La vicenda Alitalia si è chiusa con
l'ennesima presa in giro della
Destra. Il Governo Berlusconi ha
svenduto la nostra ex Compagnia di
bandiera ad Air France-Klm, facendo
pagare i debiti accumulati in anni
di malagestione della società a
tutti gli Italiani. Si tratta di un
imbroglio senza precedenti. Anche il
Governo Prodi, nella scorsa
legislatura, aveva individuato la
compagnia franco-olandese come
miglior acquirente della nostra
compagnia aerea ma Air France-Klm si
sarebbe dovuta far carico anche di
tutti i debiti della "vecchia
Alitalia". Contro questa soluzione
la Destra, in piena campagna
elettorale, ergendosi a paladina di
una presunta italianità della
Compagnia e della difesa degli
interessi del Nord attraverso l'aereoporto
di Malpensa, ha fatto fallire la
trattativa. Anche i Sindacati
hanno grosse responsabilità.Infatti
tutti ricordiamo le manifestazioni e
gli scioperi contro la soluzione
proposta dal governo Prodi. Sarebbe
stato molto più serio e conveniente
per il Paese accettare querlla
soluzione.
La domanda,allora, nasce spontanea:
ma come, dopo aver vinto le elezioni
con la promessa di salvaguardare
l'italianità di Alitalia e l'aereoporto
di Malpensa ora si svende tutto? La
risposta è: si, con l'aggravante che
i debiti di Alitalia sono stati
scaricati sulle spalle di tutti i
contribuenti. Così Air France-Klm ha
fatto un grosso affare: è diventata
partner di riferimento di una
Compagnia aerea privatizzata e senza
alcun debito, con la possibilità di
poter acquistare l'intera compagnia
tra quattro anni. Tutto questo,
investendo poco più di trecento
milioni di euro. Un affare! Ma solo
per i francesi. A rimetterci,
infatti, è lo Stato italiano
(quindi i contribuenti) senza
nemmeno che la destra ottenga il
proprio risultato politico. Sarebbe
questa, infatti, l'italianità tanto
propagandata da Berlusconi in
campagna elettorale?E' in questo
modo, con la svendita ad Air
France-Klm, che Berlusconi ha voluto
difendere gli interessi del Nord?
Assolutamente no. Di fatto, il
Governo ha svenduto l'Alitalia per
pochi spiccioli e ha indebitato
tutti gli italiani per una cifra
enorme: quattro miliardi di euro. Il
Partito Democratico si è mobilitato
fin dai mesi scorsi per denunciare
questo vergognoso imbroglio ed ha
avuto ragione.
Con questa scelta, il Governo si
dimostra totalmente incapace di
tenere assieme imprenditori,
lavoratori, forze sociali per
promuovere i
provvedimenti necessari a portare il
nostro Paese fuori dalla grave crisi
economica che si rivela per noi
addirittura più pesante rispetto al
resto d'Europa. E la Lega Nord ha
dimostrato ancora una volta di non
mantenere le promesse che ha fatto
in campagna elettorale.
Ecco il manifesto e il
volantino diffuso dal PD nei
mesi scorsi
per denunciare con forza fin
dall'inizio lo scandalo Alitalia

L' italianità è già
costata
allo Stato 3,3 miliardi
La
Repubblica, 9 gennaio 2009
di Luca Iezzi
ROMA - «Le
condizioni poste da Air France
sul taglio del cargo e su
Malpensa sono assolutamente
irricevibili» diceva Silvio
Berlusconi il 19 marzo scorso
rimandando al mittente un'
offerta che dopo dieci mesi non
è paragonabile a quella di Cai,
ma nel senso opposto a quello
inteso dal premier. I francesi
avevano messo 1,85 miliardi di
euro, un miliardo subito per
azzerare i debiti e 850 milioni
d' investimenti dal 2009 in poi.
Ma soprattutto davano in cambio
titoli Air France allo Stato e
agli altri azionisti. Nel
dicembre scorso, dopo quattro
mesi di commissariamento, la
cordata di 20 «patrioti», come
li ha definiti lo stesso
premier, ha pagato 427 milioni
cash (solo 100 versati) per
rilevare una parte di un gruppo
con un passivo da 3,2 miliardi.
Il conto tra quanto incassato da
Cai (427 milioni), il debito
rimasto in capo alla bad company
e il mancato incasso del
pacchetto Air France, il primo
bilancio del salvataggio dell'
italianità già segna un passivo
di 3,3 miliardi per i
contribuenti italiani. In attesa
che il commissario Augusto
Fantozzi recuperi qualcosa dalla
vendita di quanto rimasto. Ancor
più negativo il bilancio
occupazionale: la nuova Alitalia
ha circa lo stesso personale
(12.650 persone immaginato da
Parigi, ma gli ex lavoratori
della Magliana sono solo 10.150
perché a loro si aggiungono
oltre 2 mila addetti Air One.
Gli esuberi sono raddoppiati
(2.120 dicevano i francesi,
contro i 4 mila del piano Cai)
anche perché circa 3 mila
persone della manutenzione e dei
servizi di terra non saranno
riassorbiti da Fintecna come
previsto nel marzo scorso. Tra
le "vittime" del rifiuto ad Air
France vanno anche considerati i
circa mille lavoratori a tempo
determinato di Air One cui non
sarà rinnovato il contratto. Non
è finita: Air France era
disposta a pagare il 20% del
costo degli esuberi da lei
provocati. Il piano francese è
stato respinto perché chiudeva
il trasporto merci, depotenziava
Malpensa e dirottava i flussi
turistici verso Parigi,
direttive confermate dal piano
industriale della cordata
tricolore. Complice l' accordo
che porterà Air France-Klm a
rilevare il 25% del vettore
rinato, Alitalia chiuderà il
cargo nel 2009, ha scelto
Fiumicino come aeroporto
principale e Roma e Milano
sommano circa cento voli a
settimana con Parigi Charles de
Gaulle. Dal punto di vista delle
prospettive future l' Alitalia
presieduta da Roberto Colaninno
nasce con 300 milioni in cassa,
poco meno di 600 milioni di
debito operativo e 490 milioni
di debiti sugli aerei acquistati
da Air One. Senza contare che
nella flotta di 148 aerei della
nuova Alitalia la quota dei
velivoli in leasing (da pagare
mensilmente al socio Carlo Toto)
è ben più alta di quella cui
avrebbe fatto affidamento la
società guidata da Jean-Cyril
Spinetta. I prossimi cinque
anni, periodo che per statuto
vede i soci italiani rimanere
alla guida della società quindi
saranno molto difficili. Forse
il costo finale dell' operazione
"Alitalia agli italiani" lo
potremo fare solo quando sarà
finita, cioè quando Air France
diventerà l' unico proprietario.
Merci Silvio
Con la svendita di Alitalia si è
concluso un tipico
imbroglio all'italiana
Si
è chiuso finalmente il romanzo
fantascientifico di Alitalia. Con
l'acquisto del 25% da parte di
Air France-Klm,
anche il tassello partner straniero
trova la sua giusta collocazione e
si può dire con certezza che oggi,
13 gennaio 2009 è nata la nuova
Alitalia. Una vittoria mediatica di
Berlusconi e dell'italianità? Niente
affatto. Si è trattata di una
clamorosa sconfitta e una svendita
senza precedenti. E intanto i
francesi ringraziano.
Nella giornata di ieri, la
maggioranza le ha provate tutte per
fare in modo che Air France non
avesse la meglio. Letizia Moratti,
sindaco di Milano, annunciava una
fantomatica offerta da parte di
Lufthansa all'ultimo momento.
Berlusconi smentiva. Nel valzer
degli annunci e delle smentite si è
giunti fino alla definitiva
partecipazione di Air France-Klm in
serata per una somma vicino ai
320 milioni. Un
accordo definito straordinario
da parte del Presidente di
Alitalia, Roberto Colaninno e per
questo approvato all'unanimità da
parte del consiglio di
amministrazione. “La partnership -
ha dichiarato Colaninno - garantirà
un'assoluta autonomia gestionale di
Alitalia rispetto ad Air France e si
sviluppa su tre contratti: il primo
sull'investimento; il secondo sulle
modifiche statutarie conseguenti
all'entrata di Air France con
Alitalia e il terzo è l'accordo
industriale”.
È sembrato un clamoroso successo per
la politica dell'italianità proposta
dal governo: è stata confermata la
priorità strategica di Malpensa, a
condizione della riorganizzazione
del suo sistema aeroportuale,
garantito l'asse Roma-Milano con la
trasformazione di Linate in “city
airport” specializzato nella tratta
tra le due città e e definito l'hub
di Fiumicino come enclave strategico
per le rotte nel Mediterraneo, Sud
America e Estremo Oriente.
Ma se si analizzano bene tutte le
singoli vicissitudini che hanno
portato all'accordo attuale si vede
chiaramente come Alitalia sia stata
svenduta. E i francesi lo
confermano.
“Merci Silvio” è il titolo
dell'editoriale di François
Vidal per Les Echos
in cui si legge chiaramente
come sia stato Jean-Cyrill
Spinetta, presidente di Air
France-Klm, il vero vincitore
nell'acquisto del 25% di Alitalia.
Con la compagnia italiana, Air
France-Klm si è assicurata il quinto
mercato aereo europeo e uno tra i
più redditizi con più di 24 milioni
di passeggeri, undici dei quali sono
viaggiatori internazionali.
L'obbiettivo strategico non era, e
non è, Malpensa ma Roma per creare
un asse di hub complementari con
Parigi “Charles De Gaulle” e
Amsterdam “Schipol”.
Con la partnership in Alitalia, il
colosso franco-olandese ha messo in
scacco sia i rivali tedeschi di
Lufthansa che, sebbene non abbiamo
mai presentato un'offerta per
l'acquisto di Alitalia, avrebbero
visto con favore la creazione della
dorsale Berlino-Vienna- Milano, sia
quelli inglesi di British Airways
tuttora in difficoltà con la
conclusione della alleanza con gli
spagnoli di Iberia.
I cugini d'oltralpe hanno rimarcato
la nota più lieta per loro e
difficile da digerire per noi.
Grazie a Silvio Berlusconi la
compagnia aerea francese ha fatto un
grande affare a non comprare
Alitalia per 1,5 miliardi
nell'aprile del 2008. Il nostro
premier ha fatto in modo che Air
France potesse acquisire una società
risanata e riorganizzata e non
quella che perdeva un milione al
giorno. E tutto questo ad un prezzo
altamente concorrenziale, ossia 320
milioni che non sono affatto uno
sproposito viste anche le buone
prospettive future. E a questo va
aggiunto il fatto che Air France non
si dovrà accollare il problema delle
casse integrazione e degli esuberi
del personale. Insomma un vero
regalo!!!
Insomma è stato un successo per Cai,
per il governo e per Air France. Un
fallimento per i cittadini italiani
che pagheranno i 3 miliardi di
debiti della vecchia compagnia
aerea. Ma poco importa agli occhi di
questo governo che guarda solo i
propri interessi.
L'avviamento della nuova Alitalia
sembra sia stata buono nonostante
qualche di disagio a Linate e
Malpensa e la cancellazione di
alcuni voli. Restano le polemiche
con i dipendenti e i loro sindacati
che ieri hanno manifestato mettendo
in atto un simbolico funerale per
celebrare l'ultimo giorno di
operatività della ex compagnia di
bandiera e salutare il decollo di
Cai.
La posizione del Partito Democratico
è rimasta ferma e costante durante
tutto il teatrino messo in scena dal
governo. Per Massimo D'Alema
l'accordo definitivo con
Air France e l'intera vicenda
Alitalia “è stato un tipico
imbroglio". "Berlusconi ne ha fatto
una bandiera elettorale e alla fine
si è arrivati all'unica soluzione
ragionevole – ha chiarito D'Alema -
cioè che nel giro di qualche anno ci
sarà una fusione tra Alitalia e Air
France così come aveva individuato
Prodi. La differenza, è che i
francesi non pagheranno la fusione
perché il costo dell'operazione è
stato già scaricato sui cittadini
italiani".
“Come volevasi dimostrare, si chiude
una vicenda scandalosa che rasenta
l’imbroglio”. E’ quanto ha
dichiarato il ministro ombra delle
Infrastrutture, Andrea
Martella, a proposito dell’ok
di Cai ad Air France. “I cittadini
pagano più di 3 miliardi, le tariffe
aumentano e c’è meno occupazione. Un
risultato disastroso il cui
responsabile è Silvio Berlusconi”.
“Una presa in giro durata fino
all’ultimo – ha concluso il deputato
del PD – con la disputa all’interno
della maggioranza e gli annunci di
altre offerte inesistenti. Formigoni
e Moratti sono stati trattati a
pesci in faccia, ne traggano le
conseguenze”.
Per Cesare Damiano,
viceministro ombra del Lavoro,
“l’italianità a termine della nostra
compagnia di bandiera, perché fra
quattro anni Alitalia sarà venduta,
è costata quasi 4 miliardi di euro
alle famiglie italiane facendo,
inoltre, pagare un duro prezzo
occupazionale in un momento di crisi
economica. Un danno ed una presa in
giro per il paese ed i cittadini. La
Francia ci ha addirittura
ringraziato per il regalo fatto dal
governo Berlusconi. Al paese restano
i debiti, un conflitto tra Malpensa
e Fiumicino e le tratte Milano-Roma,
comparativamente le più care di
Europa e un accordo siglato dai
sindacati confederale, che,
nonostante l’ultimatum e la fretta
di concludere del ministro Sacconi,
si dimostra di difficile gestione e
si trascina da mesi. Cosa pensa di
fare il Governo? Di fronte a tutto
ciò è necessario che l’esecutivo
informi il parlamento.
Scarica il video di Repubblica Tv:
"Un affare per
Air France. L'analisi di Massimo
Riva"
collegandoti a
http://tv.repubblica.it/copertina/alitalia-air-france-si-parte/28102?video
Scarica il volantino e il
manifesto qui sotto

allegato a questa
newsletter
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ALTRE NOTIZIE
«Una
fretta sospetta
per quei lavori»
Naccarato sui cantieri
sospesi: solo caccia ai
finanziamenti
Il Mattino di Padova,
16 gennaio
2009
MONSELICE.
Occorreva veramente avviare i
lavori dei lotti VI e VII sul colle?
A chiederselo è l’onorevole
Alessandro Naccarato, del Pd, che
alla luce degli ultimi fatti di
cronaca legati alla Rocca di
Monselice chiede chiarezza e
trasparenza alla Regione Veneto,
tirando in ballo anche Provincia e
Parco Colli.
«La Regione Veneto, impaurita dalle
segnalazioni all’autorità
giudiziaria, ha sospeso l’attività
nei due cantieri, prossimi a quello
dell’ascensore, che erano stati
aperti per costruire la torre di
collegamento al Mastio e per
ampliare la ex casa Bernardini.
Evidentemente la Regione - ragiona
il deputato del Pd - è rimasta
scottata dall’inchiesta che ha
fermato i lavori per l’ascensore.
Non è possibile procedere in questo
modo».
A dire di Naccarato sono numerosi i
punti oscuri che le istituzioni
responsabili devono chiarire:
«Perché la Regione ha dato l’assenso
all’avvio di questi due cantieri a
fine novembre del 2008 dopo il
blocco dei lavori di costruzione
dell’ascensore disposto dalla
Magistratura nel maggio scorso? E’
così urgente portare a termine
questi due ulteriori progetti? E a
cosa servono i lavori nei lotti VI e
VII dal momento che non è affatto
chiaro se proseguiranno o meno i
lavori di costruzione dell’ascensore
della Rocca?».
Secondo l’onorevole del Partito
Democratico la fretta sarebbe
motivata dallo «scopo di ricevere a
tutti i costi il finanziamento
stanziato dall’Unione Europea, anche
forzando o aggirando alcune precise
norme per la tutela del paesaggio e
dell’interesse storico-culturale».
Lo stesso Naccarato, inoltre,
rimane sconcertato di fronte al
mutismo di Parco Colli e Provincia,
i due principali enti preposti
proprio alla tutela del paesaggio e
alla programmazione di interventi in
linea con la salvaguardia del
territorio: «Dove sono finiti? - si
chiede l’esponente di centrosinistra
-. Perché non esercitano le funzioni
di controllo sul rispetto del Piano
Ambientale dei Colli e sulla
conformità urbanistica degli
interventi previsti?».
La bagarre degli ultimi giorni deve
servire, a dire del parlamentare,
per riaccendere il confronto: «Dopo
il sequestro del cantiere per
l’ascensore - stigmatizza Naccarato
- era necessario iniziare una
discussione seria sul futuro
dell’intera area, ma non c’è stata
la volontà di avviare un tale
confronto. Si è preferito, invece,
aspettare che si calmassero le acque
per poi riprendere i lavori, quasi
di nascosto, come se non fosse
successo niente. Adesso è
indispensabile far applicare le
leggi e i regolamenti esistenti».
Alessandro Naccarato
risponde a Saia e Terranova
«La
Destro fu ostaggio della lobby dell’Ikea»
Il
Mattino di Padova,
13 gennaio 2009
Con
l’avvicinarsi delle elezioni
amministrative, gli attacchi al
sindaco Flavio Zanonato si fanno più
intensi. Prima il senatore
«sceriffo» Maurizio Saia lo accusa
d’essere «ostaggio delle lobby», poi
interviene a gamba tesa il candidato
di Citt’Antenore, Oreste Terranova,
tirando in ballo le operazioni
finanziarie «in sofferenza» fatte
dall’amministrazione comunale con
Lehman. Per controbattere queste
argomentazioni abbiamo intervistato
il parlamentare del Pd Alessandro
Naccarato.
Zanonato è davvero ostaggio
delle lobby?
«Zanonato è autonomo da
qualsiasi pressione o
condizionamento. La prova è data
dall’enorme lavoro realizzato. Saia
dimentica d’aver fatto l’assessore
nella giunta Destro che era davvero
condizionata dalle lobby. Penso alla
vicenda Ikea e alle grandi
speculazioni edilizie fatte in quei
5 anni. E’ invece Saia ad avere un
problema con le lobby violente degli
ultras del calcio Padova, visto che
li difende anche quando commettono
gravi reati contro l’ordine
pubblico».
Magazzini Generali e Pedrocchi:
Saia attende una risposta alla sua
interrogazione da oltre un anno...
«L’interrogazione interessa a
Saia per un regolamento di conti
nella destra. Riguarda il direttore
dei Magazzini Generali, Renzo
Sartori, che ai tempi della Destro
venne nominato presidente di
quell’Ente. Saia dovrebbe rivolgere
l’interrogazione a se stesso e alla
sua parte politica che scelse
Sartori. Per quanto riguarda il
Pedrocchi, alla scadenza della
convenzione con l’attuale gestore
verrà indetta una gara pubblica per
la nuova gestione».
E sul crac Lehman che ha
coinvolto anche il Comune?
«E’ in corso un attacco
strumentale della destra che
continua a raccontare bugie. La
giunta ha spiegato con chiarezza un
concetto: nessuno ha giocato in
borsa ed il fallimento della banca
americana non era assolutamente
prevedibile. Il Comune è parte lesa
in questa vicenda, assieme agli
altri cittadini danneggiati, e punta
ad ottenere un risarcimento».
Terranova sostiene che il Comune
dev’essere prevalente anche sugli
interessi corporativi...
«L’amministrazione Zanonato si
è caratterizzata per interventi nel
sociale, nella sicurezza e nel
sostegno ai giovani con investimenti
enormi nell’edilizia scolastica e
nel qualificare e migliorare la
qualità della vita dei cittadini.
Altro che corporazioni».
LA RIUNIONE DEL
COORDINAMENTO DEL NORD DEL PARTITO
DEMOCRATICO A MILANO
Il Pd veneto vuole
trattenere
il 6 per cento di tutte le tasse
Il Mattino di Padova, 10
gennaio 2009
Il sindaco di Padova Flavio
Zanonato: «La cifra che chiediamo,
se corrisposta ci consentirà di fare
a meno dell’Ici»
PADOVA. Dal 20% dell’Irpef
al 6% dell’intero gettito fiscale.
E’ il sindaco di Padova Flavio
Zanonato (tra i leader della «marcia
su Roma» del 1º ottobre 2008) che
corregge la proposta di anticipo del
federalismo fiscale alla vigilia del
Coordinamento del Pd delle regioni
del Nord, che si svolge oggi
all’hotel Michelangelo di Milano.
Ieri un pool di amministratori hanno
messo sul tavolo le loro richieste.
«Sul tema del federalismo fiscale -
ha spiegato Zanonato nel corso di
una conferenza stampa ambientata in
quella che un tempo fu la sede della
Dc veneta - il governo sta
annaspando in ordine alla
dislocazione delle risorse. Quando,
con un gruppo di sindaci, ho
proposto la compartecipazione al
gettito Irpef da parte dei Comuni,
nella percentuale del 20%, in
definitiva abbiamo chiesto il 20% di
un terzo del gettito fiscale, che è
fatto anche di Iva e di accise. Se
ci fosse riconosciuta, questa cifra
ci consentirebbe di affrontare in
modo significativo questioni cardine
come quella degli asili nido e della
sicurezza. Potremmo anche rinunciare
all’Ici sulla seconda casa e ai
trasferimenti nazionali».
L’incontro è stato coordinato
dall’onorevole Alessandro Naccarato,
coordinatore dell’esecutivo
regionale, il quale ha ricordato che
i temi sul tappeto sono, oltre al
federalismo fiscale, lo sblocco
degli investimenti per le opere
pubbliche e il ruolo esercitato
dagli enti locali sul versante della
sicurezza. «Il convegno di Milano -
ha puntualizzato Naccarato - si
svolgerà in due sessioni: alla prima
parteciperanno gli amministratori di
Province e Comuni con più di 50 mila
abitanti a nord dell’Emilia-Romagna,
che è stata inserita nel
Coordinamento; alla seconda sono
stati invitati coordinatori
provinciali e segretari regionali».
Tra la prima e la seconda sessione -
ha puntualizzato Marta Meo,
responsabile del dipartimento
Questione settentrionale del Pd
veneto - sarà presentato alla stampa
un documento-sintesi che si
rivolgerà al governo nazionale ma
che certo dovrà essere fatto proprio
dal «governo ombra» del Pd.
Il presidente della Provincia di
Rovigo, Federico Saccardin, ha messo
l’accento sulla necessità di
rilanciare gli investimenti. Mentre
il sindaco del capoluogo polesano,
Fausto Merchiori, ha chiesto
attenzione per la tutela della
famiglia. «Nella mia realtà - ha
argomentato Merchiori - le
situazioni di criticità sono
aumentate del 20-25%. Un partito ad
elevata vocazione popolare deve
saper dare risposte concrete; quando
si parla di federalismo non si vuole
proporre una discussione
accademica».
Per il presidente della Provincia
di Venezia, Davide Zoggia, «la crisi
economica ha già calmato
un’ubriacatura verso alcune forze
politiche. Non basta dichiarare di
essere forti nel Nord... Tessera, il
terzo aeroporto italiano, è stato
assolutamente penalizzato. Quanto al
Passante, si sapeva che una parte
dei pedaggi sarebbe servita per
pagare l’opera, ma qual è l’utilità
per le imprese se poi i pedaggi
vengono aumentati. In Regione, poi,
il fondo di solidarietà è bloccato
per le baruffe tra Lega Nord, Udc e
Popolo della Libertà».
Secondo il sindaco di Vicenza,
Achille Variati, «se il Nord non
tira o, peggio, se il Nord si ferma,
si ferma il Paese. E sia chiaro che
non siamo contro i meridionali,
figuriamoci. Lo stop all’Alta
velocità, ferma sui Berici nel ramo
verso est, fa venir meno la risposta
a un’esigenza fondamentale di
mobilità. Quanto ci piacerebbe se
anche il governatore Galan potesse
alzare la voce su questi temi. Il
suo silenzio ci preoccupa».
Presentata una nuova
Proposta di Legge dall'On. Naccarato
come primo firmatario:
Disciplina per la promozione di
agevolazioni economiche per la
locazione o l'acquisto di
un'abitazione in favore delle
giovani coppie e delle famiglie
monoparentali (
2052
)
(presentata l'8 gennaio 2009,
annunziata il 12 gennaio 2009)
Visita il sito internet:
www.alessandronaccarato.it
mail:
info@alessandronaccarato.it -
tel 049660544 - fax 0498753610
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