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Approvato in Commissione Trasporti alla Camera il DDL contenente le nuove
"Disposizioni in materia di sicurezza stradale"

 

Il 19 luglio è stato approvato dalla Commissione trasporti della Camera il DDL recante "Disposizioni in materia di sicurezza stradale". Ora il testo, che unifica diverse Proposte di legge presentate dalla maggioranza e dall'opposizione, è all'esame del Senato. Il provvedimento mira ad aumentare la sicurezza stradale incidendo in particolar modo sulla condotta degli automobilisti, scoraggiando comportamenti vietati con l’inasprimento delle misure sanzionatorie e recepisce molte proposte del PD in materia, soprattutto per quanto riguarda l'abuso di alcol alla guida.

 

Per conoscere il testo del DDL contenente
"Disposizioni in materia di sicurezza stradale"
collegatevi al link
 
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Governo battuto due volte
sulle missioni internazionali
Assenti troppi deputati del Pdl. Approvati due emendamenti del Parito democratico. Franceschini: "Vanno avanti solo con i voti di fiducia".
Alla fine il decreto è stato approvato con un voto bipartisan
La Repubblica, 21 luglio 2010
 
ROMA - Governo battuto due volte di seguito alla Camera su altrettanti emendamenti al decreto legge sulla proroga delle missioni militari all'estero. L'assemblea di Montecitorio ha approvato, con il parere contrario dell'esecutivo, due emendamenti del Partito democratico. Il testo alla fine è stato approvato con voto bipartisan e ora passerà al Senato.
Dopo l'"uno-due" il presidente della commissione Esteri, Stefano Stefani, aveva chiesto una sospensione dei lavori, ma la maggioranza, che in aula ha registrato molte assenze, non è stata in condizione di far sì che la sua proposta passasse e l'esame degli emendamenti è proseguito, fino all'approvazione finale.
L'opposizione era presente mediamente al 90 per cento, mentre tra le file del Pdl non hanno partecipato al voto 75 deputati (43 in missione e 32 assenti) e nella Lega ci sono state nove defezioni (sei deputati in missione e tre assenti). I due emendamenti del Pd sono passati rispettivamente con 258 sì, 254 no e un astenuto e con 256 sì, 254 no e tre astensioni.
Il decreto è stato poi approvato con 484 sì, 25 voti contrari e 11 astenuti. Hanno votato contro i deputati dell'Idv, si sono astenuti i Radicali del Pd.
"La maggioranza è stata battuta grazie alla presenza massiccia del Pd e delle opposizioni. E' sempre più evidente che riesce a stare insieme solo con i voti di fiducia. E la prossima settimana ci sono tre decreti legge prima delle intercettazioni...", ha commentato il capogruppo del Pd, Dario Franceschini.
Entrambi gli emendamenti su cui il governo è andato 'sotto' si riferiscono all'articolo 3 del decreto di proroga. Il primo (primo firmatario Mario Barbi, Pd) esclude la natura regolamentare dei decreti per il coordinamento delle missioni. Il secondo (primo firmatario Francesco Tempestini) specifica una competenza in capo a una direzione generale del ministero degli Esteri.
Tra le innovazioni introdotte a Montecitorio rispetto al testo iniziale, oltre ai due emendamenti del Pd, l'assegnazione diretta (come già accade per le polizie civili) del contributo Ue ai carabinieri impegnati nella missione Eupm in Bosnia, grazie a un emendamento di Giuseppe Moles; l'assegnazione di 250mila euro al Comitato Atlantico italiano; un trattamento più favorevole per licenze e congedi per i militari impegnati nelle missioni.
 
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Interrogazione presentata dall'On. Naccarato
Mobilitazione dei ricercatori dell'Università di Padova contro
le misure del Governo
Roma, Camera dei Deputati
 
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Per sapere - premesso che:


- In queste ultime settimane, nei più importanti Atenei italiani, sono in corso azioni di protesta, che comprendono anche il blocco della didattica universitaria, promosse da ricercatori e docenti universitari contro i tagli pesanti in questo settore decisi dal Governo e contro le disposizioni ordinamentali previste dal cosiddetto “ddl Gelmini”, ora all’esame del Senato;
 
- Le proteste contestano la decisone del Governo di ridurre i Fondi di Funzionamento Ordinario degli Atenei, di bloccare gli scatti di progressione di carriera dei docenti, di tagliare le tredicesime e trasformare i ricercatori, che oggi garantiscono gran parte della didattica universitaria, in figure professionali a tempo determinato per un massimo di sei anni;

- La scelta del Governo di obbligare le Università ad assumere solo il 20 per cento del personale docente e tecnico-amministrativo rispetto alle cessazioni dell'anno precedente (il cosiddetto blocco del turn-over) rischia di avere gravi conseguenze sul funzionamento degli Atenei e sulla loro capacità di promuovere un'adeguata offerta formativa;

- Una tale situazione ha destato la preoccupazione di tutto il personale docente (ricercatori e professori di ruolo) dell’Università di Padova dove è stato promosso come estrema forma di protesta, a partire dal 13 luglio scorso, uno sciopero della fame da parte di alcuni ricercatori della Facoltà di chimica. L’iniziativa, ancora in corso, sta coinvolgendo anche docenti e ricercatori delle altre facoltà dell’ateneo padovano;

- In particolare, l’azione di protesta dell’Università di Padova sta coinvolgendo circa il 65% dei ricercatori, soprattutto nelle facoltà scientifiche tra cui – in particolare – Ingegneria, Chimica e Matematica. Precisamente hanno aderito alla protesta, astenendosi dall’attività di insegnamento, 112 ricercatori della facoltà di Scienze, 41 di Scienze Politiche, 33 di Psicologia, 107 di Ingegneria, 37 di Agraria, 71 di Medicina, 47 di Veterinaria e 70 di Lettere;

- Tale massiccia partecipazione alla mobilitazione mette fortemente a rischio la prosecuzione dell’attività di insegnamento portata avanti dai ricercatori per numerosi corsi universitari dell’ateneo di Padova;

- Come è già accaduto all’Università  “La Sapienza” di Roma, anche a Padova, con la solidarietà e il consenso degli studenti coinvolti, alcuni esami universitari si sono svolti all’aperto o in ore serali per manifestare pubblicamente il dissenso verso le decisioni del Governo nel settore universitario;  
 

- Già due anni fa, nell’ottobre del 2008,la ferma opposizione ai provvedimenti del Governo in materia di istruzione e università è stata chiaramente affermata dai maggiori Atenei italiani, tra i quali anche l'Università degli Studi di Padova che, con una mozione del proprio Senato Accademico approvata all'unanimità il 20 ottobre 2008, ha esplicitamente chiesto al Ministro dell'istruzione e dell'università di reintrodurre, attraverso la Legge Finanziaria del 2009, i finanziamenti pubblici tagliati con la legge n. 133 del 2008 distribuendoli secondo parametri di qualità tra gli Atenei e - per le Università con bilanci economici in equilibrio - di poter assumere almeno un congruo numero di ricercatori;

se il Ministro sia al corrente dei fatti sopra esposti; quali misure il Ministro voglia porre in essere per garantire adeguate risorse economiche al sistema universitario nazionale al fine di mantenere un alto livello di formazione superiore per gli studenti, nonché un'offerta formativa ed una qualità della ricerca universitaria pubblica competitive con quelle promosse dai più importanti Atenei esteri.
 

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