In
Veneto nel quinquennio 2009/2014 Il PD veneto boccia il ministro Gelmini
Mobilitazione in tutte le province nei
giorni 26, 27, 29 settembre
SCUOLA, UNO SGUARDO SULLA SITUAZIONE NAZIONALE Il vero volto del governo Berlusconi si è svelato con le misure contro la scuola italiana, in particolare di quella primaria che, secondo un’indagine Ocse, è una delle migliori d’Europa. La manovra economica di agosto del ministro Tremonti prevede 7 miliardi e 800 milioni di euro di tagli alla scuola italiana in 3 anni; 87 mila 245 insegnanti in meno (13%); 42 mila 500 personale Ata (amministrativi tecnici ausiliari) in meno (17%). In tutta l’Italia rischiano di chiudere i battenti, senza alcun criterio selettivo, 4.105 scuole “sottodimensionate” (con meno di 100 alunni), lasciando scoperti molti piccoli Comuni, specie in aree disagiate come la montagna, dove ora costituiscono un baluardo a difesa del diritto allo studio e contro l’abbandono scolastico. In Veneto le scuole “sottodimensionate” a rischio chiusura sono 201. Il decreto legge n. 137 del 1 settembre 2008 del ministro Gelmini è inserito in questo contesto di tagli indiscriminati: non è dunque il frutto di un disegno strategico per migliorare la scuola italiana ma di un mero calcolo ragionieristico. Va sottolineato che, per la prima volta nella storia della Repubblica, misure che cambiano radicalmente la scuola italiana vengono prese d’urgenza per decreto-legge, anziché dal Parlamento. Nel triennio 2009/2011, il taglio del personale docente più consistente riguarda le scuole elementari: a livello nazionale si stima vengano tagliati 30.274 maestri (34,7%). In Veneto, secondo fonti istituzionali, si stimano tagli per circa 320 maestri nell’anno scolastico 2009/2010 e oltre 1.200 nel quinquennio. Se sono condivisibili alcune misure introdotte dal ministro Gelmini per il recupero di maggior serietà e rigore nella scuola, peraltro già previste dal ministro Fioroni, il ritorno al maestro unico, generalista, è invece un salto nel passato, mentre l’economia complessa si sta evolvendo verso la specializzazione delle conoscenze. Esprime una concezione psico-pedagogica del passato, legata ad un’idea di famiglia che non esiste più e ad una immagine delle discipline scolastiche superata dalla realtà.
Il
ritorno al maestro unico non migliora,
dunque, l’istruzione dei nostri figli.
riduce gli investimenti per la
conoscenza e peggiora la qualità della
formazione. - Una scuola più povera per i bambini, che dal 2009 si troveranno di fronte insegnanti specializzati per aree disciplinari costretti a fare il maestro unico, a scapito della qualità dell’istruzione. Gli alunni saranno inoltre privati di spazi e tempi di arricchimento personale (via i moduli pomeridiani e le attività integrative), finendo per passare i pomeriggi a casa davanti alla tv o per strada. Solo le famiglie più ricche potranno mantenere per i propri figli una qualità formativa adeguata alla realtà del mondo attuale
- Meno insegnanti di sostegno per i bambini con handicap: salterà il parametro 1:2 deciso nella Conferenza Stato-Regioni, in un quadro di aumento della presenza di alunni con handicap.
- Un grande disagio per le famiglie. La riduzione del personale docente comporterà fatalmente una drastica riduzione del tempo pieno/prolungato: con l’attuale sistema scolastico si possono garantire dalle 36 alle 40 ore di scuola settimanale, con la nuova configurazione prevista dal decreto 137/08 si possono garantire solo dalle 24 alle 27 ore settimanali. Si mette così in crisi la nuova organizzazione sociale delle famiglie fondata ormai anche sul lavoro fuori-casa delle donne. Il poco tempo pieno che sarà possibile realizzare con l’impostazione del ministro assomiglierà al vecchio doposcuola e per di più sarà a carico dei comuni, già oggi a corto di risorse.
- Più costi per gli enti locali, che, oltre ai tagli subiti dalla manovra economica di Tremonti, dovranno fronteggiare ulteriori spese dovute alla riduzione del tempo-scuola, a fronte di una sempre maggior richiesta delle famiglie di tempo prolungato.
Ma anche a livello regionale si lavora per peggiorare il sistema scolastico rispondendo in modo demagogico a problemi reali e drammatici della scuola veneta. Nonostante l’impegno del mondo della scuola a livello regionale (dirigenti e insegnanti), la maggioranza che governa il Veneto continua a non percepire l’entità dei cambiamenti che riguardano la società e di conseguenza la scuola veneta.
1 - Un problema su tutti: l’incremento degli alunni stranieri nelle classi. Una realtà che l’assessore Donazzan sembra ignorare e pensa di risolvere di fronte all’opinione pubblica con dichiarazioni estemporanee sui giornali, in assenza di qualsiasi idea innovativa, risolutiva, concreta.
I dati (fonte Ufficio scolastico regionale): Nel 2008, su una popolazione scolastica di 568.747 unità gli studenti migranti sono 61.592, il 10,8% (la media italiana è del 6,4%). L’incremento rispetto all’anno precedente (2007) è del 13,9%. Numeri destinati a crescere di anno in anno. Di fronte a questa realtà, ormai consolidata, servono risposte strutturali. Cosa fa invece il governo regionale? Esiste un fondo di 500 mila euro che la Regione ha stanziato per progetti speciali proposti dall’Ufficio scolastico regionale. L’Ufficio scolastico ha presentato una serie di progetti per la scuola veneta, tra cui quello – importantissimo e utilissimo per gli istituti scolastici – per l’inserimento dei mediatori culturali nelle scuole a sostegno del lavoro dei docenti. L’assessore Donazzan, che preferisce la propaganda, ha rigettato il progetto dei mediatori culturali. Non ci sono altri fondi per la mediazione culturale nella scuola, solo gli intervento dei Comuni che suppliscono con fondi propri.
2- Accesso alla scuola e ad una scuola di qualità: lo stanziamento regionale per trasporto scolastico e buono libri (1,5 milioni di euro nel 2008) copre solo meno del 30% delle domande delle famiglie. Oltretutto è accessibile solo a fasce di reddito estremamente basse. I Comuni sono costretti, anche in questo caso, a supplire con risorse proprie.
A livello nazionale propone: - La razionalizzazione e riqualificazione della spesa scolastica, puntando sulla qualità. - Il potenziamento della funzione docente con un intervento sulla diversificazione delle carriere e con riconoscimenti anche economici della professionalità. - L’introduzione di un sistema di valutazione dell’attività didattica e dell’offerta formativa. - Interventi per migliorare l’edilizia scolastica ( su un totale di 42 mila edifici, di cui oltre la metà fatti dopo il 1975, più di un terzo ha bisogno di interventi urgenti, oltre il 50% è soggetto a rischio sismico). Il governo Prodi aveva stanziato oltre 250 milioni per l’edilizia scolastica - Ricostruzione di un vero patto formativo scuola-famiglia. - Potenziamento dell’autonomia scolastica - Attuazione corretta dell’obbligo di istruzione a 16 anni con la conseguente riduzione a zero della dispersione scolastica. L’obiettivo è portare l’85% dei ragazzi al diploma e gli altri almeno ad una qualifica professionale; - Attuazione dei provvedimenti per valorizzare gli istituti tecnici e professionali; - Costruire una scuola per la formazione permanente per tutto l’arco della vita; una scuola più aperta alla comunità ed integrata con il territorio, che promuova cultura, alfabetizzazione informatica, sport, attività sociali e di volontariato. - Azzeramento del precariato e nuove norme di accesso e di reclutamento degli insegnanti.
Il Partito Democratico ha promosso in tutta l’Italia una mobilitazione a sostegno del mondo della scuola contro il decreto Gelmini, in particolare sul ritorno al maestro unico nelle scuole primarie. La mobilitazione avrà il suo culmine nelle giornate del 26, 27 e 29 settembre. In Veneto, verranno organizzati nelle sette province incontri con il mondo della scuola, le organizzazioni sindacali, i genitori, gli studenti. Verranno distribuiti volantini nelle scuole e organizzati convegni e seminari di approfondimento.
Parallelamente, la battaglia in
Parlamento contro la conversione in
legge del D.L. 137/08 sarà durissima. A livello regionale: A livello veneto, la nostra proposta per far fronte all’incremento continuo della presenza dei migranti nelle classi prevede un forte impegno della Regione Veneto, che finora non c’è stato, per eliminare le barriere linguistiche e culturali tra gli studenti stranieri e italiani, attraverso programmi di conoscenza delle culture, degli usi costumi, delle religioni: in una parola, attraverso un forte investimento nella mediazione linguistica e culturale nelle scuole del Veneto. Il gruppo consigliare regionale sta lavorando a una proposta di legge sulla mediazione culturale.
La Regione Veneto, che ha una percentuale di studenti stranieri di oltre il 4% più alta delle media nazionale dovrebbe essere Regione pilota sulle politiche di integrazione scolastica! Proponiamo l’istituzione di un Tavolo di coordinamento tra gli uffici scolastici regionale e provinciali, gli assessorati all’Istruzione delle Province e dei Comuni capoluogo ma anche di quei Comuni che hanno un elevato tasso di presenza immigrata per coordinare le iniziative sperimentali in tema di integrazione scolastica. In Consiglio regionale, in sede di approvazione della Finanziaria 2009 faremo una battaglia per aumentare il contributo alle famiglie per l’acquisto ai libri di testo e per il trasporto scolastico, per garantire a tutti l’accesso a una scuola di qualità.
Per avere degli elementi di
analisi approfonditi sullo stato della
scuola e dell'università italiane
scaricate anche i documenti: Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano http://www.pubblica.istruzione.it/dg_studieprogrammazione/notiziario_stranieri_0708.pdf
La dispersione scolastica -
indicatori di base
http://www.pubblica.istruzione.it/mpi/pubblicazioni/2008/allegati/dispersione_2007.pdf
Il
giudizio del Partito Democratico sui
tagli alla scuola e all'università
decisi dal
Tagli
Il Decreto legge 112/08 sull'Università
Tagli al fondo di funzionamento
ordinario per l'Università
http://www.crui.it/HomePage.aspx?ref=1539 Scarica la documentazione del PD sulla manovra economica estiva di Tremonti allegata a questa newsletter
Decreto-legge 1 settembre 2008, n. 137 "Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università"pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 204 del 1° settembre 2008
Art.
1. 1. A decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 2008/2009, oltre ad una sperimentazione nazionale, ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Iniziative analoghe sono avviate nella scuola dell'infanzia. 2. All'attuazione del presente articolo si provvede entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Art. 2. 1. Fermo restando quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, e successive modificazioni, in materia di diritti, doveri e sistema disciplinare degli studenti nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, in sede di scrutinio intermedio e finale viene valutato il comportamento di ogni studente durante tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica, anche in relazione alla partecipazione alle attività ed agli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori della propria sede. 2. A decorrere dall'anno scolastico 2008/2009, la valutazione del comportamento e' espressa in decimi. 3. La votazione sul comportamento degli studenti, attribuita collegialmente dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso o all'esame conclusivo del ciclo. Ferma l'applicazione della presente disposizione dall'inizio dell'anno scolastico di cui al comma 2, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sono specificati i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto insufficiente, nonche' eventuali modalità applicative del presente articolo.
Art. 3. 1. Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite e' espressa in decimi ed illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall'alunno. 2. Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola secondaria di primo grado la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite e' espressa in decimi. 3. Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline. 4. L'articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e' abrogato e all'articolo 177 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) i commi 2, 5, 6 e 7, sono
abrogati; 5. Con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, si provvede al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli studenti e sono stabilite eventuali ulteriori modalità applicative del presente articolo.
Art.
4. 1. Nell'ambito degli obiettivi di contenimento di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti di cui al relativo comma 4 e' ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola. 2. Con apposita sequenza contrattuale e a valere sulle risorse di cui all'articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e' definito il trattamento economico dovuto per le ore di insegnamento aggiuntive rispetto all'orario d'obbligo di insegnamento stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali.
Art.
5. 1. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, i competenti organi scolastici adottano libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio, salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie da rendere separatamente disponibili. Salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze, l'adozione dei libri di testo avviene con cadenza quinquennale, a valere per il successivo quinquennio. Il dirigente scolastico vigila affinche' le delibere del collegio dei docenti concernenti l'adozione dei libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni vigenti.
Art.
6. 1. L'esame di laurea sostenuto a conclusione dei corsi in scienze della formazione primaria istituiti a norma dell'articolo 3, comma 2, della legge 19 novembre 1990, n. 341, comprensivo della valutazione delle attività di tirocinio previste dal relativo percorso formativo, ha valore di esame di Stato e abilita all'insegnamento, rispettivamente, nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria. 2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche a coloro che hanno sostenuto l'esame di laurea conclusivo dei corsi in scienze della formazione primaria nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e la data di entrata in vigore del presente decreto.
Art.
7. 1. Il comma 433 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e' sostituito dal seguente: «433. Al concorso per l'accesso alle scuole di specializzazione mediche, di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, e successive modificazioni, possono partecipare tutti i laureati in medicina e chirurgia. I laureati di cui al primo periodo, che superino il concorso ivi previsto, sono ammessi alle scuole di specializzazione a condizione che conseguano l'abilitazione per l'esercizio dell'attività professionale, ove non ancora posseduta, entro la data di inizio delle attività didattiche di dette scuole immediatamente successiva al concorso espletato.».
Art.
8. 1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. 2. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge. LA NOTA SUL MAESTRO UNICO.
Il
Decreto Legge 137
Uno
sguardo d’insieme 1) classi a modulo; 2) classi a tempo pieno.
Le Classi
a modulo
Le Classi
a tempo pieno
Elementi
di riflessione
L'OPPOSIZIONE E LE PROPOSTE DEL
PARTITO DEMOCRATICO
Il Partito Democratico in
Parlamento si batte per contrastare il
decreto legge Gelmini. Prima dell'esame
del testo i deputati del PD hanno
presentato una mozione pregiudiziale
sostenendo l'incostituzionalità del
decreto. La mozione, che si trova qui di
seguito, è stata respinta dalle froze
del centrodestra nella seduta del 17
settembre 2008.
DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE
DEL DECRETO-LEGGE 1o
SETTEMBRE 2008, N. 137, RECANTE
DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI
ISTRUZIONE E UNIVERSITÀ (A.C. 1634 - Questione pregiudiziale) QUESTIONE PREGIUDIZIALE
La Camera, delibera di non procedere all'esame del disegno di legge n. 1634.
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_____________________________________ ALTRE NOTIZIE
Interrogazione a risposta
scritta presentata dagli On. Naccarato e
Miotto
Al
Ministro della giustizia.
Per sapere
- premesso che: APPUNTAMENTI
VENERDI 26 SETTEMBRE
ORE 9.45 presso IL TEMPIO
NAZIONALE DELL'INTERNATO IGNOTO - PADOVA
DOMENICA 28 SETTEMBRE ORE 11.30 -
OSPEDALETTO EUGANEO (PD)
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