
dire tenere le proprie risorse.
Avere denaro per pagare stipendi e
spese per i momenti di difficoltà,
non finire come Catania, Taranto o
Roma. Avere crediti dallo Stato
scritti su carta può valere ben
poco: lo sanno bene gli imprenditori
veneti. Investire è quindi giusto e
prudente, ma non ci consola
dall’essere caduti - tutto il mondo
- in un rischio «sistematico»:
quando tutti sono in difficoltà, i
più deboli inevitabilmente soffrono.
E bene fa il sindaco di Padova
Flavio Zanonato ad intentare causa
collettiva per recuperare gli
investimenti: occorre «fare squadra»
insieme a Banche e risparmiatori
veneti per ottenere un giusto
processo ed un equo indennizzo. E
per cortesia, meno speculazioni
politiche: ci attendono tempi troppo
duri per dividerci.
Amedeo Levorato
I
conti veri di Finanziaria Aps
Il Mattino di Padova, 27 ottobre 2008
L’intervento
del consigliere comunale Domenico
Menorello sul mattino di ieri, al di
là delle valutazioni politiche cui
non compete a me rispondere,
contiene cose non vere che mi
impongono di intervenire.
Non è vero che i soldi della Finanziaria Aps non siano stati impegnati in opere pubbliche e che siano stati investiti nei mercati finanziari per ottenere rendite. Quelle risorse sono state tutte impegnate per la realizzazione di opere pubbliche previste nei piani di investimento approvati dal Consiglio comunale e allegati ai bilanci di previsione dal 2004 al 2007. Tra gli interventi finanziati figurano: il restauro del San Gaetano, il nuovo cavalcavia di via Sarpi, la nuova scuola elementare e media di Torre, le opere collaterali al Sir 1 e il prolungamento della linea fino a Pontevigodarzere, il cofinanziamento del contratto di quartiere Portello, il cofinanziamento dello scolmatore di piena Limenella Fossetta per la difesa idraulica della zona nord di Padova, le piste ciclabili e i parchi realizzati in questi anni. Si tratta di micro interventi? Ognuno è libero di valutarli come crede. Tutti sanno che le opere pubbliche, una volta finanziate, vengono avviate dopo procedure lunghe e complesse e non vengono pagate in una sola volta, bensì man mano che proseguono i lavori. Proprio per non tenere inutilizzati e scarsamente fruttiferi in cassa i soldi che finanziano le opere pubbliche Finanziaria Aps ha ancora 29 milioni di obbligazioni, che, già impegnati per il finanziamento di opere legate alla viabilità, sono stati investiti nel modo che nel 2006 appariva più prudente, per evitare che fossero erosi dall’inflazione. I conti fatti dal consigliere Menorello, infine, contraddicono la matematica, visto che dei 119 milioni del patrimonio di Finanziaria Aps, erano utilizzabili solo 116, una volta esclusi il capitale sociale e la riserva legale. A questi vanno sottratti i 25 milioni usati dalla giunta precedente, i 12,2 milioni investiti in Aps Holding Spa (l’azienda del trasporto pubblico) e i 3,3 milioni utilizzati per l’uscita dei soci privati. I circa 75 milioni che restavano disponibili sono stati interamente impiegati per realizzare le opere pubbliche sopra indicate. Se si prendono per buone le cifre indicate dal consigliere Menorello, invece, si arriverebbe a 150 milioni che Finanziaria Aps non ha mai avuto a disposizione. Questo è ciò che è accaduto, a dimostrazione della correttezza dell’operato dell’Amministrazione comunale. Marzio Pilotto Caposettore Risorse finanziarie amministratore unico di Finanziaria Aps
«Giocato in Borsa?
Un'assurdità
E ora class action con il Tesoro»
Il Mattino di Padova, 26 ottobre 2008 Lo dice anche al microfono, sul palco del San Gaetano: «Non abbiamo mai giocato in Borsa. Ma protetto i soldi del Comune per le opere pubbliche». Flavio Zanonato (nella foto) non si sente il sindaco Lehman Brothers e forse nemmeno un’obbligazione politica. E’ il beneficiario dell’assegno da 20 euro che Bruno Maran, fra una foto e l’altra, stacca come replica al “mago della finanza” Menorello. Ma soprattutto Zanonato presidia la trincea in prima persona: «Ho letto e sentito assurdità e solenni schiocchezze pur di vendere una copia in più o speculare politicamente. Aps Finanziaria ha scelto obbligazioni della banca americana sopravvissuta al 1929. Non azioni, obbligazioni. E se il presidente Galan era tanto bravo da sapere tutto con due anni di anticipo, perché non ha avvisato i tanti risparmiatori che nel 2006 hanno preso le stesse obbligazioni?». C’è chi invoca l’intervento della Corte dei conti, chi pretende che saltino le teste, chi vuol «processare» il sindaco nell’aula di palazzo Moroni. Zanonato si concentra sulla soluzione di un problema identico per chi amministra il Tesoro. Una class action? «Non è una situazione limitata a Padova, ma diffusa fra molti investitori istituzionali e altrettanti privati. Dunque, si tratta di rivendicare il massimo dall’amministrazione controllata negli Usa». Comune di Padova «tradito» da Lehman Brothers, quanto il governo Berlusconi? «Obbligazioni identiche le ha il ministero. Sono senior ovvero quelle privilegiate nel momento in cui si va alla liquidazione dei beni per pagare i creditori. Comunque, stiamo prendendo contatti per costruire insieme a tutti i soggetti, istituzionali e privati, una sorta di coordinamento» risponde Zanonato.
ECCO
CHI HA "GIOCATO IN BORSA":
LA FINANZA CREATIVA DEI DERIVATI SOTTOSCRITTI DAI COMUNI DI CITTADELLA, MONTEGROTTO, TREVISO E MILANO
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IL CASO DI MONTEGROTTO
Il Mattino di Padova, 5 novembre 2008
MONTEGROTTO. «La minoranza ha presentato già due interrogazioni per chiarimenti sui derivati. Ci è sempre stato risposto che non c’è da preoccuparsi, ma se il sindaco ha dato mandato ad un legale qualche problema esiste. Montegrotto è un Comune fortemente indebitato e con l’Ici che non entra, la situazione è tutt’altro che tranquilla. Anzi, con il fatto che a fine anno bisognerà restituire alla Provincia i 480 mila euro della circonvallazione, qui si rischia il dissesto finanziario». Sono le parole del capogruppo di opposizione Antonio Voltolina e del consigliere di minoranza Paolo Ferraresi in merito all’esposizione finanziaria del Comune. Montegrotto ha, infatti, in attivo un’operazione sugli swap contratta cedendo alle banche il debito comunale (4 milioni di euro). Tant’è che per correre ai ripari, il sindaco Luca Claudio non solo ha interpellato l’avvocato Alberto Cartia, ma annuncia ora anche un’azione legale contro il Governo, la Corte dei Conti e la Banca d’Italia. Colpevoli, a suo dire, di aver tagliato fondi e addirittura benedetto l’utilizzo di questi strumenti. In ogni caso, dall’amministrazione è arrivata la smentita che il municipio sia a rischio bancarotta. Per il momento, la curva negativa dei mercati avrebbe compromesso solo gli interessi. La cosa è stata confermata dall’assessore al Bilancio Massimo Bordin che chiarisce: «Non abbiamo fatto alcun investimento e se Abano non ha derivati è solo perché c’era il commissario. Montegrotto ha solo ceduto il suo debito alle banche che l’hanno posizionato sulla Borsa di Londra. Il contratto prevede che né il guadagno possa superare il 5%, né la perdita. Il guadagno, 200 mila euro appunto, è quanto ci hanno anticipato in liquidità, dunque ora siamo in pareggio. Se i tassi salgono, si incassano fino a 200 mila euro, se scendono il massimo della perdita possibile è pari a 200 mila euro. Questa è la cifra reale che si rischia su un bilancio di 22 milioni di euro». Intanto però tra le opere «tagliate» figura il re-styiling di piazza Mercato. «A questo punto vogliamo sapere - ha detto Voltolina - se i 2 milioni a bilancio che dovevano arrivare dalla cessione dell’area, serviranno a coprire l’eventuale buco degli swap, le spese correnti o cosa». Replica secco Bordin: «Quel taglio non c’entra con i derivati, ma con il mancato introito dell’Ici. Un milione arriverà dalla vendita dell’area e se dal Governo non arrivasse un soldo, vorrà dire che per l’altro milione faremo l’opera a stralci».
IL CASO DI TREVISO
Gallo (Pd): Il Mattino di Padova, 30 ottobre 2008
«Il Comune di Treviso ha comprato azioni, quello di Padova obbligazioni: Galan però fa finta di non vedere la differenza”: così Diego Bottacin, consigliere regionale del Pd, attacca il governatore del Veneto dopo le polemiche dei giorni scorsi sul crac Lehman. Un caso, quello padovano, che viene contrapposto alla scelta dell’amministrazione leghista del capoluogo della Marca: il sindaco Gobbo infatti ha scelto di cedere le sue quote di partecipazione alla società dell’aeroporto in cambio di azioni della Save. «Azioni che se fossero state vendute allora avrebbero fatto incassare più di 20 milioni, mentre oggi valgono circa la metà» denuncia il consigliere. Insomma una perdita secca di 10 milioni di euro, legata all’andamento della società in borsa. E con il vento che tira in questo periodo sui listini azionari sembra difficile poter recuperare nel breve periodo. «Completamente diverso è il caso Padova - sottolinea Bottacin - Dove è stato investito in obbligazioni: si tratta di prestiti che garantiscono alla scadenza il rimborso integrale del capitale, con oscillazioni soltanto sugli interessi». Vicende disomogenee utilizzate e strumentalizzate dal governatore, secondo il Pd regionale, che attacca senza mezzi termini: «Pur di polemizzare con Zanonato, Galan finge di non saper distinguere tra obbligazioni ed azioni e parla a vanvera di speculazioni in borsa che il comune di Padova non ha mai fatto - aggiunge Bottacin - Se un comune detiene azioni quotate in borsa, indipendentemente dal fatto che decida di venderle per realizzare strade, scuole o altro, il risultato non cambia: questo comune espone i soldi dei cittadini contribuenti ai rischi intrinsecamente connessi alla borsa. Così è stato però solo per il comune di Treviso». Una vicenda che, sempre secondo i democratici del consiglio regionale, rivela la strumentalizzazione che il centro destra sta portando avanti sulla vicenda Lehman, per fini puramente elettorali: «C’è una domanda cruciale cui Galan dovrebbe rispondere: è giusto che un Comune o una Provincia o un altro ente pubblico giochi con i soldi dei cittadini sottoponendoli direttamente al rischio delle borse? Se la risposta del governatore è no, questo dovrebbe valere anche per il comune di Treviso» conclude Bottacin. Mentre Gianni Gallo, capogruppo in consiglio regionale, aggiunge polemico: «Galan è ormai assente su tutto, dalle riunioni di giunta ai consigli regionali. Preso com’è in altre faccende si mette a pontificare su tutto, senza conoscere lo stato dei fatti. Tant’è che proprio la sua amministrazione aveva affidato nel luglio scorso, appena due mesi prima del fallimento, una consulenza proprio alla Lehmna Brothers».
Comune di Milano il rischio-derivati
arriva a 263 milioni La Repubblica, 26 febbraio 2008
MILANO - I derivati del Comune di Milano hanno raggiunto una valorizzazione negativa di 263 milioni e i consiglieri del Partito democratico chiedono al sindaco Letizia Moratti di bloccare l' operazione per fare chiarezza sul maxi-bond da 1,6 miliardi lanciato nel 2005 da Palazzo Marino per ristrutturare il suo debito. Un' emissione - sostiene il Pd - che «potrebbe essere illegittima» visto che all' atto della sua approvazione era stata nascosta l' esistenza di un derivato in perdita per 100 milioni stipulato con Unicredit i cui costi erano stati assorbiti con la nuova obbligazione. Un' analisi approfondita dei memorandum delle quattro banche del consorzio e degli atti comunali - ha spiegato il consigliere del Pd Davide Corritore - ha fatto emergere che nel giugno 2005 venne rappresentata al consiglio comunale «una convenienza economica dell' operazione non veritiera, con una grave omissione informativa».
Scontro sulle cifre. Il Corriere della Sera, 31 ottobre 2007
«Nessuna
perdita», minimizza il Comune cercando
di mettere a tacere l'allarme sui
derivati lanciato l'altra sera a Palazzo
Marino da alcuni consiglieri
dell'Unione. «Ad oggi — viene spiegato
in una nota — sull'intera operazione di
swap d'ammortamento, considerando gli
anni 2006-2007, il Comune di Milano ha
ottenuto in termini di interessi un
saldo positivo di flussi finanziari pari
a 3,6 milioni di euro, come si evince
dalla contabilità dell'amministrazione
».
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ALTRE NOTIZIE
LA NOTA
Ci
risiamo. Ancora una volta il Governo
tenta di stravolgere il sistema
giudiziario per promuovere leggi ad
personam a favore di singole persone.
Dopo il “lodo Alfano”, il “lodo Consolo”
e il “lodo Geronzi” siamo arrivati al
c.d. “lodo Carnevale” che, se approvato
in via definitiva, consentirà al giudice
Corrado Carnevale, noto per aver
annullato numerosi processi di mafia per
vizi formali, di ottenere il posto di
Primo Presidente della Corte di
Cassazione nonostante abbia ormai
superato il limite di età per questo
incarico. La norma oggi in vigore
prevede, infatti, che chi è stato
sottoposto a giudizio e successivamente
prosciolto ( proprio come nel caso di
Carnevale, imputato in un processo per
mafia e poi assolto) non può tornare a
ricoprire posti di vertice nella
magistratura oltre i 75 anni. Con il
“lodo Carnevale”, invece, tale limite di
età viene abrogato. Inoltre la destra,
per mascherare questa norma e farla
passare sotto silenzio, l’ha inserita in
un decreto più ampio sulle sedi
giudiziarie disagiate.
Ieri
mattina Naccarato e Gallo (Pd) in visita
alle
Trasparenza
gestionale, garanzie per i lavoratori e
tutela del patrimonio pubblico. A
Magazzini Generali le «sollecitazioni»
hanno avuto effetto. Tant’è che ora si
marcia, a tappe forzate, verso la fine
di ogni possibile equivoco sulla
logistica controllata dal Comune.
APPUNTAMENTI
DOMENICA 9
NOVEMBRE ORE 10.30 PRESSO VILLA FANTIN,
VIALE DELLA VITTORIA
mail:
info@alessandronaccarato.it - tel
049660544 - fax 0498753610 |